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Autore: Emy Potter    09/04/2015    5 recensioni
(Sequel de "New city, new Life") Hiro e i suoi amici sono partiti per le loro splendide vacanze con Rebecca e Noemi. Destinazione? Italia. Come le passeranno? E che succederà?
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: GoGo Tomago, Hiro Hamada, Honey Lemon, Nuovo personaggio, Wasabi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'New city, new life'
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Capitolo 1: In Italia
 
Erano le 6:00 di mattina all'aereoporto di San Fransokyo e il gruppo dei nerd era pronto per partire.
Tutti si trascinavano dietro i bagagli, pronti per imbarcarsi sull'aereo.
"Aspettate ragazzi!" esclamò Honey.
Tirò fuori dalla tasca il suo cellulare e si posizionò accanto agli altri.
"Dite Italia!"
"Italia!" dissero in coro e con un clic la foto fu fatta.
Si imbarcarono sul loro aereo, felici come non mai. Appena salirono presero posti.
Rebecca si sedette al primo posto libero e fece cenno a Noemi di sedersi affianco a lei, ma lei rifiutò l'invito dicendo: "Credo che ci sia un'altra persona che voglia sedersi accanto a te" e fece cenno col capo verso Hiro.
La mora arrossì e aspettò che il ragazzo si sedesse affianco a lei.
Wasabi si sedette vicino a Fred, e Noemi, Gogo e Honey nella fila con tre posti.
A un certo punto, l'aereo partì.
Il ragazzo di colore si aggrappò con le unghie al sedile, Fred e Noemi alzarono le mani come se fossero in una montagna russa, Gogo gridava al conducente di andare più veloce, mentre Honey, Hiro e Rebecca rimasero impassibili.
Quest'ultima si limitò a prendere la mano del suo ragazzo, appoggiando la testa sulla sua spalla, facendolo arrossire.
In un primo momento si irrigidì, ma piano piano si calmò e appoggiò anche lui la testa su quella di lei.
Gli altri, invece, chiacchieravano del più e del meno, non vedendo l'ora di arrivare a destinazione.
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Dopo 12 ore di volo, finalmente i ragazzi arrivarono a Milano.
"Oddio, oddio, oddio!" esclamò Honey "Siamo in Italia!"
"Direi che un bel "benvenuti" ci stia" le disse Noemi.
"Bene" si intromise Rebecca "Ora dobbiamo andare alla stazione"
Presero un taxi che li portò alla stazione di Milano e dopo un quarto d'ora arrivò il loro treno.
Arrivarono a Torino dopo 2 ore e mezza, ma che volarono visto l'entusiasmo dei nuovi arrivati.
Appena uscirono dalla stazione, il volto del gruppo si illuminò. Per loro era un posto totalmente diverso da dove vivevano: mentre San Fransokyo era moderna e tecnologica, Torino conservava quella nota di storia e magia del rinascimento.
"Wow..." dissero senza fiato.
"Dovremmo prendere il pullman. La fermata è proprio qui vicino" spiegò Noemi che si incamminò verso il luogo indicato.
Gli altri la seguirono a ruota e in nemmeno un minuto erano alla fermata.
Presero il 4 e dopo 20 minuti scesero.
"Ora dobbiamo vedere chi va con chi" disse Rebecca.
"Che ne dici se tu ti porti Hiro e io gli altri?" le propose la sua migliore amica con un sorriso diabolico.
"Ehm…ok...se per Hiro va bene" rispose arrossendo.
Il ragazzo annuì e gli altri furono d'accordo.
Si salutarono e andarono ognuno alle rispettive case.
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La casa di Noemi era grande e accogliente: aveva tre camere da letto, l'immensa cucina, il salotto, l'ingresso, uno sgabuzzino e due bagni.
La povera rossa non fece in tempo ad entrare che si ritrovò sommersa di abbracci.
"Memy!" esclamarono i suoi fratelli saltandole addosso.
"Hei ragazzi!" rispose lei ricambiando l'abbraccio.
La sorellina di Noemi aveva 10 anni, faceva quinta elementare e aveva lunghi capelli color cenere, e gli stessi occhi della sorella, coperti da un paio di occhiali. Si chiamava Lorena.
"Ci sei mancata" disse la bambina.
"Anche tu Lory"
Il fratello, invece, si chiamava Mattia. Aveva 12 anni, alto quasi quanto Noemi, capelli dello stesso colore di Lorena, occhi uguali e lentiggini.
Qualche tempo prima Mattia non era così alto, quindi lui e Lorena venivano sempre scambiati per gemelli.
Noemi entrò in casa facendo entrare anche gli altri.
"Ciao" dissero in coro i fratelli, in quel momento in imbarazzo.
"Ciao!" risposero in coro gli altri.
"Loro sono Wasabi, Gogo, Honey e Fred" li presentò Noemi "Li ho conosciuti a-"
La ragazza non finì la frase che arrivarono anche i suoi genitori ad abbracciarla.
