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Autore: CassandraBlackZone    03/04/2015    1 recensioni
“Hai altre domande, prima che io abbassi questa bellissima leva?”
“Sì.”
“Spara.”
Questa è la domanda più strana che abbia mai posto a qualcuno “Dottore chi?”
Lui sorride senza rispondere e, abbassata la leva, il rotore inizia ad oscillare su è giù. Nella sala riecheggia uno strano cigolio ansimante e iniziamo ad aggrapparci ai corrimano, per quanto gli scossoni sono forti.
Qualcuno mi dica che è tutto un sogno.
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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A due centimetri dalla lingua biforcuta della creatura, il Dottore mi tira da dietro afferrandomi dal mantello. Con uno schiocco delle dita dell'alieno, le ante della porta si chiudono in tempo.
Ancora sconvolto, rimango fermo davanti all'uscio, dove dalle finestre era ancora visibile il profilo mostruoso del rettile. Me la sono vista veramente brutta.
"Ok, bene... una guardia!! Devo dire che me lo sarei dovuto aspettare. Giá," dice il Dottore alzandosi per primo in piedi "ma possiamo sempre raggirarlo! É solo un cucciolo."
"U-u... Un cucciolo?! Starai scherzando, spero! Un 'cucciolo' é grosso così" mimo la classica forma di un cucciolo di cane " e non quell’affare!”
“E io ti ripeto che è un cucciolo. Per essere precisi di un Guone.”
“G-Guone? Me ne frego di cos’è! Non è un cucciolo!” oh no… sento quella maledetta bava collosa scivolare dalla testa alla spalla. Che schifo… Che schifo!
“Oh, piantala di brontolare. Tieni” il Dottore mi lancia un asciugamano sorridente.
Un asciugamano… sei serio alieno dei miei stivali?! Vedo con piacere che godi nel veder soffrire la gente. Maledetto sadico.
Con rammarico, mi devo accontentare e mi levo subito questa cosa nauseabonda dai capelli.
“Oh, e prendi questa.”
“Eh?”
Senza preavviso, il presunto alieno mi lancia quella che sembra una boccetta di cristallo azzurra. Fortunatamente riesco ad afferrarla senza farla cadere “Cos’è?” chiedo sospettoso.
“Semplice e banale acqua di colonia. Sai no… per l’odore.”
“Grazie…” senza pensarci due volte, mi spruzzo su tutto il corpo l’acqua di colonia, che sorprendentemente funziona. L’odore è meglio di quel che mi aspettavo “Ah, così va meglio.”
“Bene. Ora che ci siamo concessi un paio di minuti, possiamo continuare con la questione dell’orologio. Guone! Da quanto tempo non ne vedevo uno, ma è la prima volta che ne vedo uno fare la guardia a qualcosa. In genere sono creature pacifiche e libere.”
“E’ una specie di rettile?”
“Qualcosa del genere, guarda tu stesso”  lo schermo pericolosamente attaccato ad un cavo a molla, mi oscilla davanti mostrandomi l’immagine in 3D del Guone. Il corpo è esattamente quello di un rettile, ha quattro zoccoli ricoperte da un folto pelo nero, la testa di una coda di rospo, ma con i denti di uno squalo. Rabbrividisco alla sola vista di quell’orribile testa di pesce.
“Un… un… pesce?!”
“Ah… diamine… mi ero dimenticato che tu odi in modo incondizionato ogni tipo di pesce.”
“E’ un pesce! Un enorme… pesce! Un pesce alieno!” è più forte di me. Che si tratti di un semplice pesciolino rosso o di un tonno, il terrore mi assale, figuriamoci con quel mostro.
“Oh! Che bello! Ora ti è venuto spontaneo usare la parola alieno!”
“Non mi pare il momento, non credi?! Per quale motivo quell’essere è in museo?”
“Quel povero cucciolo deve essere stato portato via dalla propria famiglia.”
“Beh, quel povero cucciolo,come lo chiami tu, rischia di sabotare la missione.”
