Luly, that’s for you.
All I want for Christmas
22
dicembre 2008
Se ne stava seduta da dieci
minuti buoni davanti alla Sony entertainment, dove si
svolgeva la festa natalizia dei dipendenti prima di Natale. Il vestitino di
lana che indossava aveva smesso da tempo di tenerla al caldo, e anche il
cappotto candido che aveva acquistato la settimana prima perché era tanto carino, non suppliva
decentemente al freddo esagerato di quella sera di fine dicembre.
Si strinse nelle spalle per
radunare quel poco di calore che le calze a fantasia lasciavano impunemente
traspirare dal suo corpo e sospirò, osservando la nuvoletta bianca della
condensa del suo respiro librarsi nell’aria.
“Nara è un coglione”.
Ino si voltò, fissando gli
occhi stupiti in quelli di uno scocciato Kiba. Lui
nemmeno si curava di nascondere il suo sguardo indiscreto, che vagava
compiaciuto e indeciso tra la scollatura della ragazza e la sua gonna corta, ai
suoi occhi sempre e comunque troppo lunga.
Ino sbatté le palpebre un
paio di volte, poi tornò a guardare incredula la scena che le
si parava dinanzi: dal vetro della finestra si vedeva chiaramente Shikamaru,
in vetrina quasi, sorridere affabile alle due donne che lo riempivano
d’attenzioni senza perderlo di vista un secondo. L’uomo sfiorava confidente le
spalle nude di Temari, fasciata in un lungo abito
nero che ne evidenziava le curve, e si complimentava
con Shiho, raggiante per le sue inaspettate
attenzioni nel suo vestito verde, che cozzava in maniera eclatante coi suoi
capelli rossi. Molto natalizia, però.
La Yamanaka
sospirò di nuovo, celando la sua noia nel soffiare calore sulle sue mani, gelate nonostante fossero avvolte in guanti di cachemere.
“Ciao Kiba”
lo salutò poi.
“Nara è un fottuto coglione” rispose il
ragazzo, continuando per la sua strada. “Ne ha due per le mani, e non si
decide. Non capisce che non bisogna scegliere per forza; più si è, più ci si
diverte!” sorrise con fare animalesco.
“Pervertito” commentò secca Ino.
Kiba si voltò verso di lei, con una strana espressione in volto “Tu invece
sei fottutamente figa, Yamanaka” dichiarò ammirato.
“Chapeau” rispose Ino senza fare una piega. “Già ubriaco
prima di cena, Kiba?” domandò poi ironica.
“Io sono sempre onesto, Yamanaka, non solo quando sono
ubriaco.” Evidenziò lui scandendo le parole “Dovresti esserne lusingata”.
“Lo sono” annuì lei, un
leggero rossore sulle guance nivee, forse dovuto al freddo, forse no.
“Con quella faccia?” domandò Kiba, perplesso.
“Perché,
mi hai anche guardata in faccia?” si stupì Ino “Ora sono davvero lusingata” sorrise.
Kiba si
portò una mano al petto con fare teatrale: “Ino, tu mi ferisci”.
“Oh, mi piacerebbe” rise Ino “I tacchi non sono stati inventati per camminare,
sai?”
Kiba fece
schioccare la lingua sul palato, pronto a sganciare una delle sue frasi ad
effetto sicuro: “Sei già bella da far male, Ino, non ti devi sforzare”.
La ragazza rise genuinamente:
“E tu originale da far paura, Kiba. È la stessa cosa
che hai detto a Matsuri, due settimane fa, a casa
mia.”
“Proprio con me non ci vuoi
uscire, eh?” sospirò allora lui, prendendole le mani tra le sue e
riscaldandole.
“Siamo usciti insieme per due
anni, Kiba” puntualizzò Ino lasciando le mani di lui e cacciandosele in tasca.
“Beh, è da tre che non
usciamo” insistette lui.
“…e
da cinque anni mi tradivi” specificò lei.
