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Autore: Thanatos_dark    14/04/2015    2 recensioni
Gloria viveva a Rodorio. Ora Gloria vive al Grande Tempio, padrona di un cosmo talmente forte che potrebbe uccidere perfino colei che lo controlla. Perchè Gloria non è una sacerdotessa come le altre, ma è la figlia di Ares, dio della Guerra e nemico giurato di Atena.
Al senso del dovere che la lega ad Atena, si aggiunge anche il giovane sentimento che sente fiorire in lei per l'irriverente e sfacciato Gold Saint dello Scorpione...
Riuscirà Kardia a dominare la forza distruttrice della figlia della Guerra? E riuscirà Gloria a poter sconfiggere il vincolo che la lega agli ordini spregevoli di suo padre?
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Aquarius Degel, Cancer Manigoldo, Scorpion Kardia
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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                                                                                            Capitolo I
 
Il Grande tempio era illuminato dalle ultime luci del giorno. I cadetti che fino ad allora si erano allenati nelle loro aree adibite all’addestramento uno ad uno facevano ritorno alle loro abitazioni piccole e sufficienti almeno per fornire loro un tetto sotto cui dormire. Le sacerdotesse si dedicavano ai loro affari, togliendosi la maschera nelle loro casupole senza paura di poter essere viste.
Ed io conducevo turbata per il corridoio che mi avrebbe condotta alla presenza del Gold Saint dello Scorpione. Solo poche ore prima ero stata condotto al tempio. Una povera bambina doveva aver fatto molto pena al Gran Sacerdote quando l’aveva vista coperta solo di pochi stracci. Una bambina di tredici anni, che di bambina oramai non aveva più nulla, nemmeno il fisico che stava sbocciando sotto l’ala protettrice della maturità. Non dico di avere un fisico apprezzabile, perché nemmeno io mi trovo attraente. Né nella norma. Troppo bassa rispetto a tutte le ancelle che mi passavano accanto. Lo percepivo grazie a qualcosa che dentro me era come una specie di sesto senso. La stessa cosa che mi ha aiutata a restare in vita per tutto questo tempo. 
Quel pomeriggio passeggiavo per le strade di Rodorio senza una meta, come sempre. O meglio, una meta io l’avevo ma nessuno era disposto a porre fine al mio viaggio. L’unica cosa che mi interessasse davvero era sopravvivere. Sopravvivere per dimostrare al mondo che ero forte. Mio padre mi aveva lasciata da sola con mia madre all’età di tre anni. So questo perché lei continuava a ripetermelo ogni giorno per sbattermi in faccia la dura realtà e per convincermi che dovevo darmi da fare. Mentre lei si faceva montare come una cavalla però, io cercavo di ottenere qualcosa con cui campare alzandomi le maniche e svolgendo attività di tutti i tipi. Dall’aiutare qualche anziana donna a portare a casa le spese del mercato, all’accudire bambini appena nati mentre le loro madri andavano ad accudire persone malate nelle strutture improvvisate. A Rodorio c’era stata la peste ed io ero sicura di averla presa. Me la sentivo addosso. Eppure la malattia non veniva ed io ringraziavo la Dea Athena di questo. Incrociai il vecchio Sacerdote per la strada che conduceva a quella topaia che chiamavo casa, che mia madre era riuscita ad ottenere con i pochi guadagni delle sue prestazioni. Il mio linguaggio vi sembra duro? Questo è perché la mia vita è stata dura. E continua ad esserlo. Solo che adesso sono una donna, mentre allora ero poco più che una bambina.
Il Sacerdote continuava a seguirmi. Poco prima mi ero accorta di essere osservata e mi ero aggirata nel dedalo di strade tentando di far perdere le mie tracce a quell’uomo ostinato. Ma non era stato lui ad acchiapparmi. No. Era stato un uomo dall’accento straniero quanto caldo, ma in quel momento le parole che pronunciava mi erano sembrate le più glaciali del mondo.
<< Buongiorno nanetta! Come ce la passiamo? Dura la vita? >> Non potei dire se stesse sorridendo oppure no perché al Cavaliere, come al Sacerdote più tardi era sfuggita una cosa. I miei occhi non vedevano. Ero cieca dalla nascita. Altra cosa di cui dovevo ringraziare mio padre.
<< No? >> Continuò.Quel suo tono a tratti velato di pietà mi diede il voltastomaco.
