Grazie
Natale
C’è la neve.
Copre ogni cosa, il suo manto bianco si estende per tutta l’isola. Era da
molto che non vedevo la neve, l’ultima volta è stata
all’isola di Chopper. Ma lì non posso dire di essermela goduta,
avevo un febbrone da cavallo. E nel delirio della febbre, e grazie alla neve,
non vedevo altro che bianco, ogni altro colore era risucchiato, vedevo solo bianco.
Fa molto freddo, quasi 15
gradi sotto zero. Ogni volta che respiro si forma una nuvoletta di vapore
davanti ai miei occhi, e fa così freddo che non mi sorprenderei se si
congelasse all’istante. Sinceramente non sarei voluta rimanere qui, per
il freddo, ma non solo. Anche per la ragione per cui tutti gli altri sono
voluti rimanere: il Natale. In quest’isola festeggiano il Natale organizzando
banchetti e feste per tutta l’isola, è la festa più sentita
di tutto l’anno.
Ovviamente tutti sono
voluti rimanere, infischiandosene altamente della mia richiesta di andarcene
subito dopo aver riempito la dispensa. Beh, li capisco, in effetti.
Il Natale piace a tutti, o
almeno a tutti quelli che conosco. A me invece non piace. Ho un rapporto molto
conflittuale con le feste – con tutte – e fosse per me non ne
festeggerei nessuna. Mi ricordano il periodo nero della mia infanzia, ogni
festa passata nell’orrendo palazzo di Arlong a disegnare cartine, ogni
festa che avrei voluto passare con mia madre e mia sorella e invece non potevo
passare con nessuna delle due.
Anche da bambina non avevo
mai tollerato troppo le feste ma l’atmosfera di gioia che si veniva a
creare grazie a Bellmer e a Nojiko era unica, mi faceva sentire felice e amata.
In quei momenti amavo le feste, ma quando Arlong mi ha tolto anche quella
felicità, ho cominciato a detestarle ancora di più.
Invece i miei amici
adorano le feste, soprattutto Rufy che con la sua solita esuberanza cerca di
farmi venire un po’ di spirito natalizio, il che è una perdita di
tempo, cosa che continuo a ripetergli ma che lui non continua a non capire.
Per fortuna Natale
è dopodomani, così appena la festa sarà finita ce ne
potremo andare. I miei programmi per quella sera sono una cena, una bevuta e
poi dritta nella mia cabina, e basta.
Non voglio festeggiare.
Anche se Rufy e tutti gli altri sono giorni che cercano di convincermi, invano
anche loro.
Un rumore mi sveglia
improvvisamente dai miei pensieri, e quando alzo gli occhi, vedo il sorriso a
32 denti di Rufy. Speriamo che non cerchi ancora di convincermi a festeggiare.
- Ciao Nami! – mi
dice con voce trillante.
- Ciao… -
- Nami ma perché
quel muso lungo? E’ Natale, e dovremmo essere tutti più felici
–
Questa è la goccia
che fa traboccare il vaso.
- Rufy! Te l’ho
detto non so quante volte! Detesto il Natale, detesto le feste! Non vedo
perché dovrei essere più felice, smettila di ricordarmi che
è Natale perché non lo sopporto! Basta! Non mi piace il Natale,
possibile che non riesci a comprenderlo?! - gli grido irata, non ce la faccio
più.
Rufy sembra spiazzato,
forse non si aspettava questa mia – forse - esagerata reazione.
Ma non me la rimangio,
assolutamente no; almeno così capirà.
- Scusami. Hai ragione,
non ti infastidirò più, puoi stare tranquilla -
Lo dice serio, in un tono
di voce che non sembra suo. Forse l’ho ferito e mentre esce dalla mia
stanza un senso di colpa comincia ad affacciarsi dentro di me, anche se tento
di reprimerlo.
E’ sera. Sto per
andare a mangiare, ed è tutto il giorno che quello che ho detto a Rufy
continua a tormentarmi, anzi in realtà non è quello che ho detto.
E’ come l’ho detto.
Una volta una persona mi
disse: - E’ più importante il modo in cui dici una cosa, che la
cosa in se stessa –
Allora non avevo neanche
compreso il significato di quella frase, ora capivo benissimo e, maledizione,
quel tizio aveva tremendamente ragione. Sono stata troppo brusca ma non ne
potevo veramente più, questo Natale mi sta dando ancora più
fastidio del solito, ma quando finisce?
