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Autore: The Mad Tinhatter    15/04/2015    2 recensioni
[Spoiler OVA]
"Gou non era del tutto sicura del perché si trovasse davanti al cancello d'entrata della Samezuka, con le farfalle nello stomaco.
Sapeva però che suo fratello non sarebbe mai stato contento di quello che stava facendo."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gou Matsuoka, Seijuro Mikoshiba
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Niente, ho guardato l'OVA e per qualche motivo la cosa mi ha ispirata a scrivere su questi due patati. Buona lettura!

Sugar and Salt
 

Gou non era del tutto sicura del perché si trovasse lì, davanti al cancello d'entrata della Samezuka, con le farfalle nello stomaco. Sapeva però che suo fratello non sarebbe mai stato contento di quello che stava facendo.

Oh, al diavolo Rin, sai bene che il motivo per cui sei nervosa non è lui.

Se ne stava lì, con una scatola di biscotti e due bento in borsa, camminando nervosamente avanti e indietro.

Vado a salutare Momo-kun e poi ti raggiungo!” le aveva scritto, ma nonostante questo si stava decisamente facendo attendere. Beh, per una volta non sarebbe stata la ragazza a fare tardi....

Aveva dato una scusa ad Haru e gli altri per non venire con loro, e più tempo avesse trascorso ad aspettare, maggiore sarebbe stata la possibilità di imbattersi nell'intera squadra dell'Iwatobi in visita. Loro erano convinti che si trovasse a vedere la gara di muscoli, ma naturalmente non si trovava lì... per una volta, bicipiti e deltoidi non rientravano nei suoi programmi. Forse.

- Ehi, Gou-kun!

Seijuuro era arrivato. Indossava una maglia senza maniche e dei jeans. La stava salutando, agitando una mano, mentre con l'altra reggeva un fiore. Lo sguardo di Gou si soffermò particolarmente sulle braccia del ragazzo.

Ok, non si tratta di una gara di muscoli, però....

Gou arrossì. - È Kou, non Gou. E niente -kun! - disse, ridendo.
- Gou-kun suona meglio! - disse lui, allegro. Poi abbassò lo sguardo sulle sue mani e le porse il fiore, un bellissimo girasole. Sorrideva, un po' nervoso. - Oh, questo è per te!
- Grazie – disse lei, sorridendo come un'idiota. Quel fiore sembrava così grande, nella sua mano....

Un po' le ricordava lui.

Tutto era cominciato quando, prima di partire per l'università, Seijuuro le aveva chiesto il numero di cellulare. Gou pensava che il suo numero sarebbe stato uno dei tanti che, pur essendo salvati nella memoria del telefono, non venivano mai utilizzati; il numero di un vecchio amico di suo fratello che l'avrebbe chiamata soltanto per sapere di Rin, nel remoto caso in cui non fosse riuscito a rintracciarlo in altro modo.

Niente di più sbagliato, perché un giorno Seijuuro aveva iniziato a scriverle, ed il motivo sembrava essere la pura e semplice voglia di sentirla. Lui le scriveva, lei aveva deciso di rispondergli.

All'inizio si trattava soltanto di messaggi casuali, giusto per sapere come andassero le loro vite; poi, piano piano, avevano iniziato a sentirsi tutti i giorni.

Si raccontavano le proprie giornate: Seijuuro era preso da lezioni ed allenamenti, lei invece gli parlava della scuola e dei progressi della squadra di nuoto. Lui le mandava foto del tramonto visto dalla sua camera, lei gli ricordava come fosse il mare di casa. I loro scambi di mail erano diventati una costante nella vita di Gou, una costante a cui, anche se specie all'inizio avrebbe fatto di tutto per non ammetterlo, non avrebbe mai voluto rinunciare.

Da qualche mese avevano iniziato a sentirsi tutte le sere. Era sempre bello sentire la voce calda e allegra del ragazzo: era come un briciolo d'estate nel freddo dell'inverno.

Gou si era ritrovata spesso ad addormentarsi con la voce di Seijuuro in mente, a sentirla anche nei suoi sogni, pensando a quanto sarebbe stato bello averlo lì, accanto a sé....

Così, quando lui le aveva detto che sarebbe tornato a casa per il festival della Samezuka e le aveva chiesto di uscire assieme, lei aveva accettato.

Durante tutto il tragitto da casa all'accademia aveva cercato di convincersi che stava soltanto uscendo con quello che, in quei mesi, era diventato un suo caro amico, e nulla di più.

