Buongiorno!
Allora.. oggi è Natale.. e visto che finalmente ho finito gli esami! (Yuppie)
mi son potuta dedicare a quello che più amo fare. Ovvero: scrivere. Questa
piccola fic, che altro non è che un regalo per le persone a cui voglio bene, è
una semplice one-shot, non è complessa, né elaborata è una semplice e dolce
storia di Natale, spero che piaccia a chi l’ho dedicata, e a chi leggerà. Ci
sentiamo in fondo per le dediche! ^^
Il natale.
In tutte le strade, c'erano un sacco di decorazioni natalizie. Stelle, palline
e molte altre ancora che illuminavano quasi tutte le strade di quella cittadina
in genere un po' malinconica. Sulla via principale, che era ricchissima di
negozi, c'erano molte persone che quasi correvano, impegnate com'erano per
comprare anche gli ultimi regali rimasti. Tra queste persone, c'era un
bambino.. beh.. ormai era più un ragazzino, con un giubbottino rosso, che
correva disperato, guardandosi intorno. Chiunque lo vedeva rimaneva un
pochettino interdetto poiché questo bambino aveva i capelli del colore della
neve, e gli occhi azzurro ghiaccio. Il piccolo correva, tutto preoccupato. In
mano un piccolo sacchettino contenente dei soldi. Entrò dentro a un negozio, e
una volta dentro cercò di prendere respiro.
Il negoziante guardò il ragazzino, che di certo non dimostrava più di 12 anni,
incuriosito e attese che recuperasse il respiro:
-Ciao! Avevi bisogno di qualcosa?-
-Salve!- rispose. -Sì, vorrei chiederle una cosa: avete ancora quei guanti
color marroncino chiaro che erano in vetrina qualche giorno fa?- il negoziante
ci pensò un po' su. Erano dei guanti molto belli, in pelle senza dita con
ottima manifattura e resistenti.
-Temo di averli finiti sai? Hanno riscosso molto successo..- il ragazzino
rimase spiazzato. E ora?? cosa poteva regalare a suo fratello?
-Non ne ha più.. nemmeno uno?- chiese speranzoso.
-Forse ne ho ancora uno..- disse il titolare. Aprì un cassetto e ne tirò un
paio fuori. Erano un po' grandi, di color marroncino chiaro.
-Forse però ti sono un po' grandi..- Dante sorrise tutto felice, osservando
meglio quei guanti:
-Ma non sono per me! Per mio fratello! Sono bellissimi!- il titolare sorrise al
ragazzino, andando poi a descrivere quell'oggetto:
-Sono guanti speciali! Innanzitutto sono in pelle, quindi non fanno sudare la
mano, sono molto resistenti, e sono a taglia unica perchè questa pelle è
speciale, si modella sulla mano della persona che li indossa!- il ragazzino
osservò affascinato l'articolo, sorridendo. Di certo a Vergil avrebbero fatto
piacere! Adesso che con papà aveva iniziato ad allenarsi con la spada, aveva
una vescica sul palmo della mano, di certo coi guanti si sarebbe fatto meno
male d'ora in poi.
-Li vorrei! Quanto costano?- il ragazzino aprì quindi il piccolo portamonete
che conteneva la maggior parte dei risparmi.
-Costano 30 dollari, perchè è di ottima qualità!- Dante guardò allora i
risparmi.. forse non arrivano a essere così tanti.. deglutì e iniziò a
contarli. Il negoziante doveva chiudere ormai era la notte di Natale e se
avesse fatto tardi sua moglie si sarebbe per certo arrabbiata.
-Per chi sono i guanti? Se posso chiedere..- chiese tranquillo il venditore.
-Per il mio fratellone..- rispose Dante contandoli.. -Gli servono! Perchè ha la
mano ferita e di certo coi guanti smetterà di sentire male.. - si interruppe,
mentre con la mente, ripercorse gli avvenimenti di qualche giorno prima.
