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Autore: Acinorev    15/04/2015    4 recensioni
"Come si può anche solo pensare di dimenticare o, peggio ancora, di sostituire qualcosa di così irrimediabilmente vivo e determinante?"
Missing moment di "High hopes" - Louis/Aaron
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Little girl'
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Aaron
 

 

Louis è sempre stato convinto che certe scopate abbiano come unico obiettivo quello di essere ricordate: non è da lui vederci qualcosa di più profondo, scoprirci un sentimento ed un significato astratto. È tutto più concreto, più asfissiante, e proprio perché riesce a sentirlo così reale e tangibile, non sa come sbarazzarsi di alcune sensazioni, né vorrebbe davvero farlo.
Ci sono cose che i suoi occhi hanno visto e che l'hanno fatto inevitabilmente commuovere ed eccitare: non come un bambino, ma come un desiderio fatto di pelle ed inchiostro nero, inestinguibile ed incapace di concedere una tregua, un desiderio che non necessita di alcun alimento per continuare ad ardere. Talvolta, se abbassa le palpebre, può ancora ripercorrere particolari ben definiti e movimenti ai quali non si può credere, se non li si prova.
Ed ultimamente i suoi occhi restano chiusi sempre più spesso, anche mentre è a letto con qualcuno che vorrebbe essere guardato ed apprezzato, anche e soprattutto mentre gli viene strappato un orgasmo. Anche quando vorrebbe solo chiedere pietà.
Ci sono sapori con i quali vorrebbe far colazione la mattina, senza importarsene di risultare volgare o insaziabile: perché crede che nessuno abbia mai assaggiato il sudore delle spalle che lui ha baciato, stretto, morso. Che nessuno abbia mai ansimato sulla bocca che lui torturava e che sapeva ancora di sesso, di lascivia. Che nessuno abbia mai posato le labbra su quella pelle, in ogni suo centimetro, per poi leccarsele sfacciato. Vuole convincersi che non ci sia stato nessuno, oltre lui. Come lui.
Louis sente anche con il tatto: gli piace toccare ciò che osserva, scoprirlo sotto i polpastrelli, sulla lingua, tra le gambe ed in qualsiasi altro angolo del proprio corpo. E può dire di aver saggiato così tante morbidezze da ritenersi un esperto: di parte, certo, ma comunque tale. La sua classifica, infatti, è piuttosto influenzata da altro, da variabili così soggettive da non essere riconoscibili come criteri effettivi: perché a lui non interessa di aver stretto tra le mani glutei più proporzionati e meno ruvidi, di aver reclamato le carezze di mani più levigate. Il suo tatto riconosce solo la pelle di una persona, regina inconsapevole dei suoi sensi.
Gli odori che ha sentito gli si sono incastrati sotto l'epidermide, ligi a tormentarlo per la loro unicità e per la loro fragranza rozza, virile. Li sente mischiarsi al profumo di caffè, quando è sovrappensiero, o sul corpo di un altro - "Vattene". Ha provato persino a sfregarsi così energicamente con una spugna, sotto il getto d'acqua calda, da provocarsi dei piccoli ed interrotti graffi: la prova della condanna alla quale deve sottostare e che non sfrutta null'altro, se non la propria infinità.
E ci sono suoni, rumori, che Dio, Dio, allora esisti! Quando sei nudo ed i tuoi movimenti sono così voraci ed instancabili da creare attrito, colpi quasi dolorosi, e si danno un ritmo da soli, come se ad ogni affondo sonoro debba necessariamente seguirne un secondo e un terzo e un quarto e dai, vieni, ti prego. Quando lui ansima al tuo orecchio e quale razza di diavolo devi ringraziare, per questo? Quando si urla con poca delicatezza, che non si capisce più se sia per dolore o piacere o rabbia. Quando si sussurra flebilmente un invito volgare, un complimento più dolce.
Come si può anche solo pensare di dimenticare o, peggio ancora, di sostituire qualcosa di così irrimediabilmente vivo e determinante? 



Si potrebbe dire che Louis sia un cultore della bellezza, che lo sia sempre stato, ed in particolare un cultore di Aaron.
Persino le pareti della confusa e frenetica Londra, persino ogni millimetro di cemento della più placida Bradford conoscono la loro storia: e allora viene da sé chiedersi perché, perché se Louis ha un così viscerale bisogno di attingere ad una simile immensità, non abbia mai deciso di prenderla solo per sé. Di essere solo per lei.
E la risposta è semplice, almeno quanto l'interrogativo dal quale scaturisce, se non di più.