Beh, a giudicare dal modo in cui il suo cuore stava battendo, aveva fallito miseramente.

Sai bene perché sei qua, non mentire. Sai bene in cosa speri.

Gou mise il fiore nella sua borsa, stando attenta a non rovinarlo.

- Beh, dove vorresti andare, ora? - domandò lui, mentre camminavano lungo il viale principale della scuola.
- Allora... non al maid café, tu ci sei appena stato e non credo che mio fratello sarebbe contento di vederci assieme... che ne dici della casa stregata? Pare che i ragazzi del club di teatro si siano impegnati molto, quest'anno!

Gou notò che un po' di colore era scomparso dal volto del ragazzo, ma il suo sorriso era rimasto sempre lo stesso.

- Va bene! Allora andiamo, Gou-kun! - fece lui, alzando un pugno in aria.

È Kou, non Gou, avrebbe voluto ricordargli per l'ennesima volta, ma non disse nulla. La cosa aveva smesso di darle fastidio, forse. Ogni volta che lui pronunciava il suo nome Gou poteva avvertire una sfumatura d'affetto che, col tempo, aveva contribuito a farglielo odiare di meno.

Si incamminarono dentro la scuola. Gou non poteva fare a meno di guardarsi intorno, come se suo fratello potesse sbucare fuori da un momento all'altro.

Rilassati, pensò. È così impegnato col suo maid café che non si renderà conto di nulla. E poi, non state facendo nulla di particolare, no? Solo due amici che fanno un giro per il festival scolastico, no? Solo quello, vero?

Seijuuro intanto camminava in silenzio, salutando ogni tanto qualche amico.

- Tutto bene? - gli domandò Gou, mentre la presenza di ragnatele e fantasmi di carta indicava il loro obiettivo.

- S-sì, Gou-kun – rispose lui, ma la sua voce era priva della solita spavalderia.

Ha paura della casa stregata? pensò Gou, mentre un ragazzo vestito da zombie li conduceva dentro la classe.

Naturalmente, era tutto buio.

- Se hai paura, puoi sempre stringermi il braccio – disse Seijuuro.
- Non credo che servirà a proteggermi dagli spiriti... - fece Gou, andando avanti.

L'unico modo che avevano per orientarsi era il seguire delle lucine soffuse sul pavimento. L'aula era immersa nel silenzio, rotto soltanto da un continuo gocciolare.

- Ehi, Gou-kun... sei sicura che sia acqua?
- Cosa?
- Le gocce.

Seijuuro era praticamente attaccato a lei, come se avesse paura che potesse scappare.

Gou ridacchiò. - Beh, magari sono gocce di sangue, e-

Varie cose accaddero in quel momento. Una mano bianca spuntò fuori dalla parete del corridoio che stavano attraversando; Seijuuro lanciò un ben poco virile urlo spaventato, mentre Gou sobbalzò, sentendo un paio di forti braccia circondarla completamente, stringendola.

Gou iniziò a sentire caldo. Molto caldo. Aveva spesso fantasticato sull'essere abbracciata in quel modo da Seijuuro, ma non aveva mai pensato che sarebbe successo così improvvisamente.

Il calore del suo corpo... i suoi muscoli contro la sua schiena....

Gou ringraziò il buio, perché doveva essere diventata un pomodoro.

- S-seijuuro-kun? - fece Gou.

Il ragazzo la lasciò subito andare. - Oh, scusa. Io-
- Ti sei spaventato, vero? - disse lei, ridacchiando.
- N-no... cioè... insomma! È lo scopo di queste cose, no? Ottimo lavoro! - fece Seijuuro, come se i ragazzi che avevano organizzato tutto fossero stati i suoi atleti della squadra di nuoto.

- E poi, stavo solo cercando di proteggere Gou-kun!
- Grazie – fece la ragazza. - Ora però continuiamo!

Seijuuro continuava a starle vicino, Gou sospettava più per sentirsi lui al sicuro che non per proteggere lei.

Come se avessi bisogno di essere protetta da quattro ragazzini con del trucco di scena, pensò lei, sorridendo.

Ad un certo punto iniziarono a sentire dei passi, come di qualcuno che camminava a piedi nudi sul pavimento. Poi arrivarono i sussurri, inquietanti bisbiglii provenienti da tutte le parti. Gou si voltò.

- Laggiù! - esclamò.

Una figura vestita di bianco e con lunghi capelli neri davanti al volto si stava avvicinando inesorabilmente a loro.

- Cosa... cosa fai lì, ferma? Scappiamo! - strillò Seijuuro.

