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Autore: Ofeliet    06/04/2015    0 recensioni
« Senpai. »
« Mhh. Che c’è? »
« Non ti sembra che la giornata stia durando un po’ troppo? » Nijimura alza lo sguardo dalla sua rivista, puntandolo sul suo adorato kohai. Beh, non più. Eppure Haizaki sembrava quasi divertirsi nel chiamarlo in quella maniera, non preoccupandosi nemmeno di ricevere uno scappellotto.
« Probabilmente sarà in corso una storia e l’autrice non sa come finire la giornata. Oppure è impegnata a fare le descrizioni. »
« Ah. » Haizaki si trova ad accettare quella spiegazione, sorseggiando un poco del proprio tè e tornando alla propria lettura. Questo finché Kise Ryota non fa la sua disperata trionfale entrata in scena.
« Haizaki, ci servi. »

{ continuo di 「Damn, not again!」| OOCness | KaKuro NijiHai e AoMomo }
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The fall of Fourth Wall'
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« Senpai. »
« Mhh. Che c’è? »
« Non ti sembra che la giornata stia durando un po’ troppo? » Nijimura alza lo sguardo dalla sua rivista, puntandolo sul suo adorato kohai. Beh, non più. Eppure Haizaki sembrava quasi divertirsi nel chiamarlo in quella maniera, non preoccupandosi nemmeno di ricevere uno scappellotto.
« Probabilmente sarà in corso una storia e l’autrice non sa come finire la giornata. Oppure è impegnata a fare le descrizioni. »
« Ah. » Haizaki si trova ad accettare quella spiegazione, sorseggiando un poco del proprio tè e tornando alla propria lettura. Questo finché Kise Ryota non fa la sua disperata trionfale entrata in scena.
« Haizaki, ci servi. » dice, statuario. « Oh, Nijimura-senpai! »
« Non ne ho voglia. »
« Veramente, nemmeno io avevo voglia di venire a prenderti. Ma la scelta era tra me e Aominecchi, e non credo saresti stato felice di vederlo. » il biondo incrocia le braccia al petto, assottigliando lo sguardo. Haizaki capisce al volo.
« Oddio, no. »



悪夢だよー!
akumu da yō!



Se deve essere sincero, Haizaki crede di non avere abbastanza forza. E’ sopravvissuto a una madre negligente, un’adolescenza disastrata, a un senpai che lo menava per dimostrargli il suo affetto, un piccolo psycho più pericoloso di quando immaginasse e Aomine Daiki, a cui doveva restituire un bel livido.
Però capire in cosa si era cacciato gli tolse tutte le energie in suo possesso. Non era abbastanza forte per inserirsi in una storia di Mary Sue.
D’accordo, aveva una lunga esperienza come antagonista – si appuntò di aggiungerlo al proprio curriculum, in futuro – ma quella cosa andava ben oltre la sua portata. Era abituato a essere malmenato da Nijimura, con il quale aveva da poco stabilito una relazione che poteva essere chiamata seria, ma quello che stava per subire poteva benissimo essere chiamato maltrattamento.
Si sentì improvvisamente grato del suo pessimo ruolo. Non aveva la stessa visibilità di Kise. O Aomine, o Akashi. Almeno lui, salvo qualche rara eccezione, era al sicuro.
Si concesse di provare un po’ di pena per il resto del cast.
« Haizaki-kun. » Shougo si morse la lingua per lo spavento.
« Tetsuya. » bofonchiò, cercando di riprendere un minimo di sensibilità.
« E’ strano vederti qui, Haizaki-kun. »
« …E’ strano anche per me. » a quel punto, notando che lo sguardo di Tetsuya fosse ben oltre, Haizaki si trovò a seguirlo. Vide Kagami e una ragazza.
« E’ lei? »
« Sì. » ai suoi occhi, non era minimamente attraente. Nonostante la Suethor avesse cercato di riempirla di opulente descrizioni, che le volteggiavano intorno tranquillamente dandogli quasi fastidio, Haizaki trovò quel personaggio solamente irritante.
« Meh, niente di speciale. »
« Non so se stai cercando di essere gentile, Haizaki-kun, ma sta funzionando. »
Shougo si trova a non sapere la risposta. In fondo, Kuroko era un povero diavolo al quale veniva fregato puntualmente il fidanzato – tutti ormai sapevano che stavano insieme. E lo subiva stoicamente.
Fosse stato al suo posto, si sarebbe ribellato molto tempo fa.
« Piuttosto, perché sono qui? »
« Servi per un flashback alla Teiko. » la frase lo raggiunge all’ultimo. In un attimo, fanno nuovamente capolino i suoi capelli argentei e la divisa delle medie.
« Merda. »

