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Autore: Mistress Lay    22/12/2008    22 recensioni
*SEQUEL DI ‘GRYFFINDOR'S CASE’ *** Non è facile essere il fidanzato del Ragazzo-che-è-sopravvissuto. E Draco Malfoy lo sa molto bene. Infatti il Serpeverde ha passato un’intera estate segregato a Grimmauld Place con una compagnia alquanto discutibile senza neppure poter vedere o scrivere al suo ragazzo, Harry Potter. Per fortuna è un Serpeverde e sa aspettare… o no?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Plot 01: SEQUEL DI ‘GRYFFINDOR’S CASE’ *** Non è facile essere il fidanzato del Ragazzo-che-è-sopravvissuto

Plot 01: *Sequel di ‘Gryffindor’s Case’ *** Non è facile essere il fidanzato del Ragazzo-che-è-sopravvissuto. E Draco Malfoy lo sa molto bene. Infatti il Serpeverde ha passato un’intera estate segregato a Grimmauld Place con una compagnia alquanto discutibile senza neppure poter vedere o scrivere al suo ragazzo, Harry Potter. Per fortuna è un Serpeverde e sa aspettare… o no?

 

Notes: L’avete chiesto, preteso, desiderato. Me lo avete implorato, minacciato, commissionato. E chi sono io per ignorare le richieste dei miei lettori? ^^

Benvenuti, vecchi e nuovi amici, nella II parte della fic ‘The Case’! Ribadisco che questo è il sequel di ‘Gryffindor’s Case’ ed è un remake del V libro dal mio personalissimo e malato punto di vista di simpatizzante Draco/Harry a go-go. Come avete visto il rating si è alzato da PG13 a R e dal titolo potete dedurre che se ‘Gryffindor’s Case’ è dal punto di vista fondamentalmente di Harry, qst II parte è affidata principalmente ad uso e abuso di Draco Malfoy.

 

Notes 02: per la II parte di qst ficcyna l’ambiente quivi ritratto appartiene al V libro. Cercherò di rendere più attinente al libro possibile, salvo azzardate e perdonate (spero XD) discordanze con l’opera originale. È una slash, rating R, Harry/Draco. E non dite che non eravate stati avvisati! XD

 

 

WARNING!!!!!

Per dovere della cronaca ho lasciate invariate le due note antistanti, che ho redatto la bellezza di tre anni fa. Allo stesso modo la fic è rimasta pressoché identica a come l’avevo scritta (e qui si parlano di due anni fa).

Oggi, in data 22/12/08 distruggo il mio progetto originale di sequel di Gryffindor’s Case, che come avevo annunciato proprio nell’ultimo capitolo di questa, sarebbe stata una trilogy sul quinto libro incentrata su Draco Malfoy.

I progetti sono cambiati perché non mi trovo più molto bene a scrivere qui si HP, l’ispirazione c’è, il tempo si potrebbe anche trovare ma la voglia non c’è più, che ci si può fare…

In ogni caso ho voluto postare comunque questa shot, mi faceva troppa pena nella squallida cartella in cui l’avevo buttata anche perché all’inizio ci ero molto affezionata. Così la ripropongo, probabilmente non sarà letta da nessuno perché nessuno si ricorda di G’sC, ma per pace mentale che mi costa provare? XD Magari è pure vero che la voglia non verrà mai più.

 

Buon Natale!

 

** In seconda battuta, la dedico a chi ha preteso il postaggio di questa shot… alla mia nee-san in spirito Slytherin Astaroth! (l’unica che se ne fosse ricordata! U.U) Ti adoro!

 

 

.

 

 A Slytherin's Rendez-vous

 

.

 

 

- … e così, mio caro nipote, quell’abominio della mia carne, quel traditore del nostro sangue illustre, finì a Grifondoro. Tu mi capisci, mio caro nipote, puoi capire la disperazione di questa povera vecchia quando lo venne a sapere: una vergogna, una vergogna davvero. A Grifondoro! Oh, Merlino possente! Mi stava per venire un infarto! E quello sciocco di Alphard, quando lo venne a sapere, non fece altro che sorridere! Io l’ho sempre detto che anche lui era un traditore del nostro sangue, nipote, infatti ha lasciato in eredità al mio figlio degenere parecchi galeoni! Ah! Ma io l’ho bruciato il suo nome! Guarda, guarda… -

Draco non si premurò nemmeno di seguire con lo sguardo la direzione del dito ossuto della Signora Black, annoiato all’inverosimile da quegli aneddoti di famiglia: da quando era venuto a Grimmauld Place la Signora Black aveva deciso che Draco era il perfetto erede della sua casata e doveva essere istruito a dovere sulle persone che erano meritevoli del suo regale saluto e chi del suo disprezzo. Inutile dire che le sue storielle più divertenti riguardavano il ‘figlio degenere’ Sirius Black e la situazione attuale.

E per situazione attuale si intendeva la masnada di persone che vivevano ora alla celeberrima Grimmauld Place o che semplicemente lo prendevano in prestito per qualche ora. Qui ‘nonna Black’ si poteva sbizzarrire quanto voleva: sotto il suo illustre tetto, gloria dei purosangue, gozzovigliavano un lupo mannaro, una famiglia di purosangue rinnegati, un mezzogigante, una nipote goffa come pochi e poi mezzosangue, babbanofili, un ippogrifo – che tra l’altro alloggiava comodamente nella sua camera da letto – e il figlio-traditore-del-suo-sangue.

Evidentemente se avesse dovuto scegliere tra urlare contro tutti e tutto per tutti i giorni tutte le ore e urlare ad intermittenza e intrattenere il nipote purosangue con i suoi deliziosi aneddoti di famiglia… era indubbio che scegliesse quest’ultima proposta.

Inizialmente per Draco era stata una boccata di ossigeno visto che le previsioni del suo prossimo futuro erano ‘rimanere rinchiuso in una casa infestata da Weasley per tutta l’estate, assieme a Sirius Black forse più frustrato di lui, non sapere minimamente cosa succede, leggere sulla ‘Gazzetta del Profeta’ articoli denigratori sul suo ragazzo e NON vedere per TUTTA l’estate il SUO ragazzo’… e su quest’ultimo punto Draco aveva molto di cui discutere.

