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Autore: Aagainst    08/04/2015    3 recensioni
Angel ha diciannove anni e una vita di inferno.
Angel non ha mai avuto il coraggio di ribellarsi ai suoi aguzzini e, soprattutto, non ha mai avuto il coraggio di provare a cambiare la sua condizione.
Angel ha diciannove anni ed è stanca.
Angel ha diciannove anni ed è pronta a ribellarsi.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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1.

Il suono della sveglia mi riscuote dal sonno. Provo a girarmi a pancia in su, ma sento solo un grande, grandissimo dolore al fianco e alla schiena. Me lo tocco: le costole non sembrano rotte. Stringo i denti e riesco ad alzarmi. Mi avvio verso il bagno e mi sciacquo la faccia. Lo specchio riflette un enorme livido sul mio occhio. Provo ad aggiustarmi il più possibile e vado a fare colazione. Mi verso nel bicchiere quel poco che rimane di un cartone di succo aperto, rancido. Mi guardo intorno: questa casa cade a pezzi. Questo letamaio, questo schifo, cade a pezzi. Vivo in questo appartamento con mio fratello da ormai due anni. Lui, Mitch, ne ha appena tre. I nostri genitori sono morti due anni fa e, per noi, l'unica prospettiva sarebbe stata quella dei servizi sociali. Una notte ho deciso di scappare: ho preso Mitch e me la sono data a gambe. Purtroppo, però, le grandi città non lasciano scampo a nessuno. Il destino non lascia scampo a nessuno. Non avevo calcolato che, per sopravvivere, avremmo avuto bisogno di soldi e sono finita per chiederli alle persone sbagliate. Persone che ieri sono state abbastanza chiare riguardo a ciò che mi succederà se non pagherò i debiti.
Finisco di vestirmi e, lavato Mitch, mi incammino verso il centro. Rifletto sul fatto che, prima o poi, dovrei riuscire a iscrivere mio fratello all'asilo o, come minimo, a trovare una babysitter. Non fa bene a un bambino essere sballottato di qua e di là. Mentre penso a tutto ciò, mi accorgo che è ora di pranzo. Entro in un fast food e ordino due hamburger semplici, da novanta centesimi l'uno. Ho a malapena due dollari e la cassiera mi guarda malissimo. Porgo il panino a Mitch, che lo mangia lentamente. Pranziamo in silenzio, come sempre. Odio il silenzio. Odio mio fratello che mi fissa con quei suoi occhi enormi. 
«Angie, la mamma quando torna?». La domanda mi spiazza. 
«Presto Mitch, mamma torna presto.» mento, freddamente. Ormai sono una professionista, le bugie sono il mio pane quotidiano, soprattutto verso me stessa. Mi ripeto ogni fottuto giorno che andrà tutto bene, ma non ci credo nemmeno io. La dannazione incomincia sempre con un illusione: Lucifero si illuse di essere pari a Dio, io mi illudo di essere pari a qualsiasi altro essere umano, mentre invece sono pura feccia. Una dannata nel mondo dei vivi. E più provo a non sprofondare, più affondo nella melma della mia vita. 
«Angie, ho la pipì». Mitch mi riporta alla realtà con la sua pipì. Lo accompagno in bagno. Una volta finito, ci avviamo verso il locale in cui lavoro. Entro, salutando Carl, il gestore e mi metto subito al lavoro, preparando i tavoli insieme a Samantha e a Pete, gli altri due camerieri. Mitch ci guarda, seduto su uno sgabello. Mi sento inquieta, ho brutti presentimenti. Pete sembra accorgersene e mi sorride per tranquillizzarmi. Rispondo facendo lo stesso e continuo a lavorare. 
Odio questo locale e, soprattutto, odio i clienti di questo locale. Odio gli uomini, odio come mi guardano, come mi bramano. Odio sentirmi sporca. Una mano mi tocca il sedere e io tiro un calcio alla sedia posta dietro di me. Pessima scelta: un omone si alza e mi schiaccia contro la parete «Cosa hai fatto, puttana?» urla. Mi molla uno schiaffo, poi mi prende dalla maglia e mi trascina sul retro. Tutti hanno visto, ne sono sicura, ma nessuno muove un dito. Il mio aggressore mi sbatte per terra e mi sferra un calcio al fianco, già dolorante. Grido dal male, imploro pietà, ma quello continua. Poi mi fa sedere e mi molla un pugno in volto. Sputo sangue. Ormai non c'è nemmeno più posto per le lacrime. Poi, improvvisamente, qualcosa lo blocca, ma non faccio in tempo a capire cosa succede che il mondo diventa nero.


Angolo dell'Autrice

Sono tornata con una nuova storia (purtroppo). 
Questo primo capitolo è corto, dai prossimi scriverò di più.
Non ci fu niente di più noioso e inutile di questo angolino, quindi mi ritiro. Adios!
   
 
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