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Autore: Giulls    25/12/2008    10 recensioni
< Vuoi tu Martina Bennet prendere il qui presente Kellan Lutz per amarlo e onorarlo in salute e in malattia, nella buona e nella cattiva sorte, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi? > < Sì, lo voglio > disse Martina sorridendo. < E tu Kellan Lutz vuoi tu prendere la qui presente Martina Bennet per amarla e onorarla in salute e in malattia, nella buona e nella cattiva sorte, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi? > < Sì, lo voglio > rispose Kellan sorridendo alla mia migliore amica. Certe volte persino il matrimonio della tua migliore amica può riservarti sorprese che non avresti mai pensato di poter avere... è la mia prima ff in questa categoria, spero vi piaccia! Celebrità: ROBERT PATTINSON e KELLAN LUTZ
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kellan Lutz, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Allora, prima di cominciare voglio farvi gli auguri di Natale e spero che vi siate divertiti oggi!
Questa è la prima storia che scrivo in questa categoria, spero che vi piaccia! Io c’ho messo tutta me stessa! =D
 Detto questo voglio dedicare ovviamente questa storia a Martina, la mia cognatina adorata e sposa fortunata…tesoro, ti voglio un mondo di bene. Buon Natale.
Detto questo: buona lettura!
Un bacio Giulls

IL MATRIMONIO DELA MIA MIGLIORE AMICA

Sei cortesemente invitata al matrimonio tra Kellan Lutz e Martina Bennet l’1 marzo 2009 alla chiesa di San Paolo a Firenze alle 10.30. Seguirà un pranzo nel ristorante Le Colombe. Cordiali saluti e speriamo di ricevere la tua adesione
Kellan & Martina

Questo è il biglietto che trovai un martedì mattina nella buchetta di casa mia. Appena lo lessi, per poco non cominciai ad urlare di gioia. Martina era sempre stata la mia migliore amica, sin dalle elementari: vivevamo entrambe a Roma ma, quando mio padre ricevette una promozione che prevedeva il trasferimento in un’altra città, dovetti trasferirmi. Avevo sedic’anni quando mi trasferii con i miei genitori a Milano ma, nonostante la lontananza, Martina ed io riuscimmo a tenerci in contatto e rimanemmo sempre in buoni rapporti. Quando entrambe demmo gli esami di maturità, per festeggiare la fine delle superiori facemmo una vacanza a Miami per due settimane. Fu lì che Martina, una mattina, incontrò Kellan: alloggiava nel nostro stesso hotel, L’Imperion e precisamente nel nostro stesso corridoio, solo che la sua stanza era la numero 123 mentre la nostra era la 127. Martina e Kellan iniziarono subito ad uscire e, nel giro di due settimane, si erano già innamorati l’uno dell’altra.
Quando entrambe tornammo in Italia, Kellan ci seguì per un mese e convisse con noi nella casa che stavamo affittando a Roma; infatti, dopo aver terminato le superiori, tornai a vivere a Roma per frequentare l’università di lingue ed affittai un appartamento insieme a Martina, che invece si era iscritta in una scuola di cucina. Però, dopo un anno e mezzo, Martina lasciò Roma per trasferirsi a New York con Kellan, dove vive tutt’ora. Io, invece, tornai a Milano dai miei genitori, non riuscendo a pagare sia la retta dell’università che l’affitto per l’appartamento, e m’iscrissi nell’università, sempre di lingue, di Milano.
Dentro la busta col mio invito c’era allegata una lettera di Martina:

Cognatì ciao! Senti ti prego, ti supplico, ti scongiuro, prendi il primo aereo per New York e raggiungimi: ho bisogno di te. Solo tu, come mia damigella d’onore, puoi consigliarmi. Un abbraccio