“Non ci posso fare niente…”
“…è più forte di te, lo so”
annuì la ragazza, un velo di rimprovero nella voce. Il che non fece perdere
d’animo l’Inuzuka: “Non è che
potresti mandare un attimo la tua coscienza a fare la spesa e prendere in
considerazione l’idea di me? Penso
davvero che tu sia bellissima”.
“Lo so…” annuì Ino, il tono basso mentre il suo sguardo vagava – di nuovo – all’interno
del locale.
“Sai anche che ti scoperei qui
e ora, se non te ne fossi uscita con quella storia che siamo
amici?”
Ino deglutì. Non era più
abituata a certi commenti diretti. Guardò Kiba negli
occhi, poi abbassò lo sguardo e con un fastidioso groppo in gola portò gli
occhi altrove. Stranamente, al di là della vetrata.
“Ora” sentì il respiro caldo
di Kiba sul collo “Qui” avvertì
mentre le sue mani le circondavano la vita.
“Kiba,
ti ho detto di no!” lo allontanò Ino, quasi violentemente.
“Perché
non sei ancora entrata, se ti scocciava tanto stare con me?” domandò allora
lui, curioso.
“Perché
avrei dovuto?” chiese lei di rimando, scocciata.
Kiba la ammirò
per un attimo, mentre lo sguardo di lei vagabondava
per l’ennesima volta oltre il vetro trasparente, a cercare il ragazzo dal
codino.
“Sei gelosa di Nara?” scandì Kiba scoppiando a ridere, incredulo alle sue stesse parole.
Ino non lo degnò di risposta.
“Non sei mai stata gelosa di
me” puntualizzò quasi offeso. “E tu e Nara non siete
nemmeno…”
“Ino”. Shikamaru si precipitò
all’esterno del locale senza perdere la sua eleganza. In pochi secondi prese la
mano della ragazza e la intrecciò alla propria, poi senza lasciarle il tempo di
parlare la tirò a sé baciandola avidamente. E tanti saluti
alle sue auto-imposizioni di riservatezza in campo di comportamento pubblico.
Kiba spalancò le fauci senza volerlo.
“Mi sei mancata” sussurrò
Shikamaru non lasciando la presa, ma facendo scorrere le mani su e giù sulle braccia di lei, per riscaldarla. “Dentro era una noia
mortale” aggiunse prendendo nuovamente possesso delle sue labbra.
E
Shikamaru non era così di solito.
Kiba si
schiarì la voce: non gli era mai piaciuto sentirsi di troppo.
“Ah, Inuzuka,
buona sera” lo salutò poi Shikamaru per nulla colpito dalla sua presenza. Come se non si fosse accorto che era lì. “Anche
tu qui?” chiese poi ironico.
A Ino
venne da ridere. Si bloccò solo perché Shikamaru l’aveva stretta a sé,
premendola contro il suo petto.
“Sei un fottuto
bastardo, Nara. Lo sai, sì?” fece l’Inuzuka andandosene.
“Ciao, sogno” fece poi in
direzione di Ino.
“Ciao Kiba”
rispose quella.
“Addio” terminò Shikamaru, in
tono per nulla affettuoso.
“Peccato” si strinse nelle spalle Ino “per un po’ ho sperato in un combattimento
all’ultimo sangue per il mio amore” sospirò.
Shikamaru per tutta risposta sbuffò.
Ino e le sue romanticherie.
“Ti piace proprio fargliela
pesare, eh?” rincarò poi la dose lei sorridendo in direzione del ragazzo.
“Mai quanto avere la mia
ricompensa per questo” fece lui sfiorandole le labbra. Sapeva che lei adorava
vederlo geloso. E sapeva che il tutto sarebbe stato
ripagato egregiamente. Per ore e ore. La girò verso di
sé, baciandola con passione per farle capire chiaramente dove volesse arrivare.
“E
io che pensavo che il pervertito in questione fosse Kiba”
sospirò Ino sorridendo sulle sue labbra. Shikamaru sorrise a sua volta
piantandole una scia di baci lungo il collo, mentre la sua mano si intrufolava, gelata, sotto il vestito di lana di Ino,
candido.
