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Autore: nuvolArcobaleno    11/04/2015    2 recensioni
In alcune giornate estive ci vorrebbe proprio qualcosa che spezzi la monotonia, soprattutto se si frequenta una scuola emozionante come Hogwarts. È questo il caso di Bianca.
Genere: Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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PREMESSA: penso si possa dire che questa è una fan-fiction su una fan-fiction… In particolare sulla fan-fiction di _Nerina_ Nate Babbane - e l’impropria proprietà, che seguo e di cui faccio in un certo senso parte (in quanto siamo amiche e un personaggio è ispirato a me). A me piace pensare che questo racconto sia uno spin-off della sua opera, è perciò distaccato dalla serie originale. Quindi se non vi torna qualcosa o vi mancano dei pezzi o siete solo curiosi, leggete quella. Lo scrivo qui perché non trovavo come spiegarlo nella descrizione, scusate.

L’estate era appena iniziata a casa di Bianca, un podere molto a sud di Londra, ed era, a suo avviso, in ritardo di due settimane rispetto alle vacanze estive, durante le quali aveva anche avuto il coraggio di piovere diversi giorni. Stupido tempo! 
La cicatrice dei tragici eventi che avevano concluso l'anno scolastico non so era ancora rimarginata e pensarci la rattristava molto più della pioggia.
Bianca si buttò nuovamente sul letto dopo essersi cambiata d’abito, ossia dopo aver messo un pijama più leggero. Il caldo era arrivato troppo all’improvviso e ne era abbastanza contrariata. Forse perché aveva sonno. Si guardò intorno: la stanza era nel caos. Una pila di vestiti sporchi bloccava l’anta dell’armadio che inutilmente tentava di aprirsi, spinta dalla pressione interna dei giubbotti ammassati, sul comodo trono di vesti era adagiata Matilde, la gatta di casa, troppo grassa, troppo pelosa e troppo antipatica per la sua età. Perfettamente al centro della stanza giaceva un vecchio grammofono con un vecchio disco inserito sopra; suo padre l’aveva trovato al mercato di Portobello Road e sua madre l’aveva magicamente accomodato, certo adesso non era come nuovo, ma funzionava egregiamente lo stesso... se si voleva ascoltare musica rock o metal, s’intende, visto che i dischi erano solo di quei due generi. A lei non dispiacevano, tanto che il grammofono aveva girato quasi ininterrottamente per tutto il pomeriggio precedente. Sulla scrivania, invece, erano ammonticchiati una varietà immensa di fogli e pergamene, ognuno con sopra uno schizzo, un disegno, una brutta copia di una lettera diversi, tutti categoricamente non finiti. Spiccavano in quell’esplosione di fogli il vecchio pijama e i vestiti malamente buttati sula sedia e l’angolo della scrivania dedicato agli inchiostri, perfettamente pulito e in ordine, le boccette ben richiuse e la piuma pulita e pettinata. L’unico segno visibile di sporcizia era un fazzoletto pieno di macchie d’inchiostro colorato sbrindellato e accartocciato caduto sotto la scrivania. Dopotutto Bianca ci teneva all’igiene, sua e dei suoi inchiostri. Infine, sparsi intorno al letto e sul resto del pavimento, erano aperti molti libri. Lungi da lei iniziare a fare i compiti prima dell’incombere di Agosto, ovviamente, il suo intento in quegli ultimi giorni di pioggia era stato di informarsi il più possibile sulla sua allergia. Le macchie verdi sulle braccia erano ormai sparite grazie alla pomata di Madama Chips, ma lei voleva sapere se c’erano altri rimedi e se poteva prepararli anche lei, eventualmente. Dopo due giorni di ricerche sui libri di sua madre ( che, per sua fortuna, lavorava al reparto “Riabilitazione psico-fisica” all’Ospedale di San Mungo di Londra ed era ben fornita di libri su malattie ed allergie magiche) era arrivata alla conclusione che a meno che Valentina o chi per lei non si fosse presentata davanti a lei con un drago adulto al guinzaglio non avrebbe corso serio pericolo (il che si poteva dire per chiunque, anche esente da allergia).
Guardò fuori dalla finestra. Erano quasi le dieci di mattina, il sole splendeva luminoso, il terreno, zuppo dalla notte scorsa, era già asciutto e all’orizzonte non si prospettavano nuvole di alcun tipo. Decise di ridurre le sue opzioni per la mattinata a due: uno. andare alla ricerca di creature fatate nel giardino e nel boschetto vicino; due. restare in veranda, o addirittura a letto, a poltrire o a leggere un libro. La scelta era ardua. Si ricordò di una creatura acquatica interessante di cui aveva letto durante la notte. Ricercò il libro e lesse, restando sporta dal letto, i gomiti puntati e il libro a terra:
- Kelpie… creatura acquatica che vive prevalentemente in laghetti o stagni… è mutaforme ma si presenta prevalentemente come un pony dal pelo freddo e bagnato... divora chiunque cerchi di cavalcarlo... -
Si sentì subito emozionata: a mezzo miglio ad est di casa sua si trovava una radura infossata con uno stagno putrido, poteva andare a controllare se c’era un Kelpie! Si era già immaginata tutta l’avventura, con tanto di scontro magico finale quando… si ricordò che non poteva usare la magia fuori da Hogwarts. Il suo entusiasmo crollò con lei sul letto. Dopo qualche minuto di ricomponimento si diede fiaccamente alla ricerca di un incantesimo o una pozione che facesse cambiare colore ai capelli, ma non aveva molti libri in merito e comunque non avrebbe potuto testarne l’efficienza, senza magia. Così la ricerca durò meno di cinque minuti, poi ributtò tutto a terra. Si prospettava una giornata lunga, calda e fiacca, perciò la miglior opzione le sembrò rimanere a letto.

Un fruscio improvviso la ridestò dall’assopimento. Si guardò intorno perplessa: le pagine sollevate dalla brezza non si erano ancora del tutto posate, a casa c’era solo lei e la gatta addormentata, anche Vicktor era a dormire altrove, le finestre erano tutte chiuse.Si alzò a sedere sul letto sfatto, le lenzuola frusciarono allo smuoversi e i libri a terra fremettero ancora. C’era qualcosa di strano. Stette il più immobile possibile, le orecchie tese e lo sguardo vigile. Silenzio assoluto. Mosse intenzionalmente la coperta. E allora capì cosa non tornava: il fruscio misterioso stava rubando i libri uno per uno. La cosa la alterò alquanto. Iniziò a pensare velocemente a cosa potesse essere e come potesse fermarlo. Escluse a priori gli Elfi domestici, poi eliminò anche i Pixie, i Folletti e li Gnomi, non erano il tipo di dispetti a loro soliti, inoltre raramente entravano nelle case. Di tutte le creature, insetti e muffe che le venivano in mente nessuna rubava i libri. Matilde si stiracchiò sulla pila di abiti e un altro libro sparì. Doveva stare calma o non l’avrebbe mai preso, qualunque cosa fosse. Prese la scacciamosche strategicamente posizionato sul comodino il più silenziosamente possibile, ma le valse comunque un libro.
- Matimati, qui micia, vieni - la gatta restava però insofferente ai richiami.
- Dai micia vieni qui! - bisbigliava, ma non era per il volume basso che la reginetta non l’ascoltava. Evidentemente non reputava la situazione di sua competenza.
Al quarto tentativo fallito ci rinunciò e iniziò a pensare ad un altro piano. Probabilmente neanche ci sarebbe riuscita la gatta, tonda com’era, a prenderlo il ladro, non era veloce né tanto meno scattante come lui. Tornò a guardarsi intorno per cercare una trappola, un’esca, un qualche indizio che la portasse alla vittoria. Niente. Cominciò a guardare a terra e le parve di notare qualcosa di strano. Non si ricordava i titoli di proprio tutti i libri che aveva accumulato, quindi non poteva esserne sicura, ma sembrava che a sparire fossero stati solo i manuali sugli animali fantastici. Contò i rimanenti, erano tre: Gli animali fantastici: dove trovarli di Newt Scamandro; Allevare draghi per lavoro e per hobby di cui non si vedeva l’autore; Spiriti degli animali della Gran Bretagna di Mopsy Fleabert. Forse c’era un senso logico con cui il ladro invisibile prendeva i libri, ma quale? Probabilmente non era per autore, visto che, dei due che vedeva, uno era con la “S” e uno con la “F”, e neanche per inizio del titolo, “A”, “G” ed “S”. Cercò altri nessi meno ovvi e anticonvenzionali, qualcosa di assurdo o stupido. Forse si stava scervellando troppo, in fondo chi le lo prometteva che il ladro seguisse uno schema? Valeva comunque la pena di tentare, era terrorizzata all’idea che al primo movimento le sparisse un altro libro. Doveva comunque sacrificare un libro per appurare la sua teoria. Fissando attentamente i tre libri smosse leggermente le lenzuola e un libro sparì. Quindi è così che stavano le cose. Perfetto. 
Doveva essere precisissima, perché aveva un solo tentativo. 
Si lanciò sul libro Spiriti degli animali.
SBAM!
- Preso! Ah ah ah! Credevi di fregarmi eh, ladruncolo?
- Lasciami andare o te ne pentirai! - la creaturina che le si divincolava inutilmente tra le mani aveva una voce squittente e stridula, era altro circa 20cm e leggermente gobbo, aveva un muso da topo, la pelle livida e gli occhietti neri lucenti arrabbiati, i capelli erano corti e fulvi sparati da tutte le parti. Non aveva mai visto quella creatura in nessun manuale.
- Chi e cosa sei tu? Perché hai rubato i miei libri? Restituiscimeli!
- Non sono tuoi! Sono della famiglia! E io sono fedele alla famiglia!
- Cosa sei, un Elfo domestico mutato?
-Sono un Brownie*! Mente disordinata! O almeno lo ero... adesso sono un Boggart*.
- Brownie... Boggart...Sono due cose diverse? Ti sei trasformato?
- Sono la stessa cosa, eppure sono due cose distinte! Un Brownie è fedele alla sua famiglia sempre, anche quando questa pare dimenticarsi di lui, e la segue anche quando si trasferisce. Un Brownie aiuta a mantenere la casa e a proteggerla.
- E quale sarebbe la differenza con un Elfo?
- Io lo faccio per puro piacere. - Smise di dimenarsi solo per il tempo necessario a gonfiarsi d'orgoglio, poi tornò livido e fremente.
- Adesso lasciami!
- Non mi hai ancora detto cos'è un Boggart.
- Stessa cosa del Brownie, solo che non aiuta, si vendica di un torto!
- E tu hai subito un torto?
- Sì.
- E da chi?
- Da te!
- Me?! - ne rimase di stucco. - Ma io non ti conosco, non ti ho mai visto prima! Come faccio ad averti fatto un qualche torto?
- Humpf! Sono in questa famiglia da tre generazioni, e mai ho avuto a che fare con fanciulli così indisciplinati!
- Scusa ma quanti anni hai?
- Quanti ne voglio! Ma non è questo il punto! Tu, signorina, mi hai deluso grandemente. Ho chiuso un occhio quando la mia presenza è diventata un mito di casa. Ho sorvolato quando tuo padre si è trasferito così lontano. Ho fatto finta di niente davanti alla camera di tua sorella che non è mai in ordine. Ho perdonato ogni cosa perché confidavo che almeno tu continuassi a credere nello "spiritello di casa" e lasciassi ogni notte un pasto in miniatura sul tuo davanzale, come facevi prime e come fai tutt'ora. Non credevo possibile che anche tu potessi farmi questo! - concluse, più rosso che mai, indicandosi intorno.
Bianca seguì il suo sguardo. Non aveva mai visto la camera in quello stato. Panni sporchi ammonticchiati in un angolo, fogli ovunque, libri a terra. Lasciò andare il Boggart e si alzò colpevole dal tappeto di pagine sofferenti e stropicciate, per sedersi sul letto. Il falso spiritello incrociò le braccia, in attesa. Notò che indossava vecchi abiti rattoppati da bambola, in stile primonovecentesco, e non aveva scarpe o calzini.
- Ammetto di aver trascurato un po' l'ambiente negli ultimi giorni, ho passato un momento difficile. Ma non mi ero accorta di cosa avessi intorno... e che la cosa potesse turbarti tanto. Quindi ti faccio le mie più profonde scuse e ti prego di accettarle.
Lui non sembrava molto convinto, ma si stava comunque calmando, la faccia aveva assunto un aspetto ambrato e lo sguardo non era più molto cattivo, la gobba era quasi del tutto sparita.
- Come ti chiami? - gli chiese gentilmente.
- Scratchscrat.
- Senti Scratch... scrat, se ti prometto di tenere in ordine la stanza mi aiuti adesso a metterla a posto?
Lui la guardo sospettoso, le braccia sempre incrociate.
- Poi ti faccio una torta al cioccolato.
- Alle fragole.
- ... Okkey.
- Doppio strato.
- Va bene.
- Ricoperta di panna montata.
- Perfetto. 
Scratchscrat le lanciò un ultimo sguardo indagatore, ma ormai era tornato ad essere completamente un Brownie. Aspettò qualche altro secondo, infine sfoggiò un ampio sorriso ed esclamò - Ci sto! -
Bianca si sentì riavere per il sollievo.
- Rivuoi anche i libri che ho preso?
- Sì, grazie.
- E in quale ordine vuoi che te li riporti?
- Lo stesso con cui li hai presi: dal più antico al più nuovo.
Improvvisamente quella giornata non sembrava più noiosa come prima.

*I Brownie/Boggart comune di casa sono creature magiche non presenti nel mondo di Harry Potter ma tratte da “Il libro dei segreti, guida magica al mondo delle creature fantastiche” di Arthur Spiderwick che descrive comunque creature magiche del folkore britannico.

   
 
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