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Autore: zaynseyes_    10/04/2015    1 recensioni
Quando lo sfacciato e testardo Louis Tomlinson, stella del calcio del liceo, incontra il suo nuovo allenatore rompiscatole Harry Styles, scoppia un'animata rivalità fra i due, ed è evidente che l'imminente stagione sarà sicuramente una delle più movimentate.
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[questa storia non è mia, ma solo una traduzione. Tutti i crediti vanno a @larrys_fedora]
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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"Che Dio ti maledica, Tomlinson" grugnì Liam mentre frettolosamente recuperava il pallone dalla rete.

Louis ghignò e fece spallucce, prendendo agevolmente la palla in aria con la punta del piede quando Liam gliela lanciò nella sua direzione.

"Non odiare il giocatore, odia il gioco" replicò divertito, toccando leggermente la palla prima di tirare indietro la gamba e colpirla abbastanza forte.

Liam si tuffò di lato e prese a volo la palla prima che colpisse la rete. Un buon salvataggio, dovette ammettere Louis.

"Non male, Payno." si complimentò, poggiando le mani sui fianchi "Sembra che ti sia allenato, ultimamente"

Liam scrollò le spalle "Devo prepararmi per i provini." spiegò, poggiando la palla sul terreno e facendola ruotare con il piede "Corre voce che quest'anno l'allenatore sia un vero rompicoglioni"

Louis sbuffò, ruotando gli occhi "Niente che il Tommo non possa gestire"

"Si, solo perchè sei abituato ad avere persone che siano arrabbiate con te" replicò Liam ridacchiando.

"Come ti pare." rise Louis "Sono sicuro che questo allenatore non sia così male"

Liam colpì la palla, facendola ruotare fino ai margini, per poi passeggiare fino alla panchina e sedersi, poggiando i gomiti sulle ginocchia.

"Davvero? Ho sentito dire che quando allenava la sua ex squadra, ha fatto correre un ragazzino così velocemente e continuamente fino quando questo ha vomitato, e solo perchè era dieci minuti in ritardo all'allenamento"

Louis incrociò le braccia e alzò un sopracciglio, impressionato.

"Okay, questo è abbastanza crudele"

Liam fece spallucce "Te l'ho detto che è un osso duro. Oh, merda, devo andare" disse, balzando in piedi e sistemando la sua borsa.

"Perchè?"

"Lezione di boxe." spiegò Liam, portando la borsa alla spalla "Ci vediamo domani, okay?"

"Okay, a domani" rispose.

Liam gli diede una pacca sulla schiena prima di girarsi. Louis rimase seduto sulla panchina, guardando il suo amico andare via fino a quando fu fuori dal suo campo visivo. Si chiedeva come sarebbero andati i provini per lui, quest'anno, e se il nuovo allenatore sarebbe stato così cazzone come gliel'aveva descritto Liam. Sperava di no perchè quando a Louis non piaceva qualcuno diventava un pò stronzo, a volte. Era sfacciato e testardo, non il tipo di persona che vorrebbe dare una cattiva impressione. Louis poteva essere un vero tesoro, credo. In realtà era davvero generoso, simpatico e divertente. Dipendeva solo se gli piacevi o no.

L'anno scorso, Louis era il capitano della sua squadra. Un giocatore eccellente, buon atleta, miglior centro campista in città. Era senza dubbio il preferito dell'allenatore. Il Coach Hugles gli faceva condurre sempre i preriscaldamenti e l'inizio del gioco. Aveva giocato ogni minuto di ogni partita dell'intera stagione e non era mai escluso da nessuna di queste. In poche parole, Louis era un calciatore veramente bravo. Quindi, quanto poteva essere difficile conquistare quel nuovo coglione dell'allenatore con il suo talento?

