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Autore: The Galway Girl    12/04/2015    3 recensioni
Sono una scrittrice, o meglio ho scritto solo un libro due anni fa, una storia per bambini intitolato “Capitan Coraggio”, che si è venduto piuttosto bene. La casa editrice mi aveva assicurato che per il secondo libro avrebbe organizzato un lancio promozionale senza precedenti, spendendoci un sacco di soldi in modo da assicurarci più lettori possibili, ma la mia migliore amica mi ha comunicato una notizia che mi ha fatta sprofondare nella più profonda delle disperazioni.
I soldi non ci sono più, puf! Andati, spariti.
C'è un solo modo di recuperarli, che io vada di persona alla casa editrice a reclamarli. Unico ostacolo, non metto un piede fuori casa da cinque anni, così ho fatto ricorso ad un life coach che mi aiuterà a sconfiggere le mie paure. Riuscirò a riottenere il mio budget?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avviso: io non sono una scrittrice, non ho idea di come funzionino le case editrici e di quanto tempo ci voglia a stampare e pubblicare un libro, quindi mi scuso in anticipo per le inevitabili baggianate che avrò senz'altro scritto.




PRIMA PARTE



1.


Niente panico.

Respira, fai respiri profondi e pensa a cose belle.

Prati fioriti, cuccioli di labrador, torte di compleanno.

Sono spacciata. Finita, fregata, fottuta.

No. Ricomincia da capo. Respiri profondi e pensa a cose belle, prati, cuccioli, torte.

< < Ehm, Virginia, hai intenzione di rimanere lì ancora per molto? > >

< < Mmm, no, solo qualche minuto > > dico rivolta alle décolleté Prada della mia amica Charlotte.

Sono trentacinque minuti che sto distesa sotto al letto in posizione fetale con le ginocchia strette al petto.

E' dove vengo sempre quando ho un attacco di panico, il mio posto sicuro, dove so che nessuno viene a disturbarmi.

< < C'mon, esci così ne parliamo > > mi dice lei, dallo scricchiolio deduco che si è seduta sul letto.

Faccio un altro respiro profondo e striscio fuori.

Mi siedo sul tappeto con le gambe incrociate e le rivolgo un'occhiata sconsolata.

< < Sono spacciata vero? > >

< < Ma no! Vedrai che ce li riprenderemo quei soldi! > > afferma lei convinta.

Forse è il caso di fare un passo indietro e raccontarvi cosa mi ha portata sotto quel letto.

Sono una scrittrice, o meglio ho scritto solo un libro due anni fa, una storia per bambini intitolato “Capitan Coraggio”, che si è venduto piuttosto bene. Ho guadagnato abbastanza per permettermi di vivere solo scrivendo, non che prima avessi un vero e proprio lavoro, svolgevo traduzioni via internet da casa. Non devo pagare l'affitto dato che vivo nell'appartamento lasciatomi da mia nonna e i soldi che ricavo dalle vendite bastano per coprire le bollette e le spese di ogni mese.

Visti gli ottimi risultati mi è stato ordinato un secondo capitolo (con l'opzione per un terzo) e io ho trascorso gli ultimi due anni a scrivere come una matta. La casa editrice mi aveva assicurato che per il secondo libro avrebbe organizzato un lancio promozionale senza precedenti, spendendoci un sacco di soldi in modo da assicurarci più lettori possibili, ma esattamente quarantasette minuti fa, la mia migliore amica, nonché auto-elettasi mia agente, mi ha comunicato una notizia che mi ha fatta sprofondare nella più profonda delle disperazioni.

I soldi non ci sono più, puf! Andati, spariti.

< < E come ce li riprendiamo? > > chiedo.

< < Se tu mi avessi lasciata finire prima, invece di fiondarti sotto questo letto, avrei potuto spiegarti bene la situazione > > dice lei afferrando uno dei miei cuscini.

< < E qual è la situazione? > >

< < I soldi ci sono > > a queste parole il mio viso si illumina < < Solo che non li vogliono più dare a te > > il mio viso è di nuovo una maschera di terrore.

< < Come sarebbe? Lo avevano promesso! > >

< < Si, due anni fa. Poi tu sei sparita e ti sei rintanata in questa tua casa senza mai far sapere niente a nessuno > > mi rimprovera Charlotte.

< < Non è vero! > > protesto < < Li ho sempre tenuti aggiornati, ti mando ogni tre mesi alla casa editrice con i nuovi capitoli come previsto! > >

< < Ginny, nessuno ti ha mai vista lì, mai, neanche una volta. Hai sempre mandato me, anche ai tempi di “Capitan Coraggio”, hanno sempre visto solo la mia faccia. Non vogliono investire soldi su un fantasma > >

< < Ma… > > tento di ribattere io, ma so che ha ragione.

Credo di avere uno di quei disturbi che i medici chiamano “Ansia da stress” o “Ansia da panico”.

Sono cinque anni che non metto piede fuori casa, solo il pensiero di uscire in strada mi terrorizza, per questo mi trovai un lavoro facile da fare a domicilio. Dopo l'università e la laurea in lingue, dove ho conosciuto Charlotte, non sono più uscita. Le persone mi mandavano i loro testi da tradurre e io li traducevo, nel frattempo scrivevo “Capitan Coraggio”. Ci ho messo quasi tre anni a terminarlo, una volta finito sapevo di aver scritto qualcosa di valido, e Charlotte, all'epoca stagista nella redazione di un quotidiano di fronte alla casa editrice, lo fece leggere.

