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Autore: ILoveAlbania95    04/04/2015    0 recensioni
Da quando avevo finito la scuola, la mia vita si divideva le giornate tra casa e
lavoro. Ma quale lavoro benedetto! Lavoro gratuitamente, senza ricevere alcuna
paga, ma per una giovane diciannovenne come me alle prese con le prime
esperienze lavorative è una cosa normale. Faccio la volontaria in tre posti diversi;
in un noto paese piemontese e a Torino, ma vi dirò tutto più avanti. In questo
momento, sono a casa e mi sto guardando allo specchio. Ho scoperto che non
sono cambiata per niente; gli anni passano e io resto sempre la stessa: una
ragazza dal viso paffutello, capelli biondi al naturale, occhi verdi, alta e un fisico
abbastanza in carne. Ho avuto problemi di peso fin da quando ero bambina, ma a
me non importa perché l'importante è piacersi poi, una ragazza può essere bella
anche se un po' in carne, non ho alcun dubbio a riguardo.
Nonostante tutto, ho avuto una storia con un bellissimo ventiseienne di Roma, ma
poi, la storia si era conclusa tragicamente perché ho scoperto che lui mi stava
usando, per poi chiedermi di partecipare ai concorsi di bellezza della quale, lui era il
giudice.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                                       Jessica 

Da quando avevo finito la scuola, la mia vita si divideva le giornate tra casa e
lavoro. Ma quale lavoro benedetto! Lavoro gratuitamente, senza ricevere alcuna
paga, ma per una giovane diciannovenne come me alle prese con le prime
esperienze lavorative è una cosa normale. Faccio la volontaria in tre posti diversi;
in un noto paese piemontese e a Torino, ma vi dirò tutto più avanti. In questo
momento, sono a casa e mi sto guardando allo specchio. Ho scoperto che non
sono cambiata per niente; gli anni passano e io resto sempre la stessa: una
ragazza dal viso paffutello, capelli biondi al naturale, occhi verdi, alta e un fisico
abbastanza in carne. Ho avuto problemi di peso fin da quando ero bambina, ma a
me non importa perché l'importante è piacersi poi, una ragazza può essere bella
anche se un po' in carne, non ho alcun dubbio a riguardo.

Nonostante tutto, ho avuto una storia con un bellissimo ventiseienne di Roma, ma
poi, la storia si era conclusa tragicamente perché ho scoperto che lui mi stava
usando, per poi chiedermi di partecipare ai concorsi di bellezza della quale, lui era il
giudice. Adesso, dopo quella strana esperienza dove ho dato per la prima volta il
mio corpo a qualcuno, ero giunta alla conclusione che forse, era meglio
concentrarsi sul lavoro e lasciar perdere certe sciocchezze. L'amore è sempre stata
la più grande presa in giro; oggi, molti se ne aproffitano perché gli uomini (o
almeno, una buona parte di loro) si fingono dei principi romanticoni e poi, per una
minima sciocchezza, ti mandano a stendere. Noi donne però, non ci
accontentiamo di niente e non appena qualcuno si avvicina a farci il filo, tendiamo
sempre a darcela a gambe quindi, iniziamo a inventare scuse per tenere lo
sfortunato principe innamorato, lontano.

Mi sono appena vestita perché sarei andata a fare un giro nel centro di Torino,
con l'intenzione di riflettere su molte cose e per cercare di capire una buona volta,
quello che voglio da me. Non ho idea però, di ciò che mi aspetto da una come me;
con tutte le cavolate che ho fatto nella vita, mi è difficile trovare un buon proposito
per rendere migliore la mia persona, ora che avevo escluso l'amore, dalla mia
inutile vita. Non capivo perché l'amore è una cosa che tutti vantano nonostante
fosse una grande presa in giro. Se pensate che siano le parole offensive, la più
grande presa per il culo, allora vuol dire che non avete ancora conosciuto l'amore,
se no cambiereste sicuramente idea e vi ritrovereste a credere in quello che sto
dicendo anche perché io ho capito tutto questo, a mie spese. Ora, cerchiamo di
parlare di altro.

