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Autore: _ Arya _    07/04/2015    12 recensioni
Sequel di "Rescuing The Jolly Roger Helmsman - Storybrooke Hospital"
La specializzanda Emma Swan, sta vivendo la sua nuova vita col paziente a cui tre mesi prima ha salvato la vita. Lo stesso vale per la sua collega e migliore amica Regina Mills.
Frequentarsi al di fuori dell'ospedale è fantastico, quanto diverso. Ci si inizia a conoscere più a fondo, ed è a qual punto che una relazione può rafforzarsi o distruggersi.
Soprattutto quando si è davvero innamorati, non è facile essere il fidanzato di un chirurgo la cui vocazione è salvare vite, non a Storybrooke quando non sai mai cosa ti aspetta dietro l'angolo.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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It's cool being a surgeon's boyfriend



EMMA POV

Tante cose erano cambiate nei due mesi successivi alla dimissione di Killian dall'ospedale.
Si era stabilito da Robin per il tempo di riabilitazione, ma la maggior parte del tempo la passava a casa con me. Con me, Henry, e Lily. Si era dimostrato piuttosto bravo a fare il padre, dopo solo qualche giorno aveva iniziato a tenere la piccola al mattino, quando io ero al lavoro.
L'avevo visto spaventato, inizialmente, perché non aveva la minima esperienza coi bambini, ma sembrava gli venisse tutto naturale. Aveva imparato a darle da mangiare, cambiarla e perfino farle il bagnetto senza aiuto, nonostante avesse una mano sola: ero orgogliosa di lui, e felice della sua testardaggine.
In più, non solo mi aiutava di giorno, ma le notti che passava con me – e non erano poche – mi dava i turni con Lily, in modo che mia sorella potesse dormire in pace. In questo modo sia io che lui riuscivamo a dormire abbastanza, avevamo costruito una perfetta sincronia.
Tante cose erano cambiate, ed erano cambiate in positivo.
La mia vita era cambiata in positivo.
Avevo un uomo che amavo ogni giorno di più, e lo stesso valeva per lui. Avevo avuto un po' paura, all'inizio, paura che la convivenza non funzionasse, paura che fuori dalle mura di quell'ospedale la nostra relazione andasse in crisi, che lui si sarebbe stancato di me. Che si sarebbe stancato dei miei orari assurdi, e che avrebbe cercato una donna meno complicata.
E invece no: ogni giorno andava a prendere Henry a scuola, e portava lui e Lily a pranzo da me.
Per me quella era la mezz'ora di pausa di metà giornata più bella e più attesa ogni volta, perché potevo staccare la spina e trascorrere del tempo con le persone che amavo. Una volta a settimana, però, veniva da solo, in modo che potessimo mangiare velocemente e poi utilizzare la stanza del medico di guardia per consumare quella passione che ogni giorno continuava a essere più viva che mai.
Nonostante per affidarmi Lily mi avessero posto l'obbligo di continuare la terapia col dottor Hopper, era ormai un mese che aveva deciso che potevo cavarmela da sola. Certo, tutto quello che mi era successo non era svanito e basta, ma lui stesso aveva ammesso che non avevo bisogno delle sue sedute per superare il tutto.
In realtà, nonostante Killian in certe occasioni continuasse a essere di una premura estrema, stavo bene. L'unica cosa che continuava a stressarmi era il lavoro, ma non mi pesava, continuavo ad amare quel che facevo, e cercavo di impegnarmi al massimo anche per sperare di ottenere il ruolo di specializzando capo. Non mi sarei tagliata le vene se non lo fossi diventata, ma sicuramente mi avrebbe fatto piacere
Inoltre, l'altra novità era che Killian aveva iniziato a lavorare con la protesi – e non solo quella con l'uncino. Aveva deciso di iniziare ad utilizzarla nel momento in cui, recatosi al lavoro per chiedere come fare a riottenere il permesso di riprendere, gli avevano detto chiaramente che con un solo arto sarebbe stato difficile, se non impossibile.
Ero stata io ad accompagnarlo in ospedale quando si era deciso, ed inizialmente era stato pieno di dubbi, non voleva una “mano finta”, come l'aveva chiamata, ma si era convinto, perché come me amava il suo lavoro. Oltre ad una terapia abilitativa, gli avevano proposto anche quella psicologica, che aveva gentilmente rifiutato. Anche in questo era identico a me, quindi era stato certo che due chiacchiere con lo psicologo non l'avrebbero convinto che quella mano fosse vera.
Non la portava quasi mai, non davanti a me, ma sapevo che stava facendo progressi, e da una settimana aveva iniziato, nel pomeriggio, ad andare in barca col suo superiore. E a quanto mi aveva detto ci aveva preso la mano piuttosto in fretta, stava andando bene.
Lo stesso valeva per Robin e Regina, che passavano tanto tempo tra di loro e con Roland; quando Killian era da me, era la donna ad andare a passare il tempo lì.

