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Autore: Mimi18    21/12/2008    11 recensioni
[Tanti auguri Luly e Sil.]
«Mamma, non preoccuparti.», sia Ino che io giriamo il viso verso quello di nostro figlio.
Con una massa scompigliata ed uniforme di capelli neri che farebbero invidia perfino a Kakashi Hatake, se ne sta con l’espressione più seccata del mondo e le mani infilate nelle tasche dei pantaloni – rigorosamente viola -, fissandomi con sufficienza.
Sollevo il mio secondo sopracciglio, mentre mia moglie sospira estasiata. Ancora non mi capacito del perché mio figlio maschio sia nato più simile a lei che a me.
[Shikamaru x Ino]
[Sequel della spassosissima "Una piccola Mendokuse" di Hilly89.]
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho notato che ci sono davvero pochissime FF su Sasuke Uchiha e Ino Yamanaka

Tantissimi auguri a Luly [Sakurina, 22 dicembre],

la nee-chan testa quadra adorabile, un po’ folle[tta],

a cui auguro tutta la felicità di questo mondo,

a te che compi ottocentotrentasette anni e li porti benissimoH.

 

Tantissimi auguri a Silvia [WishfulThinking, 20 dicembre],

colei che fa interviste folli e che non ha una buona

relazione con i numeri,

che oggi compie milletrencentocinquantaquattro anni

e rimane comunque una barbie.

 

Vi voglio bene...

...e non fatemi diventare melensa, maledizione a voi!(L)

 

Questione ereditaria [?]

-         Perché le disgrazie non capitano solo ai genitori –

 

Piccola premessa:

Shikamaru e Ino Nara -> Yukiko e Atsushi.

Neji e Tenten Hyuuga -> Kisa.

Kurenai -> Tobi Sarutobi.

 

 

 

“Ino…?!” le lancio un’occhiata significativa, lei ha già capito cosa voglio chiederle. Infatti, annuisce.

“Sono incinta.” 

Sbarro gli occhi. Un altro???

Un’altra piccola creaturina che gironzola urlando per casa? Che mi obbliga a guardare cartoni animati della Walt Disney e mi sveglia la mattina presto per preparargli la colazione…?

Ma sì…va bene…ad una sola condizione, però… 

“Però, sta volta, deve essere maschio.”

 

-         Una piccola “Mendokuse”, Hilly89© -

 

 

È scientificamente provato che ogni madre pianga al primo giorno di scuola del proprio figlio.

O meglio, è scientificamente provato che ogni madre pianga il primissimo – che sta per “PRIMO ED ASSOLUTO” – giorno di scuola del proprio figlio.

Ebbene, questo vi fa capire l’espressione scettica e seccata dipinta sul mio viso; Ino Yamanaka, mia moglie per decisione di chissà quale astro in chissà quale galassia, si sta asciugando gli occhioni blu lucidi e cerca di regolare i gemiti sommessi che le sfuggono in continuazione dalle labbra aperte in un sorriso compiaciuto e adorante.

«Ino, faremo tardi.», sbotto senza entusiasmo, sbadigliando rumorosamente ed attirando un’occhiata di disappunto da Yukiko, mia figlia, in piedi accanto a me.

Scrollo le spalle in segno di scusa, per poi notare lo sguardo adirato di mia moglie.

Uh, oh..

«Nara Shikamaru», Dio ti prego fa qualcosa, manda un fulmine ed inceneriscila prima che mi obblighi a fare tutte le faccende domestiche come ieri, l’altro ieri e il giorno prima ancora, «ti pare il caso di essere così rompi palle», non era lei ad aver vietato il linguaggio scurrile e inappropriato di fronte ai figli?, «il primo giorno di tuo figlio all’accademia?!», domanda retorica, amore.

«Mh.»

Ebbene sì, alla fine il mio desiderio si è avverato. Ho avuto un figlio maschio ed una figlia femmina; tuttavia, questi sono solamente due miseri desideri di quelli espressi a qualcuno lassù che in trent’anni non si è ancora degnato di fornirmi una moglie meno isterica che sappia giocare a shoji, una carriera tranquilla e senza intoppi [ossia senza Naruto, Kiba, Rock Lee che bussano alla mia porta come se fosse cosa normale alle quattro del mattino] e un buono stipendio – Tsunade non ha ancora compreso il mio valore, e credo che nemmeno Naruto dopo di lei lo farà.