Sbuffando mi dirigo verso
la cucina dove, come al solito, Sanji mi saluta calorosamente mettendomi
davanti un piatto colmo di squisite cibarie. Guardo verso Rufy e lo vedo mangiare
a più non posso, e noto che quando lo guardo il mio senso di colpa si
acuisce. Improvvisamente capisco che se non mi scuserò il senso di colpa
non mi lascerà più in pace.
Maledetto Natale! Dopo
aver finito la cena aspetto pazientemente che Rufy finisca così da
potergli parlare, prima è meglio è. Così quando finisce e
saluta tutti per dirigersi in cabina, lo seguo e lo chiamo non appena siamo
usciti dalla cucina e dalle orecchie dei miei amici.
- Rufy! -
Lui si gira incuriosito, e
quando mi vede, cambia espressione. Ridiventa serio come stamattina.
- Nami… Dimmi -
Mi avvicino un po’,
mentre un leggero rossore si dipinge sulle mie guance, non sono abituata a fare
delle scuse! Proprio per niente! Di solito sono gli altri a farle a me!
- Senti… Volevo chiederti…
-
- Cosa? –
m’interrompe ora incuriosito.
- Volevo chiederti scusa,
okay? Ammetto di essere troppo brusca ma è stata, in parte, anche colpa
tua! Dovete smettere di ossessionarmi con questo Natale! – esclamo
irritata.
Rufy non mi dice niente,
si limita a fissarmi, con quegli occhi così ingenui e grandi.
- Ma io non ero arrabbiato
con te -
Non capisco. Come non era
arrabbiato con me? Il mio senso di colpa era inutile?! Il mio sguardo deve
perfettamente far intendere il mio stato di confusione visto quello che lui mi
risponde.
- Pensavi che fossi
arrabbiato con te? -
- Sì, credevo te la
fossi presa per i miei modi bruschi – bisbigliai ancora confusa.
- Ma no! Io non ero
offeso, ero stupito dopo averti parlato –
- Stupito? –
- Sì… - esita
come se non sapesse cosa dire o quali parole usare – ecco, io ero stupito
per quello che mi avevi detto. Non pensavo detestassi tanto il Natale, e
sinceramente mi chiedo ancora perché. Perché lo detesti tanto,
Nami? Io non riesco a capire- dice scuotendo la testa.
Non so cosa rispondergli.
Se un secco “fatti miei” oppure un dolce
“non è niente Rufy, cose passate”. Poi decido di dirgli la
verità, non voglio mentire a Rufy.
- Il Natale non mi
dà felicità, non più. Per questo non mi piace – dico
in un soffio di voce.
Non controbatte;
probabilmente ha capito il mio stato d’animo, come sempre.
- Vado a dormire, okay
Rufy? -
Siamo zitti da troppo
tempo, sta diventando imbarazzante. Lui si limita ad annuire.
Mi allontano, e senza capire
perché, più mi allontano da lui più le gambe si muovono velocemente,
tanto che quando sono quasi arrivata alla mia cabina, sto correndo.
Sto scappando.
Quello che ha detto mi ha
colpito, mi ha turbata ed il bello è che non riesco neanche a darmi una
spiegazione razionale.
In fondo, Rufy si è
solamente incuriosito. Ho detto a tutti che detesto il Natale, quindi è
normale che si sia chiesto perché. Me lo sarei dovuto aspettare da
chiunque e avevo in mente di dire a tutti “ma pensate agli affari
vostri!”. Eppure, come al solito, Rufy mi ha sconvolto i piani, sembra
fatto apposta quel ragazzo.
Alla fine di tutti i miei
ragionamenti, non sono venuta a capo di nulla, quindi mi corico nel mio letto
tentando di pensare ad altro, anche se so che sarà inutile.
Dopo quel giorno non
parlai più con Rufy di quell’argomento e Natale arrivò in
un soffio.
In questo momento sono
dentro al mio letto, la mattina di Natale. Non ho voglia di alzarmi, non ho voglia
di ricevere auguri, non ho voglia di ricevere regali (che almeno da parte di
Sanji ci saranno sicuramente), non ho voglia di festeggiare. Mi devo comportare
come se fosse un giorno qualunque. Animata da questo spirito finalmente mi alzo
dal mio letto e dopo una mezz’oretta esco dalla mia stanza, respirando
profondamente.