-Splendore, lo so che sotto questo sole è rilassante e viene anche sonno... ma hai fame? Si è fatta ora di pranzo...
-Oh...- aprii gli occhi, per ritrovarlo chino su di me, col viso a pochi centimetri dal mio. Ne approfittai per dargli un bacio, poi mi tirai su a sedere.
-Puoi scommetterci!
La giornata era particolarmente bella, ed avendo un nuovo week end libero, la domenica avevamo deciso di trascorrerla a fare un pic nic solo noi quattro: io con Killian, e Robin e Regina. Lily ed Henry invece erano con i nonni, che avevano reclamato la loro quasi nipotina per sé, almeno per una volta.
-Emma Swan, diventerai una balena un giorno di questi, me lo sento!- Regina rise di gusto mentre mi guardava aprire il cestino da picnic con golosità, tirandone fuori ciò che io e lei avevamo preparato per la giornata: tramezzini con prosciutto, formaggio e pomodoro fresco, risotto, dolce al cacao e macedonia. Da bere avevamo portato rigorosamente delle lattine di birra, insieme ad una bottiglia d'acqua.
-Tranquilla, non c'è pericolo- intervenne Killian con un ghigno -ci sono io, e la tengo allenata tutti i giorni!
Gli altri due risero, e io diedi una bella gomitata nelle costole a quello stronzo del mio uomo: ora che era completamente guarito non avevo motivo di andarci cauta, ed ero estremamente contenta di ciò.
-Tutti i giorni spero sia un modo di dire...- commentò la donna guardandomi, mentre le porgevo un panino.
-No- sorrisi allusiva, lasciandola basita.
-Beh, che c'è di male ad avere una vita sessuale attiva!- risi -Ed è anche un ottimo rimedio al mal di testa e alla stanchezza... soprattutto sotto la doccia.
-Sì ok Swan, risparmiaci i dettagli, sappiamo anche io e Robin come si fa.
-Tranquilla, era solo un suggerimento!- addentai il mio tramezzino e lasciai che Killian mi cingesse le spalle, mentre iniziava a mangiare anche lui.
Era bello poter fare un picnic al parco sotto il sole, sull'erba verdissima di fronte al laghetto.
-Ah, Killian. Ora che ci penso, non ti ho chiesto che hai intenzione di fare con la casa a Portland!- feci voltandomi verso di lui. Una sola volta avevamo parlato della sua situazione, alla fine della riabilitazione, ma il discorso era caduto dato che poi aveva iniziato a frequentare l'ospedale anche per la nuova mano.
-Non posso approfittare per sempre dell'ospitalità di Robin. Quindi... sai, pensavo di tornarci una volta finite le riabilitazioni varie. In fondo è a meno di un'ora di macchina da qui...
-No!- esclamai scandalizzata, guardandolo negli occhi -Non puoi. È... lontano.
-Ci vedremmo comunque tutti i giorni tesoro, non ti preoccupare.
-No. Non puoi fare ore di macchina ogni giorno. E poi lavorerai e non ci sarà tempo e... no.
L'uomo mi guardò con dolcezza, e mi accarezzò una guancia per poi baciarmi sulle labbra. Forse stavo reagendo con un po' troppa esagerazione, ma mi ero abituata ad averlo sempre intorno. Non volevo che andasse ad abitare a un'ora da Storybrooke, sarebbe cambiato tutto.
-Per me, puoi rimanere quanto vuoi. Non ho nessun problema- intervenne Robin, rassicurandolo.
-Grazie, però... non possiamo convivere insieme per sempre. Non siamo sposati.- scherzò, prendendo una forchettata di riso.
-Ti troverai una casetta o un appartamento qui. Non costano nemmeno tanto.- feci decisa, stringendomi a lui.
-Va bene Emma, ne parleremo. Non farò nulla che ti faccia star male, è chiaro? E poi anch'io voglio starti vicino...
Gli cinsi il collo con le braccia e lo baciai prima con dolcezza, e poi con passione, tanto che finimmo stesi a terra l'una sull'altro.
Mi prese i fianchi e continuò a baciarmi, più lo faceva più mi sentivo al sicuro; più mi baciava, più mi prometteva che non si sarebbe allontanato.
Avevo pensato anche di proporgli la convivenza, dato che praticamente abitava 4-5 giorni alla settimana da me, ma non mi ero sentita pronta per parlarne al momento. Non che non lo volessi, solo non volevo rischiare di affrettare troppo i tempi... ma era possibile che prima ancora che iniziasse a cercare casa riuscissi a tirare fuori l'argomento.
-Se domani vi arriva una denuncia per atti osceni in luogo pubblico non sarei sorpresa. Contenetevi un po', non siete due liceali!
-Oh dai miss perfettina, lasciati andare... sono certo che anche Robin si farebbe denunciare per atti osceni in luogo pubblico per un po' di coccole!
 

