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Autore: Adhafera    16/04/2015    1 recensioni
[Ripubblicazione] Mega crossover tra the originasl/supernatural/ harry potter
Regulus Black è morto ma non ha lasciato la famiglia senza un'erede, una ragazza sedicenne che per essere tenuta lontana dalla complicata famiglia del padre trascorre una vita tranquilla a New Orleans, ma ora che Dhalia ha preso il controllo di New Orleans e ha imprigionato la famiglia originaria lei e poche altre saranno costrette a fuggire e a nascondersi ben lontane per cercare di salvare chi è rimasto nel nuovo mondo, questo porterà i destini delle streghe di New Orleans ad intrecciarsi con quelle degli studenti di Hogwarts . Nel frattempo i fratelli Winchester si ritrovano ad avere a che fare con una furibonda Rowena Ravenclow e un Rabastan padrino dovrà rivolgersi alle persone più inaspettate per proteggere la figlioccia, e mentre Sirius dovrà fare i conti col passato di suo fratello, Bellatrix dovrà fare i conti con i suoi sentimenti confusi nei confronti della nipote e con un certo cacciatore che le farà disprezzare i babbani leggermente di meno.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Rabastan Lestrange, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo, Più contesti
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New Orleans- USA Febbraio 2007

Rabstan Lestrange camminava trafelato per le strade della più assurda delle città Americane, l' unica dove apparantemente sia streghe che lupi e vampiri avevano imparato a vivere assieme, dietro di lui camminava una alquanto affaticata bambina dal caschetto riccio e corvino, teneva le manine fredde ben nascoste nelle tasche del cappottino blu, era tardi e lei era abbastanza confusa

“Padrino dove stiamo andando”
“Non temere cuore mio, in un posto sicuro, andiamo a trovare una vecchia amica mia e di tuo padre”
Asling Seorleith Elphinstone era morta,la principessa nata libera dell' isola di Skye si era spenta a causa di una battaglia contro un demone volpe, lasciando una figlia di dieci anni orfana con un padrino che non se ne sarebbe potuto prendere cura, te l' ho promesso Reg, la terrò al sicuro, anche se vuol dire tenerla lontana dall' Inghilterra.

Rabastan osservava le luci di quella città così vivace anche d' inverno, pensando a quanto fosse assurdo che proprio lui, così certo dell' assoluta superiorità dei maghi purosangue sulle altre specie avesse scelto per la sua figlioccia una città così complessa dove streghe, babbani, lupi e vampiri sembravano così ben integrati tra di loro, ma non aveva scelta, lei è l' unica di cui mi posso fidare, nonc'è nessun altro, fa che sia ancora disposta ad aiutarmi.



Hogwarts Ottobre 1993.



Rabastan Lestrenge era al settimo e,Grazie a Salazar, ultimo anno di scuola, scrutava con quegli occhi verdi ed accesi tutti gli studenti più giovani che ancora di strada da fare ne avevano molta più della sua, e qui doveva ammetterlo, che fossero grifondoro o serpeverde, corvonero o tassorosso, provava una gran pena e senso di commiserazione nei confronti di tutti, ma lui aveva quasi finito, ci era riuscito, era sopravvissuto a sette anni in una scuola dove ormai nati babbani e mezzo sangue erano la maggioranza, era sopravvissuto a suo fratello e alla sua inquietante quanto alquanto interessante promessa sposa, e sopratutto era sopravvissuto a lei, Sophie Deveraux, secondogenita di una delle famiglie di maghi più importanti degli Stati Uniti, lei con quell' aria di superiorità che la distingueva anche tra i purosangue, occasionalmente paladina dei mezzo sangue e dei sanguesporco, per chissà quale strano scherzo del destino sua amica, o nemica a seconda delle occasioni, una ragazza che avrebbe potuto avere tutto, un matrimonio più che dignitoso e una carica di spicco al ministero della magia, e aveva deciso di avere niente e di tornare in quella topaia Americana, doveva essere matta, davvero matta, apparteneva alla casa più sottovalutata di tutte, matta e tassorosso, e contribuiva da sette a non renderla tale, sì perchè con lei la pazienza dei tassorosso andava a farsi benedire, e la fedeltà la riservava a pochissimi, e lui rientrava in quella categoria in pochissime occasioni, proprio mentre pensava che quello sarebbe stato il loro ultimo anno assieme, sì perchè una con dei principi come i suoi e uno come lui non avrebbero potuto restare amici per molto fuori dal mondo ovattato della scuola, la suddetta sfrecciò inviperita proprio di fronte a lui, con quei capelli neri e lisci che le finivano in volto a ogni spostamento d' aria, e gli occhi così neri che se non fosse stato per quel suo dannato orgoglio da figlia del nuovo mondo, l' avrebbero tranquillamente fatta passare per una delle figlie di Cassiopea Black, se l' era chiesto più volte Rabastan se tra i vari matrimoni tra purosangue non fosse accaduto che i Black e i Deveraux avessero avuto la sfortuna, per gli altri, di condividere qualche gene