Fu difficile far credere agli editori che esistevo per davvero, ho sempre parlato con loro esclusivamente per telefono, e il contratto l'ho firmato tramite Charlotte, che me lo portò a casa.

L'idea di una scrittrice misteriosa però piacque molto.

< < Ma non hanno avuto problemi la prima volta sul fatto che rimanessi nell'ombra! >

< < Si, ma era prima di vedere tutto il successo che hai ottenuto. I ragazzini vogliono conoscerti > > mi spiega lei.

< < E a chi lo vogliono dare il budget per la campagna promozionale? > > chiedo tanto per farmi del male.

< < Ehm, I don't know, non me l'hanno detto > > dice lei vaga col suo accento inglese.

< < Charlotte? > > le chiedo io sapendo benissimo che lo sa.

< < Ok, si fa chiamare Skyler Jones > > mi dice facendo un'espressione disgustata.

< < Come? > >

< < E' un nome d'arte, of course, in realtà si chiama Giuseppa Qualcosa, l'ho incrociata solo una volta. > >

< < E cosa scrive con un alias del genere? Romanzi fantasy? > >

< < No > > dice lei con la faccia scura < < Romanzi soft porno. > >

Ho voglia di tornare sotto al letto.

I miei soldi, il mio budget, verranno destinati a una che scrive libri porno? Voglio morire.

< < Il fatto è che lei li ha conquistati tutti > >

< < E lo faresti anche tu se solo ti decidessi a mettere il muso fuori di casa > > aggiunge severa.

< < Charlie, per favore, puoi andare adesso? > > chiedo sconsolata.

Lei mi rivolge un sospiro, mi bacia sulla testa ed uscendo mi dice < < Non tornare sotto quel letto! > >

Io aspetto di sentire la porta sbattere e me ne torno nel mio angolo sicuro.



Rimango qui un po', poi decido di uscire, devo controllare una cosa.

Accendo il mio vecchio portatile toshiba pieno di adesivi, e su google digito “Skyler Jones”.

Mi si apre una pagina piena di foto, ha un profilo facebook, un blog personale e una pagina LinkedIn dove annovera svariati romanzi.

Guardo le foto: è una stangona magrissima con una zazzera di capelli neri ricci e un sorriso chiaramente rifatto, ha i denti che si illuminano al buio da quanto sono bianchi.

Sfoglio il suo profilo facebook, non ha scritto l'anno di nascita, ma a occhio avrà un paio di anni più di me, 30-31 anni, o forse è solo lei che si atteggia da donna matura, non saprei. Ha 4897 amici, un sacco di foto scattate a feste in discoteca con i drink in mano e l'espressione che Charlie chiama “duck face”.

Sul suo blog, “SOS Skyler”, da consigli sul sesso e sulla cura della persona, un sacco di donne le scrivono per chiederle aiuto e lei termina ogni risposta con lo smile “<3”, che suppongo sia un cuoricino.

La odio solo a vederla in foto, se poi penso che userà il mio budget per vendere quei romanzi per casalinghe annoiate ho voglia di lanciare il computer dalla finestra.

Sento la serratura della porta e so che è Charlie.

< < Hey there! Ti ho portato la cena > >

< < Non devi portarmi da mangiare, so provvedere a me stessa > > dico per la milionesima volta, le ripeto la stessa cosa ogni sera.

< < Lo sai che non voglio mangiare da sola > > dice tirando fuori dalle buste di carta le vaschette del take away cinese < < For God Sake Ginny cosa fai? > > chiede lanciando uno sguardo allo schermo del mio portatile lasciato acceso.

< < Volevo vedere > > mi difendo io.

< < Non devi, così ti fai solo del male > > dice chiudendo il computer con un colpo.

< < Scrive porno > > sottolineo.

Non sono una pudica, ma se proprio devo farmi soffiare il budget da sotto il naso allora preferirei che fosse da una nuova J.K. Rowling e non da una che scrive soft porno.

< < Lo so, e ti ho già detto che quei soldi ce li riprendiamo > > dice decisa.

< < E come? > >

< < Ancora non lo so > > risponde con la bocca piena di ravioli al vapore.

< < Magari non mi serve la campagna promozionale, la prima volta ho venduto bene senza>> dico dopo un po'.

< < Ginny, la prima volta hai avuto, come dite voi? Culo. Non succederà di nuovo. Sono passati due anni, nel frattempo sono usciti miliardi di altri libri per ragazzi, nessuno si ricorda più di te ormai. Quando hai venduto l'ultimo libro? > >

Guardo il piatto. Non voglio ricordare. Sono mesi che non guadagno più niente dalla vendita dei libri, sto sopravvivendo grazie ai risparmi, ho bisogno di ottenere quel budget.

< < Ok > > mi limito a dire.

< < Troveremo un modo > > mi dice spezzando il suo biscotto della fortuna.

La imito, il mio dice:

Goditi una pausa e rilassati.

Allibita lo strappo e lo butto via.






Nota dell'autrice: Ecco il mio terzo racconto! Per una volta infrangerò la mia regola di pubblicare solo racconti finiti, questo lo sto ancora scrivendo, ma “Brace yourself”, ha tipo mille capitoli, quindi lo finirò man mano che pubblico i capitoli già pronti, così da non far passare troppo tempo tra un aggiornamento e l'altro, come piace a me!

Nel frattempo ringrazio tutti i lettori e chi vorrà lasciare una recensione!

  
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