KILLIAN POV

Non potevo chiedere nulla di più dalla vita, a questo punto: si era portata via la mia mano, ma non era nulla in confronto a ciò che mi aveva donato. Nulla in confronto alla donna fantastica che da più di due mesi avevo ormai al mio fianco, e che amavo più della mia stessa vita.
Mi tirai su aiutandomi con l'uncino, che si era dimostrato piuttosto comodo come mano di supporto, oltre che divertente da portare.
Emma rimase tra le mie braccia, e mi baciò ancora una volta, prima sulle labbra e poi sulla guancia. Vederla così sorridente e felice mi riempiva il cuore di gioia, ed era questa l'espressione che avrei sempre voluto vedere dipinta sul suo bel visino.
La donna mi afferrò l'uncino, e lo portò sui suoi capelli, scostandone una ciocca per mettersela dietro l'orecchio. Io sorrisi, era un gesto così dolce, e non era la prima volta che mi dimostrava con piccole azioni di amare ogni parte di me.
-Non voglio proprio provare a immaginare cosa fate con quel coso voi due...- commentò Regina, indicando il mio uncino.
-Oh, anche se ci provassi non riusciresti mai a immaginare...- la provocai, per poi sfiorare il fondoschiena di Emma col metallo.
-Mi farete diventare diabetico per quanto siete... diabetici...- aggiunse anche Robin, guardandoci sorridente, per poi dare un bacio alla sua donna, che per quanto lo negasse sapeva essere dolce anche lei. Intatti gli stava accarezzando i capelli con una mano, e il collo con l'altra.
Io intanto accarezzai una gamba di Emma, fino al ginocchio dato che sopra portava dei leggins colorati che rendevano difficile poter andare oltre.
-Ma tu una gonnellina o un vestitino mai?- mi lamentai, facendola scoppiare a ridere.
-Lo sai che non sono il tipo da vestitini a fiori- mi ricordò -e poi non sarebbe troppo comodo per rotolarsi sull'erba...
-Non hai tutti i torti...- sussurrai sulle sue labbra, e con un dito accarezzai la piccola cicatrice bianca che aveva sotto il mento. Era lì da quando il suo ex le aveva fatto del male, e nonostante fosse quasi invisibile sembrava non volersene andare del tutto. Però mi avrebbe ricordato per sempre che avrei fatto ogni cosa in mio potere per difenderla. E soprattutto, mi avrebbe ricordato che per quanto lei fosse forte, aveva comunque bisogno di qualcuno che la proteggesse. E quel qualcuno sarei stato io. Per lei, e anche per Lily.
Ero sul punto di baciarla nuovamente quando un urlo molto forte, proveniente da non troppo lontano, squarciò l'aria.
Emma e Regina saltarono subito in piedi, pronte, guardandosi intorno.
Mi tirai su anch'io, e sotto un albero a una cinquantina di metri da noi mi sembrò di vedere una ragazza rannicchiata, con altre due persone intorno a lei.
Indicai la scena alle due, e prima ancora che avessi il tempo di dire “a” accorsero in quella direzione, e io e Robin non potemmo far altro che seguirle.
La ragazza rannicchiata sembrava sulla quindicina, e piangeva disperatamente tenendosi il braccio.
