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Autore: __lovatosheart    19/04/2015    6 recensioni
AU in cui Lauren e Camila si incontrano a scuola.
E se Lauren fosse una bad girl?
E se Camila fosse una ragazza tranquilla, che vive nel suo mondo, aspettando solamente qualcuno di speciale che le faccia vivere una di quelle romantiche storie che legge nei suoi libri?
Possono due mondi totalmente opposti incontrarsi, o il loro scontro porterà alla distruzione di entrambi?
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Camila Cabello, Lauren Jauregui
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 17:


Lauren finì di raccontare quanto era successo con lo sguardo bassso, sentendosi quasi a disagio nell'essere così tanto onesta con qualcuno: non era abituata ad aprirsi completamente con altri riguardo quanto succedeva dentro le mura di casa.

Camila la ascoltava, guardandola con i suoi grandi occhi marroni pieni di attenzione, ma senza lo sguardo di compassione che Lauren detestava.
Le dimostrava il suo interessamento senza bisogno di farla sentire una vittima, giocando con le sue dita come se fosse un gesto involontario e necessario, alla pari del respirare e del battere del cuore.

"Giuro che non ti manderò mai più un messaggio." Disse Camila quando Lauren rimase in silenzio dopo aver finito il suo racconto.

Quell'affermazione fece sorridere la maggiore, che adesso osservava le sue dita intrecciate a quelle dell'altra studiando il modo in cui sembravano incastrarsi alla perfezione, riempendo i rispettivi spazi mancanti.

Camila mise un ditto sotto il mento dell'altra, constringendola così a sollevare il volto e a far incontrare i loro sguardi; il verde si perse nel marrone, confondendosi in un dipinto di sentimenti confusi e potenti, nuovi e inaspettati.

E sarebbe stato impossibile capire chi delle due si fosse spinta per prima verso l'altra, mentre le loro labbra si incontravano ancora una volta, mosse da un bisogno che non erano capaci di nascondere, nè tantomeno volevano farlo.

Camila schiuse le labbra senza remore quando sentì la lingua dell'altra premere contro di esse, chiedendo, e quasi pretendendo, il permesso di entrare; affondò le dita tra i capelli dell'altra e si ritrovò poco dopo schiacciata dal suo peso contro il divano.

Mossa da un'irrefrenabile passione, dopo qualche minuto Lauren lasciò le labbra della mora per attaccare il suo collo, lasciando segni più o meno evidenti che non facevano altro che alimentare il fuoco che le bruciava dentro; le mani che vagavano senza paura, ma al tempo stesso senza violenza, l'esile corpo dell'altra, cercando di conoscerlo e memorizzarlo.

Camila stringeva il corpo di Lauren sul proprio come se la vicinanza non fosse mai abbastanza, rovesciando la testa all'indietro per lasciarle ancora più spazio d'azione.

La maggiore si ritrovò ad osservare il modo in cui Camila si agitava sotto i suoi baci e le sue mani, sentendo il battito del suo cuore contro il proprio e compiacendosi del fatto che era lei la causa di quelle reazioni.

Incapace di trattenersi, tornò a volgere la propria attenzione sulle labbra dell'altra, impossessandosene come se fossero sue di dirittto e mordendo il labbro inferiore, causando così un gemito dell'altra. "Lauren." Sussurò infatti questa, inarcando la schiena verso l'alto e chiudendo gli occhi, le dita perse nei capelli della maggiore.

Lauren, sentendo un'improvviso calore accendersi nel suo basso ventre, era sul punto di sperimentare nuovi modi per generare reazioni del genere nell'altra, quando un rumore la distrasse, facendole sobalzare entrambe.

Camila riconobbe il rumore di chiavi che ruotavano all'interno della serratura, così spinse Lauren lontano da sè cercando poi di sistermare i vestiti stropicciati e di regolarizzare il suo respiro affannato. 

Lauren si stava passando una mano tra i capelli, quando Sinuhe fece il suo ingresso nell'abitazione mano nella mano con Sofi.
"Mamma!" - Esclamò Camila, la voce più alta del normale di almeno un'ottava. - "C'è Lauren." Finì poi facendo un cenno verso l'altra, che dal suo canto cercava di mantenere la più indifferente delle espressioni. 

