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Autore: kikka_67    05/04/2015    0 recensioni
Andrea è una scienziata a cui viene affidato un incarico molto particolare, dovrà lavorare a stretto contatto con il Dottor Hown e nel contempo scoprire, essendo anche psicologa, se il suo collega è pronto per succedere nella direzione del Centro ricerche, suo zio. Sir George Hown è un assertore convinto che la disciplina formi ottimamente il carattere di uno scienziato dal cui lavoro dipendono la guarigione di migliaia di malati, ma non ha mai considerato un’importante realtà che suo nipote è prima di tutto un uomo.
La titubanza che divide i membri del consiglio che sovraintende il centro, riguardo alla nomina di Stephen, dipende da un motivo molto semplice, quasi ridicolo, Stephen è una delle menti più brillanti della Genetica, ma la dedizione rivolta verso lo studio e la ricerca, che gli ha permesso di completare la sua eccellente formazione accademica, lo ha privato delle basilari esperienze umane che formano l’essenza di ogni uomo, si mormora che Stephen si esprima come un’enciclopedia ambulante, che sia un misantropo convinto e che non sia stato in grado di rifarsi una vita privata, dopo che la moglie lo ha abbandonato, insomma non lo reputano un uomo “completo”.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I nostri rapporti tornarono ad essere molto  distaccati e formali,   il lavoro svolto in collaborazione  era strettamente limitato a poche ore  alla settimana e ai brevi briefing  giornalieri con tutti i colleghi che avevano paventato questa regressione  al regime impersonale e rigoroso.   Ma come cita la terza legge della Dinamica di Newton: Ad ogni azione corrisponde una reazione pari e  contraria e   l’inaspettata visita di mia madre sconvolse  parecchio  l’ordine e la disciplina richiestaci dentro e fuori il laboratorio .  Juliette Delacour  coltivava  la folle speranza di veder finalmente sua figlia innamorata  dell’uomo giusto. In questi anni aveva evitato di intromettersi nella  vita di  Andrea,  ma ormai era giunta alla conclusione che non era in grado di trovarsi un uomo adatto  e poco dopo  la sua ultima telefonata aveva prenotato   un biglietto aereo per raggiungerla con l’intenzione di …… intromettersi nella sua vita….  a  fin di bene, ovvio!
  Stephen e mia madre   erano sempre andati d’amore e d’accordo e mentre loro chiacchieravano vivacemente, io,   venivo tranquillamente ignorata.  Ma l’evento più straordinario  a cui assistetti fu l’incontro  tra  mia madre e Sir  George Hown.  Non credevo esistesse quello che comunemente viene chiamato “Colpo di fulmine”.   Non trovo un altro termine per descrivere quell’assoluta,  totalmente  illogica e  senza alcun dubbio  esplicitamente palesata da entrambi   attrazione fisica  immediata,     che persuase  Sir Hown  a dichiararsi appassionatamente  in ginocchio nella sala mensa davanti a tutto il personale del Centro. Ad un certo punto credevo che Stephen fosse sul punto di dare di stomaco, tanto era allibito e sconvolto mentre fissava suo zio buttarsi ai piedi di una donna appena conosciuta.  I “novelli” innamorati avevano le idee molto chiare e nel giro di una settimana venne organizzata  una cerimonia  a cui seguì  un rinfresco tenuto in uno dei migliori alberghi della città.


§§


Ero seduta in una delle tante panchine disseminate nel parco adiacente all’albergo dove avevo passato una delle più lunghe e tediose giornate della mia vita, il quarto matrimonio di mia madre! In realtà ero felice di vederla  così innamorata e soprattutto ricambiata, ma non riuscivo a capacitarmi che fossero passate solo due settimane dal suo arrivo e che in questo breve lasso di tempo abbia deciso di sconvolgere di nuovo la sua vita per un uomo.
 Con un tonfo si siede accanto a me un’altra anima pensierosa, Stephen.  Eravamo stati costretti a far fronte comune davanti a quella che ci sembrava una pazzia, convolare a giuste nozze con un estraneo, non che  ci sentissimo le persone più qualificate a propinare consigli a chicchessia, visto  il disastroso risultato raggiunto dalla nostra unione.  Ma nonostante i nostri sforzi,  nulla di quello che avevamo tentato per dissuadere “Romeo e Giulietta” a legarsi  così precipitosamente,  aveva funzionato.  Avevano opposto alle nostre argomentazioni una semplice ed efficace risposta, l’amore.  Mi volto  ad osservarlo esausta,  l’elegante e compito testimone dello sposo era ormai scomparso, al suo posto era rimasto un uomo profondamente sconcertato dalle casualità della vita e stanco di trovare un senso a tutta  questa situazione.  Con pochi gesti si libera della cravatta e della giacca sospirando dal sollievo. Dopo essersi passato le mani tra i capelli più volte, come a liberarsi la mente di tutti i pensieri che l’affollavano, ricambia il mio sguardo stancamente.
- Sai Andrea… ho bisogno di un drink….. molto… molto….. alcolico! – mormora pacato.
- Bravo.. buona idea. Prendi una bottiglia di champagne e due bicchieri. – approvo sorridendo.
- Ho detto molto alcolico.. – ripete seccamente.
- Hai intenzione di ubriacarti? – chiedo ilare.
- Già…. Almeno ci posso provare! –
- Ok ci sto! –