-Lasciatemi dare un'occhiata, sono un medico!- esclamò Emma, e quelli che dovevano essere i genitori le fecero spazio in modo che potesse chinarsi accanto alla malcapitata.
-Tesoro, puoi farmi vedere il braccio? Lo so che fa male, ma posso aiutarti...- disse dolcemente, ma quella fece segno di no con la testa.
-Non mi chiami tesoro! Non sono una bambina!- esclamò irritata, trattenendo il pianto, ma da come stringeva i denti ero piuttosto sicuro dovesse farle molto male.
-Ehi ehi, lo so che non sei una bambina. Come ti chiami?
-April. Mi chiamo April. E lei è?
-Sono Emma, sono un chirurgo... posso aiutarti se mi lasci fare- continuò in tono tranquillo.
-Emma Swan?
-Sì... Perché... mi conosci?- fece lei sorpresa, e rimasi sorpreso anch'io. Era la donna più bella e meravigliosa del mondo certo, un'ottima dottoressa, ma non avevo idea che fosse famosa.
-Lei ha salvato la vita a mio fratello. L'artificiere, sa...
-Oh! Com'è piccolo il mondo! Mi dispiace non aver potuto salvare anche il braccio ma...
-Sta bene. Grazie a lei. E poi... se gli uomini senza mano sono così affascinanti...- ammiccò, accennando a me con un sorriso -E' il suo fidanzato?
-E'... sì, stiamo insieme- borbottò guardandomi; “fidanzato” era una parola grossa per ora... almeno ufficialmente.
La ragazzina mi sorrise ancora, e io ricambiai, poi finalmente lasciò che Emma desse un'occhiata al suo braccio e non emise più neanche un lamento.
-April, non è molto grave, ma temo di doverti rimettere a posto la spalla, l'osso si è spostato... ti fidi di me?
-Sì. Farà male?
-Sì. Se vuoi puoi stringere la mano al mio ragazzo, che dici?
-Con piacere- borbottò, e io le afferrai la mano lasciando che mi stringesse quanto aveva bisogno.
-Regina, tu vai a prendere la cassetta del pronto soccorso in macchina... così la sistemiamo fino a che non arriva in ospedale.
La donna annuì e si diresse verso l'uscita del parco insieme a Robin, mentre Emma abilmente afferrò il braccio della ragazza, e la intimò di chiudere gli occhi e stringermi la mano quanto forte potesse.
E poi, stringendo i denti, tirò il braccio di April che non riuscì a trattenere un urlo, e mi strinse con tutta forza, facendomi quasi male. Dovetti ammettere che fosse piuttosto forte per essere una quindicenne!
Mentre i genitori guardavano preoccupati, April pian piano riaprì gli occhi e riprese a respirare regolarmente, muovendo piano il braccio.
-Va meglio, vero?
-Molto. Grazie dottoressa...
-Figurati tesoro! Ora ti metto il braccio al collo... poi portatela in ospedale per un controllo, potrebbe avere qualche piccola frattura.- disse rivolta ai genitori, mentre Regina che era tornata sistemò il braccio della ragazzina al collo.
Ancora una volta, fui estremamente fiero della forza della mia donna. Io stesso avrei avuto qualche problema di calma, se avessi tirato in quel modo il braccio a qualcuno.