*****giorno dei provini*****

Gli occhi di Louis erano incollati sull'orologio di seconda mano della classe di storia, guardandolo mentre lentamente la lancetta passava su ogni segno. Picchiettò le scarpe contro la piastrella del pavimento e incominciò a masticare la gomma della sua matita, ignorando completamente il ronzio del suo professore. Altri 20 secondi, 15, 10, 5...la campanella suonò e Louis era già balzato in piedi dalla sedia, mettendo tutti i libri dentro lo zaino. Era seduto in fondo alla classe e per questo fu l'ultimo ad uscire dalla classe, mescolandosi con i frenetici studenti impazienti di uscire dalla scuola. Louis spinse e si strinse con gli altri ragazzi fino a quando finalmente riuscì a raggiungere il suo armadietto. Mise la combinazione e lo sbloccò, afferrando la sua borsa da palestra e sbattendo l'anta dell'armadietto, chiudendolo. Liam gli aveva detto di incontrarlo fuori dallo spogliatoio. Il ragazzo individuò Liam passeggiare lungo il corridoio, facendo oscillare la sua borsa da ginnastica nella mano, un sorriso gentile sul suo viso mentre si avvicinava.

"Ehy, uomo" salutò Louis con un sorriso sul viso.

Liam gli diede una pacca sulla schiena "Ehy Tommo, pronto per i provini?"

"Si, si. Nervoso. Tu?"

"Ehm, non sono molto nervoso." ammise Liam, seguendo Louis dentro gli spogliatoi "Sono l'unico portiere che si sta presentando, quindi credo che andrò bene"

Louis gettò la sua borsa sulla panca il più lontano possibile dalla folla di fastidiosi, super fiduciosi, calciatori dentro la stanza. Lui non era mai stato uno dei preferiti dei suoi compagni di squadra- erano tutti troppo virili e pieni di se stessi, secondo lui- ma andava bene, anche perchè loro non gli prestavano molta attenzione, in ogni caso. Come se per tutti quelli della scuola e la maggior parte dei suoi compagni di squadra, fosse invisibile. Non gli diedero neanche una seconda occhiata quando lui e Liam entrarono nella stanza.

Louis si girò verso l'angolo e si tolse la felpa con il cappuccio e la maglietta, indossando velocemente una canottiera e la maglietta da calcio da sopra il suo torace. Dopo si dimenò contro i suoi stretti pantaloni e si mise un paio di pantaloncini. Quando si girò, Liam si stava già allacciando le scarpe.

"Dio Liam, sei veloce" commentò, adesso tirando frettolosamente su i calzini.

"E tu sei in ritardo" disse Liam, saltellando su dalla panca e correndo quasi dalla porta, dirigendosi verso il campo.

Louis si maledì sottovoce e fece scivolare i parastinchi dentro la calzetta, facendo la stessa cosa con'altra. Le sue mani armeggiavano freneticamente con i lacci delle scarpe per scioglierli, mettendosi dopo le scarpe adatte e facendo un doppio nodo ai lacci. Con un ultimo sospiro, Louis balzò in piedi e praticamente corse fuori dalla porta, non volendo fare tardi per i provini. Dopotutto, il nuovo allenatore era conosciuto per essere una testa di cazzo.

Louis fece una corsetta lungo il campo, il suo cuore immediatamente sprofondò quando vide tutti i giocatori in fila al lato del campo, di fronte a lui. Alcuni gli lanciarono un'occhiataccia mentre altri, incluso Liam, gli diedero un'occhiata guardinga, come se fossero stati colti a rompere le regole.(?) In piedi di fronte alla fila di giocatori c'era un ragazzo alto e magro con delle spalle large ricoperte da una giacca a vento di cui Louis potè avere una completa visuale, visto che questo non era rivolto verso di lui. Ma quando Louis si diresse vicino Liam, che si trovava alla fine della fila, l'uomo a quanto pare si accorse che tutti stavano guardando l'ultimo arrivato e quindi si girò. Louis trattenne il respiro.