"Lo vedo - Osservò la donna, divertita. - E' un piacere vederti, Lauren." Aggiunse poi con un sorriso indecifrabile, allontanadosi in cucina per posare sul tavolo lo zaino di Sofi e una busta della spesa.

La bambina corse verso le due ragazze, salutando con un abbraccio Lauren per poi fermarsi ad osservare con uno sguardo confuso la sorella.

"Mila, ma sei caduta?" Le chiese subito dopo, la testa reclinata di lato mentre studiava la maggiore.

"No, perchè?" Chiese quella, ancora troppo scossa dal rischio che aveva appena corso per capire a cosa si stesse riferendo la piccola.

"Hai dei lividi sul collo." Spiegò Sophie, indicando i segni rossi che macchiavano la pelle lattea di Camila.

"Oh, no, tranquilla! - Iniziò, portando i capelli di lato per coprire i segni incriminanti. - Prima stavamo giocando con i trucchi e Lauren mi ha tirato addosso qualche ombretto." Finì, cercando di sorridere e nascondere la paura di essere scoperta.

Lauren, nel frattempo, cercava di trattenersi dal ridere, divertita dalla scusa che aveva trovato Camila.

"Ma con me non vuoi mai giocare con i trucchi.. - Fece la bambina, portando le braccia al petto e ostentando uno sguardo offeso. - E poi non siete troppo grandi per giocare?"

"Sono cose da grandi Sofi." Si giustificò Camila sotto lo sguardo truce della sorella, che in seguito a questa risposta uscì dalla stanza sbattendo con forza i piedi a terra. "Dici sempre così!"

Camila invitò Lauren a seguirla nella sua stanza con un cenno della mano, sollevata di aver superato anche la curiosità di Sofi.

"Ce la siamo cavata per un soffio." Osservò Lauren con una risata dopo che l'altra ebbe chiuso la porta, un ghigno divertito sul volto.

Le situazioni di pericolo e l'adrenalina che generavano erano per lei fonte di immenso divertimento, mettersi nei guai e agire in modo spericolato erano sempre state occasioni per svagarsi dai problemi più seri che la aspettavano a casa. 

"Lo dici come se fosse divertente - osservò infatti Camila sedendosi vicino a lei sul letto con le gambe incrociate. - Non oso immaginare l'imbarazzo se mia madre fosse entrata qualche secondo prima.." Fece poi con un'espressione disgustata sul volto, inorridita da quella fantasia.

"Dai, è stato divertente! - Esclamò invece la maggiore dando una leggere spinta alla spalla dell'altra, per poi continuare con un tono di voce più basso e un sopracciglio inarcato: - E' il brivido del segreto, no?"

Camila abbassò subito lo sguardo perchè la malizia negli occhi dell'altra le avevano fatto perdere qualche battito, e non poteva lasciare che l'attrazione fisica avesse nuovamente la meglio su di lei.

Non finchè sua madre e sua sorella minore erano a distanza di qualche metro, per intenderci.

"E poi non mi sembrava che ti stesse dispiacendo tanto quello che stavamo facendo prima di essere interrotte." Aggiunse Lauren riempendo il silenzio dell'altra, avvicinandosi e posando una mano sul ginocchio della mora.

Camila si ritrasse subito, quel semplice contatto le aveva provocato una scarica di brividi per tutto il corpo.

"Lauren, c'è mia madre di là..- Iniziò Camila, mentre l'altra si avvicinava ancora di più a lei, bloccandola contro la testata del letto. - E mia sorella potrebbe entrare da un momento all'altro.. " Provò di nuovo, ma Lauren sembrava non sentirla nemmeno, mentre si chinava a depositare una lenta scia di baci sul suo collo.

Ogni bacio provocava centinaia di brividi che sembravano irradiarsi in ogni cellula del suo essere fino a riversarsi con potenza nel suo basso ventre, facendola sentire completamente inerme sotto il potere che l'altra aveva su di lei.

"Lauren.." Provò un'altra volta, ma quando quello che voleva essere un'ammonimento uscì dalle sue labbra sottoforma di gemito decise che doveva  fare qualcosa prima che la situazione diventasse insalvabile.

"Okay, perchè non usciamo a farci un giro?" Domandò Camila dopo aver sviato Lauren ed essersi alzata sul letto, una mano tra i capelli mentre cercava di ricomporsi e di assumere un aspetto più credibile.

