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Autore: Setsuka    05/04/2015    3 recensioni
Le lacrime di Takeru non sono una sua responsabilità, ma per Yamato è diverso, in qualità di fratello maggiore non dovrebbe mai permettere che il suo fratellino pianga, dovrebbe – vorrebbe – proteggerlo da ogni male, compreso dalla lacerazione della loro famiglia, ma non può, è anche lui un bambino dopotutto, un bambino che ha paura delle parole, rifugge da esse.
Come si può spiegare il male con le parole? Come possono guarire le parole dalle ferite? Per questo ha imparato a suonare, ha sentito dire che la musica parla al cuore, che la musica dice più di tante belle parole, la musica è onestà e per questo Yamato la ama.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Takeru Takaishi/TK, Yamato Ishida/Matt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Don't you cry tonight. Buona Pasqua a tutti!  Oggi le protagoniste della giornata dovrebbero essere la speranza e le uova e, nel pensarci per fare gli auguri ai miei amici, in pochi minuti ho scritto questo missing moment della prima stagione, da collocare dopo che Angemon muore nello scontro con Devimon.
Spero che vi piaccia e, nel caso, lasciatemi il vostro parere per favore.
Ah, sto organizzando un contest di fanfiction su Digimon Adventure, date magari un'occhiata, ok? Qui c'è il link che vi indirizzerà al concorso. 



Don't you cry tonight.



Talk to me softly
There's something in your eyes
Don't hang your head in sorrow
And please don't cry
I know how you feel inside I've
I've been there before
Somethin's changin' inside you
And don't you know
Don't you cry tonight

( Don't cry, Guns N' Roses)