Che dovesse rimanere rinchiuso in Grimmauld Place con una compagnia del genere non era passabile ma era sopportabile, e va bene, che dovesse intrattenere nonna Black per essere sottratto da una dose eccessiva di weasleite può anche passare, che non dovesse spedire gufi a nessuno e che non dovesse uscire di lì poteva essere discutibile ma si poteva chiudere un occhio sia perché doveva badare alla sicurezza propria sia a quella degli altri membri dell’ordine, che non dovesse non essere messo al corrente di come procedeva la guerra contro Voldemort era decisamente patetico visto che lui stesso ne faceva parte – dopo aver tradito il padre e il destino di essere marchiato come Mangiamorte -, ma che dovesse passare tutta l’estate senza dovere vedere il suo ragazzo… si poteva chiudere un occhio a tutto ma a quello NO.

Non si contavano quante volte Draco si era scagliato contro Silente, Moody, Lupin e altri a riguardo del punto ‘Harry rimane da quei disgraziati babbani’. Purtroppo le sue obiezioni non facevano cambiare posizione a Silente che affermava che per Harry era meglio rimanere al sicuro dai Dursley.

A nulla erano valse le obiezioni di Hermione, Ron e le urla recriminatorie di Draco.

Non potevano nemmeno scriversi!

Ma che diavolo… aveva tradito il padre e Voldemort per Harry, non per essere rinchiuso in una casa senza vedere Harry e senza essere considerato!

Forse l’argomento ‘salvataggio Harry’ era l’unico argomento che condividevano lui e Black Sirius. Nemmeno il padrino di Harry era molto contento di quella situazione, odiava stare in quella casa odiata, odiava dover rimanere rinchiuso, odiava non poter fare niente, odiava non avere Harry con sé…

Era profondamente ingiusto anche per Harry.

Draco non riusciva a pensare alla sua espressione quando si erano separati appena usciti dall’Espresso a King’s Cross.

Ricordava perfettamente quando Weasley aveva dato una pacca sulla spalla a Harry e del bacio sulla guancia della Granger, come ricordava i sorrisi felici dei gemelli, e il suo bacio.

‘Stai attento, Draco. Non voglio che ti succeda niente’ gli aveva sussurrato all’orecchio Harry, prima di separarsi, mentre spingeva il suo carrello con baule e gabbia di Edvige di fronte a sé.

‘Non mi accadrà niente, Harry. Stai tranquillo, Silente ha detto che mi porterà in un luogo sicuro’ aveva sorriso, Draco, cercando di rassicurare il suo ragazzo ‘Ci terremo in contatto, te lo prometto. Piuttosto tu guardati bene intorno’

‘Mi sembri Moody!’ sbuffò Harry ‘Cosa vuoi che mi possa accadere dai Dursley?’

‘Ti porteremo via di lì presto, Harry’ promise Hermione sottovoce.

‘Papà e mamma non permetteranno nemmeno che passi una settimana!’ rise Ron.

Harry aveva sorriso a tutti, strizzando l’occhio, e si diresse verso zio Vernon, che lo accolse con un’occhiata fredda, senza nemmeno un cenno di saluto. Draco si era trattenuto a stento dal seguirlo.

‘Stai calmo, uomo innamorato. Lo rivedrai presto’ gli aveva sussurrato Blaise Zabini, il suo migliore amico, prima di dividersi da lui e seguire il suo elfo domestico – rigorosamente travestito -.

E invece non era successo.

Che cosa stava pensando in quel momento Harry? Si potrebbe sentire tradito? Deluso?

Senza contare tutte le diffamazioni su Harry sulla Gazzetta… come si poteva sopportare? Come stava affrontando Harry tutto questo?

E di certo la delusione di Harry era una delle cose che Draco più temeva: così due volte aveva sgarrato alla promessa fatta a Silente di non inviare gufi a Harry per mostrare la situazione attuale e semplicemente per ricordare a Harry che loro non lo avevano abbandonato e c’erano ancora per lui.

Draco aveva sempre avuto un concetto molto personale sulle promesse, come tutti i Serpeverde, prometteva solo quello che gli conveniva promettere e solo quello che poteva fare bene al proprio tornaconto personale. I Serpeverde erano noti per la loro capacità di giudizio e per la freddezza e l’astuzia con cui prendevano le decisioni.

In caso qualcuno – tipo un altro Serpeverde – li avesse incastrato, i Serpeverde erano pronti a trovare una via d’uscita in modo da sorvolare il problema.

Era quello che aveva fatto per Harry: Silente aveva preteso la promessa di non spedire nessun gufo a Harry e Draco, riluttante e non senza proteste, aveva accettato quella decisione, ma non aveva mai detto che l’avrebbe seguita. Silente non aveva nemmeno preteso la loro parola. Era sicuro di fidarsi.

I Grifondoro erano semplici da far capitolare, come i Tassorosso, e una promessa era vincolante, anche senza aver pronunciato la magica parolina ‘Prometto’. Come si vedeva che Silente era stato ai suoi tempi un Grifondoro…

Draco non aveva avuto nessuna difficoltà a far credere al vecchiaccio che aveva recepito il messaggio, ma la sera stessa aveva mandato un gufo a Harry, cercando di rassicurarlo senza dire nulla di compromettente sull’ordine.

Ma non era mai arrivata la risposta.

Allora Draco, leggermente irritato, aveva pensato ad un’intercettazione e aveva mandato un altro gufo. Silente lo aveva convocato la sera stessa nella cucina di Grimmauld Place e gli aveva restituito le due lettere che aveva spedito.

Le urla di Draco ritennero impossibile ascoltare la conversazione con le orecchie oblunghe.

‘NON ME NE IMPORTA UN BEL NIENTE DEI VOSTRI SORDIDI PIANI PER UCCIDERE QUEL PAZZO! NON ME NE FREGA ENTRARE IN QUESTO STRAMALEDETTO ORDINE! HO TRADITO MIO PADRE SOLO PER HARRY E HARRY È LA MIA PRIORITA’ SU TUTTO! TUTTO, SIGNORE!’

Ma non aveva sortito nulla.

Così era passato per vie secondarie, tipo corrompere l’elfo domestico Kreacher, cercando di farlo uscire da Grimmauld Place per andare da Harry ma purtroppo la parola di Sirius Black era legge inviolabile per lui e il padrone gli aveva ordinato di non uscire mai da casa. Kreacher si era dovuto punire molto duramente con delle strane pinzette appartenute a chissà qualche padrone Black e si era anche dovuto sorbire una bella lavata di capo dalla Signora Black che gli aveva quasi preso un infarto.