«Mamma, non preoccuparti.», sia Ino che io giriamo il viso verso quello di nostro figlio.

Con una massa scompigliata ed uniforme di capelli neri che farebbero invidia perfino a Kakashi Hatake, se ne sta con l’espressione più seccata del mondo e le mani infilate nelle tasche dei pantaloni – rigorosamente viola -, fissandomi con sufficienza.

Sollevo il mio secondo sopracciglio, mentre mia moglie sospira estasiata. Ancora non mi capacito del perché mio figlio maschio sia nato più simile a lei che a me.

A parte l’espressione del suo viso che, ovviamente, usa semplicemente in mia presenza, ed i capelli neri che più neri non si può, lui è la versione Ino Yamanaka maschile, con tanto di scarpe, capelli, magliette, jeans alla moda e guardaroba che farebbe invidia persino a Paris Hilton...e non chiedetemi come diamine faccio a conoscere Paris Hilton, mendokuse!

Degno erede di sua madre.

«Mi raccomando», fa Ino con un tono – ingiustamente – addolcito alla visione di nostro figlio, avvicinandosi e sistemandogli il colletto, «fai il bravo ed ascolta sempre quello che front...zia Sakura ha da dirti. E non far diventare matta zia Hinata, altrimenti zio Naruto se la prenderà con te nella sua lezione, chiaro Atsushi?», domanda e, senza aspettare alcuna risposta, sbatte sia me che lui fuori dalla porta, porgendo poi il bento a mio figlio e scoccandogli un affettuoso bacio sulla guancia.

Yukiko ci raggiunge in fretta, ricevendo a sua volta un bacio, per poi sfuggire verso il giovane rampollo della casata Sarutobi, Tobi, che l’aspetta come ogni mattina di fronte al cancello della nostra umile villetta, seguita a ruota dal fratello: la camminata strascicata e le gambe larghe mi fanno sbuffare.

«Quello deve proprio venirla a prendere ogni giorno?», domando afferrando una sigaretta ed accendendola, accennando poi a Tobi e Yukiko che, incuranti di me e Ino – che comunque sta sospirando estasiata – si sono scambiati un bacio sulle labbra, leggero, veloce, innamorato.

Ino ridacchia divertita, frustando l’aria con la chilometrica coda di cavallo ed entrando in casa.

«Che gelosone, Nara

Gelosone? Geloso io? E di chi? Di mia figlia?

«Ma...mendokuse»

Sento ancora la sua risata cristallina provenire dalla cucina e comprendo che è ora di recarmi a mia volta all’accademia, se non voglio sorbirmi le prediche di un [invecchiato ma giovanile, come ama definirsi lui] Lee sensei.

Rabbrividisco al pensiero di mio figlio in squadra con un maestro come lui. A Yukiko è capitato quel folle di Tobi che non si è limitato a farle da maestro, non vorrei che si ripetesse una disgrazia simile anche con il secondo – anche se non penso che Atsushi abbia quelle tendenze. Spero che per una volta Dio ascolti le mie preghiere e metta Atsushi in squadra con Neji, che eliminerebbe subito quei maledetti pantaloni viola.

«Io vado.», borbotto contrito, senza nemmeno aspettare il mio bento – che tanto non ci sarà.

Ho appena superato la soglia di casa quando, con un passo di corsa, Ino mi raggiunge e afferra il mio giubbotto da jounin.

«Cos..?»

«Hai dimenticato questo.», trilla con malizia, baciandomi leggera ma decisa sulle labbra, facendomi inebriare del suo solito profumo di violette.

Mi aggrappo un attimo alla sua vita, prima di sentirmi spingere via con forza.

Con i capelli perfettamente in ordine ed un cipiglio misto fra il severo ed il divertito, le mani appoggiate sui fianchi e le gambe leggermente divaricate mi ricorda esageratamente mia madre.

«Ora puoi andare a lavorare. E...Shikamaru?», sbatto per un secondo le palpebre, distogliendo la mia mente dalla visione di me e mio padre insieme a fare la spesa, come la settimana scorsa, ignorando il fatto che Ino negli ultimi tempi non mi chiama più con un nomignolo idiota, «Sia io che Kurenai approviamo l’unione dei nostri figli, quindi guai a te se osi mettere i bastoni tra le ruote a Yukiko e Tobi.»