Le lacrime di Takeru non sono una sua responsabilità, ma per Yamato è diverso, in qualità di fratello maggiore non dovrebbe mai permettere che il suo fratellino pianga, dovrebbe – vorrebbe – proteggerlo da ogni male, compreso dalla lacerazione della loro famiglia, ma non può, è anche lui un bambino dopotutto, un bambino che ha paura delle parole, rifugge da esse.
Come si può spiegare il male con le parole? Come possono guarire le parole dalle ferite? Per questo ha imparato a suonare, ha sentito dire che la musica parla al cuore, che la musica dice più di tante belle parole, la musica è onestà e per questo Yamato la ama.
Da quando Angemon si è sacrificato Takeru piange, non appena arriva la notte, non appena gli altri sembrano distratti: il suo prezioso amico l'ha lasciato, gli è stato portato via – anche lui gli è stato portato via – ma è più doloroso stavolta, più doloroso di vedere Yamato trascinato via e sua madre che gli dice: “è per il bene di tutti, staremo bene e staranno meglio anche loro”.
Anche quello era una sorta di sacrificio, per un bene superiore che lui ancora non ha capito, che non capirà.
Accarezza... accarezza... strofina la guancia sul liscio guscio, lo bagna di lacrime, lo asciuga, lo tiene al caldo. L'armonica di Yamato arriva alle sue orecchie, chissà... Patamon può sentirlo? Il cuore gli si stringe di dolore nel cercare risposta. Accarezza ed accarezza ancora l'uovo, posa le labbra sul guscio e sussurra “torna da me”.
La musica si interrompe, il silenzio non migliora nulla, ma poi sente qualcuno vicino a lui e Takeru alza la testa.
Angemon, quando è scomparso, sorrideva. Era un bel sorriso quello ti ha lasciato” esordisce Yamato imbarazzato e segretamente disperato.
Cambia qualcosa?”.
Io credo che non volesse vederti piangere, non vorrebbe sapere che piangi”.
Ma i lacrimoni di Takeru si fanno più intensi, singhiozza di più e Yamato si sente un fallimento, ma non apre bocca, stringe i pugni ed incassa, come sempre.
Mi dispiace... di essere solo un peso e di piangere tanto, ma fa male, tanto male”.
Takeru... tu...” e Yamato inghiotte il dolore e cinge con un braccio il fratellino, stretto a se, contro di se, è come se il tempo tornasse indietro a quando affrontavano le spaventose notti di temporale sotto la stessa coperta, abbracciati, così che nulla facesse paura.
...grazie a te, grazie ad Angemon, noi siamo vivi Takeru. Vivi e grati, perché ci avete salvato. Siete eroi, proprio come Goku, solo che Goku è il personaggio di un manga, mentre tu e Angemon siete veri eroi”.
Ma chiamare in causa l'eroe preferito da Takeru non migliora le cose. “Non trattarmi come un bambino”.
Yamato affonda la mano guantata nei biondi capelli d'angelo di Takeru, lo accarezza con lenta dolcezza, proprio come Takeru struscia delicatamente le manine sul suo diguovo.
Lo so, so che sei cresciuto, ma questo non cambia che tu e Angemon ci abbiate salvati. E se vuoi puoi piangere, quanto vuoi, nessuno ti giudicherà, io non ti giudicherò; però sono sicuro che Patamon vorrebbe solo saperti felice”.
Takeru tira rumorosamente su col naso. “Come posso essere felice se lui se n'è andato?”.
Non può. Yamato sa, Yamato capisce il perché. “Perché tornerà”.
Takeru è silenzioso, dubbioso, ma il respiro si fa più calmo, terminano i singhiozzi e le lacrime si arrestano.
E se non fosse più Patamon? Se non fosse più il digimon che conoscevo?”.
Io... non lo so. Non sono Koushiro e non sono ottimista come Taichi, mi spiace. Però so che ti ha fatto una promessa e i digimon non sono uomini” non sono la loro madre e il loro padre, sottointende amareggiato, “loro le promesse le mantengono, per questo tornerà e sarà lui. Perché lui ti ha fatto una promessa”.
Takeru non sa come evitare quelle parole, non sa contraddirle, sa che sono oneste come la musica di Yamato, quella un po' dolce e malinconica che riesce a farlo addormentare. Non può contraddirlo e per questo la speranza dispiega le ali nel suo animo, si fa posto, si accomoda e... illumina la sua tristezza. Takeru non piange, Takeru ora riesce a sorridere e si alza perché vuole che il suo fratellone veda che non ha dimenticato come sorridere.
Yamato lo vede, il sorriso di Takeru è una sua responsabilità e il suo fratellino non può certo conservare il sorriso se lui ha sempre quell'aria arcigna e il muso lungo, per questo anche Yamato gli regala un sorriso, dopotutto Takeru è il motivo più valido per sorridere, quanto il motivo per cui si è disabituato al sorriso.
Se sorridiamo credi che il digiuovo si schiuderà prima, fratellone?”.
Questo non lo so, ma possiamo provare. Forse può sentirti e – se ti sente felice – vorrà vederti al più presto, non credi? Provare non costa”.
Anche Takeru annuisce convinto: “provare non costa”.
Yamato non sa se nel Digital World le preghiere valgono, non sa se basta il pensiero affinché esse raggiungano i loro Signori, ma sa che c'è qualcosa di angelico in quel digiuovo e sa che secondo la religione cristiana gli angeli ascoltano le preghiere, quindi Yamato  supplica che l'uovo si schiuda al più presto, perché non saprebbe replicare il successo di quel momento e per lui è fondamentale che Takeru non pianga, che non gli strazi il cuore ricordandogli che lui – per quanto possa provare – non è il responsabile della sua felicità. “Torna presto, Patamon”.
Fratellone?”.
Sì, Takeru?”.
Suoneresti per me? Non voglio fare il bimbo viziato, ma la tua musica è una delle cose che più mi piace al mondo e... anche Patamon la amava”.
Gli occhi azzurri di Yamato rischiano di diventare lucidi, ma non ha una buona scusa per le lacrime, quindi prende la sua armonica senza replicare e inizia a suonare, esprimendo l'emozione che in quel momento gli batte in petto.
La musica s'innalza nel cielo, tra le stelle virtuali; striscia nel buio, addolcisce l'aspra notte, scende, li avvolge nella sua trapunta melodiosa, calda ed accogliente, come gli abbracci. E penetra nel silenzio come in ogni cosa, non ha un nome quella melodia ma non vi è alcuna nota malinconica, è deliziosa ed allegra, tira i lati della bocca di Takeru e lui anche se così piccolo sa che Patamon sta ascoltando, come lui e come gli altri lontano, tutti avevano bisogno di ascoltare quelle note e Yamato aveva bisogno di suonarle, perché quella non è semplice musica, quella è speranza.
Non ha più dubbi Takeru, il diguovo si schiuderà presto.









   
 
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