Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Lady Moon    03/04/2015    4 recensioni
Ron e Hermione, dopo un malinteso battibecco, si ritrovano a casa di Hagrid. Hermione non sapeva che anche Ron aveva intenzione di andare a trovarlo. Lì, entrambi riescono a chiarirsi, da soli, per quanto concerne la "discussione" precedente, in più Ron svela ad Hermione che Ginny gli aveva detto di averla notata un po' giù, e in tutti i modi vuole capire da lei le ragioni. Hermione inizialmente non vuole rivelare nulla a Ron di quello che prova, ma poi le cose infine, anche grazie a lui, cambiano e la risposta a tutto salta fuori.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The colours of spring.

 
Il vento in quel giorno spirava violentemente, il Sole emanava poca luce, essendo celato dietro le nuvole. La pioggia ogni tanto s'interrompeva, fortunatamente.
Ad Hogwarts alcuni studenti non erano molto felici di rimanere presso le mura tutto il giorno, o di dover studiare.

:"Brrrr... fa un freddo, sono sicuro, mi ammalerò." - esordì Ronald Weasley, squadrando fuori la finestra del dormitorio.

:"Piantala. Finché non ti viene la brillante idea di andare a fare un giro in cortile, beh, penso che non ti accadrà niente di così spregevole." - rispose Harry, un po' annoiato.

:"Hei, sei stanco? Perché non provi a riposare?" - chiese Ron.

:"Forse hai ragione ma... no, preferisco fare qualcosa. Vieni con me da Seamus e Neville?" - 

:"Scusami, ma vi raggiungo dopo, semmai. Preferisco finire questo 'casino'." - disse Ron, malcontento, abbassando lo sguardo sulle tante carte che aveva poggiato sul tavolino.

:"Hmm... va bene, allora a dopo!" - disse infine Harry, e se ne andò.

Ron pensò tra sé e sé che era veramente una sfortuna non esser riuscito a finire ancora i compiti, e non potersi recare di conseguenza con Harry dai suoi amici. 
Hermione aveva udito qualcuno sbuffare mentre scendeva le scale dal dormitorio delle ragazze, fu quasi verso la fine di esse che si rese conto che a mugolare era Ron. Ansimò. Era da solo, doveva chiedergli almeno che stesse facendo prima di andarsene via, no? 

"Un amico o amica lo farebbe" - pensò.

:"Ciao, Ron, che fai?" - domandò d'improvviso, Ron non ebbe neanche il tempo di notarla.

:"Ciao, Hermione, una cosa che preferirei non fare." - dichiarò Ron, guardandola.

:"Capisco. Vuoi che ti aiuti?" - chiese Hermione, cercando di rilassarsi.

:"Non preoccuparti, ho quasi finito. Che cos'hai fatto questa mattina? Sono le 2:00, e solo adesso ti vedo. Nemmeno durante la colazione ti ho vista." - 

:"Sì... sì, lo so. Sono stata qui e poi sono andata..." -

:"In biblioteca" - terminò Ron, ritornando con gli occhi sui suoi libri.

:"Sì, ma non solo per me." - disse Hermione.

:"Ah no? E per chi?" - domandò Ronald, curioso.

:"E' un segreto!" - mentì Hermione, ridendo.

:"Non mi convinci. Un segreto in biblioteca? Intendo, a nessuno piace." - proferì Ron, tracotante.

:"A nessuno piace, credi? Capito." - disse Hermione, fingendo di condividere quel pensiero.

:"Sì, è così." - disse Ron, decisivo.

:"Massì... è così... certo." - continuò Hermione, Ron iniziava quasi a credere che se la fosse un po' presa.

:"In effetti tutto ciò che a te non piace, non può piacere al mondo." - concluse Hermione, con un falso sorriso.

:"Non mi sembra di aver detto nulla di simile" - enunciò Ron, solenne.

:"A me pare che tu creda solo quello che ti piace credere. Ci sono parecchie persone a cui piace la biblioteca, e parlando in generale, parecchie persone a cui piacciono posti che non piacciono a te e viceversa." - rispose Hermione, cercando di non alterare il tono della voce. Non avrebbe voluto, in nessuna maniera, litigare con Ron, ma non poteva di certo non confutare siffatte eresie.
Ron aggrottò le sopracciglia ma non si arrabbiò con Hermione per quello che gli aveva detto.