E così corsero via, mentre chiunque li stesse inseguendo accelerava il passo.

Altre figure spettrali e altre mani cadaveriche iniziarono a spuntare fuori; Gou rideva ogni volta che sentiva le urla spaventate di Seijuuro.

Quando uscirono dall'aula Gou era senza fiato, con le lacrime agli occhi per il troppo ridere. Anche Seijuuro stava ridendo, ora. La sua risata era come un balsamo per il cuore, forte e spensierata.

- Cuor di leone! - esclamò Gou, senza riuscire a smettere di ridere.
- Ehi! Anche tu ti sei spaventata! - rispose il ragazzo. Il suo sorriso avrebbe potuto illuminare l'intera scuola.

- Torniamo fuori! - esclamò Gou, tornando indietro nel corridoio. Dovette però bloccarsi, perché qualcosa le stava impedendo di andare avanti, e quel qualcosa era la mano di Seijuuro, le dita intrecciate con le sue.

Era una posizione così naturale, la loro... quasi come se le loro mani fossero state create per restare unite. Era tanto naturale che lei nemmeno se n'era accorta.

Vide Seijuuro arrossire. - Oh, scusami – fece, ritirando la mano.

Non aveva assolutamente nulla di cui scusarsi, perché Gou sarebbe stata ben contenta di restare così ancora per un bel po'.

Non ti illudere. E poi, lui se ne andrà di nuovo. Continuerete a sentirvi, forse, ma non funzionerà.

- Dicevo... torniamo fuori? Ho portato dei bento, così possiamo pranzare all'aperto!
- Bene! Sto iniziando a sentire un certo languorino....

Seijuuro sembrava entusiasta. Fin troppo entusiasta. Gou, d'altro canto, non riusciva a smettere di sorridere, nemmeno quando, mentre cercavano di sistemare la tovaglia per il loro piccolo picnic, il vento stava rischiando di mandare tutto a monte.

Finalmente riuscirono a sedersi, e cominciarono a mangiare.

- È delizioso! - esclamò Seijuuro. La guardava con gli occhi che brillavano. Era per il cibo, o per qualche altro motivo?

Gou continuava a guardarsi intorno nervosamente. Suo fratello non avrebbe mai deciso di prendersi una pausa e fare una passeggiata per il parco, vero?

- Ftai tranquilla – disse Seijuuro, con la bocca piena. Si fermò un secondo per deglutire. - Se Matsuoka dovesse vederci, gli spiegherò la situazione. Gli dirò che siamo diventati... - si fermò per un momento - … amici.

Amici. Ecco, giusto.

- È un biglietto di sola andata per l'oltretomba, lo sai?

Seijuuro scosse la testa. - Affronterò la situazione come un vero uomo! - disse, gesticolando ampiamente per enfatizzare le sue parole.

Gou annuì, sorridendo. Sentirlo parlare così era divertente e, in un certo senso, la faceva sentire più sicura.

Hai quasi diciassette anni, Gou. Vivi la tua vita.

La ragazza tirò fuori la scatola dei biscotti e la mise in mano al ragazzo.

- Per te – disse Gou. - Un po' di energie, prima che mio fratello ti uccida.

Non era sicura di come quei biscotti fossero venuti, ma le bastò l'espressione estatica del ragazzo per capire che erano perfetti.

- Gou-kun! Tu sei... da sposare! - esclamò il ragazzo. Gou per poco non si strozzò con l'acqua che stava bevendo.

Che scelta di parole....

Si immaginò per un secondo a camminare per la navata di una chiesa, in abito bianco, con Seijuuro che la aspettava davanti all'altare, sorridendo raggiante.

No, no. Calma. Non viaggiare troppo con la fantasia.

Intanto il ragazzo si era sdraiato sull'erba, continuando a mangiare i suoi biscotti. Aveva tirato fuori un lettore mp3 e delle cuffie.

- Vieni qua – le disse, battendo con la mano accanto a lui. Lei si avvicinò e si sdraiò sull'erba. Chiuse gli occhi. Poteva sentire la presenza di Seijuuro accanto a lei: era come se irradiasse calore, e potesse raggiungerla anche senza toccarla.

Ad un tratto sentì una mano calda sfiorarle il volto, e iniziò a sentire della musica....

Aprì gli occhi. Seijuuro le aveva messo una cuffietta nell'orecchio, facendole ascoltare la canzone che lui stava ascoltando.

