Tantissimi auguri a Luly [Sakurina, 22 dicembre],
la nee-chan testa quadra
adorabile, un po’ folle[tta],
a cui auguro tutta la felicità di
questo mondo,
a te che compi
ottocentotrentasette anni e li porti benissimoH.
Tantissimi auguri a Silvia [WishfulThinking,
20 dicembre],
colei che fa interviste folli e
che non ha una buona
relazione con i numeri,
che oggi compie
milletrencentocinquantaquattro anni
e rimane comunque una barbie.
Vi voglio bene...
...e non fatemi diventare melensa,
maledizione a voi!(L)
Questione ereditaria [?]
-
Perché
le disgrazie non capitano solo ai
genitori –
Piccola premessa:
Shikamaru
e Ino Nara -> Yukiko e Atsushi.
Neji e
Tenten Hyuuga -> Kisa.
Kurenai
-> Tobi Sarutobi.
“Ino…?!” le lancio
un’occhiata significativa, lei ha già capito cosa voglio chiederle. Infatti,
annuisce.
“Sono incinta.”
Sbarro gli occhi. Un
altro???
Un’altra piccola
creaturina che gironzola urlando per casa? Che mi obbliga a guardare cartoni
animati della Walt Disney e mi sveglia la mattina presto per preparargli la
colazione…?
Ma sì…va bene…ad una
sola condizione, però…
“Però, sta volta, deve
essere maschio.”
-
Una piccola “Mendokuse”, Hilly89© -
È scientificamente provato che ogni madre
pianga al primo giorno di scuola del proprio figlio.
O meglio, è scientificamente provato che
ogni madre pianga il primissimo – che sta per “PRIMO ED ASSOLUTO” – giorno di
scuola del proprio figlio.
Ebbene, questo vi fa capire l’espressione
scettica e seccata dipinta sul mio viso; Ino Yamanaka, mia moglie per decisione
di chissà quale astro in chissà quale galassia, si sta asciugando gli occhioni
blu lucidi e cerca di regolare i gemiti sommessi che le sfuggono in
continuazione dalle labbra aperte in un sorriso compiaciuto e adorante.
«Ino, faremo tardi.», sbotto senza entusiasmo,
sbadigliando rumorosamente ed attirando un’occhiata di disappunto da Yukiko,
mia figlia, in piedi accanto a me.
Scrollo le spalle in segno di scusa, per
poi notare lo sguardo adirato di mia moglie.
Uh, oh..
«Nara Shikamaru», Dio ti prego fa qualcosa,
manda un fulmine ed inceneriscila prima che mi obblighi a fare tutte le
faccende domestiche come ieri, l’altro ieri e il giorno prima ancora, «ti pare
il caso di essere così rompi palle»,
non era lei ad aver vietato il linguaggio scurrile
e inappropriato di fronte ai
figli?, «il primo giorno di tuo figlio all’accademia?!», domanda retorica, amore.
«Mh.»
Ebbene sì, alla fine il mio desiderio si
è avverato. Ho avuto un figlio maschio ed una figlia femmina; tuttavia, questi
sono solamente due miseri desideri di
quelli espressi a qualcuno lassù che in trent’anni
non si è ancora degnato di fornirmi una moglie meno isterica che sappia giocare
a shoji, una carriera tranquilla e senza intoppi
[ossia senza Naruto, Kiba, Rock Lee che bussano alla mia porta come se fosse
cosa normale alle quattro del mattino] e un buono stipendio – Tsunade non ha
ancora compreso il mio valore, e credo che nemmeno Naruto dopo di lei lo farà.
«Mamma, non preoccuparti.», sia Ino che
io giriamo il viso verso quello di nostro figlio.
Con una massa scompigliata ed uniforme di
capelli neri che farebbero invidia perfino a Kakashi Hatake, se ne sta con
l’espressione più seccata del mondo e le mani infilate nelle tasche dei
pantaloni – rigorosamente viola -, fissandomi con sufficienza.
Sollevo il mio secondo sopracciglio,
mentre mia moglie sospira estasiata. Ancora non mi capacito del perché mio figlio maschio sia nato più
simile a lei che a me.