<< Lasciami! Lasciami andare! >> Per dare foga alle mie parole le lasciai seguire da un bel morso sulla sua mano piagata. Non sembrava la mano del giovane ma del resto quello che i miei denti avevano incontrato non era pelle, ma garze di stoffa imbevute di erbe medicinali. Quel giorno il sapore mi rimase in bocca.
Lui non urlò, ma proruppe nella risata più sincera che io avessi mai sentito fino a quell’istante. Una risata che mi portò a credere che forse c’era qualche speranza che io potessi riuscire a mia volta a ridere in quel modo. Non ero molto loquace,del resto non c’era nessuno con cui valesse la pena parlare. Ma il Cavaliere di fronte a me, mi apparve all’improvviso capace di potermi ascoltare. Infatti stavo per parlare, ma una voce potente quanto comprensiva mi anticipò.
<< Manigoldo, lascia stare la piccola. Non spaventarla.  >>. La voce era autoritaria e doveva appartenere all’uomo anziano con la veste lunga che avevo avvertito poco prima.
Il ragazzo mi lasciò e questo mi ridiede coraggio. Ora dovevo solo riuscire a trovare il modo di scappare. L’italiano era circondato da un potere che rischiava di schiacciarmi al suolo e dovette essersene accorto perché all’improvviso quell’immane forza diminuì fino a sparire del tutto.
<< Calma, non vogliamo spaventarti. Non era nostra intenzione recarti alcuna offesa, ma non volevi fermarti. Quindi sono stato costretto a scegliere una via alternativa >>.
Restai ferma. Ferma e in silenzio, maledicendo le voci lontane della gente del villaggio. Se quei due uomini erano una minaccia per me dovevo essere pronta ad analizzare ogni fruscio che mi facesse capire le loro intenzioni. Ma probabilmente non erano lì per saltarmi alla gola. L’avrebbero già fatto altrimenti.
<< Il mio nome è Sage, mia cara. E sono il Gran Sacerdote del Grande Tempio. Dubito che tu non conosca la leggenda >>
<< …La conosco >> Non mi fidavo. Il ragazzo mi era ancora dietro. Come non detto. Si era allontanato ma io non lo avevo nemmeno avvertito.
<< Un paio di giorni fa abbiamo avvertito un Cosmo potente provenire da questo villaggio. E quel cosmo proveniva da te. Ma dubito tu sappia di che cosa sto parlando,vero? >>
Dubito, dubito…quell’uomo aveva solo dubbi. E, come mai prima di allora, io avevo solo bisogno di certezze. Mi sorpresi quando mi trovai a desiderare solo che mi portassero via da quello squallore, che mi offrissero una nuova vita, lontana da Rodorio. Lontana dalla topaia che chiamavo casa e dove mia madre mi stava aspettando con una misera cena in tavola. Non desideravo il lusso…desideravo solo vivere. E quella che vivevo non era vita. Io sopravvivevo, non vivevo.
Scossi la testa, negando. Era vero, tra l’altro. Io non sapevo cosa fosse un Cosmo. Ma ahimè, lo imparai troppo in fretta.
Il ragazzo che il vecchio aveva chiamato Manigoldo si fece di nuovo vicino a me e mi prese su una spalla. Iniziai a dibattermi immediatamente, urlando.
<< Allora, Maestro, è meglio portarla al Tempio non le pare? Su muoviamoci, il tramonto è alle porte! >> Ridacchiando continuò a tenermi sulle spalle, insensibile alle mie proteste. Eppure dopo un po’, la parte più sensibile di me si lasciò andare. Smisi di lottare nel momento stesso in cui realizzai che quello che avevo sempre sognato si stava realizzando. Quel ragazzo pieno di gioia e quel vecchio saccente mi stavano portando via da tutto ciò che odiavo e mi stavano conducendo verso il futuro.
Ed in quel momento, ripensando a tutto quello che quel pomeriggio mi era accaduto, non riuscivo a credere a quello che avevo attorno che, anche se non potevo vedere, potevo percepire. Le Dodici Case per me erano l’essenza stessa della salvezza. Ero stata condotta all’Ottava Casa per essere ancella del suo custode finchè il Gran Sacerdote non avesse saputo cosa fare di me. Mi aveva detto che avevo un cosmo potente e che si doveva fare qualcosa per questo.
Ma io ancora non sapevo cosa fosse. Nessuno me lo aveva spiegato. Nemmeno il ragazzo di nome Manigoldo che mi aveva portato fin lì. 
  
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