:"Va bene." - disse, impassibile.

:"Cosa, va bene?" - domandò Hermione, non tanto sorpresa.

:"Se è questo quello che pensi... che debbo dirti. Hai ragione."- disse Ron, dissimulando.

:"Ti... sei arrabbiato?" - domandò Hermione, melliflua, e dopo aver ansimato un paio di volte.

:"No." - rispose Ron, in una maniera incomprensibile.

:"Eppure non riesco a non credere che ti abbia dato noia quello che ho detto." - proferì Hermione.

:"Mi stai prendendo in giro, vero?" - 

:"Rooon!" - urlò una voce tutt'un tratto, troncando bruscamente la conversazione.

:"Ron, devi venire giù, giù, giù!" - disse ancora, era Neville, agitato e turbolento. Sia Ron che Hermione lo guardarono basiti e spaventati.

:"Calmati! Mi spieghi che sta succedendo?" - chiese Ron.

:"Sì, giusto. Era questo che m'ero dimenticato di dire! Allora: Harry... no, non c'entra... Ricominciamo, allora: la Pozione Restringente... no... che dico! Quella è roba mia!" - farfugliò tra sé e sé Paciock, creando ancor più confusione nella sua testa di quanto non ne avesse già.

:"Ok. Espira ed inspira, fallo più volte e quando avrai il battito cardiaco sul normale, potrai parlare." - disse delicatamente Ron, cercando di placarlo.

:"Hai ragione. Ma... ma... non c'è tempo. Mi sono ricordato, scusami se sono stato troppo impulsivo. Ti sta cercando urgentemente la professoressa McGranitt, sia te che Harry! Era allarmata quando mi ha chiesto di riferirtelo! Harry è già lì con lei." - dichiarò finalmente Neville.
Ron spalancò gli occhi, e dapprima non riuscì a dire nulla, ma poi, fattosi coraggio, parlò.

:"Non riesco a capire." - enunciò.

:"Cosa? Non sono stato chiaro? Hermione ho detto altre baggianate?" - domandò Neville, e guardò Hermione, confuso.

:"Sei stato palesemente chiaro, Neville, non c'è bisogno di rispiegare nulla. Ronald è sconvolto poiché non riesce ad immaginare, come sempre, quale malfatto ha compiuto." - rispose Hermione, in tono grave. Neville sospirò, Ron la guardò con aria di sfida.

:"Pensi di essere simpatica?" - chiese Ron retoricamente, Hermione senza pensarci due volte retrocedette, salì nuovamente le scale del dormitorio sparendo nel nulla, e sbattè la porta.

Ora Ronald pensava più al gesto impensato di Hermione, anziché premurarsi di ciò che la professoressa McGranitt aveva in serbo per lui.
Poco dopo che si decise a scendere, insieme a Neville, nel dormitorio venne Ginny Weasley, che, avendoli prima visti, si domandò la causa di quelle facce rattristate. Non disse nulla, pensò di raggiungere direttamente la stanza.

:"Hei, Hermione, cosa fai qui da sola?" - chiese, una volta averla notata sul suo letto, seduta a fissare le coperte.

:"Ciao, Ginny. Nulla, in verità, nulla." - rispose.

:"L'ho pensato... ma... Hermione, hai pianto?" - chiese, analizzando il suo volto.

:"No..." - rispose Hermione, con voce rauca, strofinandosi l'occhio destro con la mano.

:"Invece sì. Mi racconti?" - insistette Ginny, sedendosi sul letto di Hermione, di fronte a lei.

:"Ecco... hmm... credo di aver quasi litigato con una persona. E, mi dispiace. Mi spiace ogni volta, mi fa innervosire specialmente se crede che a me faccia piacere! Come può pensarlo? E' assolutamente inverosimile." - confessò Hermione, mesta.

:"Di chi stiamo parlando? E, soprattutto, provi qualcosa per questa persona?" - chiese  chiaroveggente, Ginny.

