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Autore: Il Pavone e la Piantana    17/04/2015    3 recensioni
Junior e Willow sono i figli di una nuova Panem, nata sulle ceneri dei caduti e sulle cicatrici di una libertà pagata con il sangue. Sono i figli della rinascita e del dolore, della promessa di un nuovo futuro e dei fantasmi del passato, spesso talmente oscuri da adombrare perfino il giallo brillante della speranza.
«Credevo fosse normale...» Dico, in un sussurro. Mi sembra brutto dirlo a voce troppo alta, come se lo rendesse più reale.
«Ma è normale. Esattamente come te». Risponde, fredda, con un'espressione seria sul viso. Perché io sono come lei, sono il figlio di eroi di guerra che portano sulle loro spalle i dolori del passato, rendendo le nostre vite più difficili di quelle di chiunque altro.
[…]
Mi allungo nell'erba, strofinando lente le braccia lungo i fianchi, fingendo di essere di nuovo una bambina che disegna con il proprio calore una ghiandaia nella neve fresca. Ma non c'è neve da raccogliere, qui. Solo cocci, gusci vuoti di conchiglie e un listello di legno che ormai suona solo note stonate.

{Fa parte della serie Colors. || Fanfiction fortemente psicologica che tratta in modo esplicito alcune patologie psichiche}
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bimba Mellark, Bimbo Cresta-Odair, Johanna Mason, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Colors.'
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XVIII.




Mi stringe la mano, Willow, camminando per le vie del Distretto, diretti alla stazione. Rimango in silenzio, lasciando che le nostre dita si intreccino le une con le altre. Non voglio interrompere questo contatto, non ora, non dopo.
La stazione è gremita di gente in attesa della propria spedizione, ci sono i negozianti che sono venuti a prendere le provviste, animali da macello, ingredienti. E ci guardano, sussurrando parole che non riesco a sentire. Nessuno sembra accorgersene, se non io. Ma è più semplice osservarmi intorno che soffermarmi sul broncio dipinto nel viso di Willow.
«Will». Alza lo sguardo, quando la chiamo, ed incontro i suoi occhi lucidi, il labbro tremolante. Deglutisco, chinandomi verso di lei - con tutte le persone che continuano a guardarci - per stringerla in un abbraccio. «Ci vediamo tra un mese». Le sussurro all’orecchio, prima di baciarla e sentire per l’ultima volta il sapore della sua bocca. Non posso fare nulla per trattenerla qui, con me. Deve tornare a casa con la propria famiglia, non posso fare nulla, se non aspettare un mese prima di poterla rivedere.
Le accarezzo i capelli, baciandole l’angolo delle labbra. «Ti amo». Appoggio la mia fronte sulla sua, vedendo nascere un sorriso. «Ti amo, Will. Verrò da te, okay?» Sussurro, appoggiando il palmo della mano sulla sua guancia. «Non scomparirò, e tornerò».
«Lo so, Junior. E ti amo anche io. Tanto». Porta la sua mano sulle mie ciglia, catturando l’unica lacrima incastrata in esse. La stringo con più forza, affondando il viso nell’incavo del suo collo. Non esiste più nessuno, soltanto lei e la forza che dovrò impiegare per riuscire a staccarmene. Ti amo. E ritorno ad essere un ragazzino alla sua prima cotta, troppo impaurito per riuscire a parlare ed esprimere i miei sentimenti. L’amo e siamo insieme, l’amo e l’aspetterò.
«Willow, dobbiamo andare». Peeta si avvicina, appoggiando una mano sulla mia spalla. Lasciala andare, sembra quasi voler dire. Devo lasciarla tornare a casa.
Le accarezzo un’ultima volta la guancia, baciandola a fior di labbra. Continuano a guardarci e continuo ad ignorarli, catturando sulla bocca ogni sua lacrima. Che parlassero e dicessero qualcosa. Va tutto bene, non sono sbagliato. Sono soltanto innamorato della mia mocciosa.
«A presto, mocciosa». Sorrido, intrecciando le mie dita con le sue. Ti terrò la mano anche quando sarai lontana.
«La finite di rompere il cazzo? Fatevi gli affari vostri o vi ficco nel cranio un’ascia!» Urla, guardando chiunque non sia noi in cagnesco.
«Non importa, zia. Che parlino pure». Volto le spalle al treno, non appena Willow non è più nella mia portata vicina. Non aspetterò di vederla partire, non ho la forza anche per questo.
Mi avvio verso casa, facendo finta di non sentire la voce della zia chiamarmi, chiedendomi di aspettarla. Non voglio farlo, voglio soltanto andare a casa, ora. Ero pronto per questo saluto, ma non credevo avrebbe fatto comunque così male. Mi manca, mi manca da impazzire. E cadrà tutto nel silenzio, come sotto la superficie dell’acqua. Non ci sarà più la sua voce a darmi il buongiorno, o a chiedermi se voglio baciarla o che mi dica che sono cattivo. Non ci sarà più la sua risata, divertita, quando le mordo l’incavo del collo, prima di spostarmi sulle sue labbra ed accarezzarle la schiena. E mi sembra di affogare in un oceano troppo vasto. La marea torna sempre. E mentre aspetto, è rimasto soltanto il vuoto. Una fossa di sabbia senza la sua acqua.
Appoggio le chiavi nel mobile a fianco l’entrata, il muro spicca davanti a me, catturando la mia attenzione. È comunque qui, Willow. È qui con me, nel muro, nel cuore, nella mente. Non siamo davvero lontani, non lo siamo, non possiamo esserlo.
Mi avvicino, sfiorando la collana di conchiglie incompleta, la sua foto, le nostre, al mare. È qui, lei. Nel mio soggiorno, mentre si aggira per la casa, prendendo ogni cosa che l’attiri dal sottoscala.
Willow accarezza la mia spalla. «Questa foto la mettiamo qui». Dice, asciugandosi ancora una volta le lacrime.
«La collana». Le conchiglie tintinnano l’una contro le altre, catturando la sua attenzione.
«Credevo fosse rimasta in spiaggia». La prende tra le sue mani, portandola vicino al viso.
«Non l’avrei mai fatto, ogni cosa che mi ricorda te… Non posso lasciare indietro niente che mi ricordi te, Will». Il labbro le trema, prima di cingermi con le sue braccia. E mi sento completo, quando è stretta a me, quando posso inspirare il suo odore, contraccambiando il suo abbraccio. Perché non la rifiuto, mai.