“Buon giorno splendore che piacere vederti così raggiante”
Vide la bacchetta della strega puntarsi contro di lui senza un motivo preciso, a proposito di pazienza Tassorosso

“Fuori dai piedi Lestrange, o ti schianto”
“Quanto siamo pungenti, i Tassi non vanno in letargo in questo periodo?”
“Sei ancora vivo dopo sette anni serpe, è quanto di più lontano io possa raggiungere con la mia pazienza”
Il ragazzo sfidò la furia della strega e cominciò prima a correrle dietro e poi a cercare di tenere il suo passo.

“Dai So' che mai sarà successo”
“Quei vampiri...”
“Oh... fammi indovinare, il vostro democraticissimo e perfetto metodo di fare politica a New Orleans ha permesso ai vampiri di guadagnare ancora più capacità decisionale per quanto riguarda le sorti del tuo beneamato quartiere francese”
“Taci Rab, sono morte delle streghe questa volta”
“Com'è che la tua congrega non è ancora in guerra allora?”
“....Non appartenevano a nessuna congrega”
“Nati babbani, direi una gran liberazione per il mondo”
Vide la ragazza tornare a stringere la bacchetta con più decisione di prima, considerò l' idea di disarmarla ma sapeva che anche senza la sua compagna, la ragazza lo avrebbe fatto a pezzi

“Se non la smetti di dire idiozie giuro che libererò il mondo dalla tua di presenza, erano persone, streghe, se potessi li ucciderei tutti, ora scusami devo proprio andare, voglio scrivere a Jane Anne prima che la situazione sfugga di mano a tutti”
“Hai pensato a cosa fare dopo i G.U.F.O?”
“non ho nulla da decidere, tornerò a New Orleans e prenderò il mio posto definitivo nella mia congrega”
“Potresti stare in Inghilterra se la situazione è così complicata nel fantastico nuovo mondo”
La strega gli rivolse uno sguardo esasperato, perchè non capiva?

“Non posso lasciare Jane, e non posso lasciare New Orleans, la congrega è quello che ho sempre voluto, entrerò nel consiglio cittadino come ci si aspetta da me, ora vado alle guferie, ci si becca in giro Lestrange, sempre che nel frattempo tu non decida davvero di diventare un mago oscuro”

Pronunciò le ultime parole a mo' di scherno, lei era una delle poche streghe che non sentivano propria la battaglia per il sangue, era effettivamente troppo impegnata a sopravvivere a vampiri e licantropi per potersi concentrare sul suo stato di nobile, e lo faceva pure per scelta, si ritrovò a pensare che avrebbe tanto voluto avere anche lui quella libertà, ma lui non poteva essere meno di Rodolphus, non poteva essere meno di Malfoy e non poteva essere meno di Regulus, il serpeverde la osservò tristemente allontanarse a passo sostenuto, quella poteva essere una delle ultime conversazioni che avrebbero avuto, Sophie Deveraux, avresti potuto avere tutto e hai deciso di avere niente.