Era categorico che rispondere a quelle due domande era difficile, e azzarderei dire 'inconveniente'. Tuttavia Hermione sapeva che non poteva mentire a Ginny, cosa sarebbe successo se una falsa voce avrebbe girato presso le mura di Hogwarts? Sarebbe stato uno scalpore per lei, e una condanna per ciò che ne sarebbe susseguito. Il suo rapporto con Ronald sarebbe cambiato? Incominciò a fantasticare su questo. Cosa avrebbe fatto Ronald, una volta esser venuto a conoscenza che la sua amica Hermione era innamorata di un altro? Che aveva pianto per lui? E che era perlopiù un segreto? Avrebbe reagito in modo indifferente, l'avrebbe presa bene, o l'avrebbe presa un po' male? 
Hermione non metteva in realtà in dubbio la fiducia e l'onestà di Ginny, ma era come lecito insicura ed angustiata nel rivelare che la persona di cui dovevano discutere era suo fratello, e quello che provava era ancor peggio.

:"Scusami, Ginny... penso che non sia il caso di continuare a parlarne, ormai è passato. Mi sento già meglio." - disse Hermione, cercando di sembrare credibile.

:"Va bene, volevo cercare solo di aiutarti. Credo che sia meglio che facciamo come dici, nessuno meglio di te può sapere se stai effettivamente meglio o peggio." - rispose Ginny.

:"Ma se si tratta di mio fratello, non m'importa. Voglio saperlo." - continuò, severa.

:"C- cosa, Ronald? No, lui non c'entra." - mentì Hermione, con il cuore in gola.

:"Non credere che sia nata ieri, Hermione. C'è qualcosa che mi dice che tra te e lui c'è qualcosa, e non provare a negarmelo. Prima l'ho visto, aveva un'aria sconvolta, peggio di quella di Mirtilla Malcontenta, e questo è un dato preoccupante! Poi son venuta qui e ho visto te, da sola, altrettanto con un'aria non proprio, come si suol dire, da gioiosa studentessa." - le propalò Ginny, ancor più rigorosa e dallo sguardo inquirente.

:"Io... cioè... io" - balbettò Hermione.

:"Ahhhh! Non c'è bisogno d'aggiunger altro. E' lui! Bene. Ora dimmi, cos'è successo?" - disse realizzata e appagata Ginny.

:"Nulla, perché non è lui. Possiamo cambiare discorso?" - 

:"Perché ti ostini a non dire la verità? Se almeno non vuoi dirla a me, prova a dirla a lui." - rispose Ginny.

:"Che cosa stai dicendo?" - chiese sorridendo dal nervoso, Hermione.

:"Oh, Hermione, devo andare subito da Parvati Patil, mi ero dimenticata che avevo un'appuntamento con lei. Stammi a sentire, continueremo a parlarne, ok? Ti voglio bene, ci sentiamo stasera!" - disse frettolosamente Ginny, senza aspettare che Hermione le rispondesse.

"Devo annotarmi sull'agenda di ringraziare e di ossequiare Parvati, giacché mi ha salvata. Uff... come avrei voluto che non fosse successo niente di tutto questo! E pensare che ero partita  con tutte le buone intenzioni nel parlare con lui." - si disse Hermione.

Erano passate diverse ore, il Sole ancora non era tramontato, mancava ancora un po'. Hermione dopo aver terminato i compiti, decise di recarsi da Hagrid, era da qualche giorno che non lo vedeva e fare due chiacchiere l'avrebbe messa sicuramente di buon umore. Inoltre  non pioveva da molto e il vento s'era assai calmato; altri studenti erano già a studiare o gingillarsi in cortile. Sarebbe stata lì per poco, naturalmente, non poteva aspettare che terminasse il giorno.

Raggiunta quasi la capanna, da lontano intravide una sagoma familiare, affiancata a quella di un omone che doveva trattarsi innegabilmente del custode delle chiavi, Rubeus. Entrambe le due figure entrarono nella casa.
Hermione, che aveva già subodorato, ora che era ad un passo dal bussare la porta, ebbe un sussulto. Possibile che Ronald proprio in quel momento fosse lì? Forse se l'era solamente immaginato.

