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Autore: E and M    16/02/2005    5 recensioni
Una storia avvincente e misteriosa, un viaggio emozionante in un mondo lontano, in una terra fantastica ricca di segreti, enigmi. Un racconto che si snoda tra passato e presente, l’amore che lega due anime per l’eternità, l’amicizia, il valore della fedeltà e tanto altro ancora…
Genere: Avventura, Mistero, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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- Eva!!!!!!! Io ti avevo detto che era troppo presto per pubblicare! Adesso abbiamo fatto aspettare i
nostri lettori un sacco di tempo..-

- Eddai su! @.@ sono sicurissima che ci perdoneranno (vero???)

(OOOOH, coooome no! N.d. tutti)


(cattivi ç.ç...almeno reggetemi il gioco, no!)

(E no cara…quel che è giusto è giusto…non siamo corruttibili!)

(Ooook…allora facciamo…1 miliardo, ok?!)

( o_- -_o ok, sgancia! Ma si, ma no, ma su ma dai…non preoccuparti…gli impegni, l’università, il lavoro…sono cose che capitano…PERDONATA!!! ^___^)


Visto Mei? Tutto come previsto…^.^ -

- Grrrrr…cominciamo va’…-



“ Perché se è vero che la vita è un circolo, allora tutto prima o poi ricomincerà da capo.
E chissà che la nostra vita, non sia già stata vissuta da qualcun altro.”



CAPITOLO II




Nebbia.
Nebbia fitta.
Dove sono?
Non posso vedere a un palmo dal naso.
Nulla.
Il nulla m’attornia.
Nebbia ed affanno.
Il fiato corto, le membra pesanti, gli occhi che bruciano.
Perché quest’affanno?
Corsa.
Sto correndo.
Sento i miei passi, le mie gambe si muovono.
Verso cosa? Verso dove?
Verso chi?
Nebbia, affanno.
Paura.
Un terrore profondo che sale dal profondo dell’anima.
Di cosa?
Non è di qualcosa.
E’ per qualcuno.
Qualcuno d’importante.
Troppo importante.
Un forte odore di bruciato.
Calore immenso sulla pelle.
Non è nebbia è fumo.
Tutto intorno a me brucia.
I muri, le tende, gli oggetti, persino l’aria che respiro brucia immensamente.
Ora posso vederlo chiaramente.
Posso vedere le fiamme che divorano ogni cosa.
Non importa.
Io devo trovarla. Devo!
A costo della vita, io devo trovarla.
Morirà!
Devo trovarla. Devo!



Oliver si svegliò nel bel mezzo della notte madido di sudore.
L’incubo che lo aveva tormentato non avrebbe potuto essere più spaventoso.
Sembrava quasi…..vero.
Come già vissuto.
Ma non lo era, ringraziando il cielo,non lo era.
Era a casa nel suo letto.
Al sicuro.
Si alzò dal letto e si diresse in bagno, per lavarsi la faccia.
Le mani gli tremavano.
Possibile che il sogno fosse stato così reale?
Decise di scendere in cucina a mangiare qualcosa per riempire lo stomaco e per avere il tempo di rinfrancarsi l’animo.
La casa era immersa in un silenzio assordante.
Illuminati dalla luce della torcia, che Oliver aveva deciso di usare per non svegliare nessuno, gli oggetti assumevano toni inquietanti.
Una tremenda sensazione di terrore lo prese alla sprovvista e, improvvisamente, gli apparve il volto della giovane donna che in serata gli aveva aperto la porta al quartiere Stilton.
Poi tutto passò.
Oliver si corrucciò.
Possibile che le loro strade si fossero già incontrate?
Eppure una così bella donna avrebbe dovuto ricordarsela…
S’infilò in cucina e aprì il frigo.
Ma in quell’istante sentì la porta sul retro aprirsi.
Oliver afferrò una pentola messa ad asciugare per colpire l’eventuale ladro ma si trovò davanti suo cugino.


- Cosa cavolo stai facendo in cucina a quest’ora con una pentola e una torcia?
- No, cosa cavolo rientri, tu, a quest’ora! Ma hai visto che ore sono?!
- Schhhttt non fare casino che se si sveglia mamma mi ammazza ! Dovevo essere qui tre ore fa..
- Sei sempre il solito…

Da sopra si udirono dei passi timorosi.
Thomas bisbigliò:
- Ecco! L’ hai svegliata!

Una voce flebile si udì dalle scale.

- Chi..chi è?