New Orleans-USA Febbraio 2007


Se New Orleans era strana in generale, il quartiere francese nello specifico lo era ancora di più, quello era il quartiere delle streghe, erano loro a dettare legge lì, un po' le invidiava, era vero non c'era un minstero a regolarle, ogni strega doveva pensare per sé e per la sua congrega e far parte del consiglio voleva dire avere a che fare con babbani, perfettamente consci della loro esistenza, ma quello garantiva loro una grande libertà, libertà che le streghe inglesi mai avrebbero ottenuto, la bimba dietro di lui continuava a camminare ma rallentava sempre di più, era visibilmente stanca,

“Zio Rabastan quanto manca?”
Si guardò intorno riconoscendo la casa in stile vittoriano che apparteneva alle Deveraux, erano passati più di trent' anni dall' ultima volta che ci aveva messo piede

“Siamo arrivati cuore mio, Adara voglio che tu mi faccia una promessa, io dovrò stare via per un po'” Diciamo pure per sempre,non ebbe il cuore di dirglielo, non poteva, non ne aveva la forza, più guardava quegli occhi blu scuro della bambina, occhi Elphinstone non Black, più sentiva la necessità di mentirle “Mentre starò via tu vivrai con una vecchia amica di famiglia, si prenderà cura di te e tu devi promettermi di essere buona e coraggiosa, e di non dimenticarti mai chi sei” Adhara Gormleith Elphinstone, la principessa blu di Skye, doveva ammettere di non essere proprio entusiasta della decisione di Regulus di lasciarle il cognome della madre, ma lui non aveva voce in capitolo, e Elphinstone era un nome importante, non amato dagli Inglesi ma stimato in gran parte del mondo, d' altra parte non c'erano cognomi Scozzesi amati dagli inglesi, tornò a concentrarsi sulla casa, dissava la porta consapevole del fatto che avrebbe prima o poi dovuto suonare il campanello, le luci erano acceso questo voleva dire che qualcuno era in casa, non sapeva se sperare nella comparsa della sua vecchia amica non troppo paziente o nella sua più comprensiva sorella, senza rendersene conto posò il dito su quel piccolo bottoncino bianco e ancora un po' non ebbe un infarto al sentire il trillare squillante del campanello, contro ogni sua aspettativ ad aprirgli pochi secondi dopo non fu Sophie, e manco Jane Anne, a guardarlo stavano due bambine una più confusa dell' altra, anche se per non togliere lo sguardo dovevano essere pure parecchio incuriosite,

“Chi sei tu?”
“Nique, potresti essere più gentile”
“Dee, è uno sconosciuto, guardalo potrebbe essere un vampiro o un lupo, magari è qui per ucciderci”
Piccola insolente, tutto si poteva dire Rabastan Lestrange, che fosse dannato, che fosse spietato, e che disprezzasse la vita altrui occasionalmente, ma mai nessuno aveva osato tanto, io sono un purosangue,come osa definirmi lupo e vampiro, doeva aver sbagliato casa, non c'erano altre spiegazioni, sì, quella non era la casa che cercava.

“Chiamo zia Sophie se non mi dici chi sei, non mi va di avere sconosciuti sulla porta di casa”
No, evidentemente la casa era quella giusta, chi diavolo erano quelle due? Prima che potesse dar risposta alle sue domande una ragazza, una donna,dai capelli neri e la gonna lunga di un improbabilissimo color cachi si affacciò da un' altra camera della casa,

“Davina, Monique quante volte devo dirvi di non aprire la porta di casa se non c'è un adulto con voi?”

appena la vide gli scese quasi un colpo, erano passati quasi vent' anni ma lei era uguale, l' avrebbe riconosciuta sempre, appena lei lo vide gli si dipinse in volo una strana espressione, doveva essere atterrita, e questo lo mortificava, del resto la sua reputazione lo precedeva

Rabastan”