*toc toc*

:"Ohhh, ciao Hermione, che piacere vedere anche te, entra pure, svelta!" - salutò Hagrid, con un sorrisone sincero.

:"Ciao, Hagrid! Che intendi per "anche me"?" - disse Hermione, mentre entrava in casa e... 

:"Ciao, Hermione." - salutò Ronald, seduto, mentre aspettava il thè.

:"Ciao, Ron." - ricambiò Hermione, adesso era divenuta indiscussa la sua ragione di prima, nel credere che ci fosse anche lui.

:"Gradisci del thè? L'ho messo su per Ron, avanza sia per me che per te." - chiese cordialmente Hagrid, noncurante nell'aver cascato in terra un'enorme barattolo di marmellata, nel tentativo di chiudere bene la porta e voltarsi subìto verso di Hermione. Ronald rise.

:"Ti ringrazio Hagrid, sì." - rispose Hermione, pensando di risistemare sulla mensola quel barattolo.

:"Mi è venuta un'idea. Vi faccio assaggiare il thè con delle erbe speciali che ho scoperto crescono proprio qui." - affermò Hagrid, contento.

:"Intendi, qui, in casa?" - domandò Ronald, dubbioso.

:"No... intendevo fuori ovviamente, aspettate un istante, stavo già pensando di metterle da parte, ne raccolgo abbondantemente, così potrete odorare il fantastico profumo che emanano. Sarò veloce come un fulmine!" - rispose Hagrid, e uscì, richiudendo la porta come se non volesse far venire in mente di andare via ai suoi ospiti.
Hermione si affrettò a raccogliere il barattolo, era un bel po' pesante. Provò a rimetterlo sulla mensola, ma sarebbe stato molto più facile se questa fosse stata più bassa ed Hermione un tantino più alta. Ronald ridacchiò.

:"Cos'hai da ridere? Nemmeno tu ci arriveresti." - disse Hermione, seria.

:"Proviamo." - disse Ron, disinvolto. Hermione gli porse timidamente il barattolo e senza alcuna astrusità, Ronald lo riposizionò dov'era, constatando un attimo dopo che Hermione non era poi così contenta di valutarlo.

:"Visto?" - disse Ron.

:"Avevo calcolato male." - rispose Hermione, franca.

:"La prossima volta ti presto un metro." - disse giocoso, Ron. A Hermione scappò un sorriso, ciò nondimeno ignorò quella battuta, svincolando il discorso.

:"Come mai sei stato chiamato dalla McGranitt con Harry?" - domandò.

:"Nulla. Credeva fossimo stati noi a combinare un pasticcio al secondo piano, l'altro giorno. Le abbiamo spiegato che noi in quel momento che diceva non eravamo lì, e non potevamo esserci, siccome avevamo lezione. Ci ha creduto e ci ha lasciato andare poco dopo, onestamente credo non avesse sospetti veritieri dall'inizio." - spiegò Ronald.

:"Mi dispiace. Almeno vi siete chiariti." - disse Hermione, sollevandosi.

:"Di', perché eri un po' giù prima? Adesso non mi sembri addolorata." - domandò Ronald, fissandola negli occhi. Hermione anche lo fece, e si sentì stranamente imbarazzata.

:"Perché mi sarei dovuta sentire giù?" - rispose, con lo stomaco carico d'agitazione.

:"Me l'ha detto Ginny." - soggiunse Ron, continuando a mantenere gli occhi fissi su di lei, come se pretendesse d'una plausibile risposta. 

