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Autore: Raphinou    24/12/2008    2 recensioni
"Io non potevo aspirare neppure a essere la sua ombra.
Lui non poteva aspirare neppure a essere considerato la sua ombra."
Michael ne è semplicemente sicuro, osservando tutto quel che ha sempre visto nella figura del fratello.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucifero, Michael
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ho mai sopportato…


«Hai detto qualcosa, Micheal?»


…la smorfia che non sconfinava mai, neppure per un attimo, in un sorriso.

Neppure di circostanza. Neppure di pietà. Neppure si superiorità.
Non ha mai sopportato che suo fratello non lo degnasse neppure dell’ipocrisia che concedeva a tutti gli altri.

Mi chiedevo se non fossi davvero più in basso di tutti gli altri, per lui.


…non era solo per l’altezza. Anche se continuava ad arrabbiarsi, quando qualcuno glielo faceva notare –era un riflesso condizionato, quella rabbia. In fondo, non gli importava veramente di essere mezzo metro più basso di suo fratello. Probabilmente, lui, sarebbe risultato ancora più goffo, al suo confronto, con una simile altezza.
Si arrabbiava solamente perché suo fratello non l’aveva mai neppure preso in giro, per questo. Sembrava non averlo neppure mai notato, il particolare che faceva vociare tutti alla schiena di Michael.

Lui, semplicemente, non ci faceva caso.


«…»


Non aveva neppure aspettato che rispondesse, prima di ricominciare a camminare. Dritto, sicuro –a procedere. Come se quello fosse stato veramente il suo destino.
Principe della Luce, la Stella del Mattino… non lo era forse già, agli occhi di tutti?

Io non potevo aspirare neppure a essere la sua ombra.


Lui non poteva aspirare neppure a essere considerato la sua ombra.

Se c’era una luce, era lui. Lui, che era il primo ad essere baciato dai raggi del giorno, lui che era il primo ad essere investito di tutta la Gloria destinata ai ranghi angelici; l’immagine stessa della gloria di quei ranghi. Per tutti loro, uno sguardo da Dio e uno da lui, quasi equivalevano.

Forse era così anche per me.


Forse era così soprattutto per lui.

Avrebbe voluto ribellarsi.
Sbattere i piedi per terra, urlare –allungare le sue piccole e manesche dita verso di lui, farlo fermare, e urlargli dentro le orecchie quello che non aveva neppure finto di non aver ascoltato per caso. Deliberatamente Lucifero non ascoltava.

Non aveva bisogno di ascoltare nessuno, a parte qualcosa che sentiva solo lui.


L’unica cosa che sembrava esserci in quella che era la terra arida in fondo al suo petto.

Ecco perché in quel cuore, tu non potevi viverci, Michelino.

Sapeva benissimo quello che aveva appena detto. E sapeva benissimo, quando aveva strascicato così innocentemente la voce, facendola impigliare in quella domanda di routine così semplicemente distratta –come la bugia che era, che Micheal non avrebbe mai ripetuto.

Non volevo farmi veramente sentire. Lui lo sapeva.
Accontentava i miei capricci in silenzio.
Nello stesso silenzio con cui io cercavo di nascondere il mio essere infantile.


Non era mai stato così, in realtà.

Voleva farsi sentire.
Si sarebbe fatto sentire, se avesse saputo che urlare fosse servito –ma sapeva che non era così.

Voleva disperatamente che il fratello si accorgesse di lui.

La verità, era che non voleva capire il perché di quell’atteggiamento.
Non voleva capire quello che già sapeva.

E’ normale che la luce non riesca a vedere le tenebre.
Io ero il buio, l’ombra –e potevo vedere solo la luce da cui dipendevo, e senza la quale non sarei stato nulla.


Non sei la luce, infatti, Michelino.

Infatti la luce era Lui, era Lucifero!
Stupido dottore maniaco sessuale… non capisci proprio nulla di quel che ti dice qualsiasi persona che non abbia le labbra ricoperte di rossetto o che non sfoderi due seni enormi nel tuo campo visivo…


…e tanto meno sei l’ombra.
Tu sei il Fuoco, e la cosa è ben diversa.