Il ragazzo si era voltato verso di lei. La stava guardando con i suoi occhi così pieni di vita. Il cuore di Gou iniziò a battere con velocità allarmante.

Una voce profonda stava cantando nel suo orecchio destro, ma subito Gou si rese conto che un'altra voce, diversa ma non per questo meno piacevole, si era unita ad essa.

- I wanna feel you love, fukinukeru
Sono shirabe doko e yuku?
I wanna feel your love, dakishimetainda
Yume no naka demo, but you were mine.... *

Era Seijuuro. Cantava mentre la guardava... intensamente.

Oh, no. Cioè, oh, sì.

Quella canzone sembrava così romantica... e lui gliela stava cantando.

Ad un certo punto, però, il ragazzo smise di cantare, e Gou capì subito il perché.

Seijuuro le prese la mano e ne baciò dolcemente il dorso. Era così carino che, se il suo corpo avesse seguito il suo cuore, si sarebbe potuta sciogliere lì, all'istante.

La sua mente si era trasformata in un'ingarbugliata trama di pensieri, domande ed emozioni. Aveva bisogno di una boccata d'aria, ma i suoi polmoni si rifiutavano di lavorare come dovevano.

- Gou-kun....

La voce del ragazzo si era fatta più bassa e più profonda... era solo una sua impressione o si stava anche avvicinando sempre di più?

- Oh! Devo assolutamente andare a vedere lo stand delle magliette! - esclamò Gou, saltando su in piedi. - A tra poco!

Quasi corse via.

Stupida, stupida, stupida!

La sua testa stava per esplodere e i suoi polmoni avevano estremo bisogno di aria.

Aveva appena rovinato un momento perfetto, tutto a causa della sua dilagante idiozia.

Lo vuoi. Lo sai che lo vuoi, pensò, camminando lungo il viale principale.

Ma certo. Quante volte ci aveva fantasticato su? Un bacio col tramonto come sfondo, Seijuuro che la stringeva tanto da non farle sentire altro che lui, le sue mani....

Ogni volta che ci pensava sentiva una sensazione di calore diffondersi in tutto il corpo, a partire dal cuore. Sorrideva, convinta per un attimo che qualsiasi cosa lei desiderasse fosse possibile... poi, puntualmente, arrivava una secchiata d'acqua gelida a riportarla alla realtà.

Il fatto era che, insomma, non abitavano più vicini. Lui era all'università, sicuramente un sacco di ragazze sarebbero volute uscire con lui, dunque non era giusto che lei diventasse una zavorra, impedendogli di vivere la sua vita.

Non sembra che ti consideri così, anzi. Il suo sorriso nel vederla diceva più di mille parole.

Magari l'avrebbe soltanto usata, le avrebbe detto due parole carine per farla capitolare ai suoi piedi, poi si sarebbe scordato di lei il semestre dopo.

Non sembra il tipo da fare cose del genere.

Inoltre, una relazione a distanza sarebbe stata difficile da mantenere. Lei forse ci sarebbe riuscita, ma lui?

È un ex capitano. È abituato a considerare tutti i risvolti di una situazione... e l'avrà fatto anche ora.

Gou cercò di sorridere. Sarai felice, pensò.

Aveva raggiunto lo stand delle magliette. Visto che c'era avrebbe potuto darci un'occhiata; dopodiché sarebbe tornata da Seijuuro e avrebbe cercato di risolvere il disastro che aveva combinato. Nello stand c'erano anche delle magliette da uomo. Beh, magari ne avrebbe potuto prendere una per lui, per farsi perdonare....

- Gou-saaaaaaan!

La ragazza si voltò. Con passo allegro, un ragazzo dai capelli arancioni le si stava avvicinando.

Il fratello di Seijuuro... ma come si chiamava?

Seijuuro non parlava troppo di suo fratello, forse perché abitava ormai lontano da lui. Gou lo conosceva soltanto perché era nella squadra di Rin ed era un bravo dorsista, ma a livello personale non sapeva molto altro.

- Kinta... no, Momotarou-kun!

Lo sguardo del ragazzo si accese, gli occhi improvvisamente pieni di lacrime.

Certo che è proprio strano.

- Cosa succede? - domandò la ragazza.
- Tu... mi hai chiamato per la prima volta per nome! - esclamò Momotarou.

Gou non ebbe nemmeno il tempo di rispondergli: riuscì soltanto ad individuare qualcuno alle spalle di Momotarou che, nascosto dietro ad una sagoma di cartone, reggeva una pistola ad acqua....

Nitori-kun?

