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Autore: Zury Watson    18/04/2015    3 recensioni
Quale miglior pretesto di un Cosplay per vivere una nuova, indimenticabile, avventura camminando - anche solo per finta - nella bellissima Terra di Mezzo ideata da J.R.R. Tolkien e portata sul grande schermo da Peter Jackson?
Due ragazze appassionate di questo fantastico universo decidono di trasformare in realtà il loro sogno e scelgono come posto ideale una convention a tema...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yogurt

Cosplayers


Da quando aveva preso la decisione di mollare ogni cosa per seguire le orme di Tolkien nella Terra di Mezzo, da quando aveva deciso che l'idea di un cosplay non doveva più restare semplicemente un bellissimo sogno e da quando aveva deciso di condividere un appartamento/buco Hobbit con la persona più folle che avesse mai incontrato, la sua vita aveva preso una piega del tutto nuova.
Non era soltanto una questione di habitat e di abitudini. Era più una faccenda di modus operandi.
Ne aveva viste e fatte di stranezze nella sua breve vita, ma quelle di cui la sua amica si rendeva protagonista erano qualcosa di eccezionale e coinvolgente.
Si erano conosciute per puro caso, nel bel mezzo del caos esistenziale. Si erano frequentate, avevano scoperto di avere alcune cose in comune ed altre complementari tra loro, infine avevano preso una decisione. Entrambe avevano un forte lato creativo e questo era per loro un continuo stimolo a fare di più, a esplorare nuovi campi, ad osare.
Inutile dire che uno dei più giganteschi punti in comune riguardava proprio Tolkien e la volontà di partecipare ad un cosplay a tema. Nessuna delle due, però, ci sapeva davvero fare con ago e filo perciò realizzare gli abiti adatti per l'evento a cui avevano scelto di partecipare, avrebbe potuto rivelarsi più complicato del previsto.

Una volta, durante una delle pause dalle prime, disastrose, prove di cucito, la ragazza aveva visto l'amica prelevare un barattolo di yogurt dal frigo e, del tutto ingenuamente trovandosi lei stessa in cucina, le aveva allungato un cucchiaino convinta che stesse per mangiarselo.
E invece no.
Lo sguardo che si scambiarono era, per un osservatore esterno, la comicità messa in scena.
Entrambe avevano l'aria di chi sta per dire  «Ma che cavolo stai facendo?».
Quando aveva scoperto che quello yogurt non sarebbe finito nello stomaco ma sui capelli di lei aveva iniziato a chiedersi come fosse opportuno comportarsi. Così si era esibita in un'alzata di spalle con sorriso e l'aveva poi osservata "in incognito", camminando avanti e indietro come soleva fare quando era pensierosa. Non ci voleva un genio per capire il motivo per cui la ragazza utilizzasse lo yogurt sulla propria capigliatura, ma la cosa l'aveva comunque lasciata perplessa. Stava riflettendo sulla pazienza che ci metteva nella cura di quei capelli splendenti ed incredibilmente lunghi quando, ad un certo punto, aveva iniziato ad immaginare una scena così surreale che era scoppiata a ridere improvvisamente.
Inevitabilmente l'amica le aveva chiesto di condividere con lei una così divertente riflessione...
Appoggiata allo stipite della porta, con un braccio attorno alla vita per il troppo ridere, cercava di convincerla che non era stato nulla in particolare a causare lo scoppio di ilarità, ma vista la gentile insistenza di lei, gli occhi sinceramente interessati e un sorriso irresistibile, alla fine si convinse a parlare.
«È che stavo pensando allo yogurt», disse, trattenendo a stento le risate, «Non è alla frutta, vero? Perché riesco quasi a vedere i cubetti di pesca tra i capelli e...». Non riuscì a terminare senza esplodere nuovamente in una risata. E la cosa ancor più divertente è che più rideva, più nella sua mente prendevano forma una serie di immagini una più buffa dell'altra, come ad esempio un enorme barattolo di yogurt in cui tuffare tutta la testa o una piscina allo yogurt con enormi pezzi di frutta galleggianti.
«Ma che scema!», fu la risposta di lei che anziché offendersi si mise a ridere.
Ad un certo punto si figurò l'amica vestita da Galadriel - era infatti questo il personaggio che aveva scelto di interpretare per il cosplay - con pezzi di frutta sparsi qua e là nella bellissima chioma elfica. Non era possibile non ridere. E fu così che continuarono a condividere ipotesi di situazioni assurde arrivando alla conclusione che se si fosse infornata con lo yogurt tra i capelli ne sarebbe venuto fuori un soffice pumcake formato gigante data la notevole lunghezza della chioma.
Senza contare che, per un attimo, la nostra ragazza aveva anche pensato di allungare l'indice per recuperare un po' di yogurt e assaggiarlo.

