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Autore: Suomalainen    09/04/2015    0 recensioni
E se per una trovata pubblicitaria un attore super famoso dovesse tornare alle sue origini? Cosa succederebbe se la sua intera vita fosse sconvolta nel giro di poche settimane? E se la causa di questo sconvolgimento fosse una ragazza comune appartenente ad un mondo completamente diverso dal suo?
Forse però l'amore è sempre uguale, e non fa differenze tra il mondo delle superstar e quello delle persone normali.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Best Day of My Life.

I'm never gonna look back
I'm never gonna give it up
No, please don't wake me now
This is gonna be the Best Day of my Life.
[Best day of my Life, American Authors]

Ryan

Mi svegliai in preda ad un mal di testa terribile, cosa mi era successo? Mi guardai in giro. Un momento, quella non era casa mia e quello dove stavo dormendo non era il letto dei miei. Dove cazzo mi trovavo? Mi alzai di scatto, indossavo ancora i vestiti di ieri, solo la mia giacca era piegata su una sedia vicino al letto, per il resto, avevo ancora tutto addosso. Sentii un rumore di pentole e piatti al piano di sotto, scesi le scale con calma, guardandomi intorno, c'erano un sacco di foto appese al muro, in una di esse riconobbi la ragazza che mi aveva aiutato ieri, ero a casa sua.
Arrivai in cucina «Buongiorno!» dissi, lei probabilmente si spaventò perché fece un salto facendo cadere un uovo «Scusa, non volevo spaventarti»
«Non ti avevo sentito arrivare... Hai fame?» chiese mentre puliva per terra
«Un po'...»
«Latte e biscotti?»
«Per colazione?»
«Sì... Non va bene?»
«Non è molto americana come cosa, mi aspettavo più uova e pancakes...» io volevo mangiare uova e pancakes.
«Colazione europea, o così o niente.» rispose decisa
«Allora perché hai chiesto?»
«Per essere gentile e per farti credere di avere una più ampia scelta» si mise a ridere, io ero imbarazzato, non mi ricordavo che cosa era successo la sera prima e non sapevo bene che figura ci avevo fatto con lei... Magari adesso sarebbe corsa al primo quotidiano locale per dire che Ryan Gosling si era ubriacato nel suo bar, il mio agente sarebbe stato molto felice.
«Siediti» mi disse e mi posò davanti una tazza di latte e una scatola piena di biscotti, lei si sedette di fronte a me e iniziò a mangiare. Non sembrava intimidita da me e non faceva l'isterica, forse non era una mia fan, o forse era più psicopatica di quello che non dava a vedere.
«Allora... Ehm» iniziai, com'era il suo nome? «Julia» mi aiutò lei «Mirale Julia»
«Julia... Cosa è successo ieri?»
«Non ricordi nulla?»
«Ero in un pub, quello è tutto ciò che ricordo»
«Hai attaccato rissa con Travis che ti ha ridotto ad una maschera di sangue, ma niente di grave, e poi hai continuato a bere per tutta la sera. Eri ubriaco fradicio e volevi guidare, io te l'ho impedito, ma visto che non ti ricordavi più dove abitavi ti ho portato qua» lo raccontò come se fosse la cosa più naturale del mondo. Quindi per lei era normale salvare persone e portarle a casa sua? Sembrò capire cosa stavo pensando perché aggiunse «Non l'avevo mai fatto prima, avresti potuto essere un maniaco, ma dovevo rischiare» sorrise. No, decisamente non aveva capito chi ero, ebbi un ricordo sfocato della sera prima, di lei che mi diceva che assomigliavo molto a un attore di nome Ryan Goglin... Non aveva neanche azzeccato il mio nome.
«Allora come ti chiami tu?» mi chiese e intanto accese la televisione che si trovava sopra il mobile della cucina «Ryan...» dissi, poi la mia attenzione fu catturata dalla televisione, stavano facendo la replica del programma che avevo visto ieri prima di andare in quel pub, la fan che urlava di amarmi, il giornalista, London... Presi il telecomando e spensi la tv. Julia aveva visto abbastanza, perché guardo prima me e poi la televisione spenta.
«Oddio...» disse, mi guardava con occhi sbarrati, faceva quasi paura.
«Tornando al discorso di prima, mi chiamo Ryan Gosling e non Goglin» sorrisi
«Oddio, mi dispiace, avrei dovuto riconoscerti e per il nome... Scusa. Che figura di merda» le sue guance si arrossarono leggermente, le sorrisi, e mi sorpresi a pensare che quella cosa fosse molto dolce, arrossire intendo.
«Lei era... Quella ragazza, insomma...»
«Era la mia ex.» chiusi lì il discorso, parlare di lei mi faceva innervosire e montare la rabbia, ero lì per uno scopo ben preciso e non potevo distrarmi pensando a lei.
«Scusa» si alzò e iniziò a ripulire tutto, prese le chiavi della sua auto e poi mi guardò «Adesso ti ricordi dove abiti?».