Arrivo alla cucina, sento
da fuori il vociare dei miei amici e capisco che sono tutti lì dentro e
so che appena entrerò mi sommergeranno di auguri e regali, al solo
pensiero mi esce una smorfia.
Con disappunto apro la
porta e, per un istante, la mia entrata fa zittire tutti. Ma subito dopo quello
che temevo si avvera: tutti si precipitano ad abbracciarmi, ad augurarmi Buon
Natale e tanta felicità e, visto che non c’è mai fine al
peggio, vedo Franky vestito con un costume da Babbo Natale! E mentre Franky
balla, Brook intona una canzone natalizia come accompagnamento! Inorridisco
alla visione, bloccando il mio penoso tentativo di mostrarmi contenta. Sbatto
le palpebre respirando forte ed un intenso odore di muschio mi penetra fin
dentro le narici. Spostando lo sguardo da Franky-Babbo Natale mi giro verso la
fonte dell’odore e, se possibile, il mio umore peggiora ancora di
più. Al centro della stanza c’è un immenso abete, adornato
di tutto punto con palline, luci, neve finta e quant’altro. Nella punta
vi è un enorme puntale dorato. E sotto l’albero ci sono dei
regali.
Mi siedo nella mia sedia,
evitando di incrociare lo sguardo dei miei amici e aspetto che Sanji mi serva
la colazione. Tutti si siedono dopo di me ai loro posti, tranne Franky e Brook.
- Sorella, allora ti piace
il mio costume nuovo? – grida con enfasi nella mia direzione.
- Ti sta benissimo Franky
– gli dico a stento, in realtà quel costume è orrendo.
- E la mia canzone? Yohoho
– mi chiede Brook continuando a cantare.
- Bellissima -
Finalmente poi si siedono
e aspetto che Sanji mi porti il mio the mattutino. Di solito odio il the ma da
quando in un isola ho trovato l’infuso ai mandarini, ho pregato Sanji di
farmelo con quello e da allora il the è diventato la mia bevanda
preferita.
- Ehm… mia
dea… c’è un problema – mi dice Sanji.
- Cosa succede Sanji?
– gli rispondo allarmata.
- E’ finito
l’infuso ai mandarini! –
Lo guardo sorpresa, come
è finito l’infuso? Di già?
- E’ già
finito? -
Sani annuisce e io sospiro
ancora più avvilita. Non farò neanche colazione, che rabbia!
- Vuoi che ti prepari
qualcos’altro? -
- No Sanji grazie, non mi
va nient’altro –
Che seccatura,
l’infuso ai mandarini
è molto raro da trovare e spesso non lo trovo nelle isole in cui
ci fermiamo. L’ultima volta che l’ho trovato, infatti, ne avevo
fatto un bel po’ di scorta e non credevo che fosse già finito.
- Non ti preoccupare
Sanji, controllerò sull’isola se lo vendono, sennò non
importa – lo consolo vedendo che si è rattristato moltissimo per
non avermi preparato la colazione.
Tutti parlano animatamente
a tavola, felici che sia arrivato Natale. Rufy cerca di arrivare ai regali ma
ogni volta viene fermato da Zoro o da Usopp che lo rimproverano dicendogli che
li apriranno stasera. Rufy mette il broncio ma non può fare altro che
obbedire, vedendolo mi scappa il primo vero sorriso della giornata; è
così buffo!
Dopo un po’
decidiamo di scendere sull’isola a goderci il clima natalizio
dell’isola e, contro ogni mia aspettativa, decido di scendere anche io.
La città è totalmente in festa, dovunque vai senti odori
deliziosi di piatti che vengono cucinati, vedi le case ornate di luci e colori,
gente felice che si fa gli auguri e molti che si dirigono verso la chiesa del
paese. Mi dirigo verso il negozio del paese per vedere se ho la fortuna di
trovare il mio infuso, anche se non ci spero molto.
Alla porta del negozio
è appesa una ghirlanda rossa con la scritta “Buone feste”,
apro la porta e il suono di un campanellino annuncia la mia entrata facendo
voltare il proprietario verso di me.
- Salve signorina!
Innanzitutto auguri di Buon Natale! – il proprietario mi sorride
calorosamente.