I cuori, le faccine, le conchiglie, il suo “Sei cattivo” ed il mio “Mocciosa”. È tutto qui sopra, indelebile in questa parete di sughero. Dove è iniziato tutto, qui nel Distretto 4, quando mi ha stretto la mano la prima volta, mentre tornavamo a casa dal mare, con la sua logica che mi diceva di chiederle scusa; le sue lacrime ed il rumore del mare che le ho regalato. Non ho bisogno di nessuna conchiglia per sentire la tua voce. C’è tutto e forse anche di più. Ci sono i ricordi, le parole, le immagini. C’è il suo amore ed il mio. I suoi sorrisi tra le lacrime, i nostri baci.
«Ti amo, Junior e non cambierà mai. Ti amo da tutta la vita. Non importa se non mi abbracciavi, io ti amavo lo stesso. Ti amo sempre». Mi bacia, senza attendere nessuna risposta, passando il pollice lungo la mia guancia come per cancellare lacrime fantasma, il ricordo di tutte quelle che ho versato, questa sera.
«Will...» La chiamo, stringendo il suo polso, portandomi alle labbra le sue dita e baciandole una per una.
«Sei il mio mare, Junior».
«Ti amo, Will». Sospiro, senza distogliere lo sguardo. «Amo il tuo broncio, i tuoi baci. Ti amo e basta. Ti ho sempre amato anche io, credo». Faccio una pausa, per baciare il suo pianto. Per stringerla con più forza al mio petto. «Non ho mai resistito alle tue lacrime. Non volevo piangessi, mai». Continuo, chiudendo gli occhi per scappare dai suoi. E sento il suo singhiozzo, e la sua fronte appoggiata alla mia spalla.
«Sono felice, Junior». Balbetta, contro la mia pelle, senza riuscire a fermare il pianto. E le alzo il viso, asciugando ogni lacrima. Le sorrido, prima di baciarla quante più volte mi sia possibile, prima di accarezzarle le gambe e perdermi tra queste lenzuola, nuotando in un mare calmo e senza onde
.
Sospiro, continuando a far vagare gli occhi, e la mente, lungo questa parete. «Come mia madre e mio padre hanno il libro, noi abbiamo il nostro muro». E rimarrà sempre a ricordarmi qualsiasi momento passato con lei, qualsiasi paura che è stata cancellata. Tutto, sarà tutto quello di cui ho bisogno.
Il mio sguardo cattura un foglio che non ricordavo di aver attaccato. È ripiegato in quattro e nella parte visibile c’è il suo cuore, come quelli sugli specchi, come quelli che mi disegnava sul corpo, mentre parlava e mi baciava.
Buongiorno, Junior.
Ora stai dormendo, e sei così bello che sembri un po' un moccioso anche tu.
Quando ti sveglierai, domani e dopodomani e il giorno dopo ancora, non potrò darti il bacio del buongiorno… mi mancheranno, i tuoi baci, in ogni secondo.
E io li conterò tutti, come granelli di sabbia, aspettando di poterti augurare di nuovo il buongiorno. Ma anche se sarò triste per la tua assenza la mia mano sarà stretta nella tua, ovunque sarai. Perché noi ci apparteniamo, come la sabbia appartiene al suo mare.
E io ti amo, anche se sei cattivo... Anzi, ti amo sempre.
Will