Fossi matto, dovrei scontrarmi con due sciacalli come voi, dopo. Ma questo è meglio pensarlo e non renderlo noto alla mia dolcissima compagna, se voglio arrivare al lavoro con tutte le costole intatte e nessuna frattura da spiegare.

Borbotto un qualcosa che a lei sembra convincente e la porta mi viene sbattuta in faccia.

Mi viene da chiedermi, in questo momento, se davvero anche la donna più gelida si dimostra dolce con l’uomo che ama, papà..

 

«Et-chùùù

«Che succede, Shikaku?»

«Nulla. Credo.»

«Allora sbrigati a mettere in ordine il giardino, scansafatiche che non sei altro.»

«Certo, cara.»

 

Avete presente il detto che dice i guai vengono sempre in coppia?

Ebbene, fidatevi di quello che dice; le prima la mia famiglia aveva come unica disgrazia Tobi Sarutobi come sensei, ora ce né un’altra.

No, non è Lee a essere maestro di mio figlio. È qualcuno di molto peggio, una delle seccature peggiori, più rumorose, più tutto..

«Allora Shikamaru, sei felice che tuo figlio sia nel mio gruppo, vero?»

In realtà, vorrei strangolarmi. Ma Naruto ha un sorriso troppo da ebete e deficiente per potergli dire una cosa del genere, così mi limito a sbuffare esasperato, chiedendomi per quella che è la centesima volta come faccia un’anima pia come Hinata a trovarselo per marito. E a rassegnarmi al fatto che mio figlio inizierà a portare pantaloni arancioni. Seccante..

«Insieme a lui c’è anche la figlia di Neji! Non sei contento?»

Faccio i salti di gioia, Uzumaki, non vedi?

Spero solo che la malattia grave chiamata “colpo di fulmine” non colpisca Atsushi come è successo a me quando ho visto Ino...oddio, ma che diavolo penso?!

«Sono incantato, Naruto», borbotto senza entusiasmo.

 

Quando Naruto con entusiasmo di un bambino di otto anni mi porta al campo di allenamento numero dieci e mi mostra Atsushi e Kisa impegnati in un battibecco – a senso unico, mi verrebbe da dire -, vedo già come sarà la mia famiglia fra una decina d’anni.

Mendokuse. Perché quell’idiota di mio figlio non si accorge che quella è sicuramente una tattica per abbindolarlo?

«Dovrai fare quello che ti dico, se vuoi andare da qualche parte, Nara!»

Insomma, lo capirebbe anche un cieco. Quella vuole sicuramente passare più tempo con te, Atsushi! ...oddio, perché questa scena mi sa tanto di flsh-back?

«Gnè, gnè, gnè. Chi diavolo sei tu per darmi ordini?»

Bravo figliolo, bella risposta. Tuo padre è fiero di te e dei geni di Ino Yamanaka nel tuo corpicino mingherlino, strizzato in quei vestiti da copertina di “Vanity Fair”.

«Sono Kisa Hyuuga, ecco chi sono, idiota!»

No, sei una seccatura alla pari di tua madre, Sabaku no Temari, Tsunade, Sakura Haruno, Yoshino e Ino Nara, ecco cosa sei.

«No, sei una seccatura, ecco cosa.»

Oh, Atsushi, non sai quanto tuo padre sia fiero di te, in questo momento, nonostante lo scappellotto che hai appena preso e i calci che Kisa ti sta mollando – degna figlia di Tenten, quella.

«Ehi, bambini, fermi, smettetela! ...no, Kisa, metti via quel kunai – da dove cavolo l’hai tirato fuori, poi? - ...Atsushi, non puoi usare il controllo dell’ombra su Kisa! – come cacchio fai a conoscerlo? – e tu, figlio di Shino o come diavolo ti chiami, potresti darmi una mano? Sei in una squadra o sbaglio, maledizione?»

Fisso Naruto che, sudando, tenta di tenere ferma Kisa che auspica al corpo di Atsushi, ora piegato in una perfetta posa da combattimento. Lo sguardo che poi il neo-sensei mi rivolge mi fa capire che è ora di smontare le tende, se non voglio seccature per il resto della giornata oltre mia moglie.

 

«Ripetimelo, ti prego.»

Ino mi guarda con espressione rapita, gli occhi azzurri spalancati dalla maliziosità e i capelli leggermente spettinati.

Sbuffo e, per quella che mi sembra la decima volta, esaudisco la sua preghiera.