"Cos'è, non ti stavi divertendo poco fa?" Chiese allora Lauren mordendosi il labbro inferiore, fingendo innocenza e ingenuità smascherate subito dal sopracciglio inarcato che si prendeva gioco della minore.

"No, cioè si, ma-" Provò Camila mentre le guance si tingevano di rosso, imbarazzata da quella insinuazione.

"E allora qual è il problema? - Continuò invece Lauren, evidentemente divertita dalla situazione. - Non ti piaceva?" Chiese ancora, mantenedo il tono falsamente ingenuo.

"Okay Lauren, ho capito che non la smetti finchè non rispondo. - Fece allora Camila con uno sbuffo, alzando poi gli occhi al cielo e riprendendo a parlare con un tono di voce più basso del solito. - "Certo che mi piaceva, non hai nemmeno idea di quanto mi stesse piacendo e so benissimo che volevi solo che io lo ammettessi, quindi adesso possiamo evitare di saltarci addosso a vicenda rischiando di essere scoperte e trovare qualcos'altro da fare?" Chiese, stupendo sè stessa per la sincerità con cui aveva parlato.

"Oh, okay." Rispose semplicemente Lauren, ridendo e alzandosi dal letto per raggiungere l'altra. "Però questo posso ancora farlo, giusto?" Chiese con uno sguardo di sfida misto a dolcezza e desiderio, e prima di aspettare una risposta dall'altra portò una mano dietro il suo collo e l'attirò a sè in un bacio tutt'altro che leggero.

Camila non si lamentò, portando le mani dietro la schiena dell'altra per attirarla ancora più vicino, incapace di frenare l'attrazione e il bisogno che facevano guerra con la sua ragione.

Quando si separarono, entrambe bisognose di ossigeno, rimasero a guardarsi negli occhi per qualche secondo, come se non fossero capaci di fare altrimenti.

'Sei così bella.' Pensava Camila, percorrendo e memorizzando con gli occhi ogni centimetro di quella pelle diafana, delle labbra carnose e arrossate dai morsi che vi aveva lasciato poco fa e da ogni piccolo dettaglio che sperava essere capace di non dimenticare mai.

Lauren dal suo canto sentiva il battito impazzito del suo cuore e osservava con piacere il respiro affannato della ragazza di fronte a lei, accarezzandole il volto con la mano e stupendosi di come entrambe reagissero l'una all'altra, della forza di ciò che sembrava legarle ogni giorno sempre di più, incapaci di fermarla anche se avessero voluto.

E per una volta non ne fu spaventata, perchè sapeva che Camila provava le sue stesse cose, e non sarebbe stata sola a combattere quella piacevole guerra.

-

"Lauren, non resti per cena?" Chiese
Sinuhe, occupata tra fornelli e verdure, vedendo la ragazza avviarsi verso la porta.

"Mi aspettano già a casa, ma grazie comunque dell'invito, sarà per un'altra volta." Rispose Lauren con un sorriso cordiale, voltandosi poi per salutare Camila con un rapido e il più possibile amichevole abbraccio.

La mora chiuse la porta e fece per andare in camera sua, al sicuro da sguardi indiscreti, quando la madre la chiamò dalla cucina.

"Mila, puoi venire un secondo?" Fece questa infatti, sporgendosi oltre la porta per assicurarsi che la figlia non fosse già sparita tra le mura della sua camera.

Camila si immobilizzò sul posto, come se si fosse ghiacciato tutto il sangue che scorreva nelle sue vene; temeva che la madre qualche ora prima avesse visto più di quanto avevano creduto e sperato lei e Lauren.

"Vieni, aiutami a cucinare che io sono in ritardo, puoi affettare questi pomodori?" Le chiese poi, indicando con un cenno la verdura sul lavello, e facendo tirare un sospiro di sollievo alla figlia.

La ragazza occupò tutti i silenzi con racconti più o meno interessanti di quanto succedeva a scuola o semplicemente parlando del libro che stava leggendo al momento per paura che la madre potesse dire qualcosa di sconveniente e finire in argomento 'Lauren'.

"Okay Mija, da qui posso continuare da sola." Disse
Sinuhe, osservando poi con curiosità e divertimento il modo in cui la figlia filò via dalla cucina, così velocemente da sembrare che stesse correndo.