-Se non volessi fare il chirurgo d'urgenza, direi che sei portata per l'ortopedia- fece notare Regina ad Emma, quando genitori e figlia dopo averci ringraziati nuovamente andarono via in direzione dell'ospedale.
-Ortopedia è forte. Magari dopo chirurgia d'urgenza potrei fare anche quel dottorato.- sorrise, mentre tornava a sedersi tra le mie gambe sull'erba.
-Mammamia ragazze, è forte essere i vostri ragazzi!- esclamai, e Robin si mostrò del tutto d'accordo. Non capitava tutti i giorni veder risistemare una spalla lussata al parco; mi vennero i brividi al solo pensiero che un giorno potesse capitarmi una cosa simile. Più che altro perché se avessi urlato avrei fatto una gran brutta figura con lei; tra di noi eravamo alla pari, nessuno si considerava più forte dell'altro, nonostante a volte le piacesse comportarsi da ragazza normale e lasciare le redini a me.
-Sentite, che ne dite di farci un giro in barca? 5 dollari per mezz'ora... si può fare, no?- propose Robin, indicando i mezzi in affitto.
 

EMMA POV

Vidi Killian guardarlo incerto, e poi guardarsi la mano e l'uncino. Non mi serviva essere un'indovina per capire cosa gli stesse passando per la testa.
-Ok, lasciate stare... sono pessimo- si scusò l'altro, con un filo d'imbarazzo.
-No, non sei pessimo- intervenni io -Killian mi insegnerà a remare, è una vita che voglio farlo!
-Va bene Swan, ma se ci fai ribaltare in acqua te ne assumi la responsabilità!
-Uh che esagerato... non si ribalta nessuno, sta tranquillo! Sono veloce a imparare.- incrociai le braccia al petto, fingendo di offendermi.
L'uomo rise e si alzò in piedi, per poi tirarmi su. Era tenero che fosse così forte, ma che allo stesso tempo avesse ancora delle incertezze per via della mano. Fosse stato un altro gli avrei suggerito di provare ad andare da Hopper, ma nel suo caso ero l'unica, insieme a lui stesso, a poterlo aiutare ad accettarsi completamente.
Ci avvicinammo all'area noleggio e pagammo l'anziano signore per due barche; lasciammo che fossero gli uomini a slegarle, non avendo idea di dove mettere le mani.
Dovetti ammettere che mi affascinava guardare Killian all'opera, e questa probabilmente era solo una piccola anteprima di quando l'avrei visto al timone, per il giro che mi aveva promesso.
Mi porse una mano per aiutarmi a salire nell'imbarcazione di legno, poi mi raggiunse agilmente sedendosi di fronte a me.
Mi voltai di lato, e mi scappò una piccola risata vedendo Regina in difficoltà e abbastanza barcollante prima di riuscire a mettersi seduta. Mi lanciò però un'occhiataccia molto pungente, quindi mi voltai di nuovo verso Killian, che aveva afferrato i due remi.
Ebbe qualche difficoltà, ma alla fine riuscì a portarci oltre il molo, e sorrise soddisfatto.
-Beh, Capitano... ora che è passata la parte difficile, dite di potermi insegnare?
-Certo dolcezza. Anzi, senti... cosa ne dici di remare insieme? Ti va?- propose, facendomi cenno di accomodarmi accanto a lui.
Dato che la proposta mi piaceva, non me lo feci ripetere due volte e presi posto accanto a lui, afferrando un remo. Era più o meno pesante, ma mi ritenevo abbastanza in forze da potermela cavare... se avessi capito come muoverlo.
-Allora, guarda come faccio io... e poi prova.
Annuii, e mi sporsi per guardare i movimenti del braccio e della mano di lui; mi servì rivedere però un paio di volte prima di essere convinta di volerci provare.
Quindi lo afferrai con entrambe le mani, per sicurezza, e cercai di imitare i suoi movimenti. Non mi sembrò di sbagliare, eppure per qualche assurdo motivo girammo in tondo e lui scoppiò a ridere.
Io mollai il remo e incrociai le braccia offesa, dandogli una spinta con la spalla.
-Dai amore, non stavi andando male. È solo che dobbiamo coordinarci... e credimi sarai più comoda se lo fai con una mano sola!- mi spiegò divertito, e si chinò a darmi un bacio. Io ricambiai, poi mi voltai verso quell'affare e lo afferrai con una sola mano: mi chiesi come diavolo riusciva a controllarlo con l'uncino, se io non ero in grado nemmeno con entrambe le mani!
-Ok, allora. Al mio 3, lo spingi in avanti, e solo dopo indietro...ok?