“Hm… non hai tutti i torti. Allora,” il Dottore tira fuori dalla sua giacca una sottospecie di torcia con una lampadina verde in cima. Mi prendo un colpo appena sento un trillo acuto “possiamo anche andare.”
“Che cos’è quell’affare?”
“Hm? Questo?” comincia ad agitarlo. Io cerco di tenermi . debita distanza “ E’ il mio cacciavite sonico.”
“Un… cosa?”
“Oh, andiamo! Posso capire la storia dell’alieno, ma almeno cacciavite e sonico devi averli sentiti.”
“Va bene, ok… andiamo.”
“Perfetto.”
 
Mai crudele o codardo.
Non mollare mai. Non arrendersi mai.
 
Una cabina. Questa stramaledetta astronave è davvero una stramaledetta cabina telefonica blu e di legno. E’ molto simile alle cabine rosse che vidi a Londra con Aoko, solo che questa è …. è…. “…più grande… all’interno.”
“Come volevasi dimostrare” ridacchia soddisfatto il Dottore “E’ divertente non trovi? Tutto grazie al circuito camaleonte di cui dispone la mia bambina, che… purtroppo si è rotto molto tempo fa e quindi il TARDIS è rimasta una cabina della polizia inglese degli anni ’60.”
“Circuito camaleonte?”
“Fa in modo che la mia bambina mascheri la sua presenza prendendo le sembianze di qualunque cosa si trovi in un determinato posto e tempo. Egitto? Può diventare un sarcofago, una piramide, qualsiasi cosa.”
“Ok, credo… di aver capito.”
“Bene, siamo fuori, o meglio, siamo dentro il museo e vedo con piacere che non c’è anima viva” usa di nuovo quello che dovrebbe essere un cacciavite “Infatti… ci siamo solo io, te, il piccolo guone e un’altra persona.”
“Un’altra persona? Significa che c’è qualcun altro?”
“E’ quel che ho detto, giovane Kaito. Non stavi ascoltando?”
“ E adesso cosa facciamo?”
“Mi pareva ovvio” il Dottore sorride portandosi il cacciavite sotto il mento e lo accende “andiamo in perlustrazione.”
 
Non sono mai stato così spaventato da un museo. Questa è assolutamente la prima volta. Ma che figura ci faccio?! Sono praticamente attaccato alla schiena di questo capellone in tweed, e tutto per cosa? Per uno stramaledetto alieno a forma di… pesce!
I miei occhi iniziano a bruciare per quanto sono spalancati. Ad ogni teca di vetro e ad ogni sala in cui entravamo, alzo la guardia stringendo i pugni sulla giacca del Dottore. L’idea di ritrovarmi all’improvviso quel brutto muso per la seconda volta, mi fa solo… non ci voglio nemmeno pensare!
“Ehm…  giovane Kaito… se continui così rischi di lasciarmi due bei lividi sulla schiena” mi sussurra irritato l’alieno.
“Taci tu! E continua a illuminare ogni cosa davanti!”
“Se proprio devi aggrapparti a qualcosa attaccati solo alla giacca! Mia moglie mi uccide se trova dei segni sulla schiena!”
“Tua… tua moglie? Hai una moglie?”
“Cos’è quel tono? Un alieno di mille anni non può sposarsi? Ammetto che è stato un matrimonio veloce, ma siamo comunque sposati.”
“Mi spieghi perché diamine si trova in un museo il tuo preziosissimo orologio?”
“Cos’è, cambi domanda?”
“Rispondi.”
Il Dottore, visibilmente scocciato, sospira “Mi è stato rubato, e non intendo l’orologio, ma quello che c’è dentro.”
“Scusa, cosa vuoi che ci sia in un orologio? Gli ingranaggi e le lancette sono tuoi?”
Ah ah, spiritoso… no, non si tratta degli ingranaggi.”
“E allora che cos’è?”
L’alieno sembra per un attimo assorto nei suoi pensieri. E’ visibilmente preoccupato se non anche frustrato.
“Deve essere… qualcosa di davvero molto importante” cerco di alleggerire l’atmosfera.
Il Dottore mi sorride guardandomi con i suoi grandi occhi tristi, stanchi e consumati dal tempo. Mille anni? A vederlo così ne dimostra persino di più.
