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Autore: A n o n y m o u s Rei    19/04/2015    3 recensioni
"Muore su un marciapiede di martedì, in linea teorica e molto pratica pensa che sia proprio una settimana di merda."
[temporarilyhuman!Derek; Derek/Stiles in pre-slash anche se di pre c'ha davvero poco; Derek Hale; Stiles Stilinski;Lydia Martin; Scott McCall; Cora Hale; Peter Hale; Jackson Witthermore; Isaac Lahey; Malia Tate; Melissa McCalle; Sceriffo Stilinski; hurt; agnst; sad; hint!Jydia; hint!Cora/Isaac; Claudia Stilinski-Hale]
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La dedico a Gi che si è sorbita l'anteprima di questa cosa;
a Eleonora che ha accettato il matching tatoo e 
alla Gen che ha deciso di sbattermi in piscina tutta l'estate.

 

When home becomes a strange place.

 
Derek si lascia cadere all’indietro e nemmeno prova a protestare o a salvarsi la pelle.
Muore su un marciapiede di martedì  in linea teorica e molto pratica pensa che sia proprio una settimana di merda.

I suoi ultimi pensieri vanno al branco, e spera che Scott diventi bravo la metà di quanto lo erano Laura o sua madre o rischia di dover  tornare indietro solo per prenderlo a calci in culo, poi pensa a sua sorella e mentalmente si scusa con Cora per averla lasciata sola con Peter, che alla fine suo zio non è così cattivo o psicopatico come tutti pensano, ha solo bisogno d’amore.

Sorride e prova a ricordare i tratti del volto di sua madre e poi si da dello stupido perché sta per vederla.

Quando le forze lo stanno per abbandonare del tutto dedica un ultimo pensiero a Stiles che è dall’altra parte del paese e tra qualche ora lo chiamerà per sapere se è tutto okay, come tutti i giorni della settimana.

Non gli risponderà ma va bene  così, ché lui è al sicuro e Derek  può anche lasciarsi tutto alle spalle.

(Inconsciamente spera di portarsi via il marcio di cui è fatta Beacon Hills, illudendosi che dopo andrà meglio.)

Lo trova Lydia in mezzo alla strada, sono solo le cinque del mattino e tutto sembra continuare a scorrere normalmente, come se nessuno percepisse che qualcosa è cambiato.

Se lo prende tra le braccia, lo culla come se fosse un bambino e gli dice che Stiles si incazzerà parecchio quando scoprirà che è morto, che sono così stupidi a non aver capito che si amavano e che nessuno potrà mai prendere il suo posto nel cuore del  ragazzo.

Lo culla finchè non si accorge che il corpo è troppo freddo e che di Derek non rimane che un involucro di carne e ossa.

La prima volta che cerca di chiamare Scott il cellulare le scivola di mano e sbatte contro il braccio del ragazzo e Lydia si scusa con lui perché vorrebbe essere meno imbranata e gli sussurra che se ci fosse Stiles lo avrebbe già riempito di botte. Ancora una volta Derek non da segno di aver sentito o
percepito qualcosa.

Alla fine è Scott che la richiama e ha la voce di uno che è stato brutalmente buttato giù dal letto e sta fissando un punto non ben definito sul muro per cercare di capire perché lo abbia svegliato.

“Lyds che succede?”

È morto” dice soltanto, con la voce fredda e distaccata di chi non sta provando niente quando, al contrario, sta ancora cullando il corpo di Derek come una mamma premurosa con  il proprio bambino.

 “Non sono in vena di scherzi, Lydia.”

“Come se potessi mai scherzare sulla morte di Derek.”

Poi cala il silenzio.

“Non dirlo a Stiles.”

“Come se potessi, McCall.”
 


Tutto quello che succede nelle ore successive è un susseguirsi di chiamate, biglietti aerei prenotati di corsa e Peter che distrugge il loft, piange e giura di odiare suo nipote per tutta la vita.