Sempre per vie secondarie Silente gli aveva restituito la compagnia dei suoi amici da sempre, Blaise Zabini e Pansy Parkinson, che ogni tanto venivano a trovarlo, con la collaborazione di una loro parente in comune, cui erano ospiti entrambi per le vacanze estive.

Il loro compito era quello di calmare Draco e distoglierlo dai tentativi di contattare Harry ma non erano serviti i loro sforzi, davvero, visto che nemmeno i loro gufi erano riusciti a raggiungere Privet Drive, in modo da essere letti da Harry.

Silente aveva decisamente sottovalutato Draco e l’ascendente che aveva sui suoi amici.

E così Draco si era ritirato nella sua solitudine a parlare con nonna Black senza aiutare in nessuna delle sue incombenze, ma con la complicità di Kreacher era riuscito a sapere un quadro generale della situazione nell’ordine e della sorveglianza su Harry senza abbassarsi ad usare le orecchie oblunghe dei gemelli Weasley.

- … ndo? Mio caro nipote, mi stai ascoltando? – la voce di nonna Black lo riscosse e Draco sfoderò un sorriso falso ma che riempì la nonna di orgoglio – Ma certo, cara nonna -

In lontananza si sentì un grido soffocato e l’inevitabile caduta e conseguente casino di Tonks.

- Oooh! Che vergogna avere una persona del genere in famiglia! E dire che tua zia Andromeda era una così intelligente ragazza! Mi raccomando, mio caro nipote, non abbassarti mai a sposarti con qualcuno che non sia un purosangue! – si raccomandò la signora Black.

- Non accadrà, nonna – Draco si alzò dalla sua poltroncina e si diresse verso la sua stanza.

Proprio mentre usciva dal salotto gli si parò davanti Fred (o George?) e gli disse, sorridendo: - Malfoy, presto vedrai Harry! –

Draco strinse gli occhi sospettoso: - Ah sì? –

L’altro gemello gli si affiancò: - Sembra che un Dissennatore lo abbia attaccato… -

- Due, Fred… -

- Due dissennatori lo abbiano attaccato… ehi, Malfoy, stai bene? -

Il viso ordinariamente pallido di Malfoy divenne rosso acceso: - CHE COSA CAZZO VUOL DIRE CHE E’ STATO ATTACCATO DA DUE DISSENNATORI?? –

All’istante, tutti i ritratti si svegliarono e solamente la presa salda di Piton riuscì a trascinare via Draco, ma non spense del tutto le sue proteste.

 

 

*

 

- Sai che continuare a guardare fuori non farà sì che Harry appaia dal nulla? – domandò causticamente Ron.

Draco voltò il capo verso il rosso Grifondoro: - Sai che sei un’insopportabile seccatore, Lenticchia? – ribattè, tornando a guardare fuori dalla finestra. Sotto di lui si snodava un’anonima strada babbana, ma Draco stava scrutando con lo sguardo il cielo, alla ricerca del suo ragazzo in sella alla scopa.

- E nemmeno sai se arriveranno con le scope – aggiunse Ron con una punta di soddisfazione.

Hermione alzò gli occhi al cielo, incrociando le gambe e sedendosi più comodamente sul letto che sarebbe dovuto essere di Ron: - So che siete preoccupati entrambi ma potremmo, per favore, smetterla di litigare? Harry sarà accompagnato da una squadra intera, compresi Moody e Lupin, non dobbiamo preoccuparci –

- E Tonks – aggiunse Ron con tono funereo – Ti sei dimenticata di Tonks -

Hermione lo rimbeccò con serietà – Nonostante sia un po’ maldestra è nel corpo scelto degli auror… -

- Sveglia, Granger! È nel corpo auror solamente perché è un metamorfomagus! – sbottò Draco riportando la sua attenzione alla ragazza – E, ti faccio anche presente, So-tutto-io, che Harry è stato appena attaccato da un Dissennatore, o questo piccolo particolare è sfuggito alla tua attenzione maniacale? -

- Cel’ho presente, Malfoy – ringhiò a denti stretti Hermione – Ma Harry non è uno stupido, lo sai. Sa badare a se stesso. Non dobbiamo preoccuparci troppo -

In quel momento la maniglia della porta girò e prima che Draco o Ron facessero o dicessero qualsiasi cosa, Hermione era balzata in piedi e subito corsa in collo al nuovo arrivato, immediatamente Edvige corse dal suo padrone mentre Leo improvvisava un balletto eccitato sopra le teste dei due Grifondoro.

- HARRY! Harry, come stai? Stai bene? Hai l’aria un po’ sciupata! Ma stai bene? Sei arrabbiato con noi, lo so! Ci dispiace! Ci dispiace veramente tanto! Non abbiamo potuto dirti nulla di importante ma Silente ci ha fatto giurare! Mi dispiace così tanto! Quando abbiamo saputo dei Dissennatori! – continuò Hermione in tono agitato. Così agitata da  non accorgersi della totale incoerenza delle sue domande e del suo comportamento (dopotutto prima aveva rimbeccato Draco per essere troppo ansioso) e senza accorgersi nemmeno dell’espressione per niente contenta di Harry e nemmeno il fatto che questi non aveva ricambiato il suo abbraccio soffocante.

Draco, che era balzato in piedi nell’attimo stesso in cui aveva riconosciuto nel nuovo arrivato Harry, diede una spinta a Hermione: - Scusa, Granger, ma credo che tu mi abbia rubato il posto! Mi sei mancato… – e strinse Harry nel suo abbraccio – Ehi, tutto bene? – Harry non ricambiò nemmeno il suo, di abbraccio. Draco si scostò da lui, sorpreso e ferito – Harry? –

L’attenzione di Harry si concentrò completamente sulla sua Edvige che planò elegante sulla sua spalla. Harry l’accolse con un sorriso: - Edvige! Ciao piccolina… - la civetta tubò tutta soddisfatta, scoccando a Draco un’occhiata di superiorità.

Le domande che si affollavano nella mente di Draco erano tante: tanto per cominciare come mai Harry non aveva ricambiato l’abbraccio suo o quello di Hermione, poi si chiese come mai quell’espressione che non era proprio quella di un ‘Ti amo Draco, è da tanto tempo che non ci vediamo, chissenefrega della presenza di Hermione e Ron, baciami fino a farmi consumare le labbra!’, infine… come mai s’interessava più di quella stramaledetta civetta che non solo aveva visto solamente qualche giorno addietro ma pure aveva beccato a destra e a manca le mani delle persone?

