Beatles, 'Storia di una principessa che divenne un angelo e imparò a volare.' di LittleWillow

“Nothing's gonna shake your love
Take your love away
No one's out to break your heart
It only seems that way... hey”
-Little Willow, Paul McCartney

C’era una volta una principessa che era stata una bambina e che aveva sognato un matrimonio con un principe azzurro e di diventare una grande artista. “Mi dispiace, ma devi aiutare la mamma, fare qualcosa di utile e lasciare quell’accademia” le aveva sussurrato suo padre, accarezzandole i capelli, mentre il suo respiro si faceva più corto e il cuore rallentava.

C’era una volta una principessa, che era stata una bambina e che aveva sognato un principe dagli occhi azzurri e un matrimonio da favola, ma si era innamorata di uno stalliere dagli occhi così profondi e il sorriso così allegro. “E’ intelligente e simpatico, mi rende felice, lo amo” aveva raccontato a sua madre, con gli occhi carichi di emozione. Quando aveva pronunciato Sì, lo voglio, davanti allo sguardo commosso di un cerbiatto* amico dello stalliere, la principessa non aveva pensato a nessun’altro.

C’era una volta una principessa, che era stata una bambina e che aveva sognato un principe azzurro e che si era innamorata di uno stalliere che avrebbe dovuto svegliarla e proteggerla – perché un tempo le aveva sussurrato parole d’amore, carezzandole la guancia e baciandole le labbra - ma che aveva scoperto non ricordarsi più di lei. “Cosa vuoi? Non ti ho chiesto io di sposarmi” le aveva detto e la principessa aveva sentito il rumore del suo sogno infantile infrangersi.

C’era una volta una principessa che era stata una bambina e che aveva sognato un principe azzurro, ma aveva sposato uno stalliere e poi lui se n’era andato e lei aveva perso il suo cuore. “Io merito di più. Non è giusto” aveva pensato, chiedendosi che senso avesse continuare così. Poi una scimmietta preoccupata da quella assenza prolungata aveva bussato alla sua porta. “Sei bellissima, mamma” le aveva detto, stringendola a sé e la principessa aveva sorriso.

C’era una volta una principessa che era stata una bambina e che aveva sognato il principe azzurro e che si era chiusa nella torre più alta del suo palazzo con la sua scimmietta da proteggere, mentre l’unico amico dello stalliere che non era ancora caduto in letargo, il cerbiatto, faceva la guardia al castello in cui si erano rifugiati. “Voglio aiutarvi” aveva detto il cerbiatto, a mo’ di cantilena, mentre giocherellava con la scimmietta “Voglio aiutarvi tutti” , e per un solo istante la principessa si era concessa di chiedersi perché non avesse sposato lui, al posto dello stalliere.

C’era una volta una principessa che era stata una bambina e aveva sognato il principe azzurro, ma aveva sposato uno stalliere e adesso lo stalliere era diventato un angelo. La principessa si era chiesta se avesse avuto una vita felice, se almeno – dopo aver causato così tanto dolore – aveva trovato quello che desiderava.

C’era una volta una principessa che era stata una bambina e che si era innamorata di uno stalliere che l’aveva abbandonata, che aveva vissuto con una scimmietta che la chiamava “mamma” e che aveva avuto un cerbiatto a difenderla e a proteggerla, e che poi aveva scoperto che lo stalliere era diventato un angelo, ed infine, molto tempo dopo lo era diventata anche lei.

Per l’ultima volta la principessa osserva le persone raccolte sul prato, e conta i bambini e ha la sua risposta, pensa che va bene così – che lo stalliere ha avuto la vita che desiderava, anche se non con lei e lei… lei ha avuto la sua scimmietta di cui occuparsi, a cui leggere le favole. Si volta, e con un possente battito d’ali, è già scomparsa oltre le nuvole del cielo.

“Cosa gli diresti adesso?” La principessa riconosce la voce dello stalliere, ma non quella sfumatura incerta che sembra quasi domandarsi se ha ancora il diritto di chiedere e sa bene a chi si riferisce, sa che l’uomo ha captato il suo sguardo diretto verso il basso e sa che non è al cerbiatto che sta pensando. “Lo abbraccerei” comincia la principessa “Gli direi che sono orgogliosa di lui, John” . E la principessa riesce a sentire un balbettio quasi impercettibile e le sembra sia la prima volta che abbia mai sentito lo stalliere balbettare in quel modo, un balbettio di chi forse sa di aver sbagliato e perfino di essersene accorto troppo tardi “Anche io, Cyn”.

“Sleep, little willow
Peace gonna follow
Time will heal your wounds”

-Little willow, Paul McCartney

Note d’autrice.
Non ci sono parole. Questa storia non era prevista, non aveva nulla a che fare con le due OS in cantiere…. Sono vicina con il pensiero a Julian Lennon, non mi permetto nemmeno di provare ad immaginare cosa stia passando.
Credo che sia pressoché inutile specificare che la scimmietta nella storia è Julian - perché sono tornata da poco da uno scambio culturale in Irlanda e la famiglia che mi ospitava chiamava la loro bambina "Little Monkey" e a me sembra una cosa dolcissima -, che il cerbiatto è Paul - per la forma degli occhi-, che la principessa è Cynthia e che lo stalliere è John, e che la scena finale è tutta riferita a Jules.
Vi ringrazio per il sostegno che mi date tramite le recensioni in qualsiasi mio scritto e davvero, non so che altro aggiungere.
Riposa in pace, Cynthia.

D.