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Autore: Elygrifondoro    07/04/2015    3 recensioni
Cosa succedere se uno Shadowhunter e i suoi amici frequantano la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts? Cosa succede se due persone destinate a stare insieme come Alexander Lightwood e Magnus Bane si trovassero nella stessa scuola, rispettivamente nei panni di studente e professore? lLamore e l'attrazione vinceranno sui dubbi che una relazione proibita inevitabolmente crea?
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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~~CALL IT MAGIC

Perché non diminuiva?
Me ne stavo seduto a gambe incrociate nella Stanza delle Necessità circondato da armi e strumenti degni della migliore sala di addestramento, eppure il cuore non la smetteva di far male. Mi ero comportato in modo orribile, ma Magnus si era comportato anche peggio… ma che idiota! Lui non mi aveva tradito. Aveva solo smesso di amarmi, il che faceva ancora più male sebbene non giustificasse il tradimento. Mi ero comportato esattamente come mio padre. Come colui che non volevo essere. Colui che mi aveva ripudiato per quello che ero e solo Magnus mi aveva ridato la speranza… e dopo aveva gettato acqua sul fuoco. Avevamo distrutto in poche ore mesi di lavoro: e tolte le fondamenta, il ponte crolla in pochi istanti.
Avevo distrutto tutto ciò che avevo attorno accecato dalla rabbia e dalle lacrime: scaffali, panche, armi… e subito dopo averle ridotte a brandelli ne comparivano delle altre, segno che non dovevo smettere fin quando attorno a me non sarebbe rimasto altro che macerie. Ma ero stanco. Avevo le mani tutte graffiate ed il fiatone, le rune di forza non erano servite a nulla e la pozione che mi avevano dato in infermeria a quanto pareva aveva ancora un effetto su di me. Sentivo un vuoto al cuore e avevo bisogno di qualcuno che mi rimanesse accanto. Il suo nome mi rimbombava nel petto e sapevo che solo lui avrebbe capito: Jace. Probabilmente già sentiva quanto stavo male e si chiedeva dove fossi, oppure perché ero scappato dall’infermeria prima di essere dimesso… probabilmente stava tentando di ricostruire il puzzle di quegli ultimi mesi dato che da perfetto caposcuola mi ero trasformato in una persona sconsiderata, peggiore del più incosciente Herondale nella storia della famiglia: sprezzante delle regole e terribilmente tragico e melodrammatico. Mi sollevai sulle mie gambe notando piacevolmente che nonostante il mio cuore fosse a pezzi loro non si erano disintegrate ed uscii dal templio dell’oblio della mia mente malata per andare a cercare Jace. Ma a quanto parve fu lui a trovare me.
-Alec!!-
Urlò una voce a metà del corridoio del sesto piano.
-per l’Angelo Alexander Gideon Lightwood! Spiegami dove cavolo sei stato nelle ultime quattro… -
Ma si bloccò quando vide in che condizioni era la mia faccia.
-Hey… che succede fratello? –
Azzerò a grandi falcate lo spazio che ci divideva e mi abbracciò forte.
-sei sparito dall’infermeria, c’era Madama White che giurava di tagliarti a metà appena ti avrebbe trovato… è per quello? È stata così cattiva? –
-magari fosse per quello Jace…-
Sussurrai sulla sua spalla tentando di mantenere un tono di voce normale anche se fallii.
-e allora che succede?! Alec parlami! Sono il tuo parabatai! –
-vorrei tanto farlo ma non è né il luogo né il momento… andiamo da un’altra parte. –
