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Autore: la luna nera    10/04/2015    3 recensioni
Quando il passato ritorna non può che creare casini. Alessia non pensava di rivedere Cosimo dopo anni ed anni. E soprattutto non pensava che rivederlo fosse così destabilizzante! A complicare le cose c'erano pure una figlia piccola e naturalmente la sua compagna con la quale condivide la sua vita in modo apparentemente tranquillo.
Questo inaspettato riavvicinamento è denso di paure, scheletri nell'armadio e situazioni più o meno ambigue. Che farà Cosimo, papà innamorato perso della figlia, sospeso fra due donne così diverse?
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Raga, scusate devo andare.” Cosimo si alzò dal  tavolo e prima che riuscisse a raggiungere l’uscita del ristorante, Monica gli sbarrò la strada.
“Non so dove hai la testa, ti avevo detto di rientrare per le dieci!”
Guardò l’orologio: segnava le dieci e un quarto. “Non mi ero reso conto dell’ora, scusa.”
“Un corno!” Gli mise in braccio la bambina. “Occupatene tu, io ho altro da fare e lo sapevi bene. La prossima volta considera bene se accettare o meno inviti a cena da certi stupidi come quelli lì!”
La giovane donna girò sui tacchi e lasciò il locale affollato di gente. Cosimo restò impalato con la piccola Ludovica in braccio che lo guardava con i suoi dolci occhi innocenti. Si voltò verso di noi che non avevamo battuto ciglio e non avevamo fatto alcun commento. Tornò al suo posto mettendo la bimba sulle ginocchia, la quale afferrò un pezzo di pane e iniziò a mangiucchiarlo. Ero seduta di fronte a lui e non potei fare a meno di leggere un mix di rabbia, nervosismo, rassegnazione e tristezza nelle sue iridi che tentava di nascondere, sentiva che le lacrime stavano lì per uscire. E lui voleva trattenerle dentro, specie se teneva la figlia fra le braccia.
“Scusate.” Gli uscì un filo di voce.
“Va tutto bene?” Mattia, seduto accanto a lui, provò a dirgli due parole.
“Si. Si, va tutto bene.” Alzò gli occhi tentando di ingoiare il nodo. “Non mi ero reso conto dell’ora, sarei dovuto tornare a casa già da almeno mezz’ora.”
“Perché? E’ ancora presto e poi sono anni che non facevamo una rimpatriata del genere con tutta la classe.”
“Si, lo so… E infatti l’idea di rivedervi mi è piaciuta subito, ma….”
“Ma?”
“Monica aveva una serata organizzata con certi uomini d’affari al Palacongressi giù in città alla quale non poteva rinunciare per mandarmi a cena con i miei vecchi compagni di classe. Qualcuno doveva occuparsi di Ludovica e non avendo trovato nessuna baby sitter disponibile avevamo raggiunto un piccolo accordo: dovevo rientrare per le dieci per permetterle di uscire, ma mi sono fatto prendere dall’euforia e ho dimenticato l’ora.”
“Senti compare, “Mattia gli poggiò la mano sulla spalla strattonandolo amichevolmente “non ti preoccupare, la tua piccolina è la benvenuta al nostro tavolo, così come suo padre. A farle da baby sitter ci pensiamo noi!”
“Naturalmente!” Intervenne Ambra. “Eravamo una classe inossidabile alla scuola media e lo siamo ancora. Se qualcuno ha bisogno di aiuto, basta chiedere.” Il suo cellulare squillò, la ragazza rispose. “Mhm, anche io fra poco avrò bisogno di aiuto…..”Si alzò da tavola. “Devo salutarvi, mia madre sta per esplodere. Le ho lasciato i bambini, sono due pesti e da sola non riesce a gestirli troppo bene.”
Anche Ambra non se la passava certo bene: ha avuto due figli e il suo compagno si è dileguato poco dopo la nascita del secondo. Ci salutò e lasciò a malincuore il locale.
Partecipare a questa cena di classe è stato bellissimo e quando ho saputo che la stavano organizzando mi sono lasciata trasportare dall’entusiasmo e dai ricordi. Uno di quelli, forse il più profondo e nascosto, riguarda appunto Cosimo, anche se non pensavo di rivederlo in quell’occasione dato che è quasi sempre in giro per il mondo con la sua donna. Mi ero presa una cotta stratosferica per lui che come da copione aveva occhi solo per la cretina dell’altra classe. Ricordo ancora il pugno nello stomaco che avvertii quando seppi che stavano assieme. E di come l’avrei presa a calci nel culo quando lo mollò per passare di settimana in settimana dalle braccia di tutti i ragazzi della nostra comitiva! Lui stava male, diceva addirittura di voler morire e invece ero io quella che si sentiva morire dentro nel vederlo in quelle condizioni. Poi a distanza di anni e dopo essersi divertita abbastanza, tornò da lui e da buon coglione se la riprese, tanto ne era innamorato. Sono stati assieme per anni, fino a che lei lo ha piantato una volta per tutte ed è rimasta incinta di un altro. Gran bella carriera, non c’è che dire!
Lui non ha mai saputo che mi piaceva, non l’ho mai rivelato a nessuno. Perché? Beh, mi vergognavo come una ladra. Di cosa non so, ma era così. Forse del mio aspetto fisico a metà fra il cactus e l’essere umano? Forse della mia goffaggine e della mia timidezza?
Ad ogni modo tutto questo appartenva al passato e la mia cotta per lui non faceva eccezione. Eravamo cresciuti e vedevamo il mondo sotto una luce diversa, alcuni di noi erano sposati o convivevano stabilmente da tempo, c’erano figli piccoli di cui essere orgogliosi e storie d’amore troncate di netto per motivi più o meno assurdi (categoria nella quale rientra la sottoscritta). Quella bella serata fu utile per dimenticare l’amarezza insita in molti do noi per le condizioni precarie in ambito lavorativo, impieghi con contratto a termine, altri in nero con l’incubo di esser licenziati senza poter controbattere, lo stress di cercare un posto e sentirsi sempre dire “no” con tanto di porta sbattuta in faccia e così via. Quella sera tentammo di tornare indietro nel tempo ripercorrendo i vari momenti vissuti assieme fra il compito di matematica e gli strafalcioni in analisi grammaticale e dimenticare tutto il resto. Anche Cosimo si sforzava di ridere, ma notavo che non era spontaneo. La sua bambina, che ad occhio poteva avere tre-quattro anni, si stava divertendo tantissimo, rideva e giocava con noi nascondendosi ogni tanto fra le braccia del padre. La trovavamo tutti semplicemente stupenda!  
Nonostante la sua vitalità, crollò addormentata poco prima delle undici e Cosimo fu costretto suo malgrado a salutarci. Anche altri dovettero andare e dunque quella stupenda serata terminò con la promessa di ritrovarci quanto prima di nuovo tutti insieme attorno ad un tavolo, anche solo per un panino, per dimenticare i nostri problemi e le nostre paure per il futuro.
 
“Povero Cosimo, non lo invidio!” Esordì Giovanna mentre camminavamo per tornare a casa.
“Perché? Ha una figlia che sembra un angelo!”
“Non è per la piccolina, è per quella che ha accanto, quella Monica.”
“La conosci?”
“Personalmente no, ma le chiacchiere di paese la descrivono come la perfetta donna in carriera sempre in giro per il mondo. Credo si occupi di villaggi turistici sparsi ovunque ed è per questo che lui non si vedeva più da queste parti.”
“Erano sempre in giro per il mondo… Si, avevo sentito dire qualcosa.”
“Non so come abbiano fatto quando è nata la bambina! Dev’essere stato uno shock per lei sapere di essere incinta!”
“Beh, i metodi per evitare le gravidanze esistono…”
“Può darsi che volesse diventare mamma ad ogni costo. Lui è sempre stato così, quando si innamora lo puoi comandare a bacchetta.”
Lo sapevo eccome! Ricordavo per filo e per segno che si comportava come un docile cagnolino quando stava con la cretina! “Già, ma stasera ho avuto l’impressione che non sia andata così.” Anche lei la pensava come me. Eravamo amiche inseparabili ai tempi della scuola media ed esattamente come me si era presa una cotta stratosferica per Cosimo. L’unica differenza stava nel fatto che lui lo sapeva e che non perdeva occasione di mostrarsi carino nei suoi confronti. Ed io marcivo di gelosia…..
Giunsi sotto casa, salutai la mia amica e salii su. Aprii la porta di casa e trovai mio padre sul divano incollato alla televisione in soggiorno per la serata della finale di pugilato; mia madre stava in cucina davanti all’altra TV sciogliendosi in lacrime per l’ultimo colpo di scena della sua soap opera preferita. A quasi trent’anni ecco la mia vita: di nuovo con mamma e papà dopo una convivenza durata poco meno di tre anni che si era conclusa con un lapidario “è finita, non sei quella che credevo, adesso mi vedo con un’altra”. Punto e tanti saluti.
 
La mia vita però avrebbe preso una strada diversa proprio a partire da questa serata, una strada che si sarebbe incrociata con il passato, con quello che tenevo celato nel mio cuore e che avevo cancellato da anni.
 
O almeno era ciò che credevo.
 
 


 
Ciao a tutti!
 
Non so se ho incuriosito qualche potenziale lettore con questo primo capitolo-introduzione. A primo avviso potrebbe sembrare la classica storia d’amore con il ragazzo dietro il quale la protagonista moriva sui banchi di scuola rincontrato alla cena con i vecchi compagni che esplode in un amore travolgente… Già, ma qua c’è una bambina in mezzo e naturalmente pure la compagna-super-donna-in-carriera piena di soldi.
Credete sia sufficiente per una storia incasinata?
Sono super graditi i commenti! Coraggio!
Vi aspetto
 
La Luna Nera

 
  
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