Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: UiHamayu    18/04/2015    2 recensioni
Avete presente quando uno di quei sassolini fastidiosi vi si incastrano nelle fessure sotto la suola della scarpa?
"A furia di passare tempo con Marco avevo imparato a conoscerlo meglio, e lui aveva fatto lo stesso con me, 'riusciamo ad intenderci con una sola occhiata', conoscevo le sue abitudini, molto di lui, se avessi avuto un minimo di talento artistico avrei potuto disegnarlo qui su due piedi, ad occhi chiusi, semplicemente ricordandolo."
(art's by Gidan- Kuroki ; http://gidankuroki.tumblr.com/ )
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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//Spazio dell'autrice.
Questa volta ho voluto scrivere qui all'inizio per non rovinarvi l'umore al termine ;^)
E niente, quasi non ci credo che queste siano le ultime parole che apparterranno a questa storia! ;0;
Eppure eccoci giunti all'ultimissima parte della fic.
Mi rendo conto di aver preferito scrivere in maniera parzialmente criptica il tutto: se doveste aver bisogno di eventuali chiarimenti non esitate a contattarmi, che sia attraverso una recensione o messaggio privato ;u;
Sarei comunque contentissima se voleste lasciare una recensione sottoponendomi eventuali errori o qualunque cosa vi vada di comunicarmi! Spero, inoltre, che vogliate seguirmi anche in futuro. Un grande saluto a tutti, vi lascio alla lettura, e scusatemi per la intro che vi ho imposto davanti agli occhi ;; //








Una giornata come tante, una giornata di primavera, una giornata serena, una giornata inondata da petali variopinti, una giornata dalla temperatura mite, una di quelle che ti regalano la brezza leggera del vento, una giornata nella quale sarebbe andato tutto piacevolmente, tutto con regolarità; una di quelle giornate nelle quali, da quando ti svegli in poi, hai in testa soltanto che tutto andrà come deve andare.

 

'Ho deciso, oggi gli dirò tutto, non voglio tenermi dentro nulla, non gli darò neanche il tempo di rispondere, butterò tutto fuori, infondo non ho nulla da perdere'

'Infondo sò già che non otterrò nessuna risposta'.

-Ehy, Marco, buongiorno.- sorrido guardandolo, steso davanti a me; sorrido sentendo come se il suo imbarazzo, ipoteticamente proveniente dal suo volto coperto, si stesse espandendo nell'aria profumata del mattino -oggi.. oggi mi fa un po' male il ginocchio, sai? Ricordi quando mi hai massaggiato la crema con le tue dolci e grandi mani rugose? Non credevo che sarei stato capace di condividere gli anni della mia vecchiaia con qualcuno, ne tantomeno con un uomo eppure.. eppure.. tu mi hai rubato il cuore, lo hai fatto tuo, lo hai avvolto delicatamente, me lo hai curato ogni volta che ce n'è stato bisogno, un po' come il mio ginocchio, anche quando io mi sono allontanato da te e.. scusa, cazzo, sto dicendo cose insensate.. Ricomincio- prendo fiato inalando la sua vicinanza, sentendone il profumo, profumo di fiori freschi e splendidi -Marco Bodt, sai, la prima volta che ho iniziato a conoscerti per davvero ho subito collegato la tua presenza a quella di un ciottolo incastrato tra le fessure della suola di una scarpa: sei entrato a far parte della mia vita senza che nessuno lo avesse chiesto, inizialmente senza suscitare alcun sospetto, poi iniziando a farmi sentire la tua presenza, a coinvolgermi nel tuo mondo placido, a proteggermi, ad accompagarmi, a sostenermi, ad aiutarmi in ogni momento, a sorridermi con quella tua bocca che.. che ho visitato tante di quelle volte da poterne ricordare ancora il sapore..- sbadatamente, solo per un attimo, perdo il mio sorriso e mi si inumidiscono gli occhi per il tumulto di emozioni che mi travolgono ricordando quelle gioie -“Senza neanche accorgermene, a creare l'utile per rimuovere quel ciottolo dalla mia suola, ero stato io non dicendo a mia madre e a nessuno in generale della mia relazione con te, che ne hai sofferto intensamente” sai, Marco, è questa la prima cosa che ho pensato dopo le tue parole, prima di sbatterti fuori dalla porta di casa mia dopo anni di relazione: in quel momento non sono riuscito a non restare razionale, ad abbandonare i miei consanguinei, profondamente contrariati, scegliendo quella che sarebbe stata una vita serena con te. Oh, Marco, non hai idea di quanto mi hai dato, non hai idea di quanto mi hai fatto star bene, di quanto tu abbia migliorato il mio stato d'animo anche solo rivolgendomi un tuo sguardo calmo, pacato, paziente..