Hogwarts- Settembre 1986

Sophie cercava di farsi strada tra i vagoni dell' espresso per quella scuola che avrebbe dovuto chiamare casa per tutto il prossimo inverno, anzi per tutti e i prossimi sette inverni, sempre che i vampiri non decidessero di farle un favore e di rompere il fragile patto, l' ennesimo fragile patto, che sanciva la tregua tra la loro specie e la sua, cercava con lo sguardo la sua sorella maggiore, ma era sicura che non l' avrebbe trovata in quel vagone, le divise di quei ragazzi, argento e verde, non avevano nulla a che fare con il blu che caratterizzava la divisa d abrava corvonero di Jane Anne, stava cercando di farsi largo tra gli studenti per arrivare al prossimo vagone finchè una parola, anzi un insulto, rivolto a qualcuno troppo debole per difendersi da solo, non attirarono la sua attenzione,

sanguesporco, hai sentito cosa ho detto? Ti voglio lontano da qui, non esiste prorpio che io un Lestrange, il primogenito dei lestrange, debba condividere l'aria con te, chiaro?”
In breve il ragazzino dall' aspetto abbastanza mal ridotto si ritrovò con la faccia piena di pustole, e i libri per terra, questo era troppo, Sophie non si riteneva una persona che si metteva appositamente dei guai, ma quel ragazzo, di qualche anno più grande di lei, l' aveva irritata parecchio, come osava prendersela con più deboli? Si diresse a passo spedito verso i due, attorno ai quali si era già formata una folla di studenti

“Lascialo in pace”

Rodolphus Lestrange si voltò per capire chi mai avesse osato rivolgergli la parola con quel tono autoritario e arrogante, e quasi si mise a ridere quando ri ritrovò di fronte una pulce che ancora doveva cominciare il primo anno

“Senti bambina non vorrei farti davvero del male, quindi se te ne vai subito non ti succederà nulla”

Deludendo le aspettative dei più, la piccola Sophie si chinò sui libri del ragazzino porgendoglieli uno ad uno, la cosa irritò Rodolphus non poco

“Non hai sentito cosa ho detto? Cos'è da dove vieni l' Inglese non lo parlate?”
“Ho capito benissimo, ma siccome non mi interessava quello che dicevi ho deciso di ignorarlo”
“Di' un po' ma tu lo sai chi sono? Io sono il rampollo dei Lestrange, ti conviene non farmi arrabbiare pulce”

Lestrange, dove lo aveva già sentito? Ma certo, avevano partecipato alla “Tentata presa di Boston” nel 1790, durante la guerra di indipendenza magica,

“Lestrange? Voi non siete quelli che le presero di santa ragione durante la presa di Boston? Da un' alleanza di maghi e cacciatori babbani, fossi in te non andrei troppo fiera del tuo cognome, il mio piccolo paese di contadini ve le ha date di santa ragione, non vorrei dover fare lo stesso con te”

Sophie non intendeva dire esattamente quello, o almeno non in quel momento, anche se non le sarebbe dispiaciuto sgonfiare quel pallone di un Lestrange, ma sapeva bene di non poter usare gli incantesimi della congrega in Inghilterra, e non sapeva usare bene la bacchetta, ma prima che il suo quasi rivale potesse riderle ancora una volta in faccia un' altra figura si aggiunse alla conversazione, un ragazzino che avrà avuto sì e no la sua età, con occhi così verdi che la Deveraux temette potessero essere finti,

“Dai Rod guardali, questi avranno la mia età, non vorrai creare problemi alla tua casa per due undicenni”
“Levati di torno Rabstan”
“Rabastan ha ragion Rod, pensa a cosa penserebbe mia cugina Bella se sapesse che il suo promesso si intrattiene con mocciosi”
era stato l' altro ragazzino a parlare, era più alto del primo, e con gli occhi neri che Sophie credette appartenere ad un adulto, non riusciva acredere che quello potesse avere la sua età, si rese conto che le sue parole provocarono una reazione di sorpresa nel mago più grande, e subito dopo di furia, stava per avventarsi su di loro quando fu una voce femminile a fermarlo