Erano appena tornati lui e Sparda. A Dante scocciava moltissimo che suo
padre insegnasse a combattere prima a Vergil che a lui, ma la mamma si era
lamentata quando Dante aveva detto di voler andare a combattere con loro..
quindi per non far dispiacere la mamma aveva rinunciato. Tanto lui, a
differenza di Vergil faceva a botte a scuola tutti i giorni! Solo che quando
erano tornati, aveva notato che la mano destra di Vergil era rossa e gonfia.
Mentre Sparda era andato in cucina da Eva, Dante si era avvicinato al fratello:
-Vergil, ti fa male?- era un po' preoccupato perchè la mano sembrava viola.
-Non è nulla Dante, solo non sono abituato a usare la spada..- Vergil ghignò,
perchè a lui, papà già gli faceva tenere la spada in mano, invece Dante ancora
non aveva il permesso.
-Papà ti ha fatto usare la spada?- chiese incredulo.
-Sì sì, l'ho usata solo io tutto il tempo praticamente. Ecco perchè la mia mano
è un po' rossa..- rispose Vergil aspettandosi la solita raffica di domande.
Dante guardò Vergil aggrottando la fronte. Però non era mica giusto che Vergil
potesse usare la spada e lui no.
-Beh, se ti sei fatto male perchè non hai smesso?- Vergil lo guardò scuotendo
la testa, come se guardasse un bambino.
-Perchè non sono un bambino che al primo taglietto si lamenta, ecco perchè!- le
gote di Dante divennero subito rosse. Perchè Vergil stava alludendo a lui!
-Però ora hai la mano ridotta in quel modo!- Vergil alzò le spalle.
-Bah.. passerà di certo. Mi sono divertito un sacco, papà mi ha insegnato tante
cose!- una fitta al cuore di Dante. Voleva imparare anche lui, ma allora perchè
papà non lo portava via come con Vergil? Cosa c'era che non andava? La rabbia
prese il sorpavvento:
-Non mi interessa! Tanto rimani un rompiscatole! E per la cronaca oggi non mi
sei mancato per niente! Con mamma mi son divertito moltissimo! Molto più che
con te!- rispose secco Dante. Vergil stava per ribattere arrabbiatissimo quando
la voce di Eva li interruppe:
-Ragazzi! Vergil vieni a tavola! Oggi io e Dante vi abbiamo preparato qualcosa
di speciale!- stavolta fù Vergil a provare un moto di invidia. Quando Dante
aveva detto di voler venire con loro, la mamma aveva risposto di no, cosa che
invece non aveva fatto con lui. La mamma voleva più bene a Dante che a lui..
entrambi arrabbiati entrarono in cucina e mangiarono in silenzio.
Dante sbottò, arrabbiato al ricordo di poche sere prima:
-Perchè mio fratello è stupido e non sta mai attento!- il negoziante guardò il
ragazino, stupendosi del cambio di umore.
-Però se glieli regali tu, è come a dire che ci tieni che non si faccia male!-
Dante finì di contare i soldì e li mise sul tavolo, erano 30 dollari, tutti i
suoi risparmi.
-Ecco.. sì.. perchè anche se a volte è insopportabile gli voglio bene!- l'uomo
prese i soldi, e fece un bel pacchetto al bambino. Poi glielo riconsegnò nelle
mani. Il bimbo ringraziò e uscì. Provava un po' di rimorso a dire il vero, era
stato ingiusto con Vergil, solo perchè non capiva papà. Sospirò sconsolato. E
se Vergil non lo perdonava? Se si era arrabbiato davvero? Da quella sera non si
erano più parlati e non si erano dati nemmeno la buona notte! Strinse il
pacchetto. Sospirò e poi si rincamminò verso casa. Era ormai arrivato a casa quando
iniziò a nevicare. Dei leggerissimi fiocchetti di neve iniziarono a cadere
silenziosi. A Dante la neve piaceva quindi decise che prima di tornare a casa
avrebbe camminato un po' in giro per godersi quel momento. Andò al parco tutto
felice e contento mentre in terra a neve iniziava ad attaccare. Tirava un vento
gelido, ma Dante non se ne accorgeva perchè correva allegro nel parco,
lasciando le pedate sulla neve fresca. Ridendo e scherzando, non si era reso
conto del tempo che passava e che a forza di correre era arrivato piuttosto
lontanino da casa. Guardò l'orologio e gli prese un colpo. Erano già le 9! era
tardissimo di certo la mamma era furiosa! Iniziò a correre verso casa, e quando
finalmente arrivò, varcò la soglia, e si diresse subito in cucina.