Marty

È superfluo dire che comprai il giorno stesso, il 16 di febbraio, il biglietto per New York, usando i soldi che stavo risparmiando per la nuova macchina. Ci tenevo a comprare una macchina tutta mia, ma per aiutare Martina avrei fatto di tutto.
Così, quando atterrai a New York, la mattina seguente, trovai Martina e Kellan ad aspettarmi.
< Cognatì! > urlò Martina abbracciandomi.
< Marti! Oddio ciao è così bello vederti! Cavolo sei in ottima forma! > esclamai ricambiando l’abbraccio.
< Perché tu no? Caspita sei supersexy! >
< Grazie. Hey Kell ciao! > dissi abbracciandolo.
< Ciao bellissima! È andato bene il viaggio? >
< Sì, perfettamente! Ma non parliamo di me > dissi e aggiunsi rivolta verso Martina < fammi vedere immediatamente l’anello! >
E la mia amica mi mostrò un anello d’oro con un solitario rosa chiaro, il suo colore preferito, esattamente come il mio.
< Allora? Ti piace? >
< È favoloso! Cavolo Marty non hai idea di quanto tu sia fortunata…quasi quasi me lo sposo io Kellan > risposi ridendo.
< No Giu mi dispiace, ma sono innamorato perso della tua amica > ribatté abbracciando e baciando Martina.
< Peccato… > dissi fingendomi triste.
< Sì ma tranquilla! Kellan ti presenterà il suo testimone…vero amore? >
< Assolutamente! >
< Ah sì? E chi sarebbe? > domandai curiosa e divertita.
< Robert Pattinson >
Non appena udì quel nome mi si gelò il sangue nelle vene. Martina sapeva benissimo che avevo sempre adorato Robert Pattinson e, sapere che sarebbe stato il testimone di Kellan e che avrei ballato con lui almeno un ballo, mi fece venire i brividi.
< Qualcosa mi dice che Giulia è contenta > disse Martina ridendo.
< Ti dirò cognatì sono strafelice di questo! > risposi sorridendo.
< Forza ragazze è ora di andare! Devo accompagnarvi a casa e poi devo tornare a prendere i miei genitori >
< Beh non possiamo aspettarli? Così ti fai la metà dei giri > domandai.
< No, perché io e te dobbiamo fare i nostri giri…e poi loro atterrerà alle tre del pomeriggio e sono solo le dieci di mattina. Ma tu sei stanca, preferisci uscire domani? >
< Assolutamente no, sono troppo curiosa di vedere il tuo vestito! >
Kellan ci accompagnò a casa e, dopo aver scaricato le mie valigie e fatto una doccia, Martina ed io uscimmo per vedere le bomboniere nel negozio Le nozze da Fran.
< Allora, io pensavo di prendere due tipi di bomboniere: questa per tutti > disse indicandomi un cestino in stoffa beige con un fiocco sulle cordicelle.
< Sono meravigliose! > esclamai.
< Già, piacciono anche a Kellan. Poi, su idea sua, pensavamo di fare queste per i familiari e, ovviamente, per te e Robert > aggiunse mostrandomi una piccola anfora rossa, con qualche pallino d’oro, esattamente come i bordi.
< Wow, questi sono fantastici! Mi piacciono molto! >
< Per me e Kellan è stato amore a prima vista. Però prima di prenderle volevo fartele vedere, perché volevo un tuo parere, anche se poi avrei fatto di testa mia > rispose ridendo.
< Marti cosa c’è sulla vostra lista nozze? > domandai quando uscimmo dal negozio, dopo aver prenotato sessanta bomboniere per gli amici e in aggiunta quindici bomboniere ad anfora per i familiari.
< Veramente avevamo deciso di non farla, perché a casa abbiamo tutto, quindi gli invitati faranno di testa loro >
< Sì, mi sembra sensato >
Ci fermammo a mangiare in un bar vicino all’Empire State Building e alle tre raggiungemmo il negozio, La boutique di Jojo, per la prova d’abito del vestito di Martina: era di seta, con uno scollo a V che le metteva in risalto il seno, le bretelle erano grandi, il busto e la vita erano ricoperti da ricami in fiore e da ricami in perline e lo strascico non era molto lungo, al contrario del velo. Sotto di esso c’era un piccolo diadema di brillanti, un regalo della madre di Kellan.
< Quindi? Che ne pensi? > domandò Martina quando uscì dal camerino.
< Sei stupenda Marti >
< Grazie. Ma non è finita qui! Vedi, ci sarebbe anche il tuo vestito da provare > disse ammiccando nella direzione della commessa, che stava tornando con un vestito da damigella che Martina aveva scelto. Era anche quello di seta, color lilla e lungo; aveva uno spacco a lato con tutti i fronzoli, con c’era il nodo che si legava al fianco. E, come il vestito da sposa di Martina, lo scollo era a V, solo che era più stretto e si legava dietro il collo.
< Lo sapevo di aver scelto bene! Sai, ti immaginavo con i vestiti per le damigelle che mi mostravano e, come avevo pensato sin dall’inizio, questo vestito ti sta divinamente. Sei stupenda! >
< Grazie Marti > dissi sorridendole.
< Quindi abbiamo trovato il vestito per me, per te, per le fedi ci pensa Robert e il bouquet l’ho già scelto, bisogna ritirarlo la mattina stessa >
< A quello ci penso io >
< Grazie. Senti Kellan ed io partiamo il 24 di febbraio per Firenze, perché abbiamo bisogno di fare vari giri… >
< Oh, ok certo. Se non hai un immediato bisogno di me io arriverei il 28, perché in quei giorni ho un esame di letteratura inglese >
< Sì, tranquilla non preoccuparti! Va benissimo se mi raggiungi il 28…anzi, stai già facendo tanto… >
< Per te questo ed altro, lo sai benissimo > risposi abbracciandola.
< Gracias chica! >
< Mo prego! Senti, toglimi una curiosità. Come mai avete deciso di sposarvi a Firenze? >
< Perché è a Firenze dove mi ha chiesto di sposarmi >
< E immagino che te l’abbia chiesto nei dintorni della chiesa di San Paolo >
< Esattamente >
< Capito > dissi sorridendole.
Dopo i giri per il matrimonio Martina ed io ci dirigemmo verso il New York per fare del sano shopping. Dopo aver prosciugato la carta di credito di Kellan, tornammo a casa e, dopo esserci preparate, uscimmo fuori a cena con lui e Margot e Richard, i suoi genitori.
Restai un altro paio di giorni a New York, nei quali Martina ed io facemmo gli ultimi giri per il matrimonio, poi tornai a casa per studiare per il mio esame di letteratura inglese.