“Lestrange non vorrai dare noia ai bambini già dal viaggio in treno! Ogni anno sei più patetico, complimenti per esserti superato per l' ennesima volta”
una voce che Sophie conosceva fin troppo bene

“Deveraux, questi non sono affari che ti ruguardano, ti consiglio di toglierti dai piedi, sarai una ragazza, e sarai nobile ma non ti devi intromettere”
“In realtà la ragazzina che hai appena minacciato sarebbe la mia sorellina, credo proprio che mi riguardi...ti conviene piantarla o attiro qui l' intero corpo docenti, oppure posso semplicemente optare per una soluzione tipo quella che ho applicato al secondo anno”

alla non velata minaccia della sorella, della buona e pacata corvonero Jane, Rodolphus rientrò nel suo scompartimento sbattendosi la porta alle spalle, Sophie sorrise complice e colpevole alla sorella, la quale la guardava con sguardo divertitoe fiero

“Complimenti anche a te Sophie, nel giro di neanche un quarto d' ora sei già riuscita a farti dei nemici, sono fiera di te sorella, ora devo andare, ma ti consiglio di cambiare carrozza qui gli esseri umani decenti non bene accetti”

Sophie osservò la sorella allontanarsi, e si sentì quasi sollevata, la perfetta Jane Anne era d' accordo con quello che aveva fatto, non riusciva ancora a crederci, stava per avviarsi fuori dalla carrozza quando fu fermata dal ragazzino che l' aveva aiutata poco fa

“Ti consiglio di non far più arrabbiare mio fratello Deveraux, non so nel tuo paese, ma qui non è consigliabile mettersi contro un nobile”
“Hai ragione non ne avevo idea, nel mio paese tendiamo a comportarci da persone civile con chiunque senza badare all' estrazione sociale, cercherò di tenere a mente il tuo consiglio, un giorno potrebbe essermi utile per soffiarmici il naso”

Sophie voltò le spalle al ragazzino, lo aveva classificato come suo nemico numero due, mai avrebbe pensato che tale titolo sarebbe rimasto valido solo per poche settimane a venire, mentre Rabastan dal canto suo era decisamente affascinato da quella ragazza del nuovo mondo dalla lingua così tagliente, l' avrebbe tenuta a mente, Deveraux, una nobile, avrebbe potuto avere tutto e aveva deciso di avere niente.


New Orleans-USA Febbraio 2007


“Rab, che diavolo ci vai qui, sono passati quasi dieci anni, credevo..”
“Sophie ho un grosso favore da chiederti, enorme, so di averti delusa con il mio comportamento probabilmente sei tra quelli che vorrebbero vedermi in prigione, ma non sapevo da chi altro andare”
“Rab che cosa sta succedendo, mi ha scritto il ministero inglese, dice che ti sei alleato con Quello, e ora se qui, cosa diamine hai in mente”
sapeva che non l' avrebbe zittita a parole, così afferrò Adhara per le spalle e la pose di fronte Sophie, la quale guardava la bambina confusa, Chi era?

“Sophie, lei è la figlia di Regulus, non sapevo dove altro portarla”
Sophie fece cenno ad entrambi di entrare in casa, cosa ci faceva la figlia di Asling Elphinstone a New Orleans? Così lontana dalla Scozia? Fece strada ad entrambi nel salotto dell' abitazione dove Davina e Monique si dilettavano con qualche incantesimo elementare

“Nique, lei è Adhara, perchè non andate tutte assieme a giocare nella tua stanza?”
“Dobbiamo proprio, qui c'è più spazio”
“Temo di sì dolcezza ...forza”

Davina si avvicinò gentilmente ad Adara prendendola per mano e trascinandola dietro a Monique, quando le tre furono abbastanza distanti la strega tornò a rivolgersi all' amico d' infanzia