Julia

Lo portai fino al parcheggio del pub, dove la sera prima aveva lasciato la sua macchina «Eccoci qua» dissi scendendo «Ed ecco a te!» gli porsi le chiavi che gli avevo ritirato la sera prima «Mi avevi sequestrato le chiavi?!»
«Ti devi aspettare di tutto da un ubriaco!» sorrisi
«Già...» mi guardò in modo strano, probabilmente non aveva mai incontrato nessuno che non lo conoscesse.
Mi avvicinai per salutarlo dandogli due baci sulla guancia, ma dopo il primo mi fermai imbarazzata «Scusa, io sono abituata con la mia famiglia e ora... Scusa, mi sono confusa...» arrossii violentemente «Saluti la tua famiglia baciandoli sulla guancia?!»
«Tradizione... Sono mezza italiana, da noi si usa così, scusa.»
«Mamma Mia! Pizza, Pasta, Mafia!» urlò Ryan scuotendo le mani, lo guardai stupita e poi scoppiai a ridere, non avevo mai visto niente di più divertente «E quello cos'era?»
«Tutte le mie conoscenze di italiano» mi fece l'occhiolino, aprì la macchina e poi salì «Mi sa che però non ne so tanto quanto te»
«Siamo quasi lì... Potresti essere scambiato per un vero italiano!»
«Sei una bugiarda pessima»
«Per questo non sono un'attrice famosa» gli dissi, lo salutai con la mano e feci un passo indietro, in modo che lui potesse uscire con la macchina e andarsene.
Seguii con lo sguardo il suo fuoristrada finché non sparì dietro la curva, non mi sarebbe mai più capitata una cosa del genere in tutta la mia vita, rimpiansi un poco di non avergli chiesto nessuna foto o autografo, probabilmente non l'avrei mai più rivisto. In quel momento squillò il cellulare, lo presi dalla mia borsa, numero sconosciuto, chi poteva essere?
«Pronto?»
«Julia! Sono io, Ayani!»
«Ah sei tu... Ma di chi è questo numero?»
«Di mia madre... Sono senza soldi io. Sembri sorpresa comunque, stavi aspettando una chiamata?» chiese curiosa, non le avrei mai detto che per un attimo avevo sperato che fosse proprio LUI «Pensavo fosse l'esito del mio colloquio»
«Ah, mi dispiace di averti deluso... Che fai oggi pomeriggio?»
«Sono al pub, che dobbiamo allestire per la festa di questa sera... Ricordi?»
«Me n'ero scordata! Per che ora vai?»
«Pensavo di andare a casa, farmi un doccia, sistemare un po' e poi essere lì per le quattro, cinque al massimo, gli invitati arrivano per le otto mi pare...»
«Va bene, arriverò anche io per quell'ora. Dove sei ora?»
«Nel parcheggio del pub...» dissi cautamente
«A far cosa?!»
«Storia lunga... Ti dico poi!»
«Va bene, a dopo!»
Chiusi la telefonata, salii in auto e partii verso casa. Pensai a quanto fossero stati irreali questi due ultimi giorni... Il colloquio, Ryan... Forse era stato solo un sogno, forse adesso mi sveglio e scopro che nulla di tutto ciò è successo realmente.
Entro in casa «Ciao Romeo» saluto il gatto accarezzandogli la testa poi mi dirigo verso il telefono, avevo un messaggio in segreteria, premo il tasto per ascoltarlo iniziando a togliermi la giacca.
«Julia sei lì? Bhè, Julia sono la mamma, volevo solo ricordarti che fra due settimane c'è il matrimonio di tua cugina Maria, lei ci tiene tanto alla tua presenza...»
Guardai Romeo «Certo come no» gli dissi
«... E anche a me e a tuo padre farebbe piacere la tua presenza. Sai c'è quel ragazzotto figlio del collega di tuo padre che mi ha detto che avrebbe piacere di conoscerti, si chiama Andrea. Richiamami appena senti il messaggio che così ne parliamo, e decidiamo anche quando andare a provare il vestito, sai, Maria ti vuole come damigella. Ciao bella, ci manchi.»
Mi lasciai cadere sul divano. Stava scherzando vero? Non solo dovevo andare ad un matrimonio pieni di parenti stretti e non che mi avrebbero fatto il terzo grado sulla mia vita, ma mia madre aveva pure deciso che doveva fare la date planner. Mi sarei inventata una scusa e non sarei andata, anche se mi dispiaceva per Maria, certo non eravamo poi andate così d'accordo ultimamente, ma mi aveva chiesto di essere una delle damigelle, non potevo darle buca all'ultimo. Controllai l'ora, mi alzai e mi diressi verso il bagno, era meglio sbrigarsi, mi aspettava una lunga giornata.
  
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