 


§§

 

La prima bottiglia di whisky l’avevamo utilizzata per proclamare  dei   brindisi dedicati alle più disparate motivazioni e via via che passava il tempo mentre si moltiplicavano i  sorsi ingurgitati del meraviglioso liquido ambrato sapientemente invecchiato in meravigliose botti  di rovere, i soggetti di queste celebrazioni divennero particolarmente stravaganti  e inconsueti.

- Io brindo…. Mia cara Andrea…. Agli sposi!!! – decretò allegramente aprendo la seconda bottiglia.
- Agli sposi!!  Che ormai saranno arrivati alle Fiji!! Bon voyage!! E non dimentichiamo di brindare al testimone dello sposo…… il quale ha dimostrato  un eccellente  sangue freddo assolutamente marca  british anche quando è stato investito dal bouquet della sposa!!  – trillo alzando il braccio.   
- Molto gentile…. Non so dove l’ho buttato…. Ma ho intenzione di bruciarlo!! Ed io brindo alla bellissima  damigella della sposa e al suo fantastico vestito!! Adesso….. ho un….  quesito …. da esporle .. Dottoressa Stolen..  – il suo tono di voce  è leggermente strascicato classico del bevitore inesperto.
- Esponga tranquillamente…. l’ascolterò con molta attenzione…. Dottor  Hown. – replico compita.
- Il tessuto di cui è  composto il suo vestito ….  può  darmi una definizione … -
- Il tessuto si chiama satin di seta, è una fibra naturale. Vuole sapere altro? – ridacchio divertita.
- E-ebbene… si! Notavo che  la  profonda scollatura posteriore, le lascia un’abbondante porzione di epidermide scoperta… il quesito che le pongo, assolutamente senza intenti ambigui,  mi creda,   riguarda … una semplice curiosità…… Lei oggi ha indossato della biancheria intima? – chiede fissandomi eccezionalmente pacato.
- Dottor Hown mi stupisco di lei! Sono domande da farsi? –
- Eeeeh si, mia cara collega! Il dubbio che lei non abbia indossato  la biancheria intima, mi ha tormentato tutto il giorno! La prego mi liberi da questa incertezza! – borbotta quasi irritato.
- Solo per farle una gentilezza,  visto che lei non è propriamente un estraneo,  le comunico che indosso la biancheria intima. Soddisfatto? -
- Non molto in vero, ero convinto che fossi nuda sotto quel vestito morbido che ti scivola sulla pelle sottolineando ogni singola curva del tuo corpo…. – sussurra  con voce roca, cambiando repentinamente   atteggiamento.     

Nonostante fossimo entrambi assolutamente bronzi e in comune accordo che fosse altamente inopportuno per due persone come noi, con un matrimonio fallito alle spalle,  soccombere ad uno  sfrenato   e sconvolgente attacco  di  libidine, causato  per lo più dall’alcool ingerito, ci ritrovammo avvinghiati sul letto di una delle tante stanze messe a disposizione degli ospiti del matrimonio.


- Quello che stiamo facendo è una pazzia…. – mormorai  contro la sua gola mentre assaporavo  con bramosia la sua pelle.
- Sono d’accordo…. noi non riusciamo a vivere insieme… - concordò  Stephen  sfilandomi il vestito.
- Io ….. sono solo un’abitudine….per te... –  ansimai sulle sue labbra.
- Una meravigliosa ….. abitudine…. – 


Con pochi gesti ci liberammo  degli ultimi indumenti e  un estatico sospiro  ci sfuggì  nel momento in cui,  finalmente,  diventammo  di nuovo una cosa sola. All’improvviso spalancai  gli occhi e gli circondai  il viso con le mani per costringerlo a guardarmi negli occhi.