Un vecchietto arzillo, con
degli occhiali spessissimi e un bastone che lo sorregge è il
proprietario del negozio. E il suo viso irradia felicità, pura gioia.
E’ felice, veramente felice questo signore.
- Grazie. Auguri anche a
lei. Lei sembra felicissimo – gli dico incapace di trattenermi.
- Lo sono. E’
Natale, potrei non essere contento? – lo dice come se fosse una cosa
ovvia, sorprendendosi della mia domanda.
E, improvvisamente, lo
invidio. Tanto, molto, troppo. Lo
invidio perché basta una festa a farlo tanto felice, perché ama
le cose semplici e gode appieno di quella felicità e mi chiedo
perché non posso amare il Natale. Perché non riesco ad amarlo
come ho desiderato di fare in questi giorni, invidiando la gioia che permea
l’aria che precede questo giorno. Invidiando i miei amici, invidiandoli
senza accorgermene.
- Ha ragione. Volevo
chiederle, se per caso, lei vendeva l’infuso ai mandarini –
Lui resta un attimo
spiazzato, probabilmente nella sua mente sta cercando di ricordare se possiede
quello che gli ho chiesto. Poi però scuote la testa.
- No, mi dispiace
signorina. Sinceramente non ne ho mai neanche sentito parlare di questo infuso
-
Io ringrazio comunque ed
esco dal negozio, facendogli di nuovo gli auguri mentre esco. Sono un po’
seccata per l’infuso ma sapevo benissimo che c’erano pochissime
probabilità di trovarlo.
Decido di girare ancora un
po’ per il paese e il senso di invidia, provato nel negozio, ritorna a
farmi visita.
Perché io non posso
essere felice? Cosa c’è che non va in me? Tutti sono contenti,
perché io no? Cosa mi manca? Perché non posso essere felice?
Perché?!
Vorrei gridarlo ma chi
saprebbe darmi una risposta? Nessuno, perché neanche io so darmela.
Rientro presto alla nave,
nell’attesa del super-pranzo che avrà preparato Sanji per oggi.
Anche se so che sarà nulla in confronto al cenone di stasera. Abbiamo
deciso di cenare insieme agli abitanti del villaggio, Sanji ha insistito per
cucinare per tutti, chissà cosa preparerà.
Entro in cucina per bere
un bicchiere d’acqua e mi ritrovo a fissare il nostro albero di Natale.
E’ veramente bello, sicuramente è stato fatto da Robin e dalle sue
molteplici mani. Sposto lo sguardo verso il basso e scorgo i regali, mi avvicino
ad essi per controllare e sperare che non ce ne siano per me.
Ho pregato tutti qualche
giorno fa di non fare regali a me, anche perché io non ne avrei fatti a
loro e sono sicura che tutti mi avessero promesso di non farmene, ma io
controllo lo stesso.
Dopo dieci minuti fisso
seccata i regali, ben sette sono indirizzati a me! Possibile che su otto persone
cui io ho pregato di non farmi regali, soltanto una mi abbia ascoltato?!
Probabilmente è stato Zoro a non regalarmi nulla, lo dovrò
ringraziare.
Mi appoggio al tavolo, bevendo
il mio bicchiere d’acqua e sbuffo irritata. Io non ho fatto regali a
nessuno! E loro, invece, tutti! Mannaggia!
Sento dei rumori e vedo i
miei compagni salire nella nave, hanno tutti nelle mani pacchi e borse. Mi
avvicino e li saluto sorridendo, stasera li strangolerò ma ora non posso
dir loro nulla.
- Ciao ragazzi! Che sono
tutte quelle buste? – chiedo curiosa.
- Gli ultimi regali!
– trilla felice Chopper precipitandosi a sistemare altri regali sotto
l’albero.
- Io ho fatto alcuni
acquisti, i regali li avevo già comperati giorni fa – mi dice
Robin mostrandomi alcuni libri dentro una busta.
Io annuisco e noto che
Rufy non è con loro.
- Dov’è Rufy?
-
- E’ rimasto a
terra, poi verrà. Ha detto che doveva cercare un regalo, non so per chi
–
- Capisco –
- Nami vieni, andiamo a
cambiarci – mi dice Robin sorridendomi.
- Ma la festa non è
stasera? –
- Sì, infatti, non
dobbiamo cambiarci completamente. Devi metterti qualcosa di rosso –
Io fisso il mio completo
celeste.