Alle 18.40 del 28 febbraio il mio aereo atterrò a Firenze e, dopo aver preso un taxi, raggiunsi il mio hotel: Le rose rosse, lo stesso in cui stavano Martina, Kellan e persino Robert.
Arrivai alle sette e venti in albergo, cenai con un panino, mi feci una doccia e, dopo essermi infilata un paio di jeans, un maglione a collo alto bianco e i miei stivali neri, uscii dall’albergo per andare in un pub/ristorante dove quella sera si trovavano i miei amici.
< Ciao Kellan! > esclamai vedendolo fuori dal pub.
< Hey ciao! Come stai? >
< Benone! E te? >
< Bene, anche se agitato per giovedì… >
< Già, il gran giorno è vicino >
< Sì, ma sono allo stesso tempo contento. Martina è veramente tutto ciò che ho sempre voluto >
< Martina è fantastica >
< Concordo pienamente >
< Ma dimmi che ci fai fuori? >
< Sono uscito per fare una telefonata, perché dentro c’è un casino pazzesco…comunque ora mi fumo una sigaretta e poi torno dentro. Tu intanto vai, ci sono Martina e Rob >
< Ok grazie >
< Contenta di conoscere Rob? >
< Sì, finalmente! Ma ti dirò che sono abbastanza agitata… >
< No tranquilla, gli farai un’ottima impressione! Oltretutto ha anche visto delle tue foto e ha detto che non eri niente male >
< Delle mie foto? >
< Sì, quelle con te e Martina che sono appese nelle pareti di casa >
< Ah sì quelle! Cavolo, con tutte le foto che poteva appendere doveva per forza scegliere quelle! > esclamai ridendo. Salutai Kell ed entrai; riconobbi immediatamente Martina seduta su un divanetto e, a fianco a lei, Robert Pattinson. Appena la mia migliore amica mi vide abbandonò Robert per correre ad abbracciarmi.
< Giu ciao! Che bello vederti! >
< Hey ciao tesoro! Come va? >
< Tutto ok! Avanti forza muovi il sedere e vieni a conoscere Robert! > disse tirandomi per un braccio, mentre io cominciavo a diventare sempre più rossa dalla vergogna.
< Rob, lei è la mia amica e damigella d’onore Giulia. Giu lui è Rob il… >
< …testimone di Kellan > dissi completando la frase di Martina e stringendo la mano a Robert, poi aggiunsi < piacere sono Giulia >
< Ciao, sono Robert, ma chiamami Rob. Finalmente ti conosco, Martina non ha fatto altro che parlare di te in questi giorni… >
< Spero in bene >
< Sì, tranquilla! Senti cognatì come è andato l’esame? >
< Bene > dissi tirando fuori dalla borsa la copia della lettera con il mio risultato.
< Trenta e lode? Cavolo Giu sei il massimo! Quando Kellan torna dobbiamo fare un brindisi in tuo onore! > esclamò abbracciandomi.
< Che esame? > domandò Robert interessato.
< Un esame sulla letteratura inglese >
< E hai preso il massimo? Complimenti! E poi la letteratura inglese è meravigliosa… >
< Ma tu sei di parte, non puoi dire questo! Sei Londinese scusa! > obiettò Martina.
< No, ha ragione, è meravigliosa la letteratura inglese > risposi sorridendo a Robert, che ricambiò il sorriso immediatamente.
< O mamma mia… > disse Martina alzando gli occhi al cielo.
< Cosa? >
< No niente Giu tranquilla. Oh ecco Kellan che torna > disse correndo verso Kell.
< Ciao ragazzi > ci salutò nuovamente Kell non appena lui e Marti ci raggiunsero.
< Ciao Kell > salutammo in coro.
Immediatamente Martina ci fece portare quattro birre e, alzando il bicchiere, disse:
< Ragazzi un brindisi per la mia cognatina adorata che ha passato l’esame di letteratura inglese con il voto più alto di tutta la classe: trenta e lode! >
< Wow Giu complimenti! > esclamò Kellan abbracciandomi i scompigliandomi i capelli, che mi ero piastrata poco prima di uscire.
< Grazie Kell, ma la prossima volta evita di scompigliarmi i capelli ok? >
< Certo piccola! >
Restammo a chiacchierare fino a tarda notte, dove parlai per moltissimo tempo con Robert di un sacco di cose, scoprendo che avevamo gusti molto simili, e poi, prima di tornare in albergo, ci fermammo in una pasticceria a mangiare un bombolone.
La mattina mi svegliai a causa di qualcuno che bussava alla mia porta: era Martina.
< Hey >
< Hey stavi dormendo? >
< Tranquilla, entra pure >
< No, preferisco stare qui fuori. Scusa non volevo svegliarti… >
< No, vai tranquilla ma…Marti è tutto ok? >
< Sì, a parte il fatto che oggi è l’ultimo giorno di febbraio ed io domani mi sposo…oddio, mi sposo! Ma ti rendi conto? M’impegnerò a vita con un uomo…ed ho solo ventidue anni! Non è che sto correndo un po’ troppo? E se dovessi pentirmene un giorno? E se… >
< Marti! > la interruppi < ami Kellan? >
< Sì, più di qualunque altra cosa >
< Vorresti passare il resto della tua vita con lui? >
< Sì >
< Riusciresti ad immaginarti la tua vita senza di lui? >
< Decisamente no >
< Lo vedi? Sei solo agitata, ed è normale. Ma lo sai anche tu che quello che stai per fare non è sbagliato. L’età non conta, lo sai benissimo. Se ami una persona, come tu ami Kellan, con tanta passione puoi anche evitare di aspettare dieci anni prima di sposarti. State insieme già da praticamente cinque anni e convivete da tre anni quasi. Io direi che hai aspettato anche troppo, non credi? >
< Grazie cognatì! > mi disse abbracciandomi e con le lacrime agli occhi.
< E di che? Ma ora passiamo ad argomenti più seri…stasera cosa si fa? >
< Andiamo ad uno spogliarello? >
< Beh, quello era ovvio! >
< Giu! E immagino che vorresti fosse Robert a fare lo spogliarello per te >
< Non sarebbe un’idea malvagia > risposi ridendo maliziosamente.
< Ho notato che ieri avete parlato moltissimo voi due >
< Già. È veramente simpatico! >
< Di che avete parlato? >
< Del più e del meno…della letteratura inglese e dei nostri gusti >
< Sai, gli hai fatto veramente una buona impressione >
< Davvero? >
< Sì, me l’ha detto Kellan >
< Buongiorno ragazze > disse Robert ad un certo punto venendoci incontro e sorridendoci. Quando notai di indossare solamente una maglia a manica corta, che non era neanche molto lunga, nonostante fosse da uomo, e che metteva in bella mostra le mie gambe, li salutai imbarazzata e mi andai a vestire. Indossai un paio di jeans bianchi, un maglioncino rosso e un paio di scarpe col tacco in vernice nera e scesi di sotto a fare colazione. Notai che anche Kellan era sceso.
< Ciao a tutti >
< Ciao! > esclamò Martina facendomi sedere nella sedia vicino a lei e Robert.
Iniziai a mangiare il mio cornetto e a bere il mio caffè quando Robert se ne andò per prepararsi perché doveva uscire per andare a prendere le fedi e notai poco dopo un bigliettino accanto a me:

Stai molto bene così, ma ti preferivo prima con solo la maglietta a mezza manica addosso. A proposito, bel tatuaggio

Sgranai immediatamente gli occhi e, involontariamente, sputai tutto il mio caffè addosso a Kellan.
< Giu ma sei matta? > esclamarono Martina e Kellan in coro.
< Kell scusa io…ecco…io…vedi… > farfugliai rossa in viso tenendo in mano ancora quel bigliettino.
< Che c’è scritto? > domandò Martina prendendomi il biglietto dalle mani < o mio dio! Questa è una dichiarazione bella e buona! > urlò facendo voltare verso di noi i tre quarti delle persone presenti nella sala mensa.
< Oh…wow, questo da Rob non me lo sarei mai aspettato… > rispose Kellan sorridendo, dopo aver letto il bigliettino.
< Giu hai fatto colpo lo sai? > esclamò Martina tutta contenta.
< Beh ecco…io… > continuai a farfugliare.
< Oh no, il cervello di Giulia è andato a farsi friggere. L’abbiamo persa Kell! > disse la mia migliore amica fingendo di piangere.
Non appena mi ripresi le feci la linguaccia e, con la scusa di andare a prendere un pensierino per i miei genitori, mi allontanai dall’hotel senza Martina, anche se dubito che mi avrebbe seguita, perché era impegnata in altre cose con il suo futuro marito.
Entrai in un negozio di Victoria’s Secret per cercare qualche lingerie per Martina come prima notte di nozze. Dopo quasi un’ora trovai quello che cercavo: un babydoll bordeaux, corta fin sotto il sedere, con lo scollo a V e con un fiocco subito sotto al seno e corredata con un paio di culottes, sempre dello stesso colore. Oltre a quell’acquisto comprai per me un babydoll color grigio perla con piccoli ricami in argento, lungo poco sopra la coscia e che si chiudeva con un laccetto sotto il seno e con slip e reggiseno coordinati.
Quando uscii dal negozio mi scontrai contro un passante.
< Oddio mi scusi non l’avevo vista > dissi mortificata.
< Figurati, è tutto ok. Tu piuttosto? Stai bene? > rispose il passante ed io riconobbi immediatamente la sua voce.
< Rob? >