"Noemi!" esclamò la madre.
Si chiamava Antonella e aveva 40 anni. Era più bassa di Noemi. Aveva i capelli tinti di rosso, occhi marroni e il visto pieno di lentiggini.
Il padre invece, aveva 42 anni. Era un po’ più alto di Noemi e aveva capelli ricci neri e occhi marroni. Il suo nome era Massimo.
Anche lui l’abbracciò e poi i loro sguardi si posarono sui nuovi arrivati.
Per prendere tempo e spiegare, Noemi chiuse la porta e iniziò: “Sono dei miei amici, li ho conosciuti a San Fransokyo.”
A turno si presentarono e strinsero la mano agli adulti.
Vedendo che i genitori non sembravano ancora infastiditi delle presenze, la ragazza continuò con un filo di voce: “Ho detto loro che potevano dormire qui…”
Antonella e Massimo si guardarono negli occhi e, non potendoli lasciare a dormire per strada si rassegnarono.
“Però potevi anche avvisare!” la rimproverò la donna.
Dopo una lieve discussione, li lasciò sistemare.
“Gogo, Honey, voi due dormirete con me in camera mia, mentre voi due” continuò guardando Wasabi e Fred “Dormirete nel divano-letto.”
Appena entrarono nel salotto la prima cosa che notò Fred fu la grandissima vetrina piena di personaggi dei fumetti, tra cui i supereroi.
“Non. Ci. Credo!” esclamò il ragazzo guardando la vetrina incantato.
“È la collezione di mio padre” spiegò la rossa.
“È fantastica!” rispose il biondo.
“In camera mia invece ho la mia collezione di manga e altri fumetti vari. Se ti va potresti dargli un’occhiata”
Fred non se lo fece ripetere due volte che si diresse verso quella che doveva essere la camera di Noemi.
La giovane lo seguì e lo portò davanti allo scaffale sopra il suo letto, pieno di libri fantasy, giochi per la play station e fumetti. Lei lo chiamava “lo scaffale nerd”.
“Se vuoi leggerne qualcuno fai pure” lo invitò lei e Fred non se lo fece ripetere due volte che ne prese uno degli X-men.
Intanto li raggiunsero anche gli altri, ridendo del loro amico.
Già, sarebbe stata la miglior estate della loro vita.
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La casa di Rebecca era piccola e moderna. La prima cosa che si notava nel corridoio erano le i quadri colorati di arte contemporanea. Era composta da 2 camere, un salotto, due bagni e una cucina.
“Rebecca!” la madre della ragazza corse ad abbracciarla.
Si chiamava Saar ed era leggermente più alta della figlia. Aveva capelli e occhi castani e lentiggini sul viso.
“Ciao mamma!” disse la giovane ricambiando il gesto.
“È andato bene il viaggio?”
“Molto”
A quel punto la donna notò Hiro.
“E lui chi è?” chiese.
“Mi chiamo Hiro signora, Hiro Hamada” disse lui.
“Io e Noemi abbiamo invitato lui e i suoi amici qui a Torino…per te va bene? Non dormiremo nelle stesse camere” si intromise Rebecca sperando di convincere la madre.
Saar ci pensò un po’ su, ma alla fine accettò.
I due si diressero verso la coloratissima stanza della ragazza, dove trovarono in fratellino di Rebecca, Raffaele.
Aveva 10 anni e assomigliava molto alla sorella.
Stava giocando alla playstation e imprecando contro gli altri personaggi del gioco di guerra.
“Ciao Lele” disse Rebecca posando la valigia in un angolo.
“Ciao” la salutò lui continuando a giocare. Smise solamente dopo aver visto il nuovo arrivato.
“Mi chiamo Hiro” disse il giovane intuendo la sua domanda.
“Ciao Hiro” rispose e riprese a giocare ai videogame.
Rebecca portò un bicchiere d’acqua al ragazzo, che iniziò a bere.
“State insieme?” chiese Raffaele quasi dal nulla, facendo sputare Hiro tutta l’acqua che stava bevendo.
“Beh n-noi…” tentò di dire imbarazzato, così, Rebecca decise di intervenire: “Fatti gli affari tuoi, Lele!”
Il ragazzino fece spallucce e disse: “Lo prendo per un sì”
“Rebecca sei tornata!”. A parlare era stato il padre di Rebecca, di nome Fabio.
“Salve signore” lo salutò Hiro “Mi chiamo Hiro Hamada.”
“Piacere” disse Fabio stringendo la mano del ragazzo. “Starai qui a casa nostra?”
“Sì” rispose Hiro.
“Bene, allora vi lascio in pace, a dopo” e se ne andò.
Quando il corvino si girò, la sua ragazza si era addormentata.
Si sdraiò affianco a lei e lasciò che le braccia del sonno lo accolsero.
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NOTA AUTRICE: Rieccomi! Questa storia sarà una specie di “racconto” delle vacanze. Ammetto che questo capitolo non sia un granché, ma spero vi piaccia.
Recensite in tanti! Kisses, Emy.
 
 
 
 
 
   
 
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