Da buon intenditore, Louis è pienamente fedele ad una certa verità: la bellezza non è tale - anzi, non è niente - se nessuno la riconosce, se nessuno la definisce tramite confronti e canoni ben stabiliti. Non è un concetto che si sostiene da sé, è estremamente effimero, mutevole, soggettivo.
E lui non può certamente defilarsi ed impedirsi di rendersi artefice del proprio mondo di bellezza, anzi, è pronto a tutto pur di rimanerci aggrappato con i denti e le unghie.
Per questo non può garantire ad Aaron fedeltà.
Oltre a sporcare la propria libertà - punto sul quale si ritiene irremovibile - comporterebbe un terribile ostacolo ai suoi progetti, una contraddizione della propria identità. Come potrebbe escludere qualsiasi metro di paragone dalla propria vita? Cosa gli resterebbe, per riconoscere Aaron?
Non vuole sminuirlo, non vuole darlo per scontato e farlo diventare una realtà a sé, invalicabile, perché significherebbe renderlo niente. Preferisce ricordarlo per contrasto, venerarlo tra le lenzuola di qualcun altro, un corpo diverso che gli faccia capire che sì, , Aaron esiste davvero ed è assurdo.



Louis ci fa sesso per l'ultima volta al matrimonio di uno dei suoi migliori amici, Zayn.
Si sono visti anche in altre occasioni - forzati dalle loro conoscenze in comune, ma salvati dalla lontananza delle loro vite - e ci sono andati davvero vicini, al possedersi come erano soliti fare. Vicini, certo, ma comunque distanti anni luce, per gli standard di entrambi.
Ed anche quando si sono visti, non si sono mai parlati: i loro occhi ne hanno dette, di cose, ma le stesse non sono mai state pronunciate ad alta voce, esplicitate. Louis ha preferito non macchiare ancora il proprio orgoglio ed Aaron ha preferito non soffrire.
Persino mentre si muovono contro una delle automobili sostate nel parcheggio del ristorante del ricevimento, le loro bocche non si lasciano sfuggire altro se non gemiti confusi, ansimi troppo rumorosi e respiri brevi, insoddisfatti. Sono entrambi ostinati, e forse eccessivamente distratti per formulare una frase.
Louis ha le mani sulle spalle di Aaron, le dita che gli premono energicamente nella carne ancora coperta da quella dannata camicia bianca, che è sexy, ma anche un terribile torto alla pelle che copre e che lui vorrebbe scorgere. Lo tiene per gestire meglio le proprie spinte voraci, per obbligarlo ad aderire con l'addome alla fiancata dell'automobile: la guancia schiacciata contro il finestrino, il palmo di una mano aperto su di esso e l'altra a tenergli un fianco, come in un tacito invito a non fermarsi.
Ma Louis non ha nessuna intenzione di farlo, di porre fine a quel tormento che lo porterà ad un orgasmo entro pochi minuti, secondi. E allora continua, si strugge per arrivare più in fondo, per averlo del tutto e per non distogliere lo sguardo dall'espressione stremata e quasi sofferente di Aaron - che ha sempre avuto delle difficoltà a gestire il piacere - e poi dal punto esatto in cui i loro corpi si sovrappongono ad intervalli regolari.
Sente di nuovo tutto. Tutti i suoi sensi sono nuovamente vividi ed incontestabili, in grado di dissipare le illusioni che lo hanno perseguitato fino ad allora.
E mentre Aaron viene nel pugno della sua mano, mossasi per stimolarlo ancora di più, mentre lui lo segue subito dopo, Louis sorride con le labbra umide e la fronte imperlata di sudore.
Esisti.



La sera stessa si ritrova a giocare con il corpo di un altro.
«Assurdo», sussurra su quella schiena estranea che sussulta, per la sorpresa o per il piacere, mentre pensa a quanto quello sia nulla rispetto a ciò di cui è stato testimone solo poche ore prima.





 


Ebbene sì, alla fine ho ceduto.
Premetto che io e lo slash non andiamo per niente d'accordo, quindi se è venuta fuori una schifezza me ne prendo la responsabilità ahhaha È che ho scritto questa cosa diversi mesi fa, per Caterina, e non ho mai avuto intenzione di pubblicarla: poi qualche giorno fa ci ho ripensato, la serie di "Little girl" è finita ed io mi sentivo vagamente in colpa per avervi nascosto questa piccola parte.
Sono 1200 parole circa, quindi nulla di eccezionale, ma chiarisce un po' di più il punto di vista di Louis, la sua visione dell'amore e la sua visione di Aaron: non che possa renderlo più comprensibile o accettabile, ma almeno avete la certezza che è strano forte hahah Sono cose che non avrei potuto inserire in HH, perché Louis è parecchio riservato, quindi non ci sarebbe stato modo di introdurle.
E niente, spero vi abbia fatto piacere leggere queste poche righe.
Scusate ancora se non sono molto soddisfacenti, ma ci ho provato hahah


Vi lascio tutti i miei contatti:
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Un bacione,
Vero.

 
  
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