A parte l’espressione del suo viso che,
ovviamente, usa semplicemente in mia presenza, ed i capelli neri che più neri
non si può, lui è la versione Ino Yamanaka maschile, con tanto di scarpe,
capelli, magliette, jeans alla moda e guardaroba che farebbe invidia persino a
Paris Hilton...e non chiedetemi come diamine faccio a conoscere Paris Hilton,
mendokuse!
Degno erede
di sua madre.
«Mi raccomando», fa Ino con un tono –
ingiustamente – addolcito alla visione di nostro figlio, avvicinandosi e
sistemandogli il colletto, «fai il bravo ed ascolta sempre quello che front...zia
Sakura ha da dirti. E non far diventare matta zia Hinata, altrimenti zio Naruto
se la prenderà con te nella sua lezione, chiaro Atsushi?», domanda e, senza aspettare alcuna risposta, sbatte sia
me che lui fuori dalla porta, porgendo poi il bento a mio figlio e scoccandogli
un affettuoso bacio sulla guancia.
Yukiko ci raggiunge in fretta, ricevendo
a sua volta un bacio, per poi sfuggire verso il giovane rampollo della casata
Sarutobi, Tobi, che l’aspetta come ogni mattina di fronte al cancello della
nostra umile villetta, seguita a
ruota dal fratello: la camminata strascicata e le gambe larghe mi fanno
sbuffare.
«Quello deve proprio venirla a prendere
ogni giorno?», domando afferrando una sigaretta ed accendendola, accennando poi
a Tobi e Yukiko che, incuranti di me e Ino – che comunque sta sospirando
estasiata – si sono scambiati un bacio sulle labbra, leggero, veloce,
innamorato.
Ino ridacchia divertita, frustando l’aria
con la chilometrica coda di cavallo ed entrando in casa.
«Che gelosone, Nara.»
Gelosone? Geloso io? E di chi? Di mia
figlia?
«Ma...mendokuse»
Sento ancora la sua risata cristallina
provenire dalla cucina e comprendo che è ora di recarmi a mia volta
all’accademia, se non voglio sorbirmi le prediche di un [invecchiato ma
giovanile, come ama definirsi lui] Lee sensei.
Rabbrividisco al pensiero di mio figlio
in squadra con un maestro come lui. A Yukiko è capitato quel folle di Tobi che
non si è limitato a farle da maestro, non vorrei che si ripetesse una disgrazia
simile anche con il secondo – anche se non penso che Atsushi abbia quelle
tendenze. Spero che per una volta Dio ascolti le mie preghiere e metta Atsushi
in squadra con Neji, che eliminerebbe subito quei maledetti pantaloni viola.
«Io vado.», borbotto contrito, senza
nemmeno aspettare il mio bento – che tanto non ci sarà.
Ho appena superato la soglia di casa
quando, con un passo di corsa, Ino mi raggiunge e afferra il mio giubbotto da
jounin.
«Cos..?»
«Hai dimenticato questo.», trilla con
malizia, baciandomi leggera ma decisa sulle labbra, facendomi inebriare del suo
solito profumo di violette.
Mi aggrappo un attimo alla sua vita,
prima di sentirmi spingere via con forza.
Con i capelli perfettamente in ordine ed
un cipiglio misto fra il severo ed il divertito, le mani appoggiate sui fianchi
e le gambe leggermente divaricate mi ricorda esageratamente mia madre.
«Ora puoi andare a lavorare. E...Shikamaru?»,
sbatto per un secondo le palpebre, distogliendo la mia mente dalla visione di
me e mio padre insieme a fare la spesa, come la settimana scorsa, ignorando il
fatto che Ino negli ultimi tempi non mi chiama più con un nomignolo idiota,
«Sia io che Kurenai approviamo l’unione dei nostri figli, quindi guai a te se
osi mettere i bastoni tra le ruote a Yukiko e Tobi.»
Fossi matto, dovrei scontrarmi con due
sciacalli come voi, dopo. Ma questo è meglio pensarlo e non renderlo noto alla
mia dolcissima compagna, se voglio
arrivare al lavoro con tutte le costole intatte e nessuna frattura da spiegare.
Borbotto un qualcosa che a lei sembra
convincente e la porta mi viene sbattuta in faccia.
Mi viene da chiedermi, in questo momento,
se davvero anche la donna più gelida
si dimostra dolce con l’uomo che ama, papà..