“Sì.”
“Lo vedo. Hai chiesto aiuto ad un ladro pur di riprendertelo.”
“Avevo una moglie.”
“Come… scusa?”
“Avevo una moglie. Ma purtroppo è morta da tempo.”
Scuoto la testa alquanto confuso “Ora sei tu che hai cambiato argom-… ehi!”
Il Dottore mi spinge verso una statua di cera di un coyote con un braccio e mi zittisce con un indice “Shhh, non fare rumore”
“Che succede?”
Bravo il mio cucciolo. Hai trovato il TARDIS, vero? Bravissimo!
Non tanto lontano da noi, riesco a distinguere la voce di una ragazza, tra un… grugno… e l’altro. “No… non mi dire che… q-quel pesce…”
“Giovane Kaito, cerca di respirare il più piano possibile. Sai com’è, qui rimbomba tutto.”
“Io sono Ichthyofobico! Non li sopporto i pesci!”
“Beh, puoi pure stare tranquillo. Umano.”
Il Dottore impreca a bassa voce girandosi lentamente, mentre io sono impegnato a fissare l’orribile guone, cavalcato da una ragazza dai capelli biondi e gli occhi viola pulsanti.
“Tu” le dice a denti stretti l’alieno “che cosa ci fai qui?”
“Ma che bella accoglienza, Dottore. Da te non me lo sarei mai aspettato” risponde la ragazza delusa “Dopo tutto questo tempo.”
Rispondimi” la ignora il Signore del Tempo.
“Sono qui per il tuo stesso motivo.”
Il Dottore scuote la testa incredulo “No. sai bene che non puoi averlo. Appartiene a me.”
“Proprio perché appartiene a te, deve essere mio!”
Successe tutto in meno di due secondi. Il Dottore non fa in tempo a prendere il cacciavite, che il guone lo colpisce violentemente con la sua coda e va a sbattere contro una teca di vetro a due metri da noi.
“Dottore!”
“Oh, povero il grande Kaitou Kid. Sei stato trascinato in una faccenda che non ti riguarda. Senza contare che sei assieme a quell’assassino del Dottore”
“Io non so di che cosa tu stia parlando.”
“Oh, neghi l’evidenza? Ti fa onore, ma ciò non ti servirà a salvarti.”
“Sai… ci terrei ad avvertirti di una cosa, giusto per non farti fare brutte figurac-…”
“Taci! Tu non mi servi. Posso anche benissimo farti fuo-… Ah!”
“GERONIMOOOO!”
Avevo appena accettato l’esistenza di un Signore del Tempo, di una macchina che viaggia sia nel tempo che nello spazio e ad un enorme e disgustoso pesce alieno, ma mai mi sarei aspettato di vedere l’intero scheletro di un T-Rex prendere vita :“Non. E’. POSSIBILE!”
“TI PIACE IL MIO NUOVO AMICHETTO, GIOVANE KAITO?” urla il Dottore dalla schiena dell’ormai estinto rettile “ANIMAZIONE MOLECOLARE. FORTE, VERO?”
“TU SEI PAZZO!” urlo in tutta risposta, senza accorgermi che sto ridendo.
“LO SO! VIENI O NO?”
Senza farmelo ripetere due volte, salto sulle ossa e raggiungo l’alieno millenario.
“Questa volta sì che devi aggrapparti a me. FORZA, REXY!”
Due pacche sul cranio ed ecco il ruggito. Miracolosamente, nulla, compresse le teche di vetro, vennero sfiorate dal dinosauro, forse grazie al pieno controllo che il Dottore ha con le catene che fanno da redini.
“Non capisco! Chi è quella ragazza? Perché ce l’ha con te e vuole il tuo orologio?”
“Troppe domande! Possiamo parlarne dopo?”
Superate altre tre sale, il Dottore pensa bene di entrare nella sala del sistema solare, dove l’oscurità di essa può benissimo nascondere il T-Rex.
Non mi scapperai, Dottore! La pagherai… la pagherai per averi uccisi tutti! Traditore! Io…  li vendicherò!”
   
 
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