-non hai idea di quanto sia significata, per me, la tua umanità nei confronti di tutti, il tuo rispetto nei miei riguardi, nei riguardi di uno stupido ragazzino biondiccio e attaccabrighe.. Hai visto? Grazie a te sono anche molto migliorato nei modi di parlare e comportarmi..- accenno una risata smorzata, quasi vantandomene -io... mi dispiace.. mi dispiace di non aver avuto la forza di mettere da parte la mia famiglia.. dopo- portandomi una mano sulla fronte e afferrando i capelli bianchi con tracce di una tinta vecchia mesi, che ne coprivano una parte -dopo la reazione di mia madre alla notizia del nostro rapporto, decisamente più intenso e travolgente di una amicizia, non.. non ho avuto la forza di.. di abbandonare ciò a cui mi ero aggrappato per anni, prima del tuo arrivo.. ho avuto paura! HO AVUTO PAURA, MARCO! Ho.. ho avuto paura.. e..- tra le lacrime, alle quali sono oramai abituato -e sono tornato da te giusto in tempo per vederti appassire.. come posso perdonarmelo? Come posso perdonare la mia indifferenza nei riguardi delle parole lanciatemi addosso, con disperazione, da tuo fratello? Come hai potuto, tu, perdonarmelo!? Come hai potuto accogliermi tra le tue pendenti e vecchie braccia, esili come non lo erano mai state in gioventù, dopo tutti gli anni in cui io ti ho abbandonato, convincendomi che fosse la scelta migliore per entrambi, eppure continuando a pensare in maniera egoistica e vigliacca..? Marco io.. aver perso più di un terzo della vita che avrei potuto trascorrere con te è il mio più grande rimpianto..! E pensare che sia stata tutta colpa mia.. e pensare che sia tutta colpa mia mi devasta e scava dentro ogni giorno di più.. Perchè quando un vecchio dagli occhi ambra ti si è presentato davanti all'improvviso dopo eoni, lo hai accolto come se non fosse accaduto niente?!

-Eppure tu non mi avevi mai chiesto nulla.. non avevi preteso nulla di serio da me se non che io facessi coming out, rendendoci liberi.. e io.. io che ho fatto? Ti ho illuso parlandone con mia madre, e poi ti ferito calciandoti via dalla mia esistenza per anni.. Marco.. Marco.. Marco..- continuo a farneticare allungo, inchinandomi sulla sua tomba di marmo, fredda e netta come lo è la morte.

“In memoria di un cuore grande e lentigginoso, amico di tutti e amante di uno” c'è scritto. Leggere quelle parole appannate dalle mie lacrime fa sussultare nuovamente il mio cuore; inizio a tremare, urlando via delle emozioni crudeli, che dal giorno della dipartita dell'altro mi trafiggevano perennemente.

“Marco” continuo a ripetere, a chiamare, a gridare, quasi fino a perdere la voce, che usciva fuori dalle corde vocali di un vecchio ritenuto, da tutti gli sconosciuti in quel momento lì attorno, un pazzo.

 

-Va bene così Jean. Sono stato contento di averti potuto stringere tra le mie braccia ancora per un po' prima di andarmene.

 

Sento queste parole, flautate dal vento, rimbombarmi come un sussurro mandato da lontano nella testa.

 

'E così continui a prenderti cura di me anche da lassù, eh?'

 

Questo l'unico pensiero capace di confortarmi meramente prima che Eren e Mikasa, tenendosi per mano, seguiti da Armin e il suo nuovo ragazzo, venissero a prendermi per accompagnarmi a casa, sostenendomi.

Una casa rimasta vuota fin troppo allungo, quella nella quale abbiamo condiviso tutto, frettolosamente, prima dell'addio definitivo.

 

Sorrido.

 

'Questa sera forse mi sentirò un po' meno solo.'

  
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