«Atsushi e Kisa si detestano. Hanno quasi iniziato una battaglia, dopo nemmeno dieci minuti passati insieme.»

So già cosa pensa lei quando, con una risata squillante e perfettamente udibile anche a Suna, si sdraia sul letto, le braccia spalancate e gli occhioni rivolti al soffitto.

So già quello che mi dirà fra poco, con un sorriso a dir poco mozzafiato, baciandomi poi con passione, fino a farmi sdraiare sul nostro letto e sedersi a cavalcioni su di me, con l’espressione più felice del mondo.

«Sai cosa significa questo, vero?», domanda facendo esattamente come previsto; sento le sue gambe stringersi contro il mio bacino e deglutisco, osservando la scollatura della sua maglietta viola.

«Uhm..»

«Significa che Atsushi è più simile a te di quanto sembra, Nara.», trilla con allegria, baciandomi le labbra, piegate in un sorriso malizioso.

La stacco da me per un secondo, interdetto.

«Che cavolo vuol dire?»

Lei scuote il capo divertita, baciandomi qua e là, soppesando la domanda, facendomi chiudere gli occhi.

Possibile che anche a trent’anni passati Ino Yamanaka rimanga sempre, irrimediabilmente, totalmente sensuale? Oh Dio, manco il desiderio di avere una moglie non troppo bella, hai esaudito.

«Voglio dire», dice fra un bacio e l’altro, «che ha ereditato i tuoi geni in quanto a fortuna. I miei per il buon gusto, ed i tuoi per l’amore. Sicuramente la figlia di Minnie riuscirà a svegliare quel pigrone di nostro figlio, Nara

E avrei ribattuto, se non fosse stato per le sue [meravigliose] labbra.

Mendokuse, le donne..

«Spegni la luce, Nara, e vedi di non farmi urlare! Atsushi sarà sicuramente sveglio e starà pensando a Kisa!»

«Come puoi dire queste cose così sconce in modo tanto naturale, seccatura mia?»

«Tanto so che mi ami.»

 

«Papà, ho un problema.», sollevo gli occhi dal giornale, incrociando gli scorcii chiari di mio figlio, l’unico gene ereditato da Ino.

Ha uno sguardo preoccupato e, pur non essendo il numero uno in fatto di questioni di quel genere, so già di che tipo sia il suo problema.

Sicuramente ha due chignon in testa e un carattere per nulla facile.

«Penso di essere malato. Quando vedo Kisa sento sempre lo stomaco stringersi.», fa preoccupato, aggrottando la fronte proprio come ha fatto Yukiko solo un anno prima, subito dopo aver detto che si sarebbe trasferita da Tobi, e prima ancora Ino Yamanaka quando mi ha detto di essere incita di Yukiko.

Sbuffo, chiudendo il giornale e incrocio le mani di fronte al viso.

«Sì, sei malato, Atsushi», dico con voce grave, serio ed impassibile, «ed è la malattia più grave di tutte, da cui non guarirai mai.»

«E cosa mi succederà?», a volta vorrei che mio figlio avesse l’arguzia che caratterizza Yukiko o mia.

«Probabilmente, ti ritroverai a fare lo stesso discorso che sto facendo io a tuo figlio, magari impegnato in una relazione con i figli dei figli di Naruto e Hinata.»

So benissimo che Ino sta ascoltando la nostra conversazione e che, sicuramente, ha un sorriso compiaciuto sulle labbra rosse.

«Sappi solo, figlio mio, che anche la donna più gelida, a volte, riesce a sorridere in modo dolce.»

 

N/a delle 17.55, 18 dicembre 2008:

Non ho nulla da aggiungere.

Una cosa fresca, forse un po’ banale, ma è stata scritta con il cuore.

Io, personalmente, mi sono divertita. Soprattutto con Kisa..

 

N/a delle 18.32, 18 dicembre 2008:

Mi sono scordata un punto fondamentale: il pezzo NaruHina era obbligatorio. Non c’è nessun sentimento, da parte mia, per questa coppia. Infatti è descritta al minimo. Per esigenze delle festeggiate, diciamo.

 

N/a delle 20.18, 19 dicembre 2008, per Sil

Senti, senti: c’ho ragionato su; non trovi che il fatto di aver messo insieme Kisa e Atsushi sia una sottospecie di rivincita per il NejiIno? xD

 

 

Mimi©

Masashi Kishimoto©

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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