Quell'uomo sicuramente era molto giovane perché i suoi ricci scuri e disordinati spazzati dal vento erano spessi e incorniciavano il suo viso, si arricciavano intorno alle orecchie e sulla nuca. Le sue labbra sembravano soffici, naturalmente rosee e piene quasi come quelle delle ragazze, ma per qualche ragione stavano meglio a lui. Delle dritte e spesse sopracciglia si mossero insieme a formare un cipiglio e i suoi occhi verdi erano severi ma bellissimi. È probabile che fosse l'uomo più affascinante su cui abbia mai posato gli occhi e, porca puttana, sarebbe stato il suo allenatore di calcio.

Louis non si era nemmeno accorto di essere in piedi, immobile, a metà strada fra la linea formata dai suoi compagni e dove c'era il suo nuovo allenatore. I suoi occhi lampeggiarono e serrò la bocca. Strisciò goffamente verso Liam alla fine della linea. Sentì lo sguardo severo dell'uomo, seguirlo lungo tutto il suo tragitto. Louis rimase in piedi, in modo rigido, come il resto dei calciatori, guardando dritto davanti a sé e cercando di evitare il contatto visivo con tutti, ovvero con l'allenatore. Lo rendeva frustrato, il che era un problema visto che Louis Tomlinson non si faceva intimidire da nessuno, e il suo nuovo allenatore stava contraddicendo la sua affermazione. Vi fu silenzio per un paio di secondi fino a quando qualcuno parlò.

"In ritardo per il primo giorno dei provini" disse una voce lenta, profonda e vigorosa, appartenente al coach. Una nota di insoddisfazione evidente nel suo tono.

Louis non immaginava quella voce associata a quel corpo, ma in qualche modo sembrava adattarsi a lui perfettamente. Dei vivi occhi verdi si posarono direttamente sui suoi, e Louis si sentì intrappolato, immobilizzato dal suo intimidatorio sguardo persistente.

"Ti terrò d'occhio" lo minacciò il coach, severamente. Louis, senza darlo a vedere, si agitò.

L'allenatore girò sui suoi tacchi e camminò lentamente lungo la fila di giocatori, la sua voce trasportata leggermente dal vento.

"Sono Harry Styles, o per voi Coach Styles." affermò, giungendo le mani dietro la schiena e dondolandosi sui talloni "Vengo da Cheshire, ho giocato un paio di anni in un college di football, ma l'ho dovuto lasciare per un infortunio al ginocchio prima che potessi diventare un professionista"

Louis dovette ammetterlo, ne era colpito, ma il fatto che questo dio fosse una specie di allenatore rompicoglioni, gli faceva salire i nervi. Coach Styles continuò il suo discorso, passeggiando con lunghi e facili passi fino alla fine della fila, ovvero fino a Louis, e si fermò davanti al ragazzo, anche se quest'ultimo non lo guardava direttamente negli occhi.

"Per questa ragione sono qui per condividere le mie conoscenze con voi e insegnarvi tutti- al meglio delle mie capacità- al meglio delle vostre capacità di calciatori, quali potrete essere. Quindi, senza aggiungere ulteriori premesse, iniziamo"

"Voglio due giri intorno al campo. E non tagliate gli angoli" ordinò prima di tutto.

Louis soffocò un gemito e incominciò a correre, guidando la linea di giocatori intorno al campo. Era in buon forma, quindi due giri non erano un grande sforzo per lui. Infatti nel momento in cui finì, gli altri erano ancora a pochi, ma consistenti, metri lontano da lui. Coach Styles stava aspettando a centro campo, così Louis fece una breve corsetta e si mise vicino a lui, mantenendo una certa distanza di sicurezza. Louis non lo guardò, ma anzi finse di guardare i suoi compagni di squadra mentre finivano i loro giri di riscaldamento. Notò che il coach lo stesse guardando e, anche se si rifiutò di stabilire un contatto visivo con lui, si sentiva come se quell'uomo gli stesse scrutando ogni singolo difetto e individuando ogni singolo dettaglio, e a lui non piaceva. Lo faceva sentire esposto, come un libro aperto, e nessuno lo aveva fatto sentire in quel modo. Louis era grato che i suoi compagni, compreso Liam, si avvicinarono a loro, respirando pesantemente mentre aspettavano il prossimo ordine. Louis non aveva mai visto i suoi compagni comportarsi come se avessero i nervi a fior di pelle o come se fossero spaventati dal coach, e questo lo infastidì. Spostò il peso da un lato e poggiò le mani sui fianchi, cercando di combattere contro il cipiglio che stava crescendo dentro di lui al suo disgusto per il nuovo allenatore. Neanche il suo incantevole bell'aspetto lo aiutava.