-Mamma! Scusami se ho fatto tardi!- disse appena varcato la soglia. Sparda era
con Eva, che sembrava furiosa.
-Dante! Sei sparito per 3 ore! Dove sei stato? Eravamo preoccupatissimi!- il
ragazzo appoggiò il giubbotto sul divano.
-Scusa, ero andato a prendere un regalo, e poi ha nevicato così..- ma Eva lo
interruppe.
-Vergil era preoccupatissimo! E' uscito di corsa a cercarti e non si è portato
dietro il giubbotto!- Dante ci mise qualche istante a capire la frase. Vergil
era andato a cercarlo? Ma lui ora era a casa! E vergil? Ma soprattutto.. aveva
lasciato a casa il giubbotto! Senza rifletterci nemmeno una volta, agguantò
nuovamente il suo, prese anche quello di Vergil e si fiondò fuori dalla porta
di casa.
Corse come un disperato. Ripercorse tutto il viale, e i viottoli lì in giro, il
cuore era in gola. Era preoccupato! Si sarebbe di certo ammalato se non tornava
a casa subito! Le luci dei diversi negozi gli sfrecciavano davanti, ma lui
aguzzava la vista solo per cercar di vedere Vergil. Quando ormai il ragazzo era
senza fiato, si fermò a pensare. Vergil lo conosceva bene chissà forse si era
diretto al parco convinto di trovarlo.. così corse subito verso il parchetto
dove poco prima era rimasto a giocare. Entrò e iniziò a girare, accorgendosi
solo in quel momento della nebbia che era salita. Si guardò intorno e prese a
gridare:
-Vergil! Fratellone!- iniziò a correre per quel parco tanto grande. Ormai aveva
le lacrime agli occhi perchè non lo trovava. E se gli fosse successo qualcosa?
Se l'avevano attaccato? Ma Vergil era ancora ferito alla mano! Se aveva così
tanto freddo da non muoversi più? Le lacrime scesero lungo le guance del
ragazzino, mentre non smetteva un istante di gridare il nome di Vergil. Gridava
forte, con quanto fiato aveva in gola, mentre continuava a correre e girare.
Arrivò fin al centro del parco dove c'era una fontana molto grande, e lì
intravide qualcosa. Ormai stremato, sia dalle lacrime che dal gran correre, usò
le ultime energie per avvicinarsi. Quando una voce interruppe la sua corsa.
-Dante!- il ragazzino si voltò e vide Vergil, che era furioso -Sei un idiota!
Mamma era spaventatissima! Non puoi uscire di casa senza dire nulla a nessuno!-
sbraitò Vergil al colmo dell'ira con il fiatone. Dante rimase così stupito di
vedere Vergil col fiatone e l'espressione così preoccupata che le lacrime si
fermarono da sole.
-Fratellone..- si avvicinò a Vergil, e gli tirò in testa il suo giubbotto. -Hai
dimenticato questo.. la mamma era preoccupata che ti potessi ammalare..- disse
sorridendo appena. L'aveva trovato, stava bene, tutto il resto non contava
minimamente. Vergil si infilò il giubbottino, e si mise a fianco di Dante.