Gli feci segno di seguirmi lungo i corridoi fino al terzo piano, di fronte alla statua della strega orba e poi subito dietro, nel passaggio segreto. Appena entrati e assicuratomi che nessuno ci avesse visti e che l’entrata fosse ancora ben nascosta, accesi la stregaluce e mi trovai la faccia del mio parabatai a poca distanza, che mi osservava terrorizzato. Jace fece un balzo di due metri, finendo con lo sbattere la testa sul basso soffitto di pietra e cadde a terra, con un braccio tremante puntato verso di me.
-Tu! Che diavolo hai fatto ad Alec?! Per l’Angelo! Sei quasi peggio di me! –
Strillò con finto terrore. Mi avvicinai a lui e lo aiutai ad alzarsi: sentivo il sangue defluire sempre più dal volto, dandomi più l’aspetto di un fantasma che di un essere vivente.
-sono sempre io, solo… a volte le ronde notturne sono piuttosto lunghe e noiose e dato che non posso evitarle sfrutto il mio tempo per girovagare e un giorno ho trovato questo passaggio… -
-e dove caspiterina porta?! –
Chiese Jace aumentando di un tono il volume della voce: non potevo crederci! Avevo lasciato senza parole Jace Herondale!
Risi rendendomi improvvisamente conto di avere in pugno la situazione.
-beh, se te lo dicessi non mi staresti ad ascoltare nemmeno per un secondo. Quindi, prima sediamoci e parliamone. Dopo avrò bisogno di quello che si trova in fondo a questa dannata galleria. –
Il biondo si fece improvvisamente serio e si sedette a gambe incrociate di fronte a me. Poco dopo lo imitai, sguainando un pugnale dalla fondina e giocherellandoci mentre le parole uscivano a fiotti. Gli parlai di come Magnus mi aveva lasciato, della mia rabbia cieca e feroce, del desiderio di vendetta… gli parlai di Juliàn e sentì Jace sibilare un “ben gli sta!” fra sé e sé, del tempo passato nella Stanza e di come questi sembrava non finire mai ora che tutto non aveva più un senso apparente. Dopo un buon quarto d’ora carico di parole che uscivano a fiotti dalla mia bocca, Jace prese un lungo respiro, alzò lo sguardo ed incontrò i miei occhi. Le sue iridi avevano il potere di rassicurarmi: mi guidavano verso una spiaggia sicura e se mi trovavo in un mare in tempesta, bastava il giovane Herondale a calmare le onde impetuose. Dopo alcuni attimi di silenzio, Jace si morse le labbra tentando di reprimere una scrosciante risata ma non ci riuscì e cedette alle lacrime che gli inondavano gli occhi per la repressione di quel sentimento di allegria. Gli tirai un pugno sulla spalla facendolo barcollare leggermente ma questo non aiutò a calmarlo.
-SI PUÒ SAPERE CHE DIAVOLO C’È DI COSÌ DIVERTENTE?! –
Chiesi io in preda allo sconcerto.
-voi…voi due… ahahaha siete esilaranti! –
-beh, dalla tua reazione l’avevo capito, ma io non so cosa tu possa trovare di esilarante in questa situazione! Mi hanno spezzato il cuore, e poi io l’ho spezzato ad un’altra persona. IO! Alexander Gideon Lightwood! –
Puntai un dito verso di me fissandolo truce. Il fatto che ridesse della mia situazione mi infastidiva, ma non avrei mai potuto essere arrabbiato con lui.
-Per l’Angelo Alec! Proprio perché sei tu non riesci a cogliere la comicità della situazione! –
Jace si circondò i piedi con le mani da pianista scompigliandosi i capelli. Risultava più giovane ed infantile in quella posa assurda e assomigliava più ad un angelo anziché ad un fastidioso folletto quale era.
-per prima cosa, sebbene sappia che la vendetta non sia mai la soluzione, in questo caso hai fatto bene a comportarti così con Juliàn: se lo meritava quell’infido dopo quello che ha detto su di te. E questo ci ha fatto capire una cosa ulteriore che mai avrei creduto possibile: sotto un certo punto di vista sei desiderabile! –
Gli tirai un altro pugno incitandolo a continuare.
-non cambiare discorso e vai avanti, oppure faccio comparire un’anatra sulla tua testa. Non c’è molto spazio per fuggire… -