“Bastardo”
“Non mi vedi da vent' anni e questo è tutto quello che hai da dirmi?”
Non riusciva a nascondere di essere alquanto deluso, sperava che fosse un po' più ben disposta verso di lui, anche se era consapevole di non meritarsi la sua comprensione

“Sono più interassata a quello che tu hai da dirmi in realtà, che cosa ci fa la figlia di Aisling con te? Era mi amica e la conoscevo abbastanza bene da sapere che mai e poi mai ti avrebbe affidato Adara di sua spontanea volontà”
“Aisling è morta So'.... è successo circa due anni fa, da quando Regulus ha deciso di non seguirLo più, lui le ha dato la caccia, a quanto pare era convinto che Regulus le avesse lasciato qualcosa di importante, lei ha provato prima a nascondersi, poi a viaggiare, ma durante uno dei suoi viaggi, in corea, è stata uccisa da un demone volpe, io sono il suo padrino e l' ho tenuta con me, ma c'è tutta Londra che mi da la caccia, non la posso tenere con me So', Aisling si è premurata di proteggerla con un incantesimo, non potrà essere trovata da nessuno di casa Black o dall' Inghilterra in generale finchè sarè in vita, devo chiederti di tenerla con te, in nome della nostra vecchia amicizia, ho giurato a Reg che l' avrei tenuta al sicuro, ma non posso farlo, e tu sei la persona che più affidabile che conosca, so che ti chiedo molto, ma non sapevo a chi altri rivolgermi”
“Dromeda e Sirius?”
“Loro non sanno manco che esiste, Sirius è in prigione, omicidio a quanto pare”
“Omicidio?”
“...I potter”
La strega si accasciò su divanetto del suo salotto, senza parole, lei era stata troppo presa dalla sua vita a New Orleans per curarsi di quello che succedeva nel vecchio continente, cosa doveva fare? Aisling non l' avrebbe perdonata se avesse lasciato sua figlia, d' altra parte una vecchia amicizia che la legava a Andromeda Black, non le avrebbe permesso di tenere il al lungo”
“Rab, Meda deve saperlo”
“NO...Sophie nessuno deve saperlo, sarebbe in pericolo di vita, dopo quello che ha fatto Reg, nessuno della famiglia Black è più al sicuro, figurati sua figlia”
“Va bene, può restare qui, è una Elphinstonee la congrega ha un debito con sua madre, ma tu cosa farai?”
“Ci sono più o meno tutti gli Auror d' inghilterra che mi danno la caccia, credo di dover tornare a casa, dove sono lontano da lei...promettimi che le insegnerai ad essere una buona strega”
“Lo prometto vecchio amico...lo prometto”
Sophie guardò per l' ultima volta quegli occhi verdi di Rabastan che l' avevano così colpita la prima volta, sapeva che quello poteva essere davvero il loro ultimo incontro, lo accompagnò alla porta consapevole che ormai aveva preso la sua decisione, quando Jane sarebbe tornata le avrebbe detto della ragazzina, lei ne sarebbe stata contenta

“Sono felice di poter contare su di te So' ”

La sterga fissava il vecchio amico, nessuno la chiamava più così da vent' anni, le faceva male il cuore al pensiero che quella era l' ultima volta che lo avrebbe visto, avrebbe voluto aiutare pure lui, come quando erano ragazzini, ma sapeva che non glielo avrebbe permesso
“Rab, se hai bisogno di aiuto-”
“No, devo andare via, non ti posso compromettere di più se già abbastanza in pericolo, ti prego veglia su di lei”
“Lo farò...Addio”
“Addio”
Rabastan si allontanò dalla casa scorgendo Adara che lo guardava da una finestra, Sophie doveva averglielo detto, era la decisione migliore, a New Orleans sarebbe stata al sicuro, ripensava a Sophie lì dentro assieme a quelle tre bambine, mentre aspettava sua sorella e si godeva il quartiere francese, Sophie deveraux, aveva voluto niente, ma aveva ottenuto tutto.


   
 
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