Dopo vari tentativi riuscimmo a far partire la barca, anche a velocità accettabile. Regina e Robin se la stavano cavando, ma al contrario di noi non si allontanarono troppo dalla riva.
Fu piacevole ritrovarci in mezzo al laghetto, con le paperelle che nuotavano non molto distanti da noi. E il mio essere chirurgo mi aiutò a tenere il ritmo, avevo la braccia allenate, quindi non mi stancai.
Mi voltai verso di lui per assicurarmi che fosse a posto dato che non ero certa fosse allenato a dovere da dopo l'incidente, ma sembrava stare alla grande.
Si poteva vedere perfettamente che si trovava nel suo habitat naturale, e se anche non era una nave, fui felice di condividere con lui un momento come quello.
-Vuoi che ci fermiamo un attimo a riposare?- propose gentilmente, cingendomi le spalle col braccio libero.
-Ce la faccio... però potremmo fermarci un po' lo stesso.- proposi, sorridendo allusiva.
-Se me lo chiedi così, come faccio a dirti di no?
-Non dirmelo, semplice- risposi, e mollando il remo gli cinsi le spalle per baciarlo con passione. Lui ricambiò, portando la mano sulla mia schiena, e l'uncino tra i miei capelli.
Mi lasciai travolgere da quel bacio fino a perdere il fiato, e ci staccammo per poter respirare.
Ci guardammo negli occhi, con un sorriso. Con la consapevolezza che ogni giorno che passava, invece che stancarci l'uno dell'altra, il nostro amore continuava a crescere sempre di più, insieme alla passione.
-Emma, adesso mi sembra il momento giusto... avrei una notizia da darti... che insomma, spero ti farà piacere.
-Dimmi...- sussurrai, accarezzandogli una guancia.
-Beh, la mia riabilitazione sta andando piuttosto bene, quindi...
Non fece in tempo a finire la frase, che Robin esclamò spaventato “Regina!”.






















 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Come promesso, il primo capitolo è arrivato a una settimana esatta dall'ultimo della prima parte di questa ff.
Come ho detto, non dovrebbe avere molti capitoli, non più di una decina, ma non ci metterei la mano sul fuoco dato che la prima dal dover avere 5 capitoli è arrivata a 30!
Sono passati un paio di mesi da quando Killian è stato dimesso, e ora Emma e Regina vivono le loro nuove vite, coi loro uomini e le rispettive famiglie. Come primo capitolo, ho voluto che fosse abbastanza soft, descrivere un momento di quotidianità, prima di riprendere a mettere ansia (anche se il finale non è del tutto tranquillo... ma molto meglio di altri, no? xD).
Beh, spero vi piacerà anche questa seconda parte della storia, in cui le cose sono cambiate... ma Emma e Regina sono comunque chirurghi dello Storybrooke Hospital, che difficilmente concede eccessiva pace.
Buonanotte! (Ho di nuovo fatto le 4 quasi, yeeh!)
   
 
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