Il fuoco che non può ardere in una terra che non offre nulla da consumare.

Il fuoco che non è la luce, ma è la sua stessa causa, la sua stessa origine –la violenza stessa del principio essenziale alla vita.

Che si oppone alla gelida calma di quello che gli è estraneo.
Al gelido fascino del nero dei suoi occhi, dei suoi capelli, di quella carnagione che sembrava fatta solo per essere colpita dalla luce e dalla gloria –per rubarle avidamente, senza dare indietro nulla, che sia la propria soddisfazione.

D’improvviso, capii che non ho mai sopportato molte cose…
Ma solo una, era quella che odiavo veramente, Lucifero.


Quella che non gli avrebbe mai perdonato.

…era la tua cecità, di cui io stesso ero la causa.


Era per questo, che non poteva vederlo.

Gli occhi di Lucifero, erano fatti solo per osservare dall’alto in basso –per osservare chi, implorante di un minimo della sua stessa luce, la cercava ai suoi piedi.

Un briciolo della gloria già sfiorata da te, era quello a cui ambivano tutti.


Chi aveva osato esserti superiore anche in ambizione, l’avevi ucciso con la tua freddezza, e con un tuo sorriso.


Nessuno poteva esserti pari, finché saresti esistito, nella gloria dei cieli.

Era per questo, che non mi avevi mai visto, prima della fine della Prima Guerra.


…non era semplicemente capace di alzare la testa, verso chi gli era superiore.
Quando lo faceva, i suoi occhi diventavano semplicemente ciechi.
Incapaci di vedere oltre le tenebre che egli stesso incarnava, più forti di ogni luce.

Sarebbe stato incapace di vedere il Fuoco, senza scottarsi, e soffrire per primo.

Per questo, semplicemente, non mi vedevi.
E a differenza di me –questo lo sapevi, ma non te ne vergognavi.

Ti bastava guardare in basso, vederli tutti lì, vedere i tuoi milioni di seguaci, per dimenticarti che sopra di te, c’era solamente un angelo. Fatto della tua stessa carne.

Era per questo, che potevi benissimo non vedere.


Perché c’era già chi portava le cicatrici a causa di questo male che tu non sapevi di avere; per questo, non era mai cresciuto.
 

…ho smesso di crescere solo per uno sguardo mai ricevuto, perché era l’unica cosa che, dall’alto di tutti i tuoi poteri, non avresti mai saputo darmi.

Come un bambino viziato, senza sosta, nel silenzio, ti ho sempre chiesto l’impossibile, fratello.

Ma come te, ho imparato a non chiedere scusa, per questo.

Perché, anch’io, se alzo lo sguardo… sopra di me non vedo nessuno.


Ma solo perché sopra di me non potrà mai esserci nessuno che non sia tu,
Lucifero.


~
Piccolo esperimento senza troppe pretese -se non quella di non andare troppo OOC, su Angel Sanctuary. Serie che ho letto/amato/destestato/abbandonato/(ri)scoperto/finito di leggere in francese prima e in inglese poi. In due parole: da dopo il processo mi son fatta guidare dai disegni della Yuuki e dalla fantasia
♥ so che si vede.
Per quanti si stanno chiedendo, giustamente: "se lo sai, perché pubblichi?" dirò solamente una cosa. Esercizio di scrittura, né più né meno, ecco come avrei intenzione di considerare questo e gli esperimenti che, forse, seguiranno. Ma questo... beh, un po' mi piace. L'ho scritto come da un po' di tempo non riuscivo a fare nulla, ovvero:
con un po' di trasporto.
E anche se non è stata segnalata alla persona in questione... è
dedicata ad Angelo.
Un po' per farmi perdonare l'altro progetto, iniziato e abbandonato, un po' per via del pov che ho deciso di adottare, con una mossa decisamente azzardata, da parte mia... un po' senza una ragione, a dire il vero. Ma alla fine, non ho mai avuto bisogno di troppi perché per fare le cose...

Ok, finisco di ammorbare.
A chiunque legga [anche se non arriva fin qui], auguri -qualunque cosa festeggi in questi giorni.

  
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