< Non ti ho matto male vero? >
< Ma va là! Ce ne vuole per fare male a me, tranquilla! >
< Bene, mi fa piacere. Ma che ci fai qui? >
< Sono venuto a ritirare le fedi. Tu invece? Shopping? > chiese indicando le mie buste.
< Regalo di nozze per Martina >
< Cosa hai preso? >
< Un completo da Victoria’s Secret >
< Più che a Martina hai fatto un regalo a Kellan. Sono sicuro che ti sarà debitore a vita >
< Tu dici? > domandai ridendo, poi aggiunsi < senti devo andare a prendere in una gioielleria non molto distante da qui un bracciale che Kellan aveva fatto ordinare per Martina qualche giorno fa. Mi accompagni? >
< Certamente > rispose sorridendomi dolcemente ed io, incapace di fare altro, ricambiai.
Restammo fuori tutto il pomeriggio e rientrammo verso sera, giusto per separare i due fidanzatini e per non fare trascorrere loro la serata insieme.
Portai Martina ad uno spogliarello, facendole indossare un velo da sposa che le avevo comprato lo stesso pomeriggio.
I ballerini, vedendo Martina col velo, ci stettero addosso per non so quanto tempo ed io ricevetti non so quanti numeri di telefono. Ad un certo punto Martina venne fatta salire sul palco per ballare con gli spogliarellisti, mentre io mi divertivo come una matta a filmarla: la cinepresa non poteva mancare ad un evento come questo! Mentre ero intenta a filmarla, il mio telefono squillò: era arrivato un messaggio.

Hey ciao come sta andando il vostro addio al nubilato? Kellan è preoccupato per Martina, perché sostiene che tu sia pericolosa…Rob

Divertita gli risposi:

Siamo ad uno spogliarello e gli spogliarellisti stanno ballando con lei. Dì a Kellan che fa bene a preoccuparsi, perché fa parte del mio fascino! Voi che fate?

Siamo a bere in un pub, poi è molto probabile che andremo a vedere uno spogliarello pure noi. Chi lo sa, magari ci vedremo più tardi…

Ne dubito, tra poco ce ne andiamo. Noi domani mattina dobbiamo alzarci presto per prepararci

Ah, voi donne…siete sempre dietro a perdere tempo a truccarvi. Vi auguro buona serata. Ciao piccola baci