Ed è pieno di cuori anche dentro, sopra ogni i, negli angoli, dentro le o e le g. È come se mi volesse regalare il suo cuore o farmi comprendere quanto mi ami, ma lo so già, non ce n’è più bisogno, eppure non riesco a staccare gli occhi, ormai appannati, dalla sua grafia e da ogni frase che mi ha dedicato. E vorrei correre nel 12, soltanto per non lasciarla più andare. Singhiozzo, leggendo ancora una volta, prima di appuntare il foglio spiegato sul sughero. La leggerò tutti i giorni. Accarezzo la carta, come se fosse possibile toccare colei che ha riempito il foglio di lettere. Mi manchi. E sono così fuori di me, così distrutto che stento a riconoscermi. Ma Willow è la mia sabbia e, senza la sua sabbia, il mare non è niente.




Ringraziamenti:
Come per ogni nostra fanfiction, non possiamo esimerci dal ringraziare tutte le persone che ci sono state vicine nella stesura della storia, quelle persone che, in qualche modo, hanno contribuito a rendere Aqua la storia che è, quindi i nostri ringraziamenti più sentiti vanno a:
radioactive che non solo ha creato per noi questo fantastico banner – e non ci stancheremo mai di dire che è una grafica nata – ma che ci ha promptate, aiutate, ispirate e che è la persona che più ci ha aiutate e spronate a scrivere Aqua. Questa fanfiction è anche sua;
_eco che ci ha fatto immaginare un incontro tra JJ e Will;
gabryweasley che ci ha seguite sin dall’inizio, amando Aqua tanto quanto noi. Che ci chiedeva di passarle i pezzi e li leggeva dicendoci sempre cosa ne pensasse.
Se amiamo tanto Aquamarine è anche merito loro ♥ Grazie per tutto, vi amiamo! ♥


Veniteh a fare le bolleh d'Assenzioh con noi nel gruppoh Facebook gestito dalla nostra meravigliosah famiglia disfunzionale ♥ A Panda piace fare le bolle d'assenzio [EFPfanfic]
Abbiamo apertoh anche una pagina Facebook dedicatah a questa serie, doveh potreteh farci qualsiasi domanda su questa raccoltah, seguire tutti gli aggiornamentih, salutareh Finnickinoh che ballah nella p0rn Narnia e devolvere zolletteh alla sua causah ♥ Vi aspettiamoh numerosih ♥ Colors.

   
 
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