- Ehi, compagno! – lo salutò Ron con un sorrisone – Era arrabbiatissima! Ci ha beccato a morte! -

- Volevo delle risposte… - furono le prime parole di Harry rivolse agli amici. Scese un silenzio gelido. Draco non riusciva a capacitarsi dell’assurdità della situazione: aveva atteso un’intera estate per abbracciare e baciare il suo fidanzato e ora… ora nemmeno gli rivolgeva un sorriso, una parola?

- Harry, non dici niente? Quasi sembra che tu non sia felice di vederci – disse nervosamente Draco – E comunque, , ma la sono passata maledettamente male qui circondato da una masnada di Grifondoro e membri dell’Ordine! Grazie per l’interessamento! – continuò irritato, incrociando le braccia al petto.

Gli occhi di Harry si rivolsero a lui: - Non sei l’unico che ha avuto dei problemi, Draco! Non sapevo niente! Niente! Nemmeno se foste vivi o morti! –

- Silente ha creduto che tu fossi al sicuro dai babbani – Hermione cercò di giustificare il preside e nel contempo cercò di nascondere il dispiacere e il senso di colpa – E poi, sai, Silente non avrebbe mai permesso che fossimo in pericolo. Avresti dovuto immaginare che saremmo stati al sicuro -

Harry mandò via con un movimento del braccio Edvige dalla sua spalla: - Avrei dovuto ‘sapere’? Avrei dovuto immaginare? Hermione, ma ti senti quando parli? Voi sapevate che stavo bene perché Silente mi ha mandato nel solito posto come tutti gli anni e a quanto pare mi ha fatto sorvegliare! Ma io non sapevo proprio niente di voi! Non una lettera! Non una volta che qualcuno si fosse degnato di dirmi ‘Sai, Harry, noi siamo ancora vivi’! quando c’è di mezzo Voldemort, Hermione, capita spesso che si preferisca non immaginare! –

Tutti e tre sobbalzarono alla menzione del nome di Voldemort ma per il resto rimasero muti ad ascoltare la sua sfuriata.

- E come sempre me la sono dovuta cavare da solo! Non è servito un granchè che mi seguissero, eh? Ma sapete una cosa? Sono veramente molto felice che i Dissennatori mi siano venuti a fare una visita! Altrimenti Silente mi avrebbe fatto rimanere lì per il resto delle vacanze! E comunque… voi si siete presi la briga di chiedere a Silente come mai tutto questo mistero? -

- Silente non ci ha permesso di dirti alcunchè! – esclamò Ron dopo essersi scambiato un’occhiata con Hermione.

- Ci ho provato, Harry – prese la parola Draco – Ma tutti i miei tentativi di mandarti un qualche gufo sono stati tutti vanificati da Silente! Ci dispiace -

Harry sorrise ironicamente e sbottò: - Certo… vi dispiace… un po’ tardi adesso, no? –

- Guarda che non è stato facile per nessuno! – lo rimbeccò subito Draco.

- Oh, davvero, e dimmi, Draco, qualcuno di voi ha ricevuto la visitina di un pallido e fluttuante Dissennatore per il tè pomeridiano o solo io ho avuto questa fortuna? – sbottò Harry seccato.

- LA VUOI FINIRE CON IL TUO CONTINUO VITTIMISMO? NON è STATO FACILE PER TE COME NON LO è STATO PER NOI! COSA CREDI, CHE CI STESSIMO DIVERTENDO QUI? – perse la pazienza Draco.

- Non è così? – insinuò Harry.

- COME PUOI PENSARE AD UNA COSA DEL GENERE, HARRY! –  lo contraddisse Draco andandogli vicino e strattonandolo per i vestiti di seconda mano che portava – LO SAI CHE COS’ERA PER ME FINIRE QUI! HO CERCATO CON OGNI MEZZO DI FARTI PERVENIRE QUALCOSA, DI SENTIRTI, DI PARLARTI MA SILENTE è RIUSCITO SEMPRE A BLOCCARMI! NON SAI COME MI, ANZI, COME CI SIAMO SENTITI QUANDO SIAMO VENUTI A SAPERE DELL’ATTACCO DEI DISSENNATORI!? NON PARLARE DI DIVERTIMENTO! MI SONO SENTITO MORIRE! TU AVRESTI POTUTO MORIRE E NOI… NOI ERAVAMO QUI A DISPERARCI perché NONOSTANTE FOSSIMO IN QUESTA SEDE, NON POSSIAMO ENTRARE NELL’ORDINE DELLA FENICE! NON SAPPIAMO NIENTE, HARRY! SOLO QUELLO CHE ORIGLIAMO! NOI… -

– ECCO COME VA A FINIRE OGNI VOLTA, DRACO! IO LO VIVO OGNI ESTATE, OGNI VOLTA! IO Là FUORI E VOI TUTTI DENTRO! COSA NE POSSO SAPERE IO CHE NON VI SIATE STAPPATI UNA BOTTIGLIA DI BURROBIRRA E NON VI SIATE DATI ALLA PAZZA GIOIA MENTRE IO ERO DAI DURSLEY A RUBARE DAI CASSONETTI I GIORNALI E RINCHIUSO IN QUELLA TOPAIA CHIEDENDOMI TUTTE LE ORE DEL GIORNO E DELLA NOTTE COME STAVATE? ALLA FINE DEI CONTI IO FACCIO SEMPRE TUTTO! SEMPRE DA SOLO! PER TUTTI E SETTE ANNI A HOGWARTS QUELLO CHE HO FATTO, CONTRO CHI HO COMBATTUTO, NON HA PRODOTTO NIENTE? Perché NESSUNO Può DIRMI QUELLO CHE STA SUCCEDENDO? SE NON NOTIZIE SU VOLDEMORT, ALMENO SAPERE COME STATE! NON è STATO FACILE PER ME, NON SAPERE ASSOLUTAMENTE NIENTE DI VOI! ALMENO SAPERE SE ERAVATE VIVI O MORTI, ERA CHIEDERE TROPPO? E POI VOI INVECE SAPEVATE PER FILO E PER SEGNO CHE COSA FACEVO IO, NO? Perché IO ERO CONTROLLATO A VISTA DA QUALCUNO, SEMPRE, CHE RIMANEVA PERò NELL’OMBRA, è COSì? – gridò Harry in preda alla rabbia – COME POTEVO SAPERE CHE VOLDEMORT NON VI AVEVA FATTO FUORI TUTTI O CHE VI STAVATE DIVERTENDO ALLE MIE SPALLE? – fece una risatina isterica – Forse  non sono degno nemmeno della fiducia di Silente, pensate, la dà anche a Piton e a me no… ci deve essere dell’ironia bruciante in tutto questo… -

- NO! NON è AFFATTO COSì! – protestò veementemente Hermione – Non puoi credere che… -

- Silente si fida ciecamente di te, voleva solo che fossi al sicuro e non facessi mosse avventate… - Ron cercò di difendere Silente.