:"Avrà interpretato male. Ero solo annoiata." - disse Hermione, evitando il suo sguardo. 
Non era pronta, pensò, a rispondergli in quel momento, non era pronta ad approfondire il fatto che oltre a dispiacerle che litigassero, non poteva evitare di sperare che lui non pensasse male di lei, o le sarebbe dispiaciuto ancor di più, era troppo importante per lei. Non era pronta, forse, a volergli chiedere se per lui era importante conoscere le ragioni dei suoi stati d'animo, era così? Era importante che parlassero? Che non si dimenticassero per troppo tempo l'uno dell'altra? Che si volessero bene? Che non si facessero del male? Era importante lei, come lo era Ronald? 
"Non era pronta", si potrebbe dire e ribadire, bensì non lo era nemmeno a mentirgli di nuovo, a far finta di niente, a evitare quegli occhi solo per la paura, e per la vergogna di non essere in grado di affrontarli, di non essere la persona giusta. Lei lo era, lei poteva, e doveva. Si era detta tante volte che ce l'avrebbe fatta, se solo avesse messo da parte i suoi medesimi assilli e corbellerìe. Dirgli la verità sarebbe stato equo, e l'avrebbe aiutata, oltre ad esser un desiderio che si sarebbe concretizzato.

:"Sei sicura, Hermione?" - le disse Ron, con voce quasi mielata.

:"Ron, vuoi saperlo veramente?" - chiese Hermione, ritornando a guardarlo, le sembrava così bella l'idea di essere soli, e di star parlando di nuovo da soli.

:"Sì." - rispose Ron, serio.

:"Non volevo discutere con te, e mi son sentita giù quando ho pensato che ti stavo dando fastidio, mi dispiace che sia stata Ginny a fartelo capire." - gli disse Hermione, dando libera voce ai suoi pensieri.

:"Ma... io non me la sono presa per davvero. Credimi, poteva sembrarlo ma infondo non era niente." - le rispose Ronald, cercando di rincuorarla.

:"E' vero che a volte esageriamo, ma siamo abituati a questo, non è così?" - aggiunse.

:"Sì, purtroppo lo siamo!" - disse sorridendo Hermione. E, vedendola sorridere, Ronald fece altrettanto. Hermione, che a quel punto si sentì molto meglio, senza dare il giusto preavviso abbracciò Ron, badando a nulla. Ronald fu sorpreso ma poco dopo sorrise e la strinse anche lui. Per Hermione quel momento fu come vivere un sogno, e finalmente, dopo tutto quel tempo! 

:"Scusa." - sussurrò Hermione, spontaneamente.

:"No, Hermione, puoi abbracciarmi se vuoi." - disse Ron, con tono lieve.

:"Va bene." - gli rispose Hermione, levandosi da lui e arrossendo.

:"E posso lanciarti una maledizione quando mi va?" - gli domandò sarcastica, Ronald la stava nuovamente guardando, vedeva qualcosa negli occhi di Hermione che non riusciva a vedere in nessun altro, forse erano la loro grandezza, il loro colore, o forse in quelli poteva vedere così com'era realmente Hermione, e gli andava bene. 
Hermione adorava fare caso a come lui la guardasse, non poteva desiderare di più, sarebbe rimasta lì, ferma per ore, se fosse stato necessario, purché avesse visto lui, il suo sguardo.

:"No, quello no... se ci tieni provaci con Hagrid quando viene." - le rispose, ironico.

:"Come puoi, nei confronti di un amico, comportarti in questo modo? Gli riferirò tutto." - disse Hermione. Ronald rise, e, senza dare credito nemmeno lui al resto delle cose, accarezzò dolcemente il viso di Hermione, che arrossì ancor di più, regalando sia a se stessa che a Ron un'altra ragione per sorridere. 
La porta si aprì impetuosamente, Thor entrò seguito dal suo padrone.

:"Scusate il ritardo, sono stato via qualche minuto... direi... ma vedete, il vecchio cane qui non riusciva ad annusarle e quindi trovarle. Per di più quando sono uscito e sono andato a svegliarlo, non voleva proprio alzarsi. Che ci facesse sul retro io non lo so neppure, sarà che voleva un po' di fresco." - chiarì Hagrid, con sulle braccia una marea di erbe.

Quando Hermione e Ron ebbero l'opportunità di guardare meglio fuori, sotto consiglio di Hagrid, notarono come gli alberi e le piante si stavano rifornendo di fiori, dei loro tenui colori, e di come cantavano gli uccelli, svolazzando su di essi gaiamente.
Il Sole esalava più calore, libero in buona parte dalle nuvole, seppure stesse per congedarsi; era quello uno degli inizi della primavera.
 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lady Moon