Un'altra volta, invece, regalandosi un pomeriggio di assoluta libertà e completo relax, avevano scelto di andarsene a passeggio per i luoghi più verdi della città portandosi dietro un buon libro e l'immancabile macchina fotografica per immortalare qualsiasi cosa bella in cui fossero incappate.
Erano immerse in una fitta conversazione per nulla seria quando la ragazza con i lunghi capelli allo yogurt aveva iniziato a guardare la propria ombra proiettata sull'asfalto.
Nel momento esatto in cui anche la nostra ragazza guardò in quella direzione, la cosa che notò sopra ogni altra fu la leggerezza di quei capelli lisci e lucenti con cui spesso giocava per il piacere di entrambe.
Appena l'amica tirò fuori il cellulare per fotografarsi, lei la fermò estraendo la propria digitale. Fu l'inizio di un servizio fotografico senza fine: da quell'episodio in poi, infatti, la nostra ragazza che si divertiva a fotografare ogni cosa trovò il soggetto perfetto da immortalare, ovvero una ragazza alla quale piaceva da morire essere al centro di una moltitudine di scatti. Quel pomeriggio lo trascorsero così, a catturare istanti improbabili di vite sull'orlo di una meravigliosa follia.

Queste ed altre piccole, divertentissime, avventure riempivano le giornate delle ragazze che tra il lavoro, gli impegni e la gestione dell'appartamento facevano del loro meglio per dar vita ai bellissimi abiti che avrebbero indossato. La sola idea di sentirsi parte integrante della Terra di Mezzo, fosse anche per poche ore, di essere uno dei personaggi creati dal genio di Tolkien, dava loro una carica incredibile. Le entusiasmava rendendole un po' bambine nella loro voglia di vivere l'avventura.
Si armarono di video tutorial e riviste, dell'aiuto di preziosi amici e di tanta, tantissima pazienza.
Questo non significa che non ci furono momenti di assoluto pessimismo o di ira improvvisa.
Il fatto, poi, che avessero scelto l'una Galadriel nel suo meraviglioso abito bianco e l'altra Eowyn, anch'essa in abito bianco non era di grande aiuto per due che si stavano appena accostando all'arte della sartoria. La forza di volontà, però, e il desiderio di vivere un sogno le rendevano inarrestabili.

Un tonfo accompagnò la resa della nostra ragazza, quella che aveva scelto Eowyn.
Era la sua testa che si scontrava con il tavolo a cui era seduta da ore intere nell'intento di perfezionarsi e tirare fuori qualcosa di oggettivamente guardabile.
«Non ne sono capace, è evidente! È stata solo un'illusione... Non andrò ad alcun cosplay indossando quello splendido vestito», esclamò abbandonando ago, filo, stoffa e speranza. Non era una che si accontentava. Preferiva non avere quell'abito che averne uno colmo di imperfezioni e per nulla rassomigliante all'originale.
Sarebbe stato più semplice acquistarne uno online o farselo cucire da un sarto specializzato, ma era una spesa decisamente fuori dalla loro portata.
«Certo che ci vai. Meglio, ci andiamo», fece l'amica.
La ragazza sollevò un sopracciglio e la guardò dritto negli occhi, tenendo basso il viso e sollevando lo sguardo sopra agli occhiali da vista.
«Con un lenzuolo addosso?», chiese ironica.
«Se lo prendiamo nero possiamo fare i Nazgul», ribatté l'altra trattenendo una risata.
Ciò che le rendeva estremamente positive, ottimiste e determinate era il continuo incoraggiarsi reciprocamente. Quando una era giù di morale per qualsiasi motivo, fosse anche completamente slegato dal cosplay, l'altra era lì pronta a dire o fare qualcosa. Quando accadeva che le cose non andassero come avevano previsto succedeva anche che la buttavano sul ridere e così ritrovavano la forza di riprovarci ancora e ancora e ancora fin quando non riuscivano nell'intento. Bastava poco per rianimarle, anche ascoltare il loro compositore preferito insieme, anche leggere il passo di un romanzo ad alta voce, anche sfornare Lembas o anche solo un tenero abbraccio. La convivenza si era rivelata tutt'altro che una noia mortale o un grosso problema.