Osservando Haizaki andarsene canticchiando quella che gli sembra “Let it go” – in inglese, soprattutto –, Kagami non riesce a frenare la sua perplessità. Scuote la testa. Aveva ben altri problemi.
Il primo, il fatto che Kuroko lo evitasse come la peste.
E il secondo che, come Akashi ha supposto e scoperto – come, sfugge all’umana comprensione – che l’ultimo ostacolo verso il finale sarà proprio lui. Lui e le sue forbici. Nel frattempo l’oggetto dei suoi pensieri si liscia con nostalgia l’uniforme delle medie, sospirando.
« C’è ben poco da fare. » nella sua mente risuona la voce del suo fratello minore.
« Finirà anche questa. » pensa di rimando, cercando di infondere un poco di tranquillità nell’altro. Era un bravo nii-san, lui.
« E ne inizierà un’altra. Dovremmo prendere il controllo di questo perverso business. »
« E come credi di fare, otouto? » Bokushi ha sempre avuto idee geniali quanto pericolose. Ancora ricordava con un brivido la sua promessa di cavarsi gli occhi per motivare la propria squadra.
« Ascoltami bene… »
« E’ una mia impressione, o Akashi si sta alternando? » Aomine non può che sentirsene inquietato. Satsuki era seduta poco distante da lui, con espressione seria. Adesso era lei l’amichetta del cuore. E ciò comportava una dose di OOC incredibile.
« Forse. » gli risponde, non prestandoci troppa attenzione. Cosa che Aomine non sopportava.
« Ohi, Satsuki! »
« Dai-chan. » la voce di Momoi è lapidaria. « Sai cosa significa avere questo ruolo? Essere completamente snaturata, perdere il proprio essere? Lo sai?! » Aomine, il potente e lucente Aomine, deglutì.
« Non dirmi che hai pure il ciclo. » quando Kuroko si trovò a fare da scudo a quella pantera fifona che era Aomine, comprese che Momoi-san non stesse affatto bene.
« Aomine-kun, sei peggio di Kagami-kun. »
« Tetsu, quella donna è pericolosa! »
« Momoi-san è solo stanca e un po’ nervosa. » replica lapidario Kuroko, assumendo un’aria seria.
« Quindi dovrei portarle da mangiare? »
« Sarebbe il minimo. »

« Kagami Taiga. » nel sentire quella voce, la spina dorsale del ragazzo ha un violento brivido. Nell’incontrare occhi eterocromatici voltandosi, la sua preoccupazione cresce in maniera esponenziale.
« Sì, che vuoi? »
« Un linguaggio da contadino, come sempre. » sussurra Bokushi. Scuote la testa. Forse non era una buona idea. « Vorrei proposti un patto. »
« Nel quale ti impegni ad ammazzarmi, come minimo. »
« Prego? »
« Se io crepo, farò in modo che il mio fantasma ti perseguiti in eterno. Soprattutto se oserai avvicinarti a Kuroko. »
« Santo cielo, perché sei dell’idea che io sia fissato con Kuroko? »
« Lo dicono le fangirl. »
« Oh. » e quelle erano creature tanto spaventose quanto veritiere. « Beh, insomma. Non è questo il punto. »
« Preferirei che finisse con Aomine che con te. »
« Taiga, piantala di fare la moglie gelosa! Sei ancora vivo, per la miseria! » era raro che Bokushi perdesse la pazienza, ma nel caso succedesse era un fatto eclatante. L’OOC non rendeva le cose facili, poi.
L’attenzione di Kagami, però, si svia presto. Perché ai suoi occhi c’è un rivale ancora più pericoloso: Ogiwara Shigehiro.
« Devo dire che mi ha sorpreso la tua richiesta di una shortcake. » dice Shigehiro, allungando il sacchetto contenente la torta.
« Non è per me. » risponde Kuroko, avvicinandosi a Momoi e offrendole il dolce. Inutile narrare dell’abbraccio stritolatore.
« Oh, Tetsu-kun, sei un vero gentleman! » Satsuki quasi piange, nell’assaggiare il dolce. « Mica come Dai-chan! »
Ogiwara si trova ad osservare quel quadretto affettuoso, prima di percepire un’inquietante bruciore sulla nuca. Non ha nemmeno bisogno di voltarsi.
« Kuroko, quante volte dovrò dire al tuo ragazzo di essere etero? »
« Parecchie, Ogiwara-kun. » Shigehiro si lascia andare a una risata nervosa, cercando di sviare il discorso.
« E così, anche oggi siete al lavoro. »
« Già. » conversare con una tigre alle spalle che pensava di divorarti non era semplice. Se si aggiungeva la vista del soggetto che ti ha fatto odiare ciò che amavi, l’umore inevitabilmente calava a picco.
« E’ una fortuna non essere coinvolto. »
« Solo perché entri nella trama molto tardi. Dopo aver girato la terza serie, e soprattutto quando il mondo la vedrà, toccherà anche a te. » Ogiwara deglutisce.
« Stai cercando di spaventarmi? »
« Ci sono riuscito? »
« Credo proprio di sì. »
« Benvenuto nel club. »





Eccoci qui con il seguito di questo.
Surprise, surprise. ~❤
Che dire? C'è un po' di NijiHai, l'onnipresente KaKuro, accenni di un'affettuosa AoMomo e Ogiwara! *O* Le avventure continuano.
Non me la sono sentita di strapazzare troppo Haizaki, d'altronde è un pargolo incompreso. Invece Aomine lo strapazzamento se l'è cercato, altroché. Don't mess with a woman. Se fa di cognome Momoi, soprattutto.
I due Akashi tramano nell'ombra, successivamente vedremo se riusciranno a prendere il controllo del perverso business. "Otouto" significa "fratello minore", giusto per specificare.
E niente, prendetela con leggerezza. <3
   
 
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