Quasi non mi venne un infarto quando lessi piccola e baci e, quando feci leggere il messaggio a Martina, mi saltò praticamente addosso.
< Wow, magari domani ci scappa il bacio… >
< Sì, peccato che lo conosca da pochissimo… >
< E quindi? >
< E quindi…non va bene… >
< Perché ti stai inventando delle assurdità? >
< Non lo so…comunque ora è meglio andare, quindi Marti dai la buonanotte ai tuoi amichetti e torniamo in albergo >
Salutammo gli spogliarellisti e Martina si beccò un sacco di applausi. Arrivate in albergo feci cambiare Martina e poi la obbligai a passare la notte con me nella mia stanza, dove le diedi i miei regali: il completo di Victoria’s Secret per la luna di miele con Kellan e un libro comico intitolato: Ti sei voluta sposare? Bene, allora adesso sei fregata a vita. Prima di andare a dormire, leggemmo il libro e quasi non morimmo dalle risate.
La mattina seguente ci svegliammo molto presto, alle sette e dieci.
< Giu…non posso crederci! Mi sposo! Oddio sono troppo emozionata! >
< Ok cognatì se devi piangere fallo adesso, ti prego! Non quando ti avrò truccata >
< Scema! > rispose lanciandomi addosso un cuscino. Dopo che Martina fece una doccia, intanto che si stava asciugando i capelli, mi feci pure io una doccia e, dopo trenta minuti, uscii dal bagno con i capelli già sistemati: avevo deciso di lasciarli mossi, ma mi misi molta crema per fare renderli voluminosi.
Piastrai i capelli della sposa, che aveva corti come i miei e poi la truccai leggermente. Le misi la matita, un po’ di ombretto, di eye-liner, mascara, cipria e infine un velo di lucidalabbra. Mi truccai anche io intanto che lei si vestiva per la cerimonia: misi la matita, il mascara e due ombretti, uno più chiaro e uno più scuro, che fossero di una tonalità simile al mio vestito; sulle labbra poi mi misi un velo di lucidalabbra alla ciliegia.
Dopo esserci vestite scendemmo nella hall, dove c’era la madre di Martina ad attenderci.
< Amore mio sei una visione! Ancora non ci credo che ti stai per sposare… > disse sull’orlo delle lacrime.
< Mamma ti prego non piangere, altrimenti piango anche io! E se piango Giulia mi uccide perché abbiamo passato un’ora a cercare un modo per truccarmi. Giusto? >
< Esatto! > dissi ridendo.
Passammo a prendere immediatamente il bouquet, poi raggiungemmo la chiesa e, dopo essere scese entrambe, ci dirigemmo verso la navata. Tutti gli occhi erano puntati sulla mia migliore amica che, imbarazzata, ogni tanto si voltava verso gli invitati per sorridere loro. Era raggiante e lo si vedeva benissimo.
Raggiunsi la mia postazione di fronte a Robert, che mi salutò facendomi l’occhiolino, ed io ricambiai sorridendogli. Indossava anche lui uno smoking, anche se era meno elegante rispetto a quello di Kellan. I capelli a spazzola gli donavano un’aria da bello e dannato. Decisamente sexy.
La cerimonia durò quasi due ore, con me come traduttore simultaneo per Kellan e, verso la fine, stavo per commuovermi:
< Vuoi tu Martina Bennet prendere il qui presente Kellan Lutz per amarlo e onorarlo in salute e in malattia, nella buona e nella cattiva sorte, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi? >
< Sì, lo voglio > disse Martina sorridendo.
< E tu Kellan Lutz vuoi tu prendere la qui presente Martina Bennet per amarla e onorarla in salute e in malattia, nella buona e nella cattiva sorte, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi? >
< Sì, lo voglio > rispose Kellan sorridendo alla mia migliore amica.
< Per il potere conferitomi io vi dichiaro marito e moglie. Lo sposo ora può baciare la sposa >
Non appena tradussi anche l’ultima parte al mio amico, lui s’avvicinò maggiormente a Martina, le tirò su il velo, le prese il volto tra le mani e la baciò dolcemente, tra gli applausi e i fischi di tutti.
Quando poi tutti gli invitati lasciarono la chiesa per prepararsi al solito lancio del riso, i due neo sposini, Robert ed io andammo a firmare un registro. Dopo aver firmato Robert mi prese sotto braccio ed insieme sgattaiolammo fuori, pronti per lanciare il riso ai nostri amici, che non tardarono molto a raggiungerci.
Chiamai il fotografo per i due sposi, mentre mi stavo dirigendo assieme a tutti gli altri invitati alle macchine; ero in macchina con i genitori di Martina, per andare verso il ristorante. Quando arrivammo iniziammo a chiacchierare tra di noi mentre attendevamo i due sposi, che si fecero attendere per quaranta minuti buoni ed, quando vidi Robert seduto da solo, mi avvicinai.
< Ciao! >
< Hey ciao! > rispose sorridendomi.
< Gran cerimonia! >
< Infatti. Hey, a proposito, volevo farti i complimenti. Non dev'essere facile fare da traduttore simultaneo… >
< No, è stato facile. Ormai ci sono abituata >
< Che scuola hai fatto? >
< Liceo Linguistico >
< Ah, ecco perché! Ed ora hai? >
< Ventitre anni >
< Un anno in più di me quindi >
< No, sono anche io dell’ottantasei, è solo che ho compiuto gli anni da poco >