In questo momento, mi trovo alla stazione del tram. Devo prendere il numero
dieci e poi, scendere a Porta Susa per prendere la metropolitana alla fermata: XVIII
Dicembre. Indosso un piumone di colore scuro, che mi aiuta a proteggermi dal
freddo di Dicembre e oggi, era pure il 18 dicembre. Sono diretta a Porta Nuova, ma
per i motivi che vi ho detto prima, non per cercare una nuova vittima del mio fascino
scadente. In questa giornata gelida e fredda, non fa parte dei miei piani, attirare
qualcuno dato che avevo appena terminato una storia e quindi, non sarebbe una
cosa saggia iniziarne una nuova senza un po' di pausa. Arrivata a Porta Nuova,
decisi di prendere un caffè al primo bar di passaggio, con l'innocente intenzione di
consumare solo un misero caffè e tornare su i miei passi così, trovai un bar che
faceva anche da tabaccheria.

« Un caffè, per favore!» dissi, tentando un leggero sorriso.

Avevo iniziato a consumare il caffè prima che diventasse troppo freddo, quando
all'improvviso mi voltai e notai che c'era un ragazzo molto strano e se sapevo fin da
quel momento, che avrei scambiato delle parole con lui, concedendogli poco dopo
di entrare nella mia vita, ottenendo solo tradimenti da parte sua, non gli avrei mai
rivolto alcuna parola. Dovevo capirlo fin da quel momento, che quel giovane
sarebbe stata la mia rovina e che io stupida, avevo creduto che lui mi amasse. Era
un ragazzo giovane, nero come il carbone della befana. Indossava una strana
collana con un ciondolo a forma di Africa, una felpa di lana grigia e dei pantaloni in
jeans ed era alto almeno un metro e ottantacinque. Avevo teso il mio sguardo a lui
per due minuti e avevo notato, che stava fumando. Non avevo mai visto, un
ragazzo dal genere con la sigaretta in bocca e dovevo ammettere, che la cosa mi
sembrava molto misteriosa.

Avevo capito che ero diventata rossa nelle guance, dato che intorno a me sentivo
una strana sensazione di aria calda e dopo aver portato la mano sinistra sul cuore,
avevo scoperto un forte batticuore. Pagai il caffè e mi diressi verso la porta per
uscire, ma non appena mi trovai fuori, qualcuno aveva afferrato la mia mano
destra. Mi voltai e avevo scoperto che era stato il giovane che avevo osservato
prima. Lui mi stava osservando con un sorriso buffo.

« Ciao bella! » disse, osservandomi.

« Ciao! » lo salutai io, con una voglia di andarmene via.

« Sono Zalid Abdoulè e ho ventanni. Come ti chiami, bella? » mi domandò lui,
senza staccare un momento il suo sguardo dai miei occhi.

« Mi chiamo Jessica. Scusa, ma adesso devo andare... » dissi, con un tono
frettoloso.

« Ti lascio il mio numero di cellulare. Ci sentiamo su Whatsapp... » disse
consegnandomi un foglio di carta, con scritto il suo cellulare.

Lo avevo salutato e non appena mi ritrovai lontana da lui andai su Whatsapp per
aggiungerlo ai miei contatti. Aveva una sua foto dove indossava una maglia bianca
e con le gambe divaricate. Al collo aveva sempre la sua collana a forma di Africa
tanto che mi domandai da quanto tempo aveva quella collana perché nella foto
sembrava un pochino più giovane. Poco dopo avevo ricevuto un messaggio da lui.

Sei bella come un raggio di sole.

Che bella frase. Nessuno mi aveva mai scritto una cosa così dolce. Avevo capito
che il mio cuore era pazzo di lui e la cosa mi preoccupava parecchio fin da quel
momento. Fino a qualche minuto fa, avevo detto che la mia intenzione di venire a
Porta Nuova era quella di riflettere su quello che volevo realmente, ma come avrei
potuto saperlo che avrei incontrato una persona speciale come lui? Avevo capito fin
da subito che lui era una persona molto speciale e forse, anche molto dolce. Non
avevo mai pensato, di incontrarlo quasi per caso, quando non mi aspettavo più
niente da nessuno. Visto che non avevo risposto, lui mi aveva mandato un altro
messaggio sempre su Whatsapp.

Come fai ad essere così bella, amore? Voglio che mi mandi delle tue foto.

Avevo iniziato a mandargli diverse foto, dove avevo i miei capelli biondi lisci e dei
vestiti apariscenti. Lui invece, mi aveva mandato delle sue foto dove spesso era
fotogarafato a dorso nudo, tranne una sua foto dove era in piedi e teneva le mani
sui fianchi, indossando la sua maglietta bianca e i soliti jeans, con tanto di collana.
Le foto a dorso nudo, mi avevano fatto uno strano effetto tanto che desiderai che
fosse davanti a me. Aveva un fisico pazzesco che in confronto con il mio, non
aveva nulla di cui lamentarsi. Dopo quel messaggio, aveva continuato a farmi tanti
complimenti riguardo alle mie foto da pazza uscita dal manicomio poi, mi mandò il
messaggio che non mi sarei mai aspettata.

Voglio rivederti. Ti va di concordare per un pomeriggio? Sei bellissima.
Avrei mai potuto, rifiutare un appuntamento del genere? Certo che no! Solo che
avevo degli orari scomodi per via del lavoro e, i buchi liberi erano proprio pochi. Lui
mi piaceva un sacco; i suoi messaggi erano un qualcosa che riusciva sempre a
farmi sorridere e sopratutto, mi piaceva il suo modo di comportarsi con me e a
volte, avevo la strana sensazione che quello non fosse realmente il suo modo di
trattare le persone, sopratutto le donne. Io purtroppo, avevo appena ricevuto una
delusione d'amore quindi, era normale se non mi fidavo di nessuno. Ditemi come
avrei potuto rifiutare, l'appuntamento di un africano affascinante come lui? Non
avrei mai potuto dire di no, ad una simile occasione e quindi, concordai per un
lunedì pomeriggio. Lui era rimasto molto felice, tanto che mi aveva mandato un
altro messaggio con alla fine, tantissimi cuoricini.

Non vedo l'ora che sia lunedì. Ti amo <3 <3 <3 <3 <3


                                               Zalid

Erano le sei e mezza di un lunedì mattina. Dovevo prepararmi per raggiungere la
scuola, senza alcuna voglia di andarci; specialmente adesso, che mi ero
innamorato. Non mi era mai successo, di mettermi a messaggiare con una ragazza
incontrata in un bar, per una semplice coincidenza, ma lei aveva avuto un qualcosa
che mi aveva fatto impazzire al primo sguardo ed era "quel qualcosa", che mi
costringeva a passare ore ed ore a messaggiare con lei, rimandando anche vari
appuntamenti con gli amici, come avrei fatto oggi, dato che nel pomeriggio, avrei
rivisto la mia bella.

Poco prima di uscire di casa però, avevo avuto un ripensamento. Avevo deciso
che avrei passato la mattina a casa per riposarmi perché andare a scuola avendo
la testa che pensava ad altro, non sarebbe stata una trovata intelligente. Alla fine,
avevo deciso che era meglio restarsene a letto fino all'ora del mio incontro con
Jessica. Erano tre giorni che non facevo altro che pensare a lei tanto che ero
intenzionato a fare già tutto: sposarla, crearmi una famiglia con lei, ma il punto
"matrimonio" dovevo ancora rivederlo. Lei era italiana e io senegalese. La cosa che
mi stupiva era il fatto che fosse anche il mio opposto: era bianca cadaverica come
carnagione, io invece, ero una caramella alla liquirizia dalla testa ai piedi. A
differenza mia, lei poteva essere scambiata per una vampira e, caramelle e vampiri
non son mai andati d'accordo.

C'erano delle cose che doveva capire, se voleva stare con me; la prima cosa che
avrebbe dovuto comprendere, era il fatto che io andavo a ballare ogni sabato sera
e come tutti potranno immaginare, anche io avevo sempre tantissime ragazze che
ci provavano. Non sono stato io a volerlo, ma ogni volta che entro in quella
discoteca si scatena un casino; non posso nascondere che alcune volte, mi sono
portato a letto delle ragazze incontrate solo quale minuto prima, ma non avevo mai
visto una ragazza così bella, in un postaccio simile. Avevo paura che non fossi fatto
per una come lei, ma era anche vero che di lei non sapevo niente. Mi aveva detto
che aveva diciannove anni e che lavorava in tre posti diversi, ma non le avevo dato
il tempodi dirmi di lei a sufficenza. Nonostante tutto, avevo la convinzione che fosse
quella giusta per un disgraziato come me e non lo dico a caso, sono un giovane
che ne ha passate di tutti i colori durante i suoi ventanni di vita e non sapevo
quante cose dovevano succedermi, ora che avevo conosciuto la solita italiana.