- Tu ….. non sei più nulla per me….. – mormorai  mentre  lo imprigionavo  dentro di me.
- Neanche io…. ti amo molto….  – rispose prima di baciarmi con trasporto.


Le parole da quel momento in avanti non servirono più a nulla e lasciammo che fossero i nostri corpi a comunicare in un modo più  istintivo e scevro di menzogne. Il desiderio sopito per lunghi anni ritornò prepotentemente  a scuotere i nostri corpi,  annullando ogni  assennata riflessione,  lasciandoci rapiti ed esausti  in balia dei suoi  coinvolgenti  palpiti.  


§§

 

Svegliandomi  la mattina seguente, avevo avuto bisogno di qualche minuto  per realizzare  che ero stesa, nuda,  su un letto che non era il mio e che  inequivocabilmente  qualcuno era steso vicino a me. Mi girai con cautela verso l’uomo che mi dormiva accanto. Oddio Stephen!!   Molto  chiaramente rivedo   tutti gli avvenimenti della sera precedente e  irritatissima scaccio il languido intorpidimento dei miei arti,  alzandomi velocemente dal letto  per  fiondarmi sotto la doccia.
 Dovevo essere veramente  fuori di me per lasciarmi   convincere ad andare a letto con lui!  Purtroppo alcune impietose immagini mi balenano in mente, terribilmente cruente e infinitamente destabilizzanti in cui  sono  io a spogliare e a sedurre il mio caro e “indifeso”  ex marito.  Dopo il primo momento di attonita ritrosia  e forse grazie all’effetto  dell’alcol ingerito, si era lasciato andare e   mi aveva amata con un prorompente ardore.  L’attrazione fisica che ancora esercita su di me  è  una complicazione imprevista quanto inopportuna, non ho  nessuna intenzione di riavvicinarmi a lui, la mia vita mi va bene così com’è!
Rientro nella stanza e l’ osservo per un attimo mentre dorme  nella stessa posizione in cui l’ho lasciato, la sua espressione, nel sonno,  è distesa, rilassata. Le sue gambe formano un groviglio con le lenzuola che gli coprono a mala pena i fianchi, le sue labbra sono leggermente dischiuse e i capelli gli coprono la fronte.   Non so cosa darei per accarezzarlo, ma decido di sfuggire all’istinto,  uscendo dalla stanza senza far rumore.   Non posso e non voglio innamorarmi di lui….. di nuovo.   So che è un’azione da vigliacchi,  lasciarlo senza  svegliarlo per evitare di parlare di quello che è successo questa notte, ma  adesso non ho la forza necessaria di confrontarmi con lui in  una simile discussione.


Nei sotterranei del Centro c’è una piscina  con cinque corsie e visto che oggi è domenica non c’è nessuno ad affollarla.  I miei colleghi  sono  ritornati  a casa per il weekend e gli addetti alla vigilanza sono ridotti al minimo. Quindi è con un sospiro di sollievo che m’immergo nell’ acqua  gelida,  godendo  della mia solitudine.  Inizio a nuotare lentamente per consentire ai miei muscoli fuori allenamento di riscaldarsi. E’  da parecchio che non  pratico uno sport,  anzi è da parecchio che non ho il più piccolo stimolo a svolgere nessuna attività, esco dal lavoro e mi rinchiudo in casa.  Le mie colleghe mi ripetono spesso che la mia apatia è uno dei primi segnali di quella fase delicata che matura lentamente in ognuno di noi dopo aver subito un trauma, nel mio caso la separazione da mio marito. Depressione post divorzio.
Dopo averlo lasciato, ero assolutamente euforica, spensierata, mi sono data alla pazza gioia, uscivo tutte le sere, gridavo e ballavo più forte di tutti, mi sentivo viva e libera. Una sensazione entusiasmante molto  pericolosa,  che tuttavia ero riuscita a dominare,  non mi aveva  portata a commettere gravi errori di valutazione con gli uomini che tentavano di avvicinarmi.    La mia titubanza a frequentare  un altro uomo, era dominata dal  convincimento che non avrei mai più ritrovato con nessuno,  lo stesso affiatamento di idee e gusti, per non parlare della forte attrazione fisica  che avevo condiviso con mio marito. Il solo pensiero di essere sfiorata da mani estranee mi urtava. Non ero pronta per affrontare anche questo ultimo importantissimo cambiamento nella mia vita,   l’idea di  entrare in intimità  con un uomo che non fosse Stephen mi destabilizzava, mi sembrava di distruggere  tutto ciò che eravamo stati insieme. In fondo al cuore sapevo che  non mi sarei mai rassegnata  alla separazione.
Solo ultimamente  avevo intessuto una parvenza di relazione  con un collega più giovane di me, assolutamente platonica,   il suo affetto era tutto ciò che potevo accettare  e ricambiare , ma fortunatamente   lui aveva capito le  mie  remore e la nostra amicizia era colma di caldi abbracci e qualche veloce bacino. Uscivamo qualche volta la settimana per andare a cena fuori, al cinema o anche solo per un drink. Con lui riuscivo a rilassarmi, a parlare di tutto e di niente, una relazione poco impegnativa che placava il mio spirito  abulico.