Impiegarono circa un anno prima di riuscire nell'impresa, ma avendolo preventivato erano in tempo per l'evento a cui avrebbero preso parte.
Avevano risparmiato il denaro per comprare i pass, avevano fatto orari e incastri impossibili pur di guadagnare qualcosa in più, e alla fine ce l'avevano fatta.
L'emozione quel giorno era alle stelle, ma entrambe si sentivano assolutamente perfette l'una immersa nell'elfica grazia di Galadriel e l'altra avvolta dalla risolutezza di Eowyn pur non indossando ancora i panni delle due creature tolkieniane.
Si erano messe in viaggio che era ancora notte per raggiungere in tempo il luogo dell'incontro, avevano sistemato per bene il prezioso frutto del lungo lavoro e, chiuse nell'abitacolo di una piccola utilitaria, avevano ascoltato la loro musica preferita e avevano provato a far fronte alla tensione sparando battute a raffica e incoraggiandosi a vicenda. Perché non era soltanto un cosplay. Tanto per cominciare era il loro primo cosplay e già questo bastava a creare ansia, ma non era tutto.
Una volta arrivate sul posto avevano cercato e trovato una sorta di camerini numerati che servivano ai partecipanti arrivati da fuori per vestirsi e truccarsi nella più totale tranquillità. Se di tranquillità si poteva parlare dal momento che l'evento scelto era un'occasione unica, irripetibile.
Le due ragazze avevano atteso tanto la convention italiana dedicata al mondo di Tolkien, un evento che non solo dava ai fan l'opportunità di conoscersi e condividere una comune passione, ma anche la possibilità di interagire con i protagonisti che avevano portato sul grande schermo le storie di Tolkien. Primo tra tutti Peter Jackson.
L'Italia non aveva avuto mai una première né per Il Signore degli Anelli, né per Lo Hobbit, perciò un gruppo di volenterosi ammiratori tanto di Tolkien quanto di Jackson aveva mosso mari e monti pur di avere un incontro tutto italiano con regista e cast avverando così il sogno di molti.
Perciò oltre a Peter erano presenti anche i principali attori di entrambe le trilogie, ovvero le due Compagnie e i personaggi che ruotano attorno ad esse. Per farla breve: un concentrato di emozioni.
Scegliere di esordire in un cosplay all'interno di un simile contesto faceva di loro due pazze patentate, ma in fin dei conti se non avessero avuto quel pizzico di follia non sarebbero mai arrivate lì dove invece si trovavano.
La preparazione non fu eccessivamente lunga perché conoscevano a memoria gli step per il make-up perfetto e non ebbero difficoltà neanche con le parrucche - parrucche così realistiche da sembrare acconciature vere e proprie. Uscite da quella sorta di camerini, ognuna dentro al proprio candido abito, ebbero la sensazione di essere finite sul serio nella Terra di Mezzo. Certo incontrare Galadriel mano nella mano con Eowyn non era esattamente all'ordine del giorno nel mondo di Tolkien, ma neppure camminare di fianco a Smaug senza averne paura, perciò in quella realtà in cui ogni cosa era lecita e non esistevano guerre tra razze, le nostre due amiche si sentirono più vive che mai.

La loro prima avventura nei panni dell'Elfa e della donna di Rohan fu ottenere quante più foto possibile con quanti più cosplayers possibile. La seconda fu scovare altre Galadriel ed Eowyn per farsi immortalare in loro compagnia. La terza andare alla ricerca dei partner tolkieniani dei loro personaggi. La quarta e più incredibile fu un incontro fortuito con un travestitissimo Peter Jackson alle prese con una delle sue consuete burle. E cosa ancor più straordinaria fu accorgersi che i compagni di avventura di Peter vestivano i panni dei personaggi ai quali avevano dato vita cinematograficamente parlando. Quindi le nostre due amiche si trovarono di fronte a Viggo Mortensen di nuovo alle prese con l'affascinante Aragorn, Orlando Bloom con arco e frecce in stile Legolas, Ian McKellen vestito dal leggendario Gandalf che le ragazze affettuosamente chiamavano "nonno Gandalf", Elijah Wood, Sean Astin, Dominic Monaghan, Billy Boyd e Martin Freeman nei colorati completi da Hobbit con tanto di panciotto colmo di preziosi bottoni ed infine Richard Armitage non senza Orcrist ed una maestosità degna di Thorin Scudodiquercia.
Prima ancora di concedersi un giustificato svenimento, le due donne fermarono il gruppo e si lanciarono nella conversazione più emozionante della loro vita documentando il tutto con una valanga di fotografie che le ritraevano nei loro sorrisi più belli.


N.d.A.
Di nuovo ringrazio la mia matta amica Veronica per aver condiviso con me un mucchio di pensieri ispirando così anche questa fanfiction. Perciò è ancora una volta a lei che la dedico con tutto il cuore.
Che dire se non che spero con tutta me stessa di poter realizzare prima o poi il sogno di prendere parte ad un cosplay dedicato alla Terra di Mezzo?
Infine vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato leggendo e per le eventuali recensioni.

   
 
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