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Autore: blackings    17/04/2015    1 recensioni
Quarto capitolo della serie "Salvare se stessi o salvare quello che sembriamo?"
“Avete chiamato, Padrone?”
“Severus, siediti”
“Ai vostri comandi, Signore”
“Voglio che tu ti occupi di Draco”
“Cosa, Mio Signore?”
“Voglio che ti prenda cura di Draco. Spedirò suo padre altrove, lo vedo troppo agguerrito, fa del male al ragazzo e la sua mente e il suo corpo ci servono: è un mago molto potente, non vorrei che la sua Indole risentisse di questi trattamenti”
“Certo, mio Lord, capisco”
“Occupati di Draco, Severus, e verrai ricompensato a dovere”
“Sì, Signore”
Genere: Drammatico, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Severus Piton, Voldemort | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Salvare se stessi o salvare quello che sembriamo?'
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“Probabilmente faranno un film su di noi”
“Un che?”
“Un film”
“E che cos’è”
“È il modo in cui i Babbani si dicono ti amo senza saperlo: esprimono il sentimento e rimane nell’aria, sospeso, come in un sogno”
“Ma io ti amo e voglio dirlo solo a te”
“Allora tu sarai il mio film”
“Noi saremo il nostro film”
 
Ti avevano portato fuori dalla sala ed eri riuscita a scappare. Dopotutto, sei o non sei la strega più brillante della tua età?
Ora sei fuori dalla fortezza nemica, davanti a te solo la libertà.
E allora, perché ti senti così in trappola?
Non sei stata salvata da nessuno, solo da te stessa, dovresti andarne fiera.
Il tuo principe non ha fatto nulla per aiutarti.
E allora, perché ti senti così in colpa?
Lui è ancora là dentro.
Il tuo principe delle tenebre è ancora in mano nemica.
O in mano amica.
Non è lui che ti ha consegnato ai suoi?
Non è lui che ti ha fatto uccidere?
Avrà la sua punizione, pensi:
avrà la sua punizione quando capiranno che sono fuggita, che non sono morta.
 
“Dove hanno portato il suo corpo?” chiede Draco all’ elfo domestico che entra una volta al giorno nella sua stanza per portargli cibo e acqua.
“Billy non sa, signorino Malfoy, Billy non può dire al signorino quello che il padrone Lord Oscuro gli ha rivelato, Billy sa ma non può parlare, Billy dispiace”
“Va’ al diavolo, Billy, non sei tu il problema”
Il problema è che mi odio e non so con chi prendermela.
 
“Avete chiamato, Padrone?”
“Severus, siediti”
“Ai vostri comandi, Signore”
“Voglio che tu ti occupi di Draco”
“Cosa, Mio Signore?”
“Voglio che ti prenda cura di Draco. Spedirò suo padre altrove, lo vedo troppo agguerrito, fa del male al ragazzo e la sua mente e il suo corpo ci servono: è un mago molto potente, non vorrei che la sua Indole risentisse di questi trattamenti”
“Certo, mio Lord, capisco”
“Occupati di Draco, Severus, e verrai ricompensato a dovere”
“Sì, Signore”
 
Avevi imparato a tenerti in vita nonostante tutto, nonostante lui: ma adesso non hai più nulla, e anche lui, chissà dov’è.
Non hai un documento, non hai una bacchetta, non hai niente: sei Hermione Granger ma non hai nulla per dimostrarlo. La parola, di questi tempi, è vana, e anche un nome, un nome può essere la tua condanna.
 
“Alzati, sfaticato”
“Severus…”
“Professor Piton, per te, e adesso alzati”
Piton scopre un Draco rannicchiato sotto le coperte, annegato in un lenzuolo zuppo di sudore.
“Alzati e fatti una doccia, puzzi come un maiale”
“Che cosa volete da me, professore?”
“Che la smetti di piangerti addosso e ti dai una mossa: tra mezz’ora ti voglio pronto, iniziamo l’addestramento”
“Non mi piango addosso, hanno ucciso la donna che amavo”
“L’hanno fatto anche con me”
“No, siete stato voi ad indicargli il suo nascondiglio, l’avete tradito e siete stato ripagato”
Severus freme, non è uno che perde facilmente la pazienza, ma a quelle parole abbatte un doloroso schiaffo sulla guancia di Draco, che barcolla, basito, barcolla e crolla a terra, lo sguardo fisso all’uomo che per lui più di un professore è un padre e un padre migliore di quello biologico, un padre che lo ha sempre sostenuto e sgridato, e adesso lo punisce della sua impudenza come una brava figura paterna.
Si alza Draco, pentito e timoroso della reazione del suo superiore.
“Perdonatemi”, borbotta, ad occhi bassi, e quando rialza lo sguardo e lo punta nelle iridi di Piton il professore scioglie il suo rancore e lo abbraccia. Non può vederlo, Piton, appunto perché lo sta abbracciando, e quindi Draco concede a una timida lacrima di gocciolare giù dalla sua guancia – non lo vede, Piton, ma sente la goccia bagnarli la tonaca nera.
“Preparati, non sono qui per commiserarti” gli dice ricomponendosi e sciogliendo il contatto.
“Grazie”, vorrebbe dirgli Draco, ma non lo fa, e scattando sull’attenti si dirige verso il bagno: non glielo dice, quel grazie, perché sa che Piton non vorrebbe che lo si ringraziasse per una cosa che sta facendo per conto di qualcun altro, per l’essere il carceriere del suo protetto, il boia di suo figlio. 
 
   
 
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