Con la mente invasa  da queste elucubrazioni, rimasi un tempo infinito sotto la doccia a rimuginare.  Solo la certezza di aver colto  un debole eco di passi fuori dallo spogliatoio  mi convinse che era più conveniente che tornassi in camera. Trovai Stephen fuori dalla porta ad aspettarmi, era addossato alla parete intento a scrutarmi con un’espressione in viso che non gli avevo mai visto. I suoi occhi erano accesi da una forte emozione, ma forse era solo rabbia repressa.

- Ciao.. – non sapevo come affrontarlo, optai per un atteggiamento  cautamente  indifferente.
- Ciao,  ti sei alzata molto presto questa mattina. Credevo di trovarti vicino a me. –
- Dormivi così profondamente che ho deciso di lasciarti.. tranqu…. -  
- Hai deciso che non era necessario chiarire gli avvenimenti di ieri notte? Che ciò che è successo, per te,  non ha alcuna rilevante importanza  perché sei convinta che  ci siamo lasciati trasportare dall’alcool  ingerito? – constata freddamente.
- E-esattamente…. Non lo pensi anche tu? – rispondo esitante, non so come interpretare le sue parole in questo momento.
- A quanto pare… non è importante ciò che IO penso….. ma se credi che questa volta starò fermo a guardarti mentre distruggi la mia vita, senza intervenire,  ti sbagli di grosso!! Se dovessi dare retta alle tue parole senza senso,  mi sentirei libero di scoparti ogni qual volta mi aggrada solo perché mi sono scolato una bottiglia di whisky e non perché ti desidero!! – sibila arrogante  avvicinandosi minaccioso.
-  Non fare l’idiota! Stai travisando e distorcendo le mie parole!  Non c’è nulla da chiarire, la notte scorsa è stato uno sbaglio, un episodio isolato  che non si ripeterà, eravamo ubriachi,  assolutamente incapaci di connettere in maniera razionale…. sono stata abbastanza chiara?   E adesso lasciami passare! - replico irritata.
- Vuoi davvero  che ti dimostri quanto siano vuote le tue asserzioni?  - replica stringendomi tra le braccia.
- Lasciami! . strillo senza fiato, mentre le sue labbra calde  sfiorano la parte delicata sotto l’orecchio.
- Ho detto lasciami!! – urlo  respingendolo con tutta la forza che avevo. Sentire quel breve contatto  sulla  mia pelle fredda era stato uno shock.  Devo allontanarmi da lui prima di cedere all’impulso di stringerlo a me e supplicarlo di amarmi come ieri notte.
- Dove credi di andare vestita in quel modo?  Immagino  che non ti rendi conto dell’effetto che faresti ad un qualsiasi  uomo che ti vedesse in questo momento, con i capelli sciolti sulle spalle, la pelle ancora umida  e  l’assoluta certezza che sotto  quell’accappatoio sei nuda!   Non voglio che mia moglie  giri  per il Centro in queste condizioni!! – sbraita inferocito afferrandomi un braccio.
- Non sono più tua moglie….. non rammenti…? -
Sapevo che le  parole che aveva appena pronunciato, gli  erano state suggerite dalla rabbia che lo dominava.  Per un attimo scruto  la  sua espressione assolutamente basita e mentre Stephen mi fissa con uno sguardo remoto,  paralizzato  dalla sorpresa,  libero il braccio dalla sua mano,  ormai inerme.  Lo lascio in mezzo al corridoio da solo a combattere contro i suoi fantasmi e a fare i conti con i suoi errori, forse adesso   sarebbe riuscito a realizzare quanto mi fosse  costato lasciarlo e quali fossero i motivi per cui avevo preso una decisione del genere nonostante l’amassi.

 
  
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