La mora chiuse dietro di sè la porta della sua camera per poi appogiarcisi sopra con la schiena, pensando che mantenere il segreto non era tanto piacevole quando era da sola a farlo.

-

Lauren uscì da casa di Camila stringendosi più forte nella giacca di pelle che aveva addosso, nonostante fosse inverno era piuttosto freddo per gli standard della Florida.

Nel farlo si accorse che riusciva ancora a sentire, su di sè, l'incondondibile profumo di Camila. Sorrise, cercando invano di descrivere quell'odore: un misto di vaniglia e zucchero, dolce ma non al punto da essere nauseante.

Ripensando ai momenti che avevano reso interessante quel pomeriggio, prese il telefono dalla tasca e si accorse di avere un messaggio non letto.
Si chiese chi potesse essere, visto che era stata con Camila tutto il pomeriggio, ma poi vide il nome di 'Vivian' sullo schermo e immaginò subito cosa avrebbe trovato scritto in quel messaggio.

"Stanotte parto e non penso di tornare prima di qualche mese, se vuoi mi trovi al casello autostradale fino alle nove." 
- 19:49, Vivian.


Vide l'orario e rimpianse di aver declinato l'invito della madre di Camila: se avesse letto prima quel messaggio ne avrebbe approfittato per mangiare qualcosa.

Si diresse a passo svelto verso casa, sperando che il padre fosse svenuto nel suo stesso vomito, timorosa di ritrovarsi davanti una scena simile a quella che aveva vissuto quella mattina.

Notò con piacere che la macchina era parcheggiata nel vialetto, così entrò nel modo più silenzioso possibile in casa raccogliendo le chiavi da sotto lo zerbino. 

L'inconfondibile russare di suo padre che dormiva sul divano, la maglia ancora sporca di vomito e una bottiglia d'alcolici in una mano, le diede il benvenuto. 

Prese le chiavi della macchina dal mobile dell'ingresso e uscì dall'abitazione tanto silenziosamente quanto vi era entrata, ringraziando mentalmente il karma per quell'insolita fortuna.

"Sto arrivando."
- 20:29, Lauren.


Ci mise meno di una decina di minuti per raggiungere il punto d'incontro, e una volta arrivata riconobbe subito i capelli rossi fuoco della ragazza.

"Sei venuta alla fine, pensavo non mi rispondessi più." Esordì questa, soffiando una nuvola di fumo dalle labbra e staccandosi dalla macchina a cui era appoggiata per salutare con una pacca sul braccio Lauren.

"Non avevo il telefono a portata di mano, e tu non sei esattamente il meglio in quanto a preavvisi Vì." Rispose la mora, avvicinandosi all'altra e prendendo una sigaretta dal suo pacchetto.

"Che mi racconti?" Chiese la rossa mentre accendeva con il suo accendino la sigaretta stretta tra le labbra di Lauren.

"Solita vita, solita merda." Esordì questa, tenendo per sè il fatto che Camila era l'unica piacevole eccezione a quella regola. "Tu piuttosto, che ci facevi ancora qui?" Chiese poi, cercando di spostare il discorso da sè.

"Rick doveva fare una trattativa qui, ma penso sia andata parecchio male e quindi dobbiamo andare via prima del previsto." Spiegò con un alzata di spalle guardando poi verso l'altro lato della strada, dove un giovane ragazzo dai capelli neri e la pelle scura parlava in modo concitato al telefono, gesticolando e camminando continuamente avanti e indietro.

"Capisco." Rispose Lauren, chiedendosi se l'altra si reputasse davvero così male da accettare un amore del genere, da accettare di essere in costante fuga e di vivere nel pericolo. Lei stessa si riconosceva in alcuni tratti dell'altra, nel folle amore per l'avventura e il rischio, nel modo di affrontare la vita e sopravvivere al meglio, ma all'improvviso si sentiva diversa.

Non era più come qualche anno prima, quando incontrare Vivian era stato come osservare il suo riflesso allo specchio; adesso c'era qualcosa che le separava, un muro invalicabile che sembrava distanziarle, e finalmente aveva capito di cosa si trattava.

Camila l'aveva cambiata. 

Probabilmente in meglio, ma era impossibile non notare il cambiamento che quella ragazza aveva portato sul suo carattere. 