- Ma perché questo
vestito non va bene per il pranzo? -
- E’ Natale,
vestiamoci di rosso – esclama Robin contenta, e per un attimo, mi sembra
di rivedere in lei la stessa felicità che ho visto nel vecchio
proprietario. Forse è per questo motivo che acconsento e vado con Robin
a cambiarmi.
Indosso, al posto del mio
completo celeste, una maglietta bianca con alcune decorazioni rosse, una gonna
rossa e delle scarpe bianche. Robin invece si è messa un vestitino
bianco con una fascia rossa che le sta benissimo, come ogni abito che indossa
del resto.
- Stai benissimo Robin! -
- Grazie. Anche tu stai
benissimo, Nami! –
Insieme ci avviamo verso
la cucina, ormai dovrebbe essere ora di pranzo! Mentre siamo quasi arrivate,
vedo Rufy salire sulla Sunny. Appena ci vede, ci domanda: - Ragazze, è
rimasto da mangiare, vero? – quando lo guardo per rispondergli noto che ha
una faccia buffissima.
E scoppio a ridere, per la
prima volta oggi, rido. Quando la mia risata argentina giunge alle mie orecchie
fatico a credere che sia io a ridere, ma quando riguardo Rufy scoppio
nuovamente a ridere. Rido così tanto che sto incominciando a piangere e
mi devo tenere la pancia.
Rufy e Robin mi guardano
stupiti.
- Scusa Rufy. Mi hai fatto
morire dal ridere, eri troppo buffo -
Lui mi guarda incuriosito
e poi scoppia a ridere come me. Non mi accorgo che Robin si è dileguata
e quando smetto di ridere, ci siamo solo io e Rufy sul ponte.
- Ma Robin? -
- E’ andata verso la
cucina –
Annuisco e solo in quel
momento noto che Rufy tiene un pacchetto in mano. E’ rosso, avvolto in un
nastro bianco.
- Per chi è quel
regalo? -
Rufy fissa me e poi il
pacchetto: - Ah questo. Niente, lo vedrai stasera per chi è –
Aggrotto la fronte, io lo
voglio sapere subito.
- E’ per Robin?
Guarda che non le dirò nulla -
E mentre dico questo mi
ritrovo a sperare con tutta me stessa, che quel regalo sia per me. Che Rufy abbia comprato un regalo per me, non per Robin.
Desidero che mi risponda “No, tranquilla, questo regalo è per
te”.
Ma io ho chiesto che non
mi venissero fatti regali, perché ne desidero uno da parte sua?
Perché mi farebbe soffrire se mi dicesse che è per Robin e non
per me?
- No, non è per
Robin. Lo vedrai stasera per chi è, ora andiamo a mangiare! -
Rufy si allontana ed io
sospiro di sollievo. Non è per
Robin. E mi rendo conto che sono contentissima di questa risposta.
Rufy, vedendo che non mi
sono mossa, torna indietro. Mi prende una mano nella sua e mi trascina
dolcemente verso la cucina.
- Non dirmi che non hai
fame? – mi dice con il solito sorriso.
Io guardo le nostre mani
intrecciate e un sorriso spunta fra le mie labbra e non c’è verso
di cacciarlo.
- No, ho fame – gli
rispondo sorridendo.
Nella cucina lui mi lascia
la mano e una sensazione di freddo mi attraversa il corpo, ma non ci bado. Mi
siedo a tavola e tutti insieme cominciamo a mangiare il nostro pranzo
natalizio.
La sera arriva presto. A
pranzo ho cercato di mantenermi leggera, nei limiti del possibile,
perché sapevo che il pranzo era solo un decimo in confronto al cenone di
stasera.
Sono nella stanza con
Robin e mi sto cambiando per il cenone. Per stasera, abbiamo comprato degli
abiti veramente bellissimi, entrambi tendenti al rosso.
Il mio è un abito
lungo che arriva quasi alle caviglie, alla vita vi sono delle piccole sfumature
bianche, poi sale in unica manica.
L’abito di Robin
è più corto del mio e ha qualche sfumatura nera. Siamo veramente
belle, più del solito.
Quando scendiamo, noto
che anche i ragazzi si sono vestiti più elegantemente del solito.
Rufy, in particolare,
spicca al mio occhio. Ha dei pantaloni lunghi neri ed una camicia bianca.