Jace rabbrividì guardandosi attorno, calcolando ogni possibile via di fuga in vista dell’attacco di un anatra.
-quelle piccole bestie malefiche… mai fidarsi di un’anatra! Comunque, dato che non ci tengo affatto a provare l’ebrezza di avere un pennuto adagiato sui miei bellissimi capelli biondo naturale, continuo con i discorsi noiosi. –
Si sistemò un po’ più vicino a me, cercando il mio sguardo.
-Alec… ma non l’hai ancora capito che Magnus sta facendo tutto questo per proteggerti? –
Strabuzzai gli occhi.
-io non voglio essere protetto! Non ne ho bisogno! L’unica cosa di cui avevo bisogno era la sua presenza! Non ero certo alla ricerca di un luogo sicuro e accogliente! Ho passato una vita ad addestrarmi e a vivere in luoghi tutt’altro che sicuri durante le nostre missioni! –
Dissi tutto d’un fiato, ansimando quando finii di obiettare le parole del mio parabatai che mi aveva nel frattempo poggiato una mano sulla spalla.
-Alec… Magnus sta cercando di proteggerti dall’unica cosa che non può controllare: se stesso. C’è qualcosa… l’ho osservato in questi giorni, c’è qualcosa che lo tormenta. E probabilmente è giunto alla conclusione che potrebbe essere dannoso per te. –
Mi presi La testa fra le mani guardando il pavimento di roccia nuda.
-come… Jace… perché diavolo l’ha fatto? Perché vuole farmi stare così male? –
-forse crede, sebbene ci siano poche cose peggiori di un cuore spezzato, che questo sia meglio di quello che teme ti possa far male… -
-quello stregone! È un idiota! Un emerito idiota! Non me ne importa un’emerita pluffa se con lui sono in pericolo o meno! Mi uccide più di un pugnale conficcato nel cuore stargli lontano! Non son passate nemmeno quarantotto ore… e già l’ho tradito e mi stavo consumando a forza di brandire spade sempre più pesanti! –
Mi alzai e Jace fece lo stesso, con gesto teatrale ed aggraziato.
-e un altro mistero è stato risolto dall’intrepido investigatore Herondale, Jace Herondale! –
Il giovane finse di avere un cappello in testa e si inchinò con estrema eleganza.
-ed ora, prima di combinare altri disastrosi casini, vai da lui e parlagli! A meno che tu non voglia che ti ci mandi a forza con la magia… -
-ma…-
-niente ma! Da quando stai con Magnus, sebbene non approvi appieno il suo eccentrico modo di vestire, sei stato la persona più felice della terra. Non ti avevo mai visto così, se non quando siamo diventati parabatai e… voglio essere certo che tu lo sia il più possibile. Voglio abituarmi a vedere il tuo sorriso. Sei stato per me il migliore dei fratelli e il mio faro nella notte, e saremo sempre l’uno per l’altro indispensabili, finché la morte non ci dividerà. Voglio che tu sia felice tanto quanto lo vorrei per me stesso, fratello. –
Senza nemmeno pensarci, mi avvicinai al mio parabatai e lo abbracciai. Ormai era un gesto così abituale, quasi come respirare, che a volte nemmeno me ne accorgevo.
-grazie… grazie davvero. –
Jace ricambiò i miei ringraziamenti con una pacca sulla spalla ed una stretta ancora più forte, dopo si allontanò da me.
-ed ora vai. –
Feci gli scalini che mi separavano dalla statua della strega orba due alla volta e arrivato alla sommità sentì la voce di Jace che mi fermò ancora una volta.
-hey Alec… cosa c’è in fondo alla caverna? –
Risi di gusto pensando al giorno che l’avevo scovata, e alla meraviglia che provai nel rendermi conto che mi trovavo nella cantina di un negozio di dolciumi.
-ti piacciono i dolci Jace? –
Lui annuì infervorato.
-bene, allora ti basti sapere questo! –
Uscito in corridoio notai che il sole s’era ormai abbassato e decisi di andare in dormitorio: avrei parlato con Magnus il giorno dopo.