«Et-chùùù!»
«Che
succede, Shikaku?»
«Nulla.
Credo.»
«Allora
sbrigati a mettere in ordine il giardino, scansafatiche che non sei altro.»
«Certo,
cara.»
Avete presente il detto che dice i guai
vengono sempre in coppia?
Ebbene, fidatevi di quello che dice; le
prima la mia famiglia aveva come unica disgrazia Tobi Sarutobi come sensei, ora
ce né un’altra.
No, non è Lee a essere maestro di mio
figlio. È qualcuno di molto peggio, una delle seccature peggiori, più rumorose,
più tutto..
«Allora Shikamaru, sei felice che tuo
figlio sia nel mio gruppo, vero?»
In realtà, vorrei strangolarmi. Ma Naruto
ha un sorriso troppo da ebete e deficiente per potergli dire una cosa del
genere, così mi limito a sbuffare esasperato, chiedendomi per quella che è la
centesima volta come faccia un’anima pia come Hinata a trovarselo per marito. E
a rassegnarmi al fatto che mio figlio inizierà a portare pantaloni arancioni. Seccante..
«Insieme a lui c’è anche la figlia di
Neji! Non sei contento?»
Faccio i salti di gioia, Uzumaki, non
vedi?
Spero solo che la malattia grave chiamata
“colpo di fulmine” non colpisca Atsushi come è successo a me quando ho visto
Ino...oddio, ma che diavolo penso?!
«Sono incantato, Naruto», borbotto senza
entusiasmo.
Quando Naruto con entusiasmo di un
bambino di otto anni mi porta al campo di allenamento numero dieci e mi mostra
Atsushi e Kisa impegnati in un battibecco – a senso unico, mi verrebbe da dire
-, vedo già come sarà la mia famiglia fra una decina d’anni.
Mendokuse. Perché
quell’idiota di mio figlio non si accorge che quella è sicuramente una tattica
per abbindolarlo?
«Dovrai fare quello che ti dico, se vuoi
andare da qualche parte, Nara!»
Insomma, lo capirebbe anche un cieco.
Quella vuole sicuramente passare più tempo con te, Atsushi! ...oddio, perché
questa scena mi sa tanto di flsh-back?
«Gnè, gnè, gnè. Chi diavolo sei tu per
darmi ordini?»
Bravo figliolo, bella risposta. Tuo padre
è fiero di te e dei geni di Ino Yamanaka nel tuo corpicino mingherlino,
strizzato in quei vestiti da copertina di “Vanity
Fair”.
«Sono Kisa Hyuuga, ecco chi sono,
idiota!»
No, sei una seccatura alla pari di tua
madre, Sabaku no Temari, Tsunade, Sakura Haruno, Yoshino e Ino Nara, ecco cosa
sei.
«No, sei una seccatura, ecco cosa.»
Oh, Atsushi, non sai quanto tuo padre sia
fiero di te, in questo momento, nonostante lo scappellotto che hai appena preso
e i calci che Kisa ti sta mollando – degna figlia di Tenten, quella.
«Ehi, bambini, fermi, smettetela! ...no,
Kisa, metti via quel kunai – da dove cavolo l’hai tirato fuori, poi? -
...Atsushi, non puoi usare il controllo dell’ombra su Kisa! – come cacchio fai
a conoscerlo? – e tu, figlio di Shino o come diavolo ti chiami, potresti darmi
una mano? Sei in una squadra o sbaglio, maledizione?»
Fisso Naruto che, sudando, tenta di
tenere ferma Kisa che auspica al corpo di Atsushi, ora piegato in una perfetta
posa da combattimento. Lo sguardo che poi il neo-sensei mi rivolge mi fa capire
che è ora di smontare le tende, se non voglio seccature per il resto della
giornata oltre mia moglie.
«Ripetimelo, ti prego.»
Ino mi guarda con espressione rapita, gli
occhi azzurri spalancati dalla maliziosità e i capelli leggermente spettinati.
Sbuffo e, per quella che mi sembra la
decima volta, esaudisco la sua preghiera.
«Atsushi e Kisa si detestano. Hanno quasi
iniziato una battaglia, dopo nemmeno dieci minuti passati insieme.»