E’ semplicissimo ma io lo trovo perfetto. Quando lui si gira per
salutarmi, mi accorgo di essermi imbambolata a fissarlo e, arrossendo, gli
sorrido.
- I regali li apriamo
quando torniamo dalla festa? – chiede Usopp fissando i tanti pacchetti.
- Sì, è
inutile scenderli a terra – risponde Sanji.
Tutti i ragazzi stanno
trasportando tavoli e sedie nella piazza del villaggio, tranne Sanji che
è impegnato nelle rifiniture della sua cena.
Molti abitanti del
villaggio si siedono aspettando la cena. Siamo tutti incappucciati nei capotti, perché questa sera fa veramente molto
freddo, non mi stupirei se iniziasse a nevicare. Prima di uscire prendo il mio
cappotto e lo indosso, poi scendo dalla nave e mi siedo in una delle sedie.
Poco dopo Sanji inizia a servire
il cibo e viene dimenticato anche il freddo, di fronte alla squisitezza del
cibo. Ed in quel momento che inizio a respirare veramente il clima natalizio.
Quando abbiamo finito
tutti hanno fatto i complimenti a Sanji e noi torniamo nella nostra nave a
festeggiare fra noi. Entriamo nella cucina e Sanji stappa una bottiglia di
champagne e ne serve un bicchiere a ciascuno di noi. Robin accende moltissime
candele, mentre Chopper, Usopp e Rufy stanno ballando una strana danza. Franky,
che si è rimesso il suo vestito da Babbo Natale, intona Jingle Bells
accompagnato da Brook.
Ed io sorrido. Ed è
un sorriso nuovo, diverso. E’ il mio primo sorriso natalizio.
Mi ero scordata la
felicità che si prova a Natale, quella gioia che solo il Natale
può regalare.
Me ne ero dimenticata.
Era questa la
felicità che provavo insieme a Bellmer e Nojiko in quei giorni di festa,
è questa la felicità che non ho mai più riprovato fino a
questo momento. E mi sento bene, vorrei gridare, vorrei cantare e ballare.
Perché ora anche io la provo quella felicità che tanto ho
invidiato a quel vecchietto. Ed ora che l’ho riprovata, grazie ai miei
splendidi amici, non dirò più che odio il Natale e domani
uscirò a comprare dei regali a tutti, perché se li meritano
veramente, perché è Natale.
Poco dopo, decidiamo di
aprire i regali ed io mi ricordo subito del misterioso regalo di Rufy e,
curiosissima, cerco il pacchetto. Resto però delusa quando non lo vedo,
ma dov’è?
- Nami? Tieni questi sono
i nostri regali, so che tu non ne volevi, ma non potevamo non regalarti nulla
– mi dice Robin porgendomi i sette regali che ho visto quel pomeriggio.
Io, con loro grande
stupore, li accetto volentieri ringraziandoli di cuore e mi metto ad aprirli.
Sanji mi ha regalato dei
nuovi strumenti per disegnare le mie cartine, Robin un nuovissimo libro sulla
navigazione (che tra l’altro volevo acquistare), Zoro un cofanetto con
dentro alcuni Berry e quando apro il suo pacco mi dice: - Ovviamente questi per
il debito – ed io sorrido e lo ringrazio. Franky mi ha regalato un
braccialetto con delle perline azzurre, Usopp una borsa rossa e nera, Chopper
uno shampoo ai mandarini. Per ultimo apro il regalo di Brook, dentro la scatola
vi sono un paio di mutandine rosse, stile natalizio. Io lo fisso e gli mollo un
pugno sulla testa: - Ma che regali mi fai?! –
Lui ride e ricomincia a
cantare: - Non ti piacciono? Yohoho! –
Tutti ridono e scoppio
anche io, contagiata.
- Grazie mille a tutti! Mi
voglio scusare se in questi giorni sono stata piuttosto scontrosa nei confronti
vostri e del Natale. I vostri regali sono veramente meravigliosi (quello di
Brook escluso!) e domani io comprerò i vostri ed è inutile che mi
diciate che non li volete! -
Gli altri ridono e
ricominciano a festeggiare, io esco un attimo nel ponte e penso con amarezza
che l’ottavo a non avermi fatto un regalo è stato proprio Rufy. E
mi sento delusa perché mi accorgo che il suo regalo lo aspettavo
più di tutti gli altri.