< Quando? >
< L’undici di febbraio >
< Wow, tanti auguri allora! Ma come mai non ti vedo in compagnia? Il ragazzo l’hai lasciato a casa? >
< Ragazzo dici? Beh, se lo conosci perché non me lo presenti? >
< Niente? >
< No. Tu invece? >
< Nemmeno io… > disse sorridendomi e contraccambiai.
< Stai veramente bene vestito così lo sai? >
< Mi sento un pinguino veramente… >
< Ma no! Sei bellissimo! > risposi ridendo.
< Beh, tu invece sei un incanto > divenni immediatamente scarlatta.
A togliermi da quell’imbarazzante, ma meravigliosa, conversazione fu l’arrivo del mio ex ragazzo, nonché mio attuale migliore amico, che mi “rapì“ per scattare qualche foto insieme. Mi alzai immediatamente, anche se mi sembrò di leggere una nota di disappunto negli occhi di Robert e, arrivato il fotografo, abbracciai e baciai una guancia del mio migliore amico.
Poco dopo fecero il loro ingresso i due sposi e, dopo poche chiacchiere tra di noi, ci sedemmo per pranzare. Io ero a fianco di Robert e davanti a Martina, mentre Robert era davanti a Kellan ovviamente. Il pranzo fu a dir poco sublime; ci portarono almeno una decina di portate, tra i diversi tipi di antipasti, le minestre, i secondi e i contorni ed infine i dolci, nonostante una torta alta come una casa ci stesse aspettando per essere mangiata.
Fortunatamente, la torta si fece attendere ancora un po’: infatti, dopo aver terminato il pranzo con una panna cotta, gli sposi si alzarono per aprire le danze: un ottimo modo per smaltire, a mio avviso.
Dopo che ebbero ballato la loro canzone, chiamarono tutti a ballare con loro.
< Giulia mi concedi questo ballo? > chiese Robert alzandosi da tavola ed offrendomi la mano.
< Con molto piacere! > risposi allungando la mia mano, che prontamente strinse. Ci dirigemmo verso il centro della stanza, accanto a Kellan e Martina ma, poco dopo, ci ritrovammo ai margini della pista da ballo.
< Oddio…ma ci pensi che dobbiamo mangiarci anche quella? > esclamai indicando la torta accanto a noi.
< Perché? Non ti fa nemmeno un po’ di gola? >
< Ma me ne fa anche troppa di gola, è questo il punto! Solo che sono piena come un uovo e, non so cosa potrebbe succedere se mangiassi qualcos’altro… >
< Ah, a chi lo dici, pure io sono strapieno. Solo che io sono il testimone, mentre tu la damigella d’onore. Siamo tenuti a mangiarla… >
< Già…facciamo a metà ok? >
< Sì, certo ci sto! > rispose sorridendomi.
Restammo a ballare per non so quanto tempo, in cui parlammo moltissimo. Robert si stava dimostrando sempre più simpatico e dolce ed io, involontariamente, mi stavo innamorando di lui.
Ci sedemmo nei nostri posti quando arrivò la torta gigante che Martina e Kellan tagliarono. I primi pezzi li presero loro, mentre a me e Robert toccò il terzo, che ci dividemmo.
< Giu posso parlarti un attimo? > chiese Martina dopo un po’, quando gli invitati stavano cominciando ad andarsene.
< Certo! Andiamo fuori ti va? >
< Sì >
Quando uscimmo dalla sala andammo a sederci ai piedi di un salice davanti ad un lago nel parco del ristorante ed io l’abbracciai.
< Marti sei stupenda >
< Grazie. Sono veramente felice >
< Sì vede, sei raggiante al massimo! >
< Grazie cognatì. Senti voglio confessarti una cosa che, oltre a Kellan, nessuno sa >
< Dimmi pure >
< Sono incinta di due settimane >
< Ma è favoloso! Oddio Marti che bello, complimenti! > esclamai saltandole addosso e abbracciandola forte.
< Già, anche io e Kellan lo siamo >
< Cavolo, un piccolo frugoletto che girerà per casa! Verrò in America più spesso! > esclamai felice.
< E pensa che farai da madrina anche a lui! >
< Davvero? Oh Marti, cosa farei senza di te? > dissi abbracciandola nuovamente.
< Ah, non lo so proprio. Intanto devi essermi riconoscente a vita per averti presentato Robert. Ho notato come entrambi vi guardate, anche se tu fai la finta tonta e non lo dai a vedere… >
< Si nota così tanto? >
< Sì > e iniziai a sbuffare.
< Robert mi piace, e anche tanto. Solo che…non so…mi sembra complicato >
< Perché scusa? >
< Intanto non so se gli interesso… >
< Gli interessi >
< Come fai a dirlo? >
< Beh, primo per la sera del vostro incontro che siete stati appiccicati tutto il tempo, secondo per il fatto del biglietto, terzo perché c’era rimasto male prima quando sei andata a fare le foto con Marco e l’hai baciato sulla guancia, o almeno così mi han detto, quarto quando ti ha invitato a ballare, perché non ti toglieva gli occhi di dosso, e fidati, non l’avevo mai visto così raggiante, e quinto perché l’ha confessato ieri a Kellan, che me l’ha detto questa mattina >
< Ha confessato a Kellan che gli interesso? >
< Sì, precisamente. Quindi, se non vuoi fare la cretinata più grande di tutta la tua vita, vedi di uscirci insieme sono stata chiara? >
< Sì. Senti Marti non ti azzardare a lanciarmi… > ma non riuscii a finire la frase perché Robert venne a chiamarci, in quanto era richiesta la presenza della sposa.