- MA CERTO! – strepitò ironicamente Harry – perché NON POSSO CHE COMBINARE GUAI, IO, NO? -

Draco lo prese per una spalla, scotendolo e guardandolo negli occhi disse: - Evidentemente è così, razza d’imbecille! Non sei tu a combinare guai, hai solamente un’orda di Mangiamorte e un Signore Oscuro che ti vuole morto, che problema c’è? Dovesti essere tu per primo attento a dove e cosa fai! Silente sapeva che tu saresti stato in pericolo più di chiunque altro, per questo ti ha fatto sorvegliare! Non è per mancanza di fiducia, solo per un dato di fatto – Draco lo lasciò andare – E scusa se tutti noi pensiamo a te, Harry. Invece di pensare a compiangerti e fare l’eroina del dramma, perché non… -

Harry gli rivolse uno sguardo totalmente incompreso, furioso per certi versi, scotendo la testa disse: - Ma tu che ne sai, Draco? non credere di sapere tutto! Io… -

- SCUSA TANTO SE NON SONO NELLA TUA TESTA! SCUSA SE NON SONO ALLA TUA ALTEZZA, O DIVINO SALVATORE DEL MONDO! – gridò furibondo Draco fissandolo con gli occhi tempesta accesi di rabbia, senza dire altro guadagnò l’uscita, sbattendosi violentemente la porta alle spalle.

- Ci dispiace, Harry! – intervenne affranta Hermione, con le lacrime agli occhi – Davvero, credici! – Ron annuì, per darle man forte.

Harry si morse il labbro, fissando prima la porta che Draco si era appena sbattuto dietro di sé, poi i volti dei suoi migliori amici, sentendo la rabbia pian piano svanire.

Chiuse gli occhi, cercando di calmarsi ulteriormente.

 

 

*

 

Draco era entrato nella prima stanza che si era trovato di fronte, ovvero l’ex ufficio dei Black, nessuno ci metteva piede da un po’ e quindi ovunque si avvertiva un odore stantio e di polvere, Draco stesso starnutì più volte mentre si lasciava scivolare a terra, sollevando una discreta porzione di acari dal pavimento.

Sospirò, cercando di riprendere fiato.

Non era così che si era raffigurato il ritrovamento di Harry.

Si era aspettato, aveva sperato, un abbraccio, un bacio, qualche parola, ma soprattutto la sua presenza, il suo calore.

Erano mesi che non lo avvertiva e questa mancanza la sentiva pesare come piombo nello stomaco.

Ora, che avrebbe dovuto rallegrarsi, che avrebbe potuto finalmente saltare al collo di Harry e abbracciarlo, non gli era concesso. Lo stesso Harry lo rifiutava.

In quel momento sentì qualcuno che girava la maniglia per entrare e poi la voce tanto amata di Harry chiamarlo: - Draco? –

Draco riflettè un istante se farlo entrare o sbollire piuttosto la sua delusione e la sua rabbia.

- Draco? -

Dannazione!

Se quel cretino di Potter lo chiamava con quella sua voce non poteva rifiutargli nulla!

Si alzò dal pavimento e lasciò che Harry entrasse, chiudendosi poi la porta alle spalle.

Il volto del suo ragazzo era luminoso dalla luce del lampione, unica fonte di luce della stanza e le lenti dei suoi occhiali da vista brillarono leggermente.

- Draco io… - cominciò poi sospirò – Ho esagerato -

- Direi! – commentò aspro Draco, incrociando le braccia al petto e dandogli le spalle.

Quanto desiderava abbracciarlo e essere abbracciato!

Però il suo orgoglio di Serpeverde esigeva delle scuse dal suo ragazzo…

Con fatica, cercò di resistere alle tentazione di abbracciare Harry.

Il Grifondoro rimase in silenzio per qualche secondo, raccogliendo le idee, si morse il labbro, indeciso su cosa dire e come dirlo.

- Senti io… -

Al diavolo le scuse!

Draco non resistette oltre, mandò al diavolo qualsiasi codice di comportamento Serpeverde che gli diceva di avere pazienza e aspettare che fosse Harry a scusarsi, a chiedere il suo perdono. Doveva ricordarsi di quanto era deluso e sconfortato dalle parole e dal comportamento di Harry di prima.

No, non ci riuscì.

Si voltò e abbracciò strettamente Harry, soffocandolo di amore e apprensione.

Le uniche cose che adesso ricordava era che aveva il suo ragazzo da abbracciare, quello che era stato lontano da lui per mesi, chiuso in una casa di zii odiosi e attaccato da due Dissennatori, quello che rischiava di essere buttato fuori da Hogwarts.

- Draco… -

- Per favore, Harry, non dire niente… non dire niente – sussurrò Draco con agitazione stringendolo forte.

Harry, dopo una breve esitazione, ricambiò quell’abbraccio, allacciandosi stretto a lui, sospirando di nostalgia per quel contatto così tanto atteso, sperato, adorato, agognato.

E la preoccupazione si sciolse come neve al sole, ogni cosa scomparve, e rimasero solo loro, abbracciati, in quella stanza dall’odore di polvere e chiuso, alla luce apatica di un lampione babbano.

Senza sapere perché o come scivolarono per terra, in mezzo alla polvere, ancora abbracciati, sulle ginocchia, in quella stanza buia e scarsamente illuminata.