Le aveva dato l'unica cosa in grado di modificarla e di penetrare gli strati di ghiaccio con cui si era circondata: la speranza.

Ed era quello che mancava a Vivian, la prospettiva di un futuro migliore e la forza di credere che ci sia un piano più grande, che non sia troppo tardi.

"Che è successo?" Chiese Vivian, che aveva spostato già da qualche minuto lo sguardo su Lauren e che adesso la stava guardando con più attenzione, come a volerla studiare.

"Che intendi?" Chiese la mora in ritorno, confusa.

"Sei.. strana. E diversa, rispetto all'ultima volta che ti ho visto." Notò la rossa, buttando a terra la sigaretta consumata e calpestandola con la suola della scarpa per spegnerla.

"Non so di cosa stai parlando." Rispose Lauren con una scrollata di spalle, cercando di ostentare indifferenza.

"Non sono così stupida, Lauren." Rispose la ragazza incrociando le braccia davanti al petto, la sua caratteristica aria di sfida negli occhi.

"Mai detto questo, Vivian." Rispose Lauren con lo stesso tono, decisa a non lasciarla vincere all'altra.

"Ti stai vedendo con qualcuno, non è vero?" Chiese ancora la ragazza dopo qualche minuto di silenzio, guardandola dritta negli occhi con un sopracciglio inarcato.

"Vì devi esserti presa qualcosa di pesante questa volta, di che diamine stai parlando?" Fece Lauren sulla difensiva, sospirando poi una nuvoletta di fumo dalle labbra e guardandola con un sopracciglio inarcato.

"Fa come ti pare Lo, ma io non ti credo." - Iniziò, per poi proseguire quando si accorse che l'altra non era intenzionata a rispondere. - "Lo so che te la sai cavare da sola, ma fammi dire solo una cosa: è una brutta bestia, l'amore." Disse, volgendo poi lo sguardo verso il ragazzo che parlava ancora al telefono, evidentemente arrabbiato.

Lauren continuò a pensare a quelle parole anche dopo aver salutato l'amica ed essere tornata a casa, stesa nel letto a guardare il soffitto dopo essere sgattaiolata in camera sua nel più silenzioso dei modi.

La casa era immersa nel più profondo dei silenzi, rotto solo dal respiro pesante del padre e dal rumore della ragazza che continuava a rigirarsi tra le coperte, incapace di trovare pace.

Con un sospiro allungò la mano verso il comodino e prese il telefono, agendo più per istinto che per propria volontà.

"Non so bene per quale motivo ti stia scrivendo a quest'ora di notte, ma non riesco a dormire e non ho molta scelta nella rubrica, senza contare che molto probabilmente starai già dormendo. Quindi non farci caso, quando troverai questi messaggi domani mattina."
- 01:17, Lauren.


"Che in realtà sarebbe questa mattina, visto che è l'una passata."
- 01:18, Lauren. 


La ragazza si girò ancora una volta tra le coperte, chiudendo gli occhi e cercando di rilassarsi abbastanza da poter dormire, quando un ronzio la fece sussultare: non si aspettava una risposta a quei messaggi.

"Dovrei forse sentirmi onorata ad essere la prescelta per questi messaggi notturni? ;)"
- Camila, 01:23


La mora sorrise di fronte all'ironia dell'altra, e non fece in tempo a pensare una risposta prima di sentire un'altro ronzio e di vedere lo schermo del suo telefono illuminarsi un'altra volta.

"E comunque, per quale motivo sei ancora sveglia all'una di notte?" 
-Camila, 01:23. 


Questa volta pensò subito la risposta e digitò velocemente il messaggio, curiosa di scoprire cosa ci faceva l'altra sveglia a quell'ora.

"Potrei farti la stessa domanda, lo sai vero?" 
- Lauren, 01:24.

"Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, Lauren."
- Camila, 01:25.


Lauren digitò la risposta mentre un grande sorriso increspava il suo volto, stupendosi subito dopo dell'effetto che l'altra era capace di farle anche attraverso dei semplici messaggi. Ripensò alle parole di Vivian, e si chiese se la ragazza non avesse effettivamente ragione.

"Come preferisci, comunque non riesco a dormire. Qual è la tua giustificazione invece?"
- Lauren, 01:27.