"Ora andremo dritti sull''uno a uno', quindi formate due file di 9, e uno di voi afferri una palla" istruì Harry- o Coach Styles- mangiucchiandosi pigramente la pellicina vicino al pollice.

Louis andò a prendere una palla e si unì ad una delle due file, guardando due a due la battaglia delle coppie per la possessione della palla, fino a quando uno dei due alla fine faceva punto. Lui era il prossimo, contro Lucas, un ragazzo che non odiava così tanto come gli altri, ma neanche gli piaceva. Si prospettava una partita facile. Sentì gli occhi di Styles seguire ogni suo movimento, nel momento in cui passò la palla al suo avversario e si posizionò tra la palla e la rete, in difesa. Lucas fece uno scatto in avanti e Louis si mosse con lui, non permettendogli nessuna opzione facile. Quando vide l'opportunità, Louis rubò la palla dai piedi di Lucas e rapidamente la fece ruotare davanti a lui, per poi tirarle un calcio. La palla colpì la rete e alcuni fischi e sibili gli arrivarono da dietro.

Louis trionfante ritornò alla fine della fila, dando un batti-cinque a Liam. Non riuscì a trattenersi e lasciò vagare lo sguardo verso il Coach Sty- o fanculo- Harry, che si stava mordendo il labbro inferiore in modo piuttosto distratto e che aveva le braccia incrociate al petto. Louis notò solo adesso quanto fossero lunghe le sue gambe, così tanto che sembrava che anche il resto del suo corpo fosse più lungo. Ma Harry non si muoveva goffamente, a dispetto della sua esilità, in realtà era abbastanza aggraziato.

Era di nuovo il turno di Louis ma questa volta dovette competere con Ryan Shoemaker, il meno preferito della sua squadra. Ryan era enorne e muscoloso, ma sorprendentemente bravo a giocare. I due erano l'opposto e questo era risaputo anche dalle squadre rivali. Ryan gli rivolse un ghigno quando quest'ultimo passò la palla a Louis,mettendosi subito in difesa. Ryan era lento e perciò il ragazzo fece alcune manovre veloci per fargli perdere l'equilibrio e quando si assicurò che il suo peso era completamente sulla sinistra, si tuffò verso destra e si diresse verso la rete. Ma prima che potesse calciare la palla, venne sbattuto da una forza imponente, come un treno merci nel suo costato, che lo fece volare sul terreno con un tonfo secco e un gemito di dolore. Aveva un dolore lancinante sotto le costole e sulla spalla, e Louis strizzò gli occhi per combattere contro lacrime che erano sul punto di uscire.

"Alzati" gridò Harry dalla linea laterale, i suoi occhi non mostravano nessuna gentilezza.

Louis voleva urlare in risposta qualcosa di insolente e maleducato, ma si sforzò solamente di alzarsi dal terreno e ritornare dietro la linea, ignorando la vampata di rabbia che pulsò dentro di lui quando vide gli altri suoi compagni di squadra, ad eccezione di Liam, che davano il cinque a Ryan. Una cosa era sapere che non piacevi ai tuoi compagni, e un'altra vedere che quando ti colpivano apposta, venivano congratulati per questo. Non importava quello che pensava Louis, lui gli avrebbe ignorati. Come tutte le altre volte.

Harry camminò verso il centro del campo con la sua andatura lunga e senza sforzo, le mani all'interno della sua giacca a vento.