- Scusami – mormorò Harry al suo orecchio – Scusa per la scenata che ti ho fatto. Io… tu mi mancavi davvero tanto, Draco. sono impazzito senza avere delle notizie. Avevo così bisogno di sentire che tu c’eri, che mi amavi, che gli ultimi mesi di scuola non fossero solamente un mio sogno… che fosse tutto reale… -

- Shhh – lo zittì Draco, passando le dita tra i suoi capelli – Siamo stati due idioti assieme. Hai esagerato prima è vero – poi aggiunse, guardandolo in viso - Avevi ragione ad essere arrabbiato con noi. Capisco come ti sentivi -

Harry ridacchiò leggermente, divertito: - Sai che sono le stesse cose che mi hanno detto Hermione e Ron poco fa? Questa convivenza forzata almeno ha fruttato qualche occhio nero in meno a cui pensare, eh? –

Draco storse il naso: - Ma stai scherzando? –

Harry annuì, in silenzio, poi, con un sussurro chiese, esitante: - Posso… posso baciarti? –

- Mi correggo, sei proprio tu l’unico idiota! – esclamò Draco spazientito – Sono settimane che voglio baciarti, ti sogno anche di notte e tu… tu ti fai pure venire dei dubbi? – lo attirò a sé con uno strattone, pigiando le sue labbra su quelle di Harry.

Aveva dimenticato la loro morbidezza e la travolgente euforia che poteva provare baciandolo.

Fece scivolare le sue mani lungo la schiena di Harry mentre assaporava il suo sapore, con il cuore in gola, pulsante, emozionato, intenso nel suo trasporto lo baciò con forza, con ansia inchiodante perché aveva paura che quel meraviglioso sogno di cristallo gli potesse evaporare tre le dita.

Harry rispose con la stessa passione a quel bacio ardente, strinse a sé il corpo di Draco, esaltato dalla felicità di riavere il suo ragazzo di nuovo con sé.

Tutto quello che aveva passato, tutto il rancore inutile era sparito, scomparso, e ora c’era solo spazio a quel ricongiungimento.

Quando si separarono gemettero entrambi per la privazione.

- Wow – bisbigliò Harry con le gote arrossate – Stavo quasi dimenticando quante capriole fai fare al mio cuore con un bacio… -

Draco ridacchiò, accarezzandogli i capelli setosi: - Modestamente… -

Rumore attutito della porta.

- Harry? Malfoy? – la voce di Hermione – La cena è pronta! -

Draco grugnì di disappunto, affondando la testa nell’incavo del collo di Harry: - Noo, ma che tempismo… - abbracciò Harry – Dai rimaniamo ancora un secondo qui… -

Harry rise, divertito: - Ti stai comportando proprio come un bambino capriccioso, lo sai, Draco?! –

- Ah sì? -

Draco atterrò Harry sulla schiena, salendo sopra di lui a cavalcioni e appoggiando le mani ai lati del viso di Harry per sorreggersi: - Reclamo il mio capriccio, allora… -

- E sarebbe, ragazzino saccente che non sei altro? – lo stuzzicò Harry.

- Te -

Si chinò, sfiorando la fronte di Harry, proseguendo per la linea perfetta del naso, la bocca, il mento…

Cercò di non darlo a vedere ma quella situazione stava cominciando a farlo sentire strano.

Come se non riuscisse a staccarsi dalla pelle di Harry, come se ne fosse assuefatto. Troppo tempo era trascorso da quando non aveva toccato il suo ragazzo, da quando non si era beato del suo sorriso, delle sue labbra, della sua presenza…

E in quel momento, si rese conto, desiderava solamente stare così, viso contro viso, a sfiorare con le proprie guance quelle di Harry, con le labbra serrate il profilo del viso di Harry, in un contatto infinito.

Il suo posto era con lui. Al diavolo, quel maledetto spirito serpeverde che continuava a premere contro la sua volontà.

Vide cangiare l’espressione di Harry dalla scherzosa all’imbarazzata, eppure non lo scacciava, lo guardava, tacendo, sorpreso da quel cambiamento di situazione. Si stava accorgendo anche lui che stava evolvendosi qualcosa tra di loro?

Stava avvenendo una mutazione particolare del loro rapporto, come se si stesse variando in qualcosa di più del semplice amore platonico e acquistasse qualcosa di più carnale.

- Io sono qui – disse Harry in quel frangente, sorridendo, allacciò le braccia al collo di Draco, attirandolo a sé – Sono felice di essere il tuo capriccio – ironizzò.

- Un capriccio di Draco Malfoy – disse questi, portando le mani che prima erano a contatto con il pavimento al capo di Harry, più vicine – è un capriccio che dura per sempre nel tempo -

Un’emozione trattenuta faceva vibrare la sua voce, come se stesse condividendo con Harry un segreto speciale, custodito nel profondo del cuore.

Le labbra di Harry sfiorarono le sue: - Davvero? –

- Davvero -

- DavveroDavvero? -

- DavveroDavvero -

Harry sorrise e attirò a sé il capo di Draco mentre questi di nuovo si impossessava delle sue labbra in un bacio feroce, appassionato, smanioso.

Poi le labbra di Draco scesero e dalle labbra di Harry passarono a leccare la sua mandibola per poi scendere più giù, nel suo candido e morbido collo. La lingua lambì quella porzione di pelle per poi approfondire il contatto al sentire il gemito a stento trattenuto di Harry.

- Dra… -

- Harry… -

- HARRY!!!! -

La porta si aprì di colpo, facendo cadere a terra Draco per la sorpresa mentre colui che aveva gridato il nome del moro Grifondoro e aperto la porta così violentemente entrava come una furia nella stanza.

- Harry… che diavolo… - Sirius sgranò gli occhi mentre osservava la scena che aveva di fronte a sé: Harry, il suo adorato figlioccio, steso a terra, con le gote incredibilmente color rosso carminio mentre Draco era semi appoggiato al suo corpo e lo stava fulminando con la miglior occhiata gelida del suo repertorio.

- Maledetta Serpe, togli immediatamente le tue lunghe manacce dal mio figlioccio! – Sirius si chinò verso Harry, tirandolo su di peso mentre Draco borbottò – Ehi! Ma chi ti credi di essere, un dannatissimo cagnaccio da guardia? -

- Con te nei paraggi ! – strinse a sé Harry mentre Draco scattava in piedi – Vi lascio soli due minuti e tu gli salti addosso! -

- Non gli sono saltato addosso! – protestò Draco le cui gote cominciarono a tingersi di una sfumatura rossastra – E se anche l’avessi fatto, a che te ne sarebbe importato? Stiamo assieme! Oppure le pulci del tuo manto canino si sono pappate anche l’ultimo residuo di cervello rimastoti? – lo provocò.

Harry seguiva quella accanita ‘lite’ con occhi sgranati dallo stupore: come non si era aspettato un ricongiungimento a suon di litigio con Draco poco prima, non si era nemmeno aspettato di rincontrare il padrino in quelle circostanze. E poi quei due erano semplicemente assurdi e non riuscì a trattenersi dallo sorridere: sembravano marito e suocera che battibeccavano…

In quel momento sopraggiunse Remus Lupin a portare una ventata di buonsenso: – Sirius, lasciali stare… - poi, rivolto ai due ragazzi – Scusate, ma non sono riuscito a trattenerlo. Appena Hermione ha detto che eravate rimasti qui a parlare, Sirius è corso immediatamente a… -

Sirius lo interruppe, terminando lui la frase: - … a proteggere l’innocenza del mio figlioccio! –

- Innocenza? – ripetè allibito Remus, osservò Harry che stava quasi scoppiando a ridere e trattenne anche lui una risata.

- Innocenza?! – ripetè invece seccamente Draco – Ma che razza di discorsi fai? Se avessimo fatto sesso mi avresti cucinato per cena? -

Alla parola ‘sesso’, le orecchie di Sirius presero letteralmente fuoco da quanto erano rosse: - Harry è troppo piccolo per queste cose! Ha quindici anni! –

Remus scoppiò a ridere e non riuscì a trattenersi oltre, i tre lo guardarono, prima che Harry seguisse il suo esempio: - Sirius! Non ci posso credere! Pensi che Harry sia abbastanza cresciuto da essere trattato come un adulto nella guerra contro Voldemort, e poi non permetti che Harry e Draco possano avere dei rapporti? –

- Esattamente, Lunastorta, e ora, saresti gentilmente pregato di smetterla di ridere e stare dalla mia parte! – poi si rivolse ad Harry – E anche tu, smettila di ridere! -

- Ma Sirius! Sei piombato qui e hai detto una valanga di cose senza senso! – lo rimbeccò Harry, poi lo abbracciò di impulso – Sono felice di averti rivisto! – il viso del padrino si rilassò e abbracciò di rimando il ragazzo, lanciando però un’occhiata minacciosa a Draco.

Il serpeverde sbuffò.

E come al solito Black aveva rovinato tutto… ma doveva proprio essere suo zio?

Però, in fondo alla sua irritazione, era felice per l’espressione gioiosa dipinta suo viso del suo fidanzato: era raggiante nel rivedere il padrino dopo una lunga estate passata tra le mura di casa Dursley.

- Dai, scendiamo a cena, o Molly verrà a prenderci tutti… - ridacchiò Remus, scompigliando affettuosamente i capelli di Harry.

Harry, Sirius e Draco lo seguirono, non senza che quest’ultimo si continuassero a fulminare con lo sguardo durante tutto il tragitto.

 

 

*

 

I giorni che si susseguirono furono caotici e confusi, tra ramazze e spray contro i doxy, Draco non si era abbassato a toccare nessuna di quelle due aberranti cose, lasciando ai Grifondoro il compito di sostituirlo in quei lavori manuali.

Per una volta trovò confortante che nonna Black l’avesse preso in simpatia, solo la sua presenza acquietava il vecchio e ruggente ritratto, e se tutti volevano uscire da Grimmauld Place con le orecchie ancora perfettamente funzionanti, era necessario che Draco se la tenesse buona, impedendole di gridare ogniqualvolta qualcuno gliene desse la possibilità.

Così quei giorni, Draco li passò di fronte al ritratto a volte a parlare con la vecchia, a volte a far finta di ascoltarla. In certe sporadiche occasioni si era portato appresso anche Harry, sottraendolo al lavoro ‘umiliante’ delle pulizie di casa Black, ma la vecchia padrona di casa aveva espresso in maniera piuttosto veemente la sua disapprovazione per quella compagnia.

E poi Harry desiderava davvero aiutare e tornare a ridere con i suoi migliori amici a battute e scherzi oppure ogni volta che qualcuno trovava un manufatto strano con manie omicide.

Ma a Draco mancava la vicinanza di Harry, era sciocco ammetterlo, ma quella sistemazione che a lui risparmiava fatica fisica, lo deprimeva mentalmente, come se non bastasse Sirius si era messo in testa che Draco volesse fare chissà che cosa ad Harry quindi aveva messo il Serpeverde in stanza con i gemelli mentre Harry avrebbe dormito solamente con Ron.

La tensione poi era ben palpabile, tra l’imminente udienza di Harry e i continui misteri dell’ordine, tutti cercavano di distogliere l’attenzione dai problemi o, come Draco, a pensarci maggiormente.

Maledizione…

Non avrebbero cacciato Harry dalla scuola! Mai!

Beh, in ogni caso non era quel giorno che avrebbe ceduto alla rabbia, quel giorno era il compleanno di Harry e tutto sarebbe andato bene, quella sera, come da previsione, Molly diede il massimo di sé in cucina e furono presenti quante più persone possibili alla festicciola.

Draco si era concesso persino un sorriso quando Harry si era illuminato alla vista dello striscione recante gli auguri per il suo quindicesimo compleanno e per la festa improvvisata.

Aveva notato che in Harry c’era qualcosa di diverso, questo era avvenuto dopo l’arrivo dei gufi recanti i risultati degli esami: aveva osservato quasi con delusione la spilla in mano a Hermione, Ron e… Draco.

Quasi si sentisse escluso…

In ogni caso ora era in camera, sdraiato sul letto che gli avevano assegnato, poco prima era salito nella speranza che Harry capisse l’antifona e lo raggiungesse per stare un po’ assieme, adesso che i gemelli erano a dare fastidio a ‘Ronnino perfettino’ nella stanza accanto.

Come aveva previsto, la porta si aprì ed entrò Harry. Draco scattò a sedere immediatamente, sorridendo gioioso: - Harry… - ma quell’espressione s’incrinò all’istante nel vedere l’espressione sul viso del moro.

Harry aveva gli occhi spalancati e si mordeva il labbro inferiore nervosamente, torturandoselo ripetutamente.

