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Autore: piccolo_uragano_    03/04/2015    1 recensioni
(1992- camera dei segreti)
Oliver Baston, sesto anno, Capitano Grifondoro. Affascinante, coraggioso, fanatico del Quidditch, testardo e dolce. I suoi più cari amici si chiamano Fred e George Weasley, il che è tutto dire. Crede nell'amore ma non di essere in grado di amare.
Jo Wilson, sesto anno, Capitano Serpeverde. Purosangue nobile da generazioni, traditrice del suo sangue, testarda, furba, bellissima e con un passato scomodo e tenuto nascosto, che l'ha portata ad avere paura d'amare. Fragile, ma bravissima nel nasconderlo.
Due mondi paralleli che si incontrano per caso, fondendosi l'uno con l'altro. Come andrà a finire?
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Dal testo:
"Sei mia." sussurrò schiudendo le labbra, allontanandosi leggermente dal suo viso.
Lei sorrise, nella penombra. "Solo se stai zitto e mi baci, Baston." rispose, con un sussurro altrettanto flebile, e lui riprese a baciarla con più foga.
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[MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Oliver Wood/Baston
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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La ragazza si aggirava aggraziata per i corridoi con la bacchetta pronta ad attaccare o difendersi (in certi casi non c’era differenza) ed istinti quasi felini attivi per muoversi al buio. Sentiva i ritratti russare e pregava che non si svegliassero, ma si muoveva con passi piccoli e leggerissimi.
Doveva tornare nei sotterranei, e doveva tornarci in fretta. Se l’avessero beccata, allora …
Una luce, sicuramente di una bacchetta, si accese improvvisamente.
“Wilson?” chiese una voce.
Appunto. Beccata. Si girò di scatto rischiando di morire soffocata dalla sua stessa cravatta. Dietro di lei, Oliver Baston, Grifondoro del sesto anno, capitano e Portiere della squadra di Quidditch, la guardava con quegli occhi castani e un mezzo sorriso dipinto sulle labbra.
“Baston.”  Disse per rispondere al saluto con aria superiore ma lui la prese per un braccio e la fermò.
“Dove credi di andare?” le chiese, con la bacchetta ancora accesa.
“A farmi i fatti miei, Baston. Perché non fai lo stesso?” rispose lei, beffarda.
“Non penserai di cavartela così, vero?”
“In realtà si, ci stavo pensando.”
“Da dove vieni?” le chiese guardandola dall’alto del suo metro e ottanta.
Lei osservò la mano del ragazzo che stava stretta al suo braccio, ma lui non accennò a lasciarla. Chi si credeva di essere?
“Allora?” le chiese dopo un po’.
“Credi davvero che te lo dirò?”
“Assolutamente sì.” Rispose secco, con la stessa arroganza che mostrava lei.
“Sei un povero illuso, Baston.” Ridacchiò lei. “Ti ricordo che anche tu stai infrangendo le regole.”
“Ti dirò  perché io mi aggiro nei pressi della biblioteca se tu mi dici perché tu ti aggiri nei pressi della biblioteca a mezzanotte e mezza.”
Lei lo guardò. Un sacco di ragazzine avevano una cotta segreta per lui, e guardandolo da vicino poteva capire perché. Non aveva nulla di speciale, ma era bello. Con i capelli scompigliati, la cravatta allentata ed un mezzo sorriso beffardo.
Lei invece, Serpeverde del sesto anno, era di una bellezza quasi sconcertante. Si faceva chiamare Jo, ed il suo vero nome era noto a pochi. Aveva dei capelli neri come la notte tenuti corti, sfioravano a malapena le spalle, mossi quasi cotonati, una pelle bianca come la neve e due occhi azzurri e freddi come il ghiaccio. Era alta, magra e in forma. A sua volta Capitano della squadra di Quidditch di Serpeverde, nel ruolo di Cacciatrice. Rinnegava la sua famiglia, gruppo di maghi Purosangue fieri di essere tali, anche se fingeva che gli fossero indifferenti.
“Ripeto, Baston. Sei un povero  illuso.” Sibilò, mentre lui si perdeva in quegli occhi da serpente.
Quell’aria così cattiva la rendeva ancora più bella. Era una vera Serpe. Si liberò dalla presa ferrea di quel bel Portiere e se ne andò, ma lui ebbe la brillantissima idea di gridare “Buonanotte!”  svegliando tutti quei quadri che iniziarono a strillare.
“Và al diavolo, Baston!” urlò di rimando. Tanto il danno era fatto, e si permise di camminare rumorosamente.
Lui la guardò allontanarsi, pensando che avesse un fascino sconcertante. Poi si diede dell’idiota e tornò in camera, maledicendosi per aver pensato una cosa del genere di una Serpeverde, sua avversaria sul campo e nella vita.
 
   
 
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