Un piccolo grande amore

Chi l’avrebbe mai detto che avrebbe avuto un altro amore nella sua vita.
Nessuno. Lui no di sicuro.
Dopo Rika, non credeva che la parola amore potesse assumere un altro significato rispetto a quello che gli aveva insegnato lei, anni prima.
Ed invece eccola qui. Bellissima, davvero da mozzare il fiato. Ryo sarebbe stato a guardarla per ore mentre dormiva.
Almeno lei non si lamentava. Rika continuava a dirgli che era inquietante sapere che la fissava nel sonno.
Ed era bionda. Incredibile, chi l’avrebbe mai detto. Una bionda. Com’era potuto succedere? Quale strano percorso aveva seguito il destino per portargli quella bellissima bionda nel letto?
Forse a 24 anni un impegno così grande era davvero tanto, a volte gli sembrava troppo. Sapere di dover proteggere quel sentimento così grande e puro lo metteva davvero in crisi. Sapere che lei, ora, era tutta la sua vita gli faceva paura da morire.
Dal primo momento in cui l’aveva incontrata, il mondo aveva cominciato a girare intorno a lei. Si era sentito mancare la terra sotto i piedi ed era stato vittima di un sentimento sconvolgente. Non riusciva a spiegarlo. Era successo lo stesso anche con Rika, a suo tempo, e pensava che non potesse essere possibile provare la stessa cosa per un’altra persona. Non dopo tutto quello che era successo in quell’ultimo anno di litigi, sacrifici e cuori spezzati.
Ma ora che lei era lì, avvolta nelle sue lenzuola bianche, il respiro leggero che sovrastava il silenzio inquietante creato dalla neve che cadeva tenue fuori dalla finestra, si sentiva forte. Forte e pronto a difendere il suo grande amore fino alla fine dei tempi.
In quel momento, la porta della camera si aprì lentamente.
Rika lo fissava, sbalordita. Il suo sguardo si spostava fra lui e la biondina addormentata nel suo letto, interrogativo.
“Cosa ci fai qui... con lei?” gli domandò Rika, in un sussurro.
“Nevicata di 2 metri. Al lavoro hanno chiuso.” Rispose Ryo, con aria colpevole.
“Non dovresti farla dormire nel nostro letto. Poi non vuole più andare nella culla.” Sospirò Rika, avvicinandosi al piccolo angelo biondo immerso nelle loro enorme letto.
“Lo so, ma stavamo giocando insieme e poi si è addormentata qui. Non volevo svegliarla.” Mise il broncio Ryo, accarezzando dolcemente i capelli biondi della loro piccola.
“Finirai per viziare troppo Rin, se continui così.” Lo rimbrottò Rika, sollevando dolcemente la piccola di dieci mesi dal letto. Lei non si svegliò, una piccola bambola di porcellana. Bellissima e perfetta.
“Ehi Rika.”
“Eh.” Chiese lei sbuffando, mentre sistemava Rin nella culla.
“Com’è che nostra figlia è bionda?” gli chiese lui, dubbioso.
“Mai visto i capelli del postino?” gli rispose lei, sorridendo divertita prima di lasciare la camera.
Ryo rimase perplesso per un attimo, fissando la figlia e cercando di pensare al postino.
“Ma se viviamo in un condominio con la posta esterna, come ha fatto Rika ha incontrare il...” Ryo sbuffò, avviandosi alla porta. “Ehi, smettila di prendermi in giro!”
“Assomiglierà a mia madre, no?” sbuffò Rika, tirando fuori delle ecografie dalla borsa. “Magari il prossimo assomiglierà a te.”
“Chi scusa?!” chiese Ryo, sconvolto.
 

Dedicata a Kojima Ayano,
Per avermi fatto venir voglia di scrivere nel fandom italiano <3
E a Paccy, come sempre,
Perché è da anni che sopporta in silenzio i miei deliri Ryuki. <3