Alzo gli occhi e vedo dei
soffici fiocchi di neve cadere dal cielo, sta nevicando! L’avevo detto
io! Mi stringo le spalle nel mio cappotto e rimango a fissare i fiocchi. Eh
sì, il Natale è proprio magico. Rimpiango di essermi dimenticata
della sua grandissima magia ma so che non ripeterò più lo stesso
errore.
Mentre rimugino su questi
pensieri, sento dei passi e mi giro vedendo Rufy che sta venendo verso di me.
Ed ha in mano il famoso pacchetto che non ho visto sotto l’albero.
- Nevica! Visto Nami? Non
è incredibile? -
- E’ magico –
ammetto sorridendo.
Si avvicina ancora di
più a me e sento il freddo svanire improvvisamente.
Mi porge il pacchetto e mi
sorride, un po’ imbarazzato.
- Questo è il mio
regalo per te. Non avrai pensato che ti lasciassi senza regalo? -
Mi accorgo di avere gli
occhi lucidi mentre apro il suo pacchetto ed una lacrima mi esce dagli occhi
quando fisso il suo regalo.
E’ una scatolina con
dentro dieci bustine di infuso al mandarino e poi c’è un
mandarino. E’ un regalo bellissimo.
Rufy si gratta la testa
imbarazzato guardando la mia reazione.
- Lo so che non è
il migliore dei regali ma non sapevo veramente cosa portarti! -
- Scherzi? E’ un
regalo bellissimo… Grazie Rufy – sento la mia voce un po’
tremula ma mi sento veramente bene.
Allora è vero che
questa notte è magica. Non c’è altra spiegazione, o forse
è magica la persona di fronte a me.
- Buon Natale Rufy –
è il primo sincero augurio che faccio, e lo dedico a te.
- Buon Natale Nami –
E, spinta da non so quale
forza, mi avvicino e lo bacio. Un piccolo dolce contatto di labbra.
Il mio regalo di Natale
per te. Appena lo bacio una scarica mi percorre tutto il corpo e mi fa
desiderare che quell’attimo non finisca mai. Rufy mi guarda con gli occhi
sbarrati, senza capire subito il mio gesto. Mi stacco lentamente, anche se non
vorrei altro che baciarlo di nuovo.
- Consideralo il mio
regalo di Natale -
Lui sorride e, con mio
grande stupore, è lui a baciarmi stavolta.
- Ma tu mi avevi
già fatto il regalo! – esclamo con un sorriso di quelli che
somigliano ai suoi.
- Il mio non era un regalo
di Natale, Nami –
E io non ribatto, il
momento è troppo bello per essere rovinato dalle parole e dalle
spiegazioni, mi limito a stringermi a lui, sotto la nevicata.
- Hai cambiato idea sul
Natale? – mi domanda giocando con una ciocca dei miei capelli.
- Sì. Ed è
stato anche grazie a te –
Non mi risponde, a lui
basta così. Vede che sono felice e credo che questo gli basti. Pensare
che stamattina non vedevo l’ora che finisse questa giornata, ora invece
vorrei che non terminasse mai. Ma so che quando finirà questo Natale,
l’anno prossimo ce ne sarà un altro e poi un altro. E stavolta, me
li saprò godere.
Per ora, questo è
fantastico. Stare così abbracciati sotto la neve, con un pacchetto di
the in mano, nella notte di Natale. E’ il massimo, la sensazione di pura
felicità che ho agognato per anni.
Grazie Natale per avermela
regalata.
Recensite! Recensite!
Evvai sono riuscita a
finirla ^O^ Temevo di non riuscirci ò.ò. Beh non c’è
molto da dire, una piccola fic natalizia con la mia coppia preferita RufyxNami.
Anche se non credo che Nami odi il Natale ^^’ Spero vi piaccia, il titolo
è stata una vera tortura ò_ò Credetemi, alla fine ho
optato per “Grazie Natale” anche se continua a non convincermi
molto ù_ù.
Questa fic
partecipa alla “Sfida di Fanfiction” indetta dal forum Mugiwara No Usagi, nel girone
delle Runami :P
Spero che vi piaccia, con
questa fic faccio ovviamente a tutti i miei
più sinceri auguri di Natale ^O^ e se non
scriverò altro, vi auguro anche un buon anno nuovo!
Baci.
Marty De Nobili.