“Non ci pensare, Nara” lo rimproverò
scherzosa lei, prendendogli la mano senza lasciargliela.
“Oh, ci ho pensato tutto il
tempo, là dentro” mormorò lui, non desistendo.
“E
magari Shiho ha pensato che fosse per lei” rise Ino prendendolo
per la cravatta e stringendolo ancora di più a sé.
“Da me o da te?” tagliò corto
Shikamaru, mentre Ino lo guardava tranquilla.
“Dai tuoi” rispose.
Shikamaru sbiancò
all’istante: “Amore, vanno bene tutte le fantasie che vuoi, ma dai miei…”
“Andiamo a prendere l’albero,
dato che i tuoi stanno in montagna” elaborò Ino, scuotendo le spalle.
“Stai scherzando?”
“Te l’ho detto anche la
settimana scorsa”
“Io non me lo ricordo”.
Ino lo fulminò con lo
sguardo: che Shikamaru si ricordasse o meno, del
resto, era del tutto irrilevante.
Il ragazzo cambiò strategia,
carezzandole il volto. “D’accordo. Poi però…”
“…andiamo a cena” terminò
Ino.
“Sì” concesse di nuovo
Shikamaru “Poi…”
“Poi ci scambiamo i regali”
“Ecco la parte che aspettavo”
“Pervertito! Lo sai che non
siamo soli, sì?”
“Più siamo meglio è!” sorrise
Shikamaru. Ino lo guardò interdetta. “…direbbe Kiba”
terminò poi divertito. Ino sembrava sul punto di rimproverarlo.
“Non sbaglia sempre Kiba…” si giustificò lui “Lo sai
che vestita così sei davvero magnifica, sì?”
Ino arrossì fino alla punta
dei capelli, uno splendido contrasto col suo cappottino bianco.
“Lo dici per portarmi a
letto?”.
Shikamaru fece schioccare la
lingua sul palato, suono che non aveva nulla del complimento volgare di Kiba ma che evocava tutti altri ricordi “Lo sai qual è la
differenza tra me e Kiba?” domandò
poi con un soffio leggero all’orecchio della ragazza “Che lui ti diceva di
amarti per portarti a letto; io ti porto a letto per amarti”. Poi, presale la
mano, la accompagnò alla macchina stringendola a sé.
Mancavano tre giorni a
Natale.
Ok, fine delirio.
Se non si fosse capito, questa ff è stata
scritta per il compleanno di quella meravigliosa baka
che è la Luly…
…che compie gli
anni a due giorni di distanza da me e cambia segno, come Shika
e Ino<3 (loro a uno, ma non importa…)
…che è un piccolo folletto baka
…che ha un’emoticon tutta sua su msn
…che ha organizzato lo ShikaIno
day, e il MB day, e tra un po’ – ne sono sicura – avrà una gara di cosplay tutta sua!
…che ha gusti
splendidi in fatto di pairing (v. punti successivi)
…che ama il KibaIno, ma che ha un’indelebile anima bianca
…che ha il
profilo pieno di ShikaIno, e continuerà ad essere così
perché è cosa buona e giusta ù.ù
…che è un amore, punto.
Luly, io ci ho provato, ma proprio il KibaIno faccio fatica a digerirlo. A meno che, chiaramente,
non finisca ShikaIno <3.
Qualche piccolo
appunto pro-MB: lo so, caVe,
che avete sicuramente notato il simbolismo dei colori dei vestiti. E Ino in
cappotto biancoH è uno
spettacolo, per Kiba e per Shika.
Grazissime ad Akami per il betaggio,
“pistina” XD.
Grazie anche a Recchan, che mi
ha controllato l’IC di quel pervertito dell’Inuzuka e
che risponde con impossibile solerzia e puntualità a tutte le mie domande
assurde che escono dal nulla.
E grazie a Shika e Ino, di esistere, a modo loro :P.