"Adesso formate delle squadre." disse, quasi urlando al vento. Indico Ryan e un altro ragazzo, Zeke, come Louis pensava che si chiamasse "Voi due siete i capitani. Scegliete la vostra squadra: una dovrà giocare con le magliette, l'altra senza"

Nella sua mente, Louis pregò di non dover giocare senza maglietta. Lavorava sodo, faceva la dieta quando ne aveva la possibilità, e anche se pensava che il suo corpo fosse tonico e in forma, a malapena cambiava la sua opinione di sé. Louis era troppo grosso, troppo brutto. Non era il primo ad averci fatto caso. Tutti gli altri sembravano vedere quanto fosse disgustoso, dopo che aveva fatto coming out. Tuttavia, nonostante la sua stima era sbiadita, non era completamente scomparsa, quindi era ancora del tutto terrorizzato a mostrare il suo corpo al resto della squadra. E al suo coach.

"Louis" chiamò Zeke e lui si unì a formare la linea del suo team. Liam gli diede un debole sorriso quando il moro gli passò accanto.

Le squadre erano complete e Ryan e Zeke fecero 'carta, forbice e sasso' per determinare chi dovesse essere con la maglietta e chi senza. Louis si morse le labbra nervosamente e incrociò le braccia intorno al suo torso, come se farlo lo potesse prevenire dal togliersi la maglietta. Grazie a dio, fu la squadra di Ryan a perdere e perciò i suoi membri gettarono le loro maglie di lato.

La squadra di Zeke si appropriò di una parte del campo e Ryan dell'altra. Louis si posizionò al centrocampo, i suoi occhi poggiati ansiosamente sulla figura del Coach Harry sul lato del campo, le sue slanciate gambe accavallate e le sue gambe seppellite all'interno delle tasce della giacca. Louis era concentrato così intensamente sul modo in cui i suoi capelli neri sembravano così soffici mentre lottavano contro il vento, che a malapena notò che la partita era già iniziata. Si spostò in una posizione aggressiva quando vide che i suoi compagni avevano il possesso della palla, e in una posizione difensiva quando l'altra squadra andò all'attacco. Nella squadra dell'anno scorso Louis venne designato come capitano perché il suo coach ammirava la sua abilità nel 'vedere' l'intero campo e il saper utilizzare tutti gli aspetti del gioco a vantaggio della sua squadra. Quindi non era per niente sorpreso quando incominciò a fare dei passaggi chiave, degli ottimi affronti e creò delle ottime opportunità per far fare punteggio ai suoi compagni di squadra. Doveva ammetterlo, era piuttosto bravo.

Erano gli ultimi cinque minuti della partita, il punteggio era ancora 0-0, e Ryan stava guidando la palla dritto di fronte a Louis e questa volta il ragazzo non era terrorizzato, ma sicuro di sè. Così rubò la palla da sotto i piedi di Ryan e corse più lontano possibile, lasciandolo in stato confusionale dietro di lui mentre si metteva in posizione di difesa. Il goal era a metri di distanza, solo un ostacolo tra lui e la rete: il portiere. Louis semplicemente diede un colpo leggero ma veloce alla palla e mandò quest'ultima dentro l'angolo sinistro della rete. Un sorriso si insinuò sul suo viso, alcuni compagni di squadra gli diedero delle pacche sulla spalla e comparirono anche sui loro visi degli ampi sorriso quando Harry- o Coach Styles- segnalò la fine della partita.

Tutti i giocatori corsero verso nella parte laterale del campo a formare un linea uniforme davanti l'allenatore, come se fossero spaventati che lui gli avrebbe tipo picchiati se fossero arrivati ultimi. Alzò quasi gli occhi al cielo vedendo quanto fossero spaventati di Harry, perché lui in realtà non lo era. Aveva la sensazione che il coach già lo odiasse e questo per qualche ragione gli fece venire voglia di rendere la vita del ragazzo un inferno.

"Stesso posto, stessa ora, domani dopo la scuola e non fate tardi" affermò Harry, il suo sguardo verde smeraldo si spostò severamente su Louis. Anche lui lo fissò stavolta.

L'aria era tesa e fu Harry quello a rompere finalmente il loro scambio di sguardi, lanciando un'occhiata agli altri calciatori "Potete andare"

Gli altri perciò camminarono lungo il campo diretti verso lo spogliatoio e Louis incominciò a seguirli, sentendosi addosso un paio di occhi nel momento in cui si girò per andarsene. Poi una voce lo fermò.

"Tu no" ordinò Harry dietro di lui.

Louis si girò sui talloni e rimase in piedi a pochi metri da lui, il cui sguardo stava scrutando ogni suo dettaglio, dalla testa ai piedi. Lo stava giudicando, sin dal momento in cui posò gli occhi su di lui, e Louis lo sapeva bene.

"Cosa?" scattò Louis.

Harry sollevò una mano e con due impeccabili dita lunghe e piene di anelli, fece cenno a Louis di avvicinarsi. Obbedientemente Louis si fece avanti fino a quando non furono a qualche passo di distanza. Fu allora che Louis si accorse di quanto fosse alto Harry, probabilmente due teste più alto di lui. Doveva letteralmente sollevare la testa per guardarlo. La lingua di Harry sfrecciò fuori tra le labbra, e strinse gli occhi.

"Come ti chiami?" chiese, anche se era più un'affermazione che una domanda.

"Louis"

"Nome intero" disse Harry, abbastanza affilato da tagliare.

"Louis Tomlinson"

"Eri in ritardo, Louis Tomlinson" disse senza mezza termini.

Louis alzò gli occhi al cielo "E..?"

Gli angoli della sua bocca si alzarono in un sorrisetto e l'ombra di una fossetta gli comparì sul viso. Oscillò sui talloni e scrutò Louis dal basso, con aria divertita. A Louis infuriava il fatto che Harry trovasse la sua rabbia divertente. Poco dopo il sorrisetto scomparve dal viso dell'allenatore, sostituito da uno sguardo severo, e si chinò pericolosamente vicino a Louis. Il cuore del moro battè violentemente sul petto e mentre parlava, il respiro di Harry si trasformava in nuvolette di vapore.

"Devi farti perdonare" dichiarò lui.

Lo stomaco di Louis si contorse mentre elaborava quelle parole nella sua testa, dandogli più di un significato. E improvvisamente stava pensando a Harry in più modi di quelli che voleva: quelle grandi mano che scivolavano sotto la cintura dei suoi pantaloni; le sue lunghe dita dentro quelle labbra piuttosto rosee prima che le spingesse su per il culo di Louis; i suoi occhi verdi freddi e arrabbiati che guardavano il corpo nudo di Louis piegato sulla panca dello spogliatoio. Le guance di Louis si infiammarono per l'imbarazzo e, dallo sguardo di Harry, capì che l'aveva letto nel pensiero, come se fosse stato un libro aperto. Deglutì nervosamente, ma si comportò come se non fosse minimamente turbato. Quel sorrisetto malizioso ritornò a farsi presente sul viso del coach.

"E come?" chiese Louis ostinatamente, pregando che la sua voce non si rompesse.

"Domani, dopo l'allenamento, dovrai restare per un pò qui." disse Harry "Non mi importa se sei occupato"

Louis strinse gli occhi, anche se internamente era un miscuglio di ansia e paura.

"Va bene," disse, ruotando gli occhi "posso andare adesso?"

Harry diede un'ultima occhiata a tutto il corpo di Louis prima di agitare con noncuranza una mano "Si, vai pure"

Così, obbedendogli ancora una volta, voltò le spalle ad Harry e se ne andò.

 

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Aw, ma ciao a tutti♥

Nuova storia, nuove avventure! Spero vi sia piaciuto il primo capitolo e che la storia vi abbia intrigato ;)

  
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