"Stessa cosa. Ti va di dirmi quali pensieri ti tengono ancora sveglia?"
-Camila, 01:28.


Si fermò a pensare, rileggendo quelle parole e chiedendosi se dovesse essere onesta o meno. Si disse poi che ormai il danno era fatto, ed era stata proprio lei a iniziare quella conversazione, quindi tanto valeva concluderla.

"Niente di importante... Invece penso di sapere cosa ci fai tu ancora sveglia."
- Lauren, 01:31.


Lauren sorrise, mentre ricordi vividi di quel pomeriggio le facevano sembrare improvvisamente troppo pesanti le coperte che la avvolgevano.

"Ah si? E sarebbe?"
- Camila, 01:32.

"Stai pensando a quello che è successo oggi pomeriggio, eh? ;)"
- Lauren, 01:32


Premette il tasto di invio con più fretta del necessariom, sollevando poi le coperte che la coprivano per raffreddare un po' la situazione che sembrava farsi più calda di minuto in minuto.

"Ti piacerebbe, cara. Ma il fatto che hai introdotto tu l'argomento potrebbe farmi sospettare che non sia io quella che ci sta pensando.. ;)"
- Camila, 01:34.


Lauren si prese qualche momento prima di rispondere, ammettendo a sè stessa che il pensiero di quanto era successo solo qualche ora prima era ancora piuttosto vivido nella sua mente.

"Chi può dirlo.. In ogni caso, non mi sembrava che ti stesse dispiacendo troppo oggi pomeriggio." 
- Lauren, 01:37


Lauren sentì una scossa di brividi percorrere il suo corpo al solo pensiero delle reazioni che era stata capace di provocare nell'altra, del suo respiro affannoso e del modo in cui si era inarcata sotto di lei, come a chiederle ancora di più.

Non era mai stata così tanto vicina a qualcuno non solo emotivamente ma anche fisicamente, e nonostante avesse baciato ragazzi in precedenza, non aveva mai provato nulla del genere.

Il solo vedere l'altra così tanto in balia del suo controllo l'aveva fatta sentire potente e allo stesso tempo vulnerabile, tradita da quanto quella situazione l'avesse resa bisognosa di  altro.

"Mai detto questo.. ;)"
- Camila, 01:38


Quel messaggio fu la classica goccia che fa traboccare il vaso, e Lauren sentì un improvviso calore accentrarsi nel suo basso ventre. Prese un profondo respiro, cercando di calmarsi e di non pensare a cosa sarebbe potuto accadere se la madre di Camila non le avesse interrotte quel pomeriggio.

E soprattutto, cercava di non pensare alla domanda che si era insinuata nei suoi pensieri da quando aveva lasciato la casa dell'altra: sarebbe stata pronta per continuare?

 Non aveva mai davvero valutato con importanza il rapporto fisico, ma allo stesso tempo sapeva che con Camila non sarebbe mai potuto essere semplice piacere.

Decise di rimandare quei pensieri ad un'orario più consono, digitando una veloce risposta e posando poi il telefono sul comodino, decisa a non toccarlo più e ad addormentarsi una volta per tutte.

"Buono a sapersi, allora.. Adesso direi che è il caso di andare a dormire, grazie per la compagnia."
- Lauren, 01:41


Nonostante il suo buono proposito, Lauren si ritrovò a voltarsi e prendere subito il telefono quando sentì il familiare ronzio interrompere il silenzio della notte.

"Buonanotte, Lauren <3"
- Camila, 01:42


Rimase a leggere quelle parole per qualche secondo in più del necessario, per poi voltarsi e chiudere finalmente gli occhi mentre un piccolo sorriso le ornava il volto stanco.



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Ebbene si, dopo la pasqua ho deciso di resuscitare anche io.
So che lo faccio sempre, ma vi prego di scusarmi per il ritardo (sempre se esiste ancora qualcuno che segue questa FF), ma purtroppo la scuola mi impegna tantissimo e tengo troppo a questa storia per accontentarmi di scriverla in fretta, per questo preferisco prendermi del tempo in più per renderla al meglio possibile.
Questo capitolo è leggermente più lungo del solito, quindi spero di essermi fatta un minimo perdonare per la lunga attesa.
Grazie per seguirmi sempre, al prossimo capitolo (sperando di riuscire a postarlo il prima possibile.)
- Laura.


   
 
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