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Autore: Rosa di sangue    13/04/2015    0 recensioni
Ad ognuno di noi deve essere dato di conoscere la gentilezza nella vita, almeno una volta...tu lo concedesti a me ma io non saprò mai se te lo concesso anch'io...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei che ci incontrassimo ancora, magari fra dieci anni,un giorno d'estate qualunque, ancora con i nostri sogni e le nostre speranze, all'incrocio della vita, quella stessa alla quale ti invitai ad accompagnarmi in un posto chiamato casa e dove tu gentilmente dicesti di no...

Vorrei aver visto il tuo imbarazzo...aver sorriso e averti detto di essere felice lo stesso in verità...

La fine di un estate, tu, i nostri sogni, le nostre speranze...non voglio dimenticare....

Quante pagine di questa vita ho già sprecato nel voler comporre le emozioni e le persone senza riuscire poi alla fine riempirne anche solo una riga?

Vorrei lasciare un segna libro ma ho paura di queste troppe pagine bianche...di dimenticare i giorni e non ricordali più...già non ricordo ancora di uno in particolare...

Il nostro silenzio dice più delle nostre parole ma avrei voluto che il mio incontrasse l'urlo del mio cuore...o forse accadde...magari proprio quel giorno dimenticato... forse lo stesso in cui ti chiamai fuori, all'incrocio della vita...

La nostra vita, la nostra favola, la nostra storia e il lieto fine solo una bugia...

Di una così difficile semplicità è il dirti che ti amavo che pensai di non averne mai il coraggio ma così non fu...

Affiancati lungo la via,una sera di un febbraio sul quale già si allentava il morso dell'inverno...

Camminavo piano, lo sguardo assorto e le parole che da sole, quasi, trovavano l'uscita da quel labirinto che era la mia testa...

Il tuo rifiuto non mi ferì ma non mi fu capace di vedere che tu mi amavi...che non ricambiavi stessa passione ma mi amavi...

Questa la verità ma io non la vedevo e preferii distaccarmi da tutto ciò e sentirmene al di sopra ...sbagliai...ora me ne rendo...

Leggevi tu, mia Musa, questo mio amare divenuto ormai ossessione nelle mie poesie e nei miei sguardi, non è vero?

Per questo l'urlo del tuo cuore infranse il silenzio...

Alcuni la chiamano ostinazione...il voler amare nonostante tutto...la verità era un altra...

Vorrei che vi fosse stato il senno di poi a scuotermi da questo ingenuo amare, fatto solo di desideri effimeri e un incapacità di mettersi in discussione...

Forse che fu errore quella sera di febbraio...forse che avrei dovuto vivere nella falsa sicurezza del dubbio che mi amassi e ricambiassi stessa passione.

A che pro, però ,questo poi?

Seguirono mesi in cui non seppi il da farsi...mesi in cui preferii essere cieco, muto e sordo piuttosto che interrogarmi su di questa realtà...volevo evitare il dolore che sarebbe seguito alle risposte alle mie domande...volevo evitarmi...

Ad amare si deve sempre mettersi in discussione, confrontarsi innanzitutto con se stessi e per quanto io lo volessi non mi riusciva.

Avevo paura...paura di quel che avrei potuto scorgervi o trovarvi...

La coscienza mi fece vile.

Non per questo volli infrangere la mia promessa però: che ad amarti o meno, ad essere ricambiato o no, sarei rimasto per te.

Ora solo so che non volli tu arrivare a tanto...che fui io a sbagliare idealizzando questo nostro rapporto d'amicizia così particolare...che mi amavi...

Vorrei che, un giorno d'estate qualunque, tra dieci anni, ci incontrassimo veramente di nuovo a quell'incrocio della vita, a chiamarti fuori in strada ancora...a chiederti di accompagnarmi...

Difficile a credersi che dai miei diciotto anni potessi già desiderare un amore per cui vorrei vedere nei miei figli un giorno la bambina che eri stata...ma è così...

Alla fine dell'estate vorrei parlarti ancora a lungo, dopo aver visto il tramonto e contato le stelle.

Non dimenticare i nostri sogni, le nostre speranze quando ci rincontreremo.

A salutarci, non ci sarà l'ultimo degli arrivederci, ad agitare le braccia voglio che tu sappia che dal fondo del mio cuore ti grido “ Grazie!”.

Vorrei...ma non avrò mai questo giorno d'estate qualunque...

Ora viene meno tutto...ed il mio corpo si dissolve tra mille fiori purpurei...le farfalle blu dal mio stomaco finalmente se ne vanno...battiti d'ali come uragano...

Con questo mio modo di affrontare la strada con la mia bici vi sarà volta buona che mi uccida...

Qui ora rido di questa veritiera affermazione...come ne ridevo con te e con gli altri...in un altra vita...

Vorrei chiederti scusa perché vengo meno alla mia promessa....non piangerai lo so, sarai troppo arrabbiata per farlo... piangerai forse dopo ma io non lo voglio...ecco... fammi questa promessa...non piangere per me...promettimelo...non piangere per uno spergiuro come me...

Tra attenzione e indifferenza... consumo l'ultima pagina della mia vita...

Ancora non ricordo di quel giorno dimenticato, che mi ripromisi più volte di annotare con un segna libro...

Portava forse il tuo profumo quel giorno o un sorriso, di certo un origami e una poesia...

Non sono difficili da farsi gli origami e se lo vorrai, imparerai anche tu...e se non sarai più arrabbiata per i miei tanti errori e se mi amerai ancora, portamene uno alla tomba...magari con chi tu ami così che io possa di nuovo vederti sorridere, perché più del tuo sorriso amo il momento di questi....perché in questo modo so che ti ha fatto conoscere la gentilezza così come tu l'hai fatto conoscere a me...

L'arteria batte...l'arteria batte ancora...l'arteria non batte più...

Addio Musa... 

   
 
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