-Torniamo a casa? Mamma e papà saran di certo furiosi!- Dante annuì,
sorridendo. Vergil non potè non notare quanto Dante somigliasse a Eva mentre
rideva. Alzò un braccio, e scompigliò i capelli di Dante con affetto. Dante
arrossì, e tornarono a casa. Camminarono in silenzio, assaporando quello
spettacolo natalizio. Poi, a pochi metri da casa Dante parlò:
-Vergil?-
-Uhm?- Dante iniziò a rigirarsi le mani..
-Scusa..- disse in un sussurro. -E .. grazie..-concluse. Guardando sempre in
terra, senza aver il coraggio di guardare Vergil in viso.
-Scusami anche tu.. - disse Vergil, per poi entrare in casa. Dante rimase fuori
dalla porta un attimo, per sussurrare appena:
-Di niente.. ti voglio bene fratellone..- detto ciò, salì i gradini ed entrò in
casa, dove Eva e Sparda li stavano aspettando per il dolce. Si disse che poter
festeggiare il Natale con la sua famiglia era davvero una cosa fantatsica! E
sorridendo, aprì i pacchetti di Natale, insieme a Vergil. Ma non ebbe il
coraggio di dargli il suo davanti a mamma e a papà. Aspettò che fosse ora di
andare a letto. Dante, prese coraggio, e sgaiattolò in camera di Vergil.
-Vergil?- chiese, titubante mentre richiudeva la porta alle spalle.
-Dante? Non è meglio se vai a letto?- Vergil aveva alzato la testa e accese
l'abat jour.
-Devo prima darti il mio regalo di Natale..- e Dante gli porse il sacchettino
blu. Vergil guardò il pacchetto, con le gote lievemente arrossate.
-Gra.. grazie!- Vergil si alzò a sedere sul letto, e prese a scartare il
regalo. Una volta finito, guardò il contenuto. Dante, prese a parlare prima che
lui potesse dire niente.
-So..sono dei guanti! Sono in pelle! Così quando andrai ad allenarti con papà,
che userai la spada, non ti farai più male! Sono resistenti! e..- ma Vergil lo
interruppe.
-Grazie Dante.. domani me li metterò, promesso!- Dante sorrise tutto felice.
Poi si mise a sedere in terra, dicendo:
-Ma quindi papà cosa ti ha insegnato?- Vergil sorrise, facendo poi un resoconto
dettagliato di tutto quello che aveva fatto. Poi fu il turno di Dante dire cosa
aveva cucinato con Eva. Passarono così la notte di Natale, a chiacchierare fino
al mattino di tutto, e alla fine si addormentarono tutti e due nel letto di
Vergil, completamente esausti, ma entrambi felici di aver passato un bel così
bel Natale. Intanto fuori la neve continuava a scendere indisturbata e
silenziosa.
Eccoci
qui! XP
Spero che
vi sia piaciuta. L’ho scritta di getto e spero mi perdonerete se ci son errori
di ortografia. Questa dolcissima fic, la dedico: alle ragazze del forum di DMC
yaoi Jackpot, che son sempre così dolci e gentili! Delle persone come loro non
se ne trovano in giro! <3 (ovvero: Atte-chan, Ikari-chan, SiveR-chan,
Silvermoon88, Hanel-chan, Elion-chan, Kakashi-chan, Misa-chan, Armonia-chan, e
Debo94)
Poi
ovviamente la dedico alle persone che mi sopportano, che anche qui, su EFP, che
continuano sempre a incoraggiarmi e che se non fosse per loro, alcune storie
meravigliose me le scordavo! Persone che ogni giorno mi ricordano quanto sia
bello avere degli amici. Setsuka, Nemesi, Darkrose86, Necrysia e Elyxyz.. Le
loro storie son davvero dolcissime!
Alla mia
best friend, sempre pronta a leggere tutti gli obrobri che il mio cervello è
capace di partorire, la mia Coniglietta! <3
E infine a
voi che state leggendo. Voi che adorate Devil May cry. Buona natale!! Siate
buoni (ma non troppo! Buoni sì, ma stupidi no!), fate i bravi e divertitevi!
Byee-biii!!!