L'attimo dopo, era completamente zuppa. Davanti a lei, Momotarou stava iperventilando, paonazzo in volto. Questa non ci voleva....

Intanto Nitori si era avvicinato e, approfittando dell'evidente distrazione del piccolo Mikoshiba, lo aveva colpito con la pistola ad acqua, lanciando un gridolino di vittoria.

Naturalmente, questo gli aveva impedito di rendersi conto di Sousuke, sempre armato di pistola ad acqua, che era comparso dietro di lui.

- Cos'hai fatto a Gou? - fece il ragazzo, e ben presto anche Nitori si ritrovò coi vestiti bagnati.

- Tieni, indossala – fece Sousuke, posandole la giacca dell'uniforme sulle spalle.
- Oh... grazie – disse lei, ancora un po' scioccata per quello che era appena successo. - Ora... ora devo andare – continuò lei.
- Anche io – rispose lui, correndo verso l'ingresso della scuola.

Gou percorse di nuovo il viale, stringendosi nella giacca di Sousuke. Era stato davvero gentile.

Seijuuro era ancora seduto sull'erba, un'espressione triste in volto.

Ho proprio combinato un disastro....

Il ragazzo alzò lo sguardo verso di lei, e la sua espressione tornò allegra come prima, o quasi.

Finge per non farmi preoccupare.

- Com'è andata con- oh, cos'è successo?

- Ho... incontrato tuo fratello e Nitori-kun. Credo stessero facendo una battaglia con delle pistole ad acqua, e ci sono finita in mezzo.

Seijuuro fece una piccola risata.

Almeno questa sembra sincera.

- Sousuke-kun mi ha prestato la sua giacca – continuò Gou.

La risata morì sulla bocca di Seijuuro.

- Sousuke-kun? - domandò, un po' corrucciato.

È geloso!

- Sì... è stato molto gentile. Dopo dovrò chiedere a Rin di restituirgliela... è lui quello che lo vede di più, visto che è il suo migliore amico.
- Ah – fece il ragazzo, e sembrò rilassarsi. - Momo-kun indossava ancora l'uniforme da maid? - domandò.

Gou scosse la testa.

- Oh, non l'ha tenuta – fece lui. - È un rito. Tutti i ragazzi del secondo anno del club di nuoto, per il festival, si vestono da maid.

Dunque anche lui c'era passato, pensò Gou, divertita. Magari Rin ha qualche foto....

- Seijuuro-kun, per quanto riguarda prima....
- Oh, non era importante – fece lui, cercando di sorridere. - Ti va di andare a vedere che giochi ci sono? Non vedo l'ora di vincere tanti peluche per te, Gou-kun!

Seijuuro sembrava essere tornato quello di sempre, ma Gou sapeva che si trattava solo di una facciata per non rendere la situazione più imbarazzante di quanto già non fosse.

- Va... va bene.

Non poteva parlargli così, nel bel mezzo del festival... avrebbe aspettato finché non si fossero trovati in un luogo più tranquillo.

Così, Gou seguì il ragazzo per le bancarelle. Di sicuro i giochi non mancavano, e Seijuuro volle assolutamente provarli tutti.

Sembra che si sia allenato solo per questo, pensò Gou, mentre il ragazzo pescava l'ennesimo pesce col retino di carta.

- Ecco qua, Gou-kun! Tutto per te, con cinque pesci! - esclamò Seijuuro, mettendole tra le mani un orsacchiotto.

Il loro giro continuò, tra tirassegno e giochi di lancio degli anelli; a fine pomeriggio si ritrovarono seduti su una panchina a mangiare dello zucchero filato, due buste piene di pupazzi ai piedi di Gou.

- Sei stato... bravo – disse Gou, indicando i peluche.
- Oh, non è stato nulla – fece Seijuuro. Il suo sguardo era strano, un po' spento. Gou avrebbe voluto baciarlo seduta stante, giusto per poter rivedere nei suoi occhi la scintilla gioiosa che lo contraddistingueva.

È arrivato il momento di rimediare.

- Si è fatto tardi – disse Gou, alzandosi in piedi. - Forse è meglio che cominci a tornare a casa.
- Ti accompagno io – fece lui, alzandosi a sua volta.

La ragazza sentì quasi il cuore spezzarsi. Lo aveva praticamente rifiutato (ok, solo perché si era fatta prendere dal panico, ma la sostanza non cambiava), eppure lui continuava a trattarla come se nulla fosse successo.