- Che cosa c’è? -

- Niente – rispose Harry bruscamente, quasi volesse nascondere il suo disagio. Si andò a sedere sul letto accanto a Draco – Senti… tu… ti penti di quello che hai fatto? -

- Uh? -

- Aver tradito i tuoi genitori, esserti schierato dalla parte di Silente… -

Draco gli mise una mano sulla spalla, aggrottando le sopracciglia: - Perché questi pensieri? –

Harry scosse la testa: - Niente. Cattivi pensieri –

- Dico sul serio, che cosa c’è? Mi stai facendo preoccupare! -

Harry distolse lo sguardo, mentre rispondeva: - Moody, prima, mi ha fatto vedere una fotografia. Ritraeva il vecchio ordine della Fenice, quando ancora erano tutti vivi – fece un sorriso amaro – C’erano i fratelli Prewett che sorridevano. Sirius che sorrideva. Minus che sorrideva. I Paciock che sorridevano. I miei genitori che sorridevano. C’erano tutti. Vivi.

Draco gli passò un braccio attorno alle spalle. Non sapeva che cosa dire, non sapeva come consolare Harry: era una paura che regnava in quella casa da lungo tempo, quella di ripetere la sorte del vecchio Ordine, quella di vedere amici, fratelli, genitori, morti.

Come i Prewett. Come i Potter. Come tutti quelli che avevano sacrificato la propria vita contrastando Voldemort.

Non sapeva davvero che cosa dire a Harry.

Rispondergli con un ‘non ti preoccupare’, gli sembrava ipocrita. Certo che avrebbe dovuto preoccuparsi, erano amici quelli nell’Ordine, non sconosciuti.

Rassicurarlo con un ‘andrò tutto bene’, non se la sentiva. Come poteva lui assicurarglielo?

In quel momento avrebbe molto volentieri aver avuto sottomano il collo di Moody: ma cosa gli era saltato in mente di fargli vedere quella foto? ‘Vigilanza Costante’, ma adesso andare a preoccupare Harry in quella maniera! Conoscendo poi l’indole di Harry…

Purtroppo non aveva sottomano Moody, così continuò a stringerlo a sé fin quando Harry non riprese a parlare: - Poco fa la Signora Weasley si stava occupando del Molliccio. L’ho sorpresa perché stava piangendo. Lei… - Harry deglutì – lei stava guardando il cadavere di Ron –

Draco lo strinse di più.

- Le ho detto ‘Signora Weasley’… e lei si è asciugata le lacrime. ‘Riddikulus’, ha detto, e il corpo di Ron è sparito per far posto a quello di Bill. Poi in quello dei gemelli, di Percy… il mio -

Draco si chinò su Harry, gli tappò la bocca, suggellandola al silenzio: - Basta… Basta, Harry – il cadavere di Harry… oh, questo sì che era tremendo… - Basta… -

Harry lo abbracciò: - Scusa, non volevo… -

- Harry… ascoltami – il cadavere di Harry… Draco si impose di non pensarci – Harry, noi tutti stiamo facendo dei sacrifici per non permettere a Voldemort di perdurare. Non posso dirti che quello che hai visto non accadrà, solo, bisogna impegnarci a fondo, sempre, senza permettere alle nostre paure di impedirci di  lottare. Dobbiamo impegnarci, affinchè le nostre paure più grandi non si materializzino davanti agli occhi -

Dal petto di Draco, giunse la voce di Harry: - Ho pensato… che sarebbe stato orribile vedere quali siano le mie paure. Ho pensato… che cosa farei se di fronte a me ci fossero i… corpi delle persone a cui tengo di più? Se ci fosse il tuo, Draco! e tu che hai abbandonato la tua famiglia per seguirmi… -

Draco gli sollevò il viso, aveva un’espressione così triste, così affranta: - Ti ho seguito perché ti amo. Ma anche perché è giusto che seguissi la tua causa. Se morissi, Harry, non avrei rimpianti – sbuffò – Adesso però basta fare certi pensieri, che portano sfortuna! Siamo peggio della Cooman! – scherzò sorridendogli. Il cadavere di Harry… se lui si fosse trovato di fronte il cadavere di Harry?

Harry sorrise di rimando, scacciando le sue paure: - Posso stare ancora un po’ qui con te? –

- C’è bisogno di chiederlo? -

Draco si sdraiò, attirando a sé Harry, facendo in modo che il capo di Harry posasse sul suo petto. Si godette la sua presenza, viva e rassicurante, di un corpo caldo, pulsante di vita, suo.

Chiuse gli occhi, sospirando di sollievo, attirò immediatamente l’attenzione di Harry: - Che cosa c’è? –

- Harry… -

- Sì? -

- Ti proteggerò io -

Il capo di Harry si sollevò, sorrideva mentre si chinava sul viso di Draco: - No, ti proteggerò io. Sono io il Grifondoro – rise, mentre lo baciava. Draco lo baciò di rimando e quando si separarono passò una mano sul suo viso, come una carezza – Ti proteggo io – lo disse serio, tanto che Harry non vi scherzò sopra, annuì – Lo so – si chinò nuovamente su Draco, per suggellare quella risposta con un altro bacio quando un rumore lo fece sobbalzare.

Un sonoro crack provenne dal centro della stanza, i due si voltarono verso i gemelli, appena materializzatisi: - Ehi, abbiamo interrotto qualcosa di molto piccante? – chiese uno.

- Continuate pure, non fate caso a noi -

- Già, non vi saremo fastidio. Però meglio accendere la luce, altrimenti non riusciamo a vedere che cosa state facendo -

Una vena si formò lungo la tempia di Draco: - FUORI DI QUIIIII, PERVERTITI GUASTAFESTE! –

Come chiamato da un incantesimo di appello, o per meglio dire, dall’istinto canino-paterno, apparve Sirius spalancando la porta.

Vide il suo figlioccio che invano stava trattenendo Draco per la vita e i gemelli che ghignavano. Soprattutto vide il suo figlioccio e Draco su un letto.

Tenendo fede ai legami di parentela con Draco, si formò una venuzza lungo la tempia: - STAVI CERCANDO DI ATTENTARE ALL’INNOCENZA DEL MIO FIGLIOCCIO!? –

- Maledetti Grifondoro impiccioni e bigotti! -

- STAI LONTANO DAL MIO FIGLIOCCIO PER ALMENO CINQUE METRI! -

 

 

THE END

Mistress Lay

 

 

Notes: Grazie a tutti coloro che hanno letto e commentato Gryffindor’s Case e a coloro che l’hanno messa tra i preferiti. Spero che ci sia ancora qualcuno che voglia leggere il sequel… .___. *me desolata*

Personalmente mi sono innamorata di questo Sirius… eheh, adoro quando si becca con Draco! XD

 

Thanks to coloro che hanno letto questo obbrobrio.

Commentate, eh!

Miss

 

 

 

 

 

 

 

  
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