Oliver, cercando di non ridere per l’espressione sconvolta sul viso del cugino, si sporse fuori dalla cucina e disse a bassa voce:

- Sono io, zia! Avevo fame e sono sceso a mangiare qualcosa.
- Oh, pensavo fosse un ladro! Aspetta mi metto qualcosa e scendo a prepararti qualcosa da mangiare.
- No! Non ti preoccupare mi sono già fatto un panino. Torna pure a dormire.
- Ah. Va bene. Non stare alzato troppo. E’ già tardi.
- Certo. Buonanotte.

Oliver rientrò in cucina e con aria di rimproverò apostrofò a Thomas:

- Questa è l’ultima volta che ti salvo!

Ma neanche un secondo dopo aver pronunciato la frase la voce di sua zia tornò ad echeggiare nelle scale.

- Oliver?

Oliver si affacciò nuovamente.

- Si?
- Mi fai un favore?
- Quello che vuoi, zia.
- Puoi dire a tuo cugino che è in punizione per tutta la settimana per essere rientrato così tardi.

Oliver rise guardando Thomas sbattere la testa contro il muro ripetutamente.

- Certo zia. Ma credo che abbia capito.
- Meglio così. Buonanotte ragazzi.


^.^/ ^.^/ ^.^/





La fresca brezza della sera che sfiora la pelle e scompiglia i capelli.
Scintille di fuoco che s’innalzano verso il cielo.
Stelle, miriadi di stelle, lontane, puntini nella volta celeste immensa.
L’attesa frenetica di qualcosa di imminente.
Il profumo del cibo, le risa della gente intorno, i suoni ovattati.
L’assenza di lui così marcata e pressante.
La paura folle di perderlo, lui così importante, così essenziale.
La voglia di vederlo, di sapere che lui è vicino.
Passi felpati sull’erba.
Una figura nella notte buia che si staglia sulla luna all’orizzonte.
Imponente, forte, sicura.
Lo sguardo fiero fisso all’orizzonte.
Il volto corrucciato, il mento volitivo e teso per la preoccupazione.
Eccolo, è lui.
L’uomo che amo.


- Patricia! Patricia! Vuoi svegliarti?

Patricia aprì gli occhi e si guardò attorno.
Quando la nebbia causata dal sonno si diradò, si ricordò di aver accettato il passaggio di Arielle per tornare a casa dopo la festa.
Anche se Lantis le aveva proposto di accompagnarla a casa, lei aveva rifiutato con la scusa che Arielle abitava più vicino e che era molto tardi.
In realtà, dopo un’intera serata, sopportava poco la sua presenza.

(Cioè se non lo vuoi io me lo prendo pure. Come dice Straga, non si butta via niente!)


(Meiii…ma che dici!!! Non credi che per festeggiare il mio esame sia più giusto lasciarlo a me!!!^^ )


(Neanche per idea!!!)


(MA INSOMMA…NOI VORREMMO LEGGERE LA STORIA! NON LE VOSTRE STRAMBERIE!!!)


(Gomen!!! ^^’ ^^’ )



Non le si era staccato di dosso nemmeno per un momento.
Ma il sogno che aveva fatto le aveva lasciato addosso una sensazione di calma e pace assoluta.
Un po’ come quando ti svegli di domenica mattina e te ne stai al calduccio ad ascoltare la pioggia fuori che cade.
Come il profumo di caffè e brioche.
Come rientrare in casa dopo essere stati per ore al freddo e trovare qualcosa di caldo da bere.
Fatto sta che rientrando in casa da sola a quell’ora tarda di notte
non riusciva a togliersi di dosso la sensazione di aver vissuto realmente una situazione come quella.
Tanto tempo fa.
L’amore provato era così vero, reale da non poter essere solo un sogno.
I luoghi sembravano quelli…
Ma si, quelli del diario!
Forse si era solo lascia suggestionare dalla lettura.
Lo aveva immaginato tanto da farsi coinvolgere nella vicenda.
Si, doveva essere proprio così.
Ma allora perché era così felice?



^.^/ ^.^/ ^.^/




Oliver venne svegliato bruscamente dalla suoneria del cellulare.
Aveva deciso di dormire fino a tardi, dato che non aveva lezioni, ma
evidentemente qualcun altro aveva deciso che non era fattibile.
Guardò l’ora sulla radiosveglia appoggiata sul comodino.
Le nove e un quarto.
Non era possibile.
Chi voleva morire per averlo svegliato così presto?
Recuperò il cellulare e lesse sullo schermo il nome lampeggiante di Tom.
Era andato a letto alle cinque ed era già in giro.
Ma come diavolo faceva?
Fu tentato di sbattere il telefono contro il muro ma pensando che
potesse trovarsi nei guai, come suo solito, rispose.