So già cosa pensa lei quando, con una
risata squillante e perfettamente udibile anche a Suna, si sdraia sul letto, le
braccia spalancate e gli occhioni rivolti al soffitto.
So già quello che mi dirà fra poco, con
un sorriso a dir poco mozzafiato, baciandomi poi con passione, fino a farmi
sdraiare sul nostro letto e sedersi a cavalcioni su di me, con l’espressione
più felice del mondo.
«Sai cosa significa questo, vero?»,
domanda facendo esattamente come previsto; sento le sue gambe stringersi contro
il mio bacino e deglutisco, osservando la scollatura della sua maglietta viola.
«Uhm..»
«Significa che Atsushi è più simile a te
di quanto sembra, Nara.», trilla con
allegria, baciandomi le labbra, piegate in un sorriso malizioso.
La stacco da me per un secondo,
interdetto.
«Che cavolo vuol dire?»
Lei scuote il capo divertita, baciandomi
qua e là, soppesando la domanda, facendomi chiudere gli occhi.
Possibile che anche a trent’anni
passati Ino Yamanaka rimanga sempre, irrimediabilmente, totalmente sensuale? Oh
Dio, manco il desiderio di avere una moglie non troppo bella, hai esaudito.
«Voglio dire», dice fra un bacio e
l’altro, «che ha ereditato i tuoi geni in quanto a fortuna. I miei per il buon
gusto, ed i tuoi per l’amore. Sicuramente la figlia di Minnie riuscirà a svegliare quel pigrone di nostro figlio, Nara!»
E avrei ribattuto, se non fosse stato per
le sue [meravigliose] labbra.
Mendokuse, le donne..
«Spegni la luce, Nara, e vedi di non
farmi urlare! Atsushi sarà sicuramente sveglio e starà pensando a Kisa!»
«Come puoi dire queste cose così sconce
in modo tanto naturale, seccatura mia?»
«Tanto so che mi ami.»
«Papà,
ho un problema.», sollevo gli occhi dal giornale, incrociando gli scorcii chiari di mio figlio, l’unico gene ereditato da
Ino.
Ha
uno sguardo preoccupato e, pur non essendo il numero uno in fatto di questioni
di quel genere, so già di che tipo sia il suo problema.
Sicuramente
ha due chignon in testa e un carattere per nulla facile.
«Penso
di essere malato. Quando vedo Kisa sento sempre lo stomaco stringersi.», fa
preoccupato, aggrottando la fronte proprio come ha fatto Yukiko solo un anno
prima, subito dopo aver detto che si sarebbe trasferita da Tobi, e prima ancora
Ino Yamanaka quando mi ha detto di essere incita di Yukiko.
Sbuffo,
chiudendo il giornale e incrocio le mani di fronte al viso.
«Sì,
sei malato, Atsushi», dico con voce grave, serio ed impassibile, «ed è la
malattia più grave di tutte, da cui non guarirai mai.»
«E
cosa mi succederà?», a volta vorrei che mio figlio avesse l’arguzia che
caratterizza Yukiko o mia.
«Probabilmente,
ti ritroverai a fare lo stesso discorso che sto facendo io a tuo figlio, magari
impegnato in una relazione con i figli dei figli di Naruto e Hinata.»
So
benissimo che Ino sta ascoltando la nostra conversazione e che, sicuramente, ha
un sorriso compiaciuto sulle labbra rosse.
«Sappi
solo, figlio mio, che anche la donna più gelida, a volte, riesce a sorridere in
modo dolce.»
N/a delle 17.55, 18
dicembre 2008:
Non ho nulla da aggiungere.
Una cosa fresca, forse un po’ banale, ma
è stata scritta con il cuore.
Io, personalmente, mi sono divertita.
Soprattutto con Kisa..
N/a delle 18.32, 18
dicembre 2008:
Mi sono scordata un punto fondamentale:
il pezzo NaruHina era obbligatorio. Non c’è nessun sentimento, da parte mia,
per questa coppia. Infatti è descritta al minimo. Per esigenze delle festeggiate,
diciamo.
N/a
delle
20.18, 19 dicembre 2008, per Sil
Senti, senti: c’ho ragionato su; non
trovi che il fatto di aver messo insieme Kisa e Atsushi sia una sottospecie di
rivincita per il NejiIno? xD
Mimi©
Masashi Kishimoto©