All'improvviso era squillato il mio cellulare. Il mio cuore aveva iniziato a battere
forte per la tensione. Avevo avuto la sensazione che fosse stata lei a chiamarmi,
ma non appena presi il cellulare mi accorsi che era solamente mia cugina Falah.

« Ehi, come va cugina? » avevo risposto, con un tono di voce simile a quella di
un uccello urlatore.

« Come al solito, cugino. Senti, ho incontrato Rachid prima è mi ha detto che hai
conosciuto una ragazza. È vero? » mi aveva chiesto, lasciandomi per qualche
breve secondi in imbarazzo.

« In effetti, ho incontrato una ragazza al bar... » avevo risposto, con la mano che
tremava per l'emozione.

« È una bella ragazza? » mi aveva domandato lei, mettendomi sempre più in
imbarazzo.

« È molto bella, ma c'è solo un piccolo problema: è italiana », avevo spiegato,
lasciando mia cugina in silenzio per qualche secondo.

« Italiana? Beh, hai sempre avuto dei gusti strani, cugino! Ora ti lascio che vado a
fare un giro. Saluti ».

Era stato un piacere, sentire la voce della mia cugina più cara. A volte, pensavo
che mi capiva di più lei, che molti miei amici. Lei mi aiutava fin da quando ero un
bambino piccolo e indifeso, ma per me la sua esistenza era molto importante
perché mi aveva dato una mano, durante il giorno più brutto della mia vita e guarda
a caso, era proprio il giorno del mio undicesimo compleanno. Non voglio ricordarmi
quel giorno per niente al mondo, dato che per me era stato molto tragico anzi, il più
tragico dei miei ultimi nove anni. Molti miei amici quando avevano delle tragiche
esperienze si affidavano a gli psicologi, ma io vista la situazione economica in
famiglia, non potevo permettermi nemmeno quello; il mio psicologo era la mia dolce
cugina e quindi, non avevo nemmeno bisogno di spendere dei soldi, dato che
avevo vicino una grande psicologa.

A pranzo, avevo mangiato solo del riso e avevo ancora il tremendo batticuore.
Mentre mangiavo avevo ripreso a messaggiare con Jessica, per mettermi
d'accordo di dove ci saremo visti. Io volevo andare in un posto preciso, ma non
sapevo se lei sarebbe stata d'accordo con me; mi sarebbe piaciuto andare a casa
sua perché il mio cuore quando pensavo a lei esplodeva e una parte specifica del
mio corpo diventava dura, non appena iniziavo a messaggiare con lei. Quando la
incontrai qualche giorno fa, avevo subito sentito quella parte del corpo indurirsi e
non avevo capito quale fosse la ragione, ma ora, avevo capito che era Jessica, il
motivo che faceva diventare duro il mio pisello. Con le ragazze che avevo
conosciuto prima, non mi era mai capitato.

Jessica era una figona e, non mi sorprenderebbe se avesse avuto un gran
numero di ragazzi nella sua vita. Immaginavo che erano stati tanti, quelli che le
avevano fatto il filo prima di me e sopratutto, qualcuno doveva averselo portato
anche a letto. Ero convinto che non sarei stato il primo con cui avrebbe fatto sesso
la prima volta. Qualcuno prima di me, c'era stato eccome con lei. Una ragazza così
fantastica, non poteva di certo ritrovarsi vergine a diciannove anni. Non avrei mai
creduto che lei fosse ancora vergine. Avevo un dubbio: durante il mio incontro con
lei, non aveva mostrato la solita aria di molte ragazze, che avevano appena fatto
entrare un uccello nel loro buco segreto. Tanto che avevo iniziato ad avere qualche
dubbio. Io avevo fatto sesso a sedici anni, la prima volta con una ragazza che
aveva fatto credere a me, che mi amava. Io l'avevo conosciuta dopo una delle mie
tante bravate con Rachid e suo fratello Mohamed, due ragazzini di origine egiziana.
Al tempo, non mi era sembrata quella cosa eccezionale ma poi, avevo iniziato a
frequentarla. In ogni modo, la nostra storia era finita da secoli, ma lei mi scriveva su
Facebook, quando ero collegato.


 
   
 
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