Camminavano fianco a fianco, Seijuuro che reggeva una delle sue buste, le loro mani che dondolavano fianco a fianco, sfiorandosi.

Gou intrecciò le sue dita con quelle del ragazzo, il quale si fermò per un attimo, sorpreso.

Continuarono ad andare avanti, in silenzio, come se una sola parola avesse potuto rovinare tutto. Dietro di loro, il sole stava tramontando sul mare.

Quando arrivarono davanti a casa Matsuoka, Seijuuro le lasciò andare la mano.

- Ecco... i tuoi pupazzi – disse, dandole la busta.
- Quanto tempo resterai? - domandò Gou.
- Ho il treno domani sera. Toccata e fuga, giusto per... per il festival.

Gou fece un bel respiro profondo. È giunto il momento.

- Seijuuro-kun, prima-
- Stai tranquilla, Gou-kun. Non era niente, davvero.

Seijuuro rideva, come se lei, lasciandolo solo su quel prato, non gli avesse fatto del male.

È incredibile.

- No, non è vero. Lo so che non è vero. Io... volevo chiederti scusa. Sono scappata senza darti una spiegazione, sicuramente ci sarai rimasto male....

Seijuuro scosse la testa. - Non importa, davvero. Possiamo restare amici, Gou-kun. È andata bene fino ad adesso, no?
- Forse, fino ad adesso – rispose lei. - Prima sono scappata perché ero spaventata dai miei stessi sentimenti. Ora... ora non più. Non così tanto, almeno.

È ora di prendere in mano la situazione.

Poggiò le buste per terra, poi fece un passo verso il ragazzo, annullando la distanza tra di loro. Infine, si sollevò sulle punte dei piedi, chiudendo gli occhi....

È alto. Troppo alto.

Avrebbe voluto raggiungere le sue labbra, ma non ci sarebbe mai riuscita, a meno di non saltellare come una cretina.

Lo sentì ridere. - Sei troppo bassa, Gou-kun – le disse, divertito, poi si abbassò su di lei e la baciò.

Le braccia del ragazzo la circondarono la vita, mentre le sue labbra si muovevano lentamente su quelle di Gou, senza alcuna fretta, come se avesse voluto rendere quel bacio qualcosa di eterno. Gou gli prese il volto tra le mani, quasi come a volergli dire di non fermarsi.

Seijuuro le faceva pensare al sole, e il calore che Gou sentiva irradiarsi dal suo petto era quasi come il tepore sulla schiena quando, al mare, si sdraiava per abbronzarsi; quel tepore che la avvolgeva, ma senza soffocarla.

Seijuuro si fermò, la fronte che toccava quella di Gou.

Lei non voleva aprire gli occhi, come se farlo avesse potuto spezzare quell'incantesimo tra di loro. Del resto, non aveva bisogno di guardarlo per capire che Seijuuro era felice. Lo sentiva dal modo in cui la stringeva, come se lei fosse stata la cosa più preziosa del mondo.

- Quando tornerai? - domandò Gou.
- Quest'estate. Avremo molto più tempo di adesso... non vedo l'ora – rispose il ragazzo, in un sussurro.

Estate. Ancora tre mesi. Troppo tempo.

Gou si allontanò leggermente, riaprendo gli occhi. Vide l'espressione felice di Seijuuro, che sembrava quasi brillare di luce propria. Forse quei mesi sarebbero stati insignificanti, se alla fine dell'attesa avesse rivisto quel sorriso.

Lui non sembrava avere paura. Nemmeno lei avrebbe dovuto averne, allora.

Avvicinò di nuovo il suo volto a quello di Seijuuro, e riprese a baciarlo....

Sentirono dei passi che si avvicinavano sempre più velocemente, ed una voce che Gou conosceva fin troppo bene.

- Che cazzo stai facendo con mia sorella?

Rin. Oops! pensò Gou, separandosi da Seijuuro e voltandosi verso il fratello.

- Ehi! - esclamò lei, ma il ragazzo non le prestò attenzione: era abbastanza impegnato a fissare Seijuuro con uno sguardo di fuoco che non lasciava presagire nulla di buono.

Gou sospirò. Quella sarebbe stata una lunga serata....

Note:

* “Voglio sentire il tuo amore, questa melodia che suona dove andrà?
Voglio sentire il tuo amore, voglio abbracciarti
Anche solo in sogno, però eri mia”

La canzone è "Sugar and Salt", cantata da Sho Sakurai, ed ovviamente il titolo viene da lì... grazie a tutti quelli che hanno letto, alla prossima storia!
   
 
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