Nessuno si sente di dirgli che non è questo che crede davvero.

Malia ne rimane totalmente indifferente, Cora e Isaac piangono abbracciati, Scott cerca di metabolizzare la cosa prendendo a pugni e rompendo quel poco che è rimasto nell’appartamento, Jackson tiene stretto a se Lydia e non le permette di allontanarsi nemmeno per un attimo.

Il corpo di Derek è sul lettino del ambulatorio di Deaton e nessuno ha ancora avvertito Stiles.

Lo Sceriffo e Melissa arrivano solo quando Scott si prende la briga di chiamarli e non sanno cosa sia più doloroso.

Il fatto che lo Sceriffo abbia capito perché Stiles non è lì o  Melissa che si guarda intorno cercando Derek.
Derek che era diventato un figlio per lei, che si preoccupava di tenere d’occhio Scott e l’aiutava con la spesa quando aveva troppe borse o quando semplicemente riportava a casa tutti sani e salvi e si premurava di farle sapere, lei prima di tutte, che erano  vivi.

Nessuno dice nulla e lasciano che il tempo curi le ferite come ha sempre fatto.

Come se il tempo potesse curare anche quella e rendere Derek più vivo e la sua bara più lontana.
 



Il telefono del loft suona alle quindici e cinquanta minuti, sono tutti ancora fermi a piangere e quando Peter si avvicina per rispondere non pensa a chi
possa essere.

“Ehi ragazzone perché non hai risposto al telefono stamattina?”

Stiles ricompare, preciso come un orologio svizzero, nella vita di suo nipote senza che nessuno lo abbia interpellato o gli abbia chiesto niente.
Chiama, si preoccupa, lo ama eppure non glielo ha mai detto. È sempre stato così. Derek provava le stesse cose.
 
Nella stanza tutti hanno il fiato sospeso.

“Stiles, Derek non è a casa adesso” vorrebbe dirgli che non ci tornerà più, a casa, e che è solo un bastardo che li ha lasciati senza un minimo preavviso e ora vuole indietro suo nipote per prenderlo a pugni e abbracciarlo, spronarlo ad amare e lasciarsi amare.

“Oh, ciao Peter. Uhm, sai quando torna? Ho provato a chiamarlo al cellulare ma non risponde e sai, per quanto sia strano, lui risponde sempre. Quindi potrei, uhm, essere un po’ preoccupato? Ma solo un po’, perché infondo è Derek e potrebbe morire da un momento all’altro e sarei comunque l’ultimo a saperlo perché quel ragazzo è così idiota che non posso che am..”

Peter vorrebbe ridere della battuta, del fatto che Stiles sappia che sarebbe l’ultimo ad essere avvisato nel caso Derek morisse ma la loro intenzione è di non dirgli proprio che è morto ma farla sembrare una fuga da codardo.

Verso non si sa dove.

Ma vivo, cazzo.

“Peter. Cosa mi state nascondendo?” se fosse una situazione diversa ora gli batterebbe le mani e gli direbbe che può pure tornare a studiare la sua inutile roba all’MIT e cercarsi un’inutile lavoro lontano da loro perché non è parte del branco e che forse è ora che se lo metta bene in testa perché probabilmente tutte le botte che ha preso non gliel’hanno ancora fatto capire.

“Passamelo.”

“Non posso.”

“Cosa vuol dire che non puoi?”

“Non posso Stiles, non posso passartelo” il respiro dall’altra parte del telefono si fa sempre più pensante e sa, tutti li dentro lo sanno, che Stiles ha capito e sta per avere un attacco di panico.

Fanculo, pensa mentre cerca le parole giuste per tranquillizzarlo, nemmeno doveva sapere che Derek è morto.

“Sappi che se è uno scherzo mi dovrete rimborsare i soldi del biglietto.”

Poi gli attacca il telefono in faccia.



 
Le ore che vengono dopo, a dire la verità nessuno sa quante siano, rimangono tutti dentro il loft.

Lydia ