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Autore: Gemini_no_Aki    23/12/2008    1 recensioni
“Voglio solo aiutarti... permettimelo..”
Illuso, Non tornerà indietro da te.
“Perché mi allontani così.. non voglio ferirti.”
Illuso, Ora sei solo!
“ Non ha importanza... La mia porta sarà sempre aperta per te.”
Cosa ti resta?

Spero che possa piacere!! ^_^
Akiko_sempai
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per prima cosa ringrazio _pEaCh_  per il commento...

Mi rendo conto che ci sono difficoltà a capire i personaggi presenti..

ma purtroppo, per abitudine, scrivo spesso così...

Spero che questo non sminuisca il risultato finale agli occhi dei lettori!!^^

Detto questo... vi lascio a questa nuova fanfic.. sperando vi possa piacere ancora!

 

 

The last memory of you

 

La macchina sfreccia veloce lungo la piccola strada, come regga quella velocità non lo sa nessuno, e nessuno se lo domanda.

Sei solo nell’abitacolo stretto della vettura nera, chi esiste di così pazzo da salire in macchina quando sei in quelle condizioni?

Gli occhi chiari sono ridotti a fessure, fissano la strada davanti a te, sono spenti, vuoti.

La tua mente ritorna a quei momenti che precedono la tua decisione di metterti alla guida senza una meta definita.

Ma cosa ricordi?

Le stesse immagini che cerchi di focalizzare si sbiadiscono, desiderano essere dimenticate, resta il buio.

Il buio e quella voce tremante che ti minacciava.

Non era mai accaduto.

Quella la ricordi quando vorresti dimenticarla.

È sempre così, il destino si diverte a metterti davanti l’evidenza, a sbatterti sotto gli occhi ciò che non vuoi ricordare.

 

“Io... io non ho bisogno di te!”

 

Dopo che avevi fatto tanto per lui...

 

“Non voglio la tua pietà!”

 

Ma tu gli stavi offrendo aiuto, sostegno, amicizia... amore.

Non sei arrabbiato con lui, ma allora, spiega questa velocità.

Vorresti forse che il vento che entra con potenti e gelide raffiche dal finestrino spazzi via questi ricordi?

Ma non è così.

Non puoi dimenticarli.

Tu lo sai benissimo.

E più questa convinzione si fortifica dentro di te, più il piede preme sull’acceleratore.

È un effetto condizionato.

Sono passati quanti minuti?

Pochi, forse.

O forse son già passate ore.

Non ti rendi più nemmeno conto del dolore fisico che ti ha procurato il suo colpo.

 

“Vattene!!”

 

Il coltello che era appoggiato sul tavolino volò attraverso la stanza.

Ricadde a terra qualche istante dopo, macchiato di caldo sangue.

Non sai più distinguere il dolore fisico da quello psicologico?

Ormai ha poca importanza questa distinzione, se non fosse per la macchia di sangue che si estende sulla camicia bianca.

Le mani stringono più forte la presa attorno al volante, l’automobile accelera ancora una volta.

Forse aveva sbagliato a trattarlo così, forse aveva sbagliato a lanciare il coltello con così tanta forza e velocità da colpirlo.

Rimase accucciato contro il divano fissando l’oggetto che era diventato un’arma affilata e sporca di sangue.

Si sarebbe scusato, in un modo o nell’altro.

Avrebbe trovato il modo di farsi perdonare per ciò che aveva detto e fatto.. anche se una cosa simile non gli era mai capitato di dover fare.

Non sapeva da che parte iniziare.

Forse.. doveva andare a cercarlo...

Forse.. doveva aspettare che rincasasse, che si fosse calmato.

Davvero credi che lui sia arrabbiato?

Non ne sarebbe capace, non con te, e tu lo sai bene.

Sai quanto tiene a te, sai che ciò che i suoi gesti esprimevano era amore e gentilezza, non pietà come l’hai accusato.

Ti sposti un po’ indietro, completamente contro il divano e appoggi la testa sulle ginocchia strette al petto.

“Si è verificato, circa mezz’ora fa, uno scontro mortale tra due vetture lungo la strada che porta al promontorio... [...]”

La voce del cronista del telegiornale continuò a descrivere le possibili cause dello scontro.

Non volevi accendere il televisore, era solo accaduto, ti sei solo appoggiato sul telecomando mentre andava in onda quel servizio.

Non volevi alzare lo sguardo, ma qualcosa ti ha spinto a farlo... e a vedere ciò che era accaduto.

Le due auto erano ridotte a un mucchio di ferraglia indistinta, aggrovigliate su se stesse, bruciate in seguito all’incendio scoppiato dallo scontro.

Quale poteva essere la velocità a cui andavi in quel momento?

Non sai perché, in quell’istante, dai suoi occhi iniziarono ad uscire tante lacrime.

perché i tuoi timori nella vista di quelle due auto distrutte erano fondati, forse?

Perché ti eri reso conto che non avresti potuto rimediare a nulla?

Non l’avevi vista arrivare, la vista era offuscata dalle lacrime e dalla spossatezza che ti provocava la ferita.

Il tuo ultimo pensiero si rivolse a lui, immaginandolo felice, sorridente.

Ma non un sorriso vittorioso o sarcastico, il sorriso dolce di un angelo, del tuo angelo.

Non hai nemmeno la forza di spegnere la scatola da cui esce quel fiume di parole che descrive la scena, ti volti e nascondi il volto nel divano, nascondi le lacrime che nessuno ha mai visto rigare il tuo viso impassibile.

Nascondi la voce tremante che chiama il  suo nome.

Chiudi gli occhi, nella mente senti il suono della serratura di casa che scatta, istintivamente ti volti.

Tutto è come prima, la porta è ancora chiusa.

Illuso, L’hai portato alla morte.

 

“Voglio solo aiutarti... permettimelo..

 

Illuso, Non tornerà indietro da te.

 

“Perché mi allontani così.. non voglio ferirti.”

 

Illuso, Ora sei solo!

 

“ Non ha importanza... La mia porta sarà sempre aperta per te.

 

Cosa ti resta?

Un ricordo soltanto, quel sorriso che ti rivolse dicendo quelle parole.

Dicendoti quanto teneva a te, quanto eri importante, quanto fossi la sua famiglia.

Un ricordo... null’altro.

 

 

Uff... l’ho scritta in una giornata un po’ movimentata.. in tutti i sensi!!

Due scosse sismiche in una giornata sola...

Va beh.. sono sopravvissuta, no?

è ciò che conta!!

Spero vi sia piaciuta anche questa..

So che il punto di vista cambia e si intreccia alla fine, ma spero che riusciate a capire comunque... ^^

Akiko_sempai

 

   
 
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