 

 






Il giorno dopo lo scambio di corrispondenze con Tessa ecco che il preside venne a farmi visita per annunciarmi il suo arrivo.
-professor Bane! La sua amica, la signorina Grey, è arrivata stamattina dal Labirinto a Spirale. –
-ma… ma come… -
Biascicai.
-mi aveva scritto che ci sarebbero voluti un paio di giorni… -
-e invece eccomi qui! –
Da dietro le spalle possenti del preside Paciock spuntò una figura esile in jeans e maglione, ai piedi un paio di stivaletti alla caviglia neri.
-Tessa! –
Ero ancora sdraiato a letto ma mi alzai e mi avvolsi attorno una vestaglia per poi correre ad abbracciarla.
-Tessa! Sembra passata un’eternità dall’ultima volta che ti ho vista! –
-beh, più o meno… -
Disse lei ridacchiando appena.
-bene signori, io penso che tornerò ad occuparmi delle mie faccende. Signor Bane, signorina Grey, a più tardi! –
Il preside chiuse dietro di sé il grande portone e si dileguò, lasciandoci soli.
Invitai la mia ospite a sedersi e le offrii del tè portato lì probabilmente da degli elfi domestici.
-allora Magnus… -
Tessa accavallò le gambe osservandomi mentre le servivo la bevanda.
-parlami un po’del tuo problema. –
Feci un breve riassunto di quello che era successo. Lei si limitò ad annuire di tanto in tanto, sorseggiando lentamente la bevanda.
-quindi mi stai dicendo… che un demone ha in qualche modo preso il controllo di te e ti sta inducendo ad uccidere Alec? –
-si, in poche parole si. È per questo che l’ho lasciato, avevo paura di fargli del male. –
-beh, è comprensibile… ma non avresti potuto farlo in un modo un po’meno brusco? –
Magnus sospirò abbassando lo sguardo.
-non ce l’avrei fatta… è stato doloroso anche per me Tessa…-
La ragazza sospirò, prendendomi la mano.
-mi dispiace che le cose siano così difficili Magnus… farò tutto il possibile per aiutarti. –
Sorrisi e strinsi la sua mano a mia volta.
-ti sono così riconoscente Tessa… Alec per me ha un ruolo che nessuno ha mai avuto prima nel mio cuore. –
-capelli neri ed occhi azzurri: una combinazione letale. –
Sospirò malinconica la ragazza.
-La notte e l’oceano mischiati insieme… come fai a non affogare nei suoi occhi? –
-ci sono già affogato e non credo che ne uscirò mai indenne. E poi… anche tu ci sei già passata, con Will. –
Tessa sorrise e capii che aveva intuito cosa provavo. Dopotutto, anche lei aveva conosciuto il vero amore.
Parlammo per un paio d’ore di qualsiasi cosa ci venisse in mente, lei di come passasse le giornate nel Labirinto, io delle mie lezioni a quella banda di adolescenti incontrollabili, che a loro modo mi recavano qualche soddisfazione di tanto in tanto. La giornata passò velocemente in compagnia di Tessa Grey e giungemmo alla conclusione che dovevamo partire da un punto ben preciso: il mio ultimo contatto con un demone. Verso sera il tavolino era un disastro, stracolmo di fogli e libri di demonologia.
-bene, per quel che ne sappiamo l’ultima volta che sei entrato in diretto contatto con un demone è stato durante il misterioso attacco alla scuola, qualche mese fa. –
-Si, ma non si trattava di demoni superiori… erano delle comunissime creature demoniache. Neanche troppo intelligenti a dirla tutta. –
-abbiamo saltato qualche passaggio. Di certo la chiave della soluzione è qui di fronte a noi, e si nasconde in quello che hai fatto in quei giorni. –
-per esempio? –
-per esempio durante la battaglia. Anzi, è l’unico momento in cui sei venuto direttamente a contatto con un demone. Dopo sei andato in infermeria e hai curato il morso di quella ragazza… Annabelle. Non è successo nient’altro dopo questi eventi riconducibili ad un contatto con un demone e solo nelle ultime settimane ti sei sentito diverso, fino al culmine, l’altro giorno, quando quella creatura ha tentato di prendere il controllo su di te. –
Sospirai al pensiero di quei brutti momenti giocherellando con le dita perfettamente smaltate.
-Si, è così, ma questo per ora non mi fa sentire meglio… dobbiamo trovare un rimedio il prima possibile. –
Tessa accavallò le gambe e mi guardò, le sopracciglia aggrottate.
-la prima cosa da fare Magnus, e mi sorprendo che tu non l’abbia ancora fatta nonostante la tua veneranda età ed esperienza, è sistemare le cose con Alec. Il prima possibile. O rischi di perderlo seriamente. Se il vostro sentimento è forte come dici e il modo in cui l’hai lasciato così orrendo e deplorevole, dev’essere a pezzi. -
-grazie Tessa, tu si che mi fai sentire meglio e soprattutto fiero di me stesso! Lo so di aver combinato un casino ed ora devo rimediare. Spero solo che non sia troppo tardi. Spero di non aver lacerato irrimediabilmente il suo cuore. –
-se ti ama come dici saprà perdonarti se solo avrai abbastanza coraggio e gli spiegherai tutto. –
-lo spero. –
Tessa si alzò in piedi e si sistemò il maglione che si era leggermente spiegazzato quando si era seduta.
-benissimo, allora dimmi: perché sei ancora seduto? Alzati e va da lui! –
-ma è tardi… sarà già in dormitorio… -
-e allora?! Un paio di mura possono fermarti adesso? Ti sei rammollito parecchio in questi anni! –
-hey! Piccola strega insolente… non osare! –
Dissi fingendomi offeso e ridendo insieme a lei.
-invece oso! Ed ora vai da lui! Veloce! –
Mi liquidò con un gesto della mano praticamente spingendomi fuori dalla mia stessa stanza. Quando ci ritrovammo entrambi sull’uscio, lei si dileguò e andò alla ricerca dell’immensa biblioteca della scuola, mentre io mi sistemai la giacca e andai in direzione della torre di Corvonero.

ANGOLO DELL’AUTORE:


Buona Pasqua, anche se un po’ in ritardo, a tutti voi!
Sono consapevole di essere terribilmente in ritardo con la pubblicazione ma il motivo è sempre lo stesso: la scuola. Questo per me è il periodo più critico e dato che sono una persona molto lunatica rischio di entrare in crisi nel giro di pochi decimi di secondo e devo restare costantemente concentrata per evitare qualsiasi crollo mentale. Ormai mancano pochi capitoli alla fine della storia e spero vivamente che vi lasci, se non senza fiato, quantomeno con un bel ricordo. Ma non parliamone adesso, dopotutto siamo ancora nel pieno della festa!
Spero come sempre che il capitolo vi sia piaciuto e vi prego di recensire per darmi la vostra opinione, sia negativa che positiva, in merito.

A presto!
Elisa

  
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