- Pronto.
- Ciao Holly!! Come stai?
- Stavo meglio quando dormivo!
- Ecco avrei un favore da chiederti..
- C’ero già arrivato. Dimmi.
- Te la ricordi Helen, la mia ragazza. Quella bionda, occhi
azzurro-grigio, molto carina, molto intelligente, al primo anno
di scienze dell’editoria… quella di cui sono cotto e stracotto?

( Mi ricorda qualcuno…. Uhm.. ma non è il ritratto sputato di Eva? E poi dimmi che non ti voglio bene..)


(Mmmeiuccia!!! @.@…ma quanto sei caruccia!!! Hai bisogno di qualcosa? Ti offro la pizza? Ti organizzo il matrimonio! @.@ )




- Vieni al sodo.
- Ecco le ho promesso che oggi le portavo un libro che le serve per una lezione. Ma me ne sono dimenticato. Me lo porti?
Ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego…
- Di che libro si tratta?
- M. Foucault, La volontà di sapere. Lo trovi sulla mensola in camera mia.
- Ok arrivo.
- Grazie mille. Cosa farei senza di te? Ti aspetto al bar della facoltà.
- Allora mi offrirai la colazione!

Oliver si alzò bruscamente per non permettere al suo corpo di rimettersi a letto e di tornare a dormire.
Si vestì in fretta e, dopo aver rintracciato il libro in quella che suo cugino chiamava camera, uscì nella luce del mattino.
Arrivò all’università nel giro di dieci minuti perché a quell’ora tutto il traffico era già sparito.
Salì le scale tre a tre e, se fino a quel momento era stato così
fortunato da non incappare in ostacoli sul suo cammino, mentre
già riusciva ad intravedere il bar in fondo al corridoio, inciampò in qualcuno che usciva da un aula.

( Il solito imbranato! n.d. Mei )

Non fu tanto la caduta o la botta a scombussolarlo tanto ma molto di più il trovarsi sotto il naso gli occhi scuri di Patricia,
perché nello stesso istante un ricordo improvviso gli balenò in mente con la sua feroce brutalità lasciandolo stordito a terra fino a che Tom,
accorso al richiamo del caos che si era creato, lo risvegliò dalla momentanea confusione.

- Holly! Si può sapere cosa ci fai per terra con quella faccia da pesce lesso?

( Questa però se l’è cercata…. Se fosse un po’ più sveglio noi non gli daremmo sempre del pesce o del baccalà…N.d. Mei )




Dal canto suo Patricia, che aveva ricevuto lo stesso trattamento di Oliver, era fuggita spaventata a morte dalla forza
dell’inquietudine provata.
Non riusciva più a giustificare quei sentimenti come una suggestione data dal diario.
E non sapeva che fare.


Ringraziamenti!!!

Rossy: Grazie grazie grazie… in fondo Holly fattorino fa parte delle nostre fantasie erotiche… ehm… no scherzo… beh un po’ si dai….
Mica solo fattorino… postino, pilota, autista… et cetera..

Ailin : Si può quantificare il grado di “ fuorità”? No perché noi siamo fuori come un balcone e forse anche di più… grazie per i complimenti … li apprezziamo sempre moltissimo …

Pè: Io non ci avevo fatto caso al fatto della situazione inversa…cmq eccoti finalmente il secondo capitolo….
Dopo mille anni …è qui…te lo abbiamo fatto penare ma finalmente… non ti aspettare troppo presto il 3 perché tocca a Eva ed è tutto dire…
Eva non ribattere che io ci ho messo una vita perché all’inizio sei stata tu a dirmi di aspettare e poi il lavoro è stato un casino ed eccomi qui…
che poi io lo avevo finito settimana scorsa… e poi… ops.. ho degenerato…

Betty: Grazie…grazie grazie… sono davvero a corto di parole oggi… cmq grazie dal profondo del cuore ( antico)..ah questa era pessima…

Sondaggio: cosa combinerà Eva oggi al suo primo giorno di lavoro come cassiera al supermarket?
A voi la risposta!
Ogni diavoleria, birboneria, cavolata, pensiero tremendo eccetera è ben accetto…
Ma vedrete che la realtà supererà la fantasia!

  
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