Martina si alzò immediatamente e corse goffamente, a causa del vestito, verso il ristorante, lasciando me e Robert da soli.
< È richiesta anche la nostra presenza? >
< Veramente ho inventato una balla per poter restare un po’ con te… >
< Cosa? > domandai voltando immediatamente la testa verso di lui, dal momento che prima stavo guardando verso il centro del lago.
< Volevo restare un po’ da solo con te. È da tutta la giornata che cerco di farlo, ma in un modo o nell’altro non siamo mai riusciti a restare soli per parlare tranquillamente… >
< Oh…beh, eccoci qui no? Che mi volevi dire? > domandai sorridendogli.
< Beh, veramente era più che altro una cosa che volevo fare > e, dopo essersi piegato sulle ginocchia, in modo da poter arrivare tranquillamente all’altezza viso, prese il mio volto, rosso di vergogna oserei dire, tra le mani e mi baciò dapprima dolcemente, poi approfondendolo sempre di più.
Restammo in quella posizione per diversi minuti, non notando il fotografo che, su richiesta di Martina e Kellan, che erano accanto a lui, ci stava fotografando: ce ne accorgemmo soltanto quando ci staccammo, perché li sentimmo applaudire.
Sorridemmo e, dopo che mi baciò la fronte, mi prese per mano e ritornammo verso il ristorante.
Alle sei e mezza Martina e Kellan se ne andarono in albergo per prendere le valigie e per partire poi per le Hawaii per un mese, come luna di miele.
< Ciao cognatì, divertiti in luna di miele > dissi abbracciandola forte, cercando di trattenere le lacrime.
< Sì cognatì, ma anche tu mi raccomando > rispose con gli occhi lucidi e ammiccando in direzione di Robert, che era accanto a me e stava salutando Kellan.
< Promesso! > esclamai ridendo.
< Ciao piccola. Grazie di tutto, regalo di nozze per Martina compreso > disse Kellan abbracciandomi forte e sorridendo maliziosamente quando nominò il babydoll.
< È stato un piacere! Divertitevi mi raccomando e congratulazioni…papà > dissi sussurrando l’ultima parola al suo orecchio, in modo che non potessero sentire gli altri.
< Grazie tesoro > rispose abbracciandomi nuovamente, poi si voltò verso Martina e le disse:
< Allora signora Lutz, è pronta a partire? >
< Assolutamente sì signor Lutz, possiamo andare! > esclamò baciando con passione suo marito, sotto lo sguardo divertito di tutti gli invitati e, prima di partire, lanciò il bouquet che, casualmente, cadde tra le mie mani. Martina rise quando le dissi “ Ti odio “ facendo il labiale e mi mandò un bacio; poi partì con Kellan verso l’albergo.
< Andiamo anche noi? > chiese Rob avvicinandosi.
< Sì. Chiamiamo un taxi? > domandai sorridendogli.
< Già fatto > e si sporse per baciarmi.
Venimmo interrotti dall’arrivo dei genitori di Martina.
< Certo che oltre a celebrare un matrimonio, oggi celebriamo anche la nascita di una nuova storia! > esclamò la madre di Martina.
< Beh, chi lo sa! > risposi ridendo.
< Giulia è stato così bello vederti di nuovo. Fatti viva ogni tanto mi raccomando! >
< Certo, grazie mille > esclamai abbracciandola, mentre il padre di Martina stava facendo il terzo grado a Robert.
< Hey amico vedi di fare il bravo. Giulia è una ragazza fantastica e se la farai soffrire, in qualunque modo, anche il più stupido, vengo a cercarti in tutto il mondo e te la farò pagare chiara. È come una figlia per me, quindi vedi di comportarti bene. Sono stato chiaro? >
< Sì signore, cristallino! > rispose Robert sorridendo, mentre io stavo morendo dall’imbarazzo. Quando arrivò il taxi salutai tutti e poi tornai in albergo con Robert, giusto in tempo per vedere i due sposini fare il check-out e salutarli velocemente, prima che partissero per la loro vacanza.
Dopo aver salutato Robert salii in camera mia per farmi una doccia; dopo ciò indossai un pigiama e, stremata, mi addormentai non appena toccai il cuscino. Venni svegliata un paio d’ore dopo da Robert che stava bussando nella porta della mia stanza.
< Ciao, qual buon vento devo questa visita? > lo salutai, sorpresa di vederlo. Ero convinta che stesse dormendo, visto che anche lui era stanco morto.
< Volevo festeggiare > disse mostrandomi una bottiglia di champagne e due bicchieri.
< E cosa dovremmo festeggiare? >
< Il matrimonio dei nostri amici, il tuo esame, il tuo compleanno e noi due >
< Noi due? >
< Sì, hai capito benissimo cara! >
Sorridendo lo feci entrare e gli feci giusto appoggiare i bicchieri e lo champagne prima di fiondarmi sulle sue labbra. Con lo stesso ardore ricambiò il mio bacio, accarezzandomi i fianchi e facendomi rabbrividire come non mi era mai capitato. Continuando a baciarci indietreggiammo sempre di più fino ad arrivare ai piedi del mio letto e, una volta raggiunto, ci stendemmo sopra di esso e facemmo l’amore, esattamente come i nostri amici dall’altra parte del mondo.

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P.S. me lo lascereste un commentino? Ah, un’altra cosa…chiedo scusa per eventuali errori!
   
 
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