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Autore: KaterinaHxH    08/04/2015    1 recensioni
Questa è la mia prima pubblicazione e spero la troviate interessante. Si tratta di una crossover tra il mondo di Hunter x Hunter e Percy Jackson, apparentemente non aventi niente in comune. Una mattina un Hunter di nostra conoscenza, Kurapika, si ritrova in un luogo che non sembra esattamente casa sua. Per fortuna non sarà solo e sarà appoggiato da persone molto affidabili nel viaggio per cercare i suoi amici. Tra coloro che lo aiutano c'è anche un'insolita ragazza, apparentemente ingenua, ma che riuscirà a sorprendere il giovane ragazzo.
"Dal testo"
“Cerchi qualcosa?”.
Per poco non gli venne un colpo. Da dietro al pino spuntò una ragazza.
“Sei nuovo di qui vero?” gli sorrise. Kurapika la osservò attentamente. Era alta come lui. I suoi capelli erano ricci e biondi, un po’ spettinati. I suoi occhi erano grigi, proprio come quelli del ragazzo. Portava un paio di orecchini a forma d gufo. Indossava, come tutti gli altri, una maglia arancione. Ora che la vedeva da vicino, sulla magia erano stampate tre lettere in maiuscolo –C, H, B –delle quali lui non conosceva il significato.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Kurapika
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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“Kurapika! I tuoi occhi sono rossi!” esclamò Mellie. Sembrava esterrefatta, tanto da lasciar scappare i due ragazzi e da lasciar cadere il bastone che qualche minuto prima aveva utilizzato per schiacciare un ragno robotico. Il ragazzo rimase in silenzio. Non sapeva cosa dire. Il suo segreto era ormai stato scoperto. E ora quale scusa poteva inventare come spiegazione? Poi guardò Mellie. La conosceva da poco e non sapeva se fidarsi o meno, ma si sarebbe sentito in colpa mentendole.
“Mellie, ti prego non dirlo a nessuno.” Mormorò lui. La faccia della ragazza era ancora incredula.
“Mellie! Ti prego. È una cosa davvero importante. Se qualcuno lo dovesse scoprire, io non saprei come spiegarlo… Io non…”
“Va bene” stavolta la ragazza si limitò ad annuire. Ma cos’era quella? Un’espressione seria forse… Ma era la prima volta che Kurapika vedeva quella faccia. Poi dopo qualche secondo tornò a sorridere “Non lo dirò a nessuno, acqua in bocca, croce sul cuore! Anzi no, lo giuro sullo Stige!”.
In qualche modo Kurapika riuscì a capire che avrebbe mantenuto la parola… I due si fissarono per qualche secondo. Per rompere il silenzio “hai la fobia dei ragni?” disse indicando gli automi affettati.
“Ehm…sì” si picchiettò di nuovo sulla testa “S’, purtroppo mi fanno molta paura…” e tirò fuori un sorrisetto furbo “E tu? Neanche tu sei stato molto amichevole con loro!”.
Lui abbassò la testa. “Sì, ma non mi fanno paura… è una lunga storia.”
“Di tempo ne abbiamo, almeno fino a stasera. Il sole sta calando ma abbiamo ancora qualche ora”
“Sì, ma…”
“E poi mi devi delle spiegazioni” lei sembrò specchiarsi negli occhi ancora rossi di lui.
“Ah, va bene. Reggiti forte”
Kurapika passò una buona mezzora a spiegarle che veniva da un altro mondo dove veniva utilizzato il nen, in cui le divinità e i semidei non esistevano, ma solo gli Hunter. E lui era un Blacklist Hunter. Le raccontò dei Kuruta, sterminati per i loro occhi scarlatti dalla Brigata Fantasma.
“Oh, mi dispiace” disse lei dondolandosi avanti e indietro, però lo sembrava davvero, non sembrava pe niente stupita dal suo racconto. “Mi dispiace davvero tanto per i tuoi amici, la tua famiglia, il tuo mondo. Ma anche qui puoi trovare una casa no? Proprio come ho fatto io!” esclamò all’improvviso, facendo sussultare anche Kurapika. Trovarsi una nuova famiglia…una nuova casa… ben presto avrebbe scoperto di avere tanti fratellastri o sorellastre. Lui non ci aveva mai pensato. E se fossero stati tutti cattivi o prepotenti con lui? Certo, se la sarebbe cavata, ma non voleva passare l’estate a combattere contro dei quindicenni prepotenti. L’unica cosa che lo faceva ricredere era Mellie. Non aveva per niente l’aria da bulla, anzi ,forse era la più debole della sua cabina, qualunque essa sia. A questo punto a Kurapika venne da pensare.
“Mellie!”
“Dimmi”
“Qual è la tua cabina? Sì insomma, qual è il tuo genitore divino?” per un eterno secondo, lui dubitò di voler sapere la risposta.
“Ecco, è quella” Mellie ne indicò una. Fuori c’era lo stemma di una civetta. Non era molto decorata e aveva un aspetto così pulito, sembrava in perfetto ordine “Ecco quella è la casa di Atena, dea della saggezza, della guerra tattica e… di molte altre cose”
“Ah…”poi si girò di colpo verso di lei “Cosa? La dea della saggezza?=” Kurapika non riusciva a crederci. Mellie non sembrava per niente una tipa -senza offesa-  molto intelligente, per non dire agguerrita. Era gentile, questo sì, ma non sembrava una grande stratega. Per sicurezza non disse nulla. Dopo la vicenda dei ragni robotici, gli rimaneva un solo orecchio sano.
Ad un tratto Mellie si fermò davanti a una cabina un po’ malridotta. Aveva l’intonaco rovinato e il legno della porta era consumato.
“Per ora dovresti sistemarti qui. Quando sarai riconosciuto… Vedremo”
-Se sarò riconosciuto- pensò Kurapika. Per quanto ne sapeva lui i suoi genitori erano morti. E lui li aveva visti morire. Era impossibile che uno di loro fosse un dio o una dea. Allora era quel nuovo mondo? Forse aveva un genitore divino solo lì, e non nel suo? Non c’erano altre spiegazioni. Avvolto nei suoi pensieri, Kurapika non si era neanche reso conto che Mellie se ne stava andando e che si era fermato sulla soglia della porta. Ebbe il tempo di guardarsi nel vetro di una finestre, talmente sporca da non riuscirci a vedere attraverso, e di rendersi conto che per sua fortuna gli occhi rossi non c’erano più, erano tornati del colore normale.
Aprì la porta. Quello che vide era il caos. C’erano così tanti ragazzi da non entrare tutti nei letti. Anche il pavimento era stracolmo di coperte, semidei sdraiati un po’ ovunque. Tra di loro si fece largo qualcuno e si avvicinò a Kurapika. Lo salutò amichevolmente fortunatamente.
“Hey, ciao. Un altro ospite eh? Beh, scusa il disordine. Qui è sempre così!” e gli tese la mano. Kurapika rispose con lo stesso gesto. Ora che lo guardava meglio, era un ragazzo dai capelli castano chiaro davvero molto arruffati. I suoi occhi verdi erano pieni di energia. In effetti lui sembrava un po’ iperattivo.
“Comunque piacere. io sono Kurapika”
“Oh, piacere mio… Io sono Robert!” e gli sorrise, facendogli cenno di entrare. Ma quel nome Kurapika era sicuro di averlo sentito da qualche parte… ma scacciò quel pensiero e seguì Robert all’interno della cabina…


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*ANGOLO DELL'AUTORE*
Ciao a tutti e scusate la mia assenza. Durante le festività pasquali, con tutto il viavai non ho avuto il tempo di pubblicare. ecco il quarto caoitolo della mia crossover. Grazie se avete recensito/letto. Anche le critiche sono ben accette! Pubblicherò al più presto il capitolo successivo (stavolta per davver pero ^_+). Bye. Al prossimo capitolo.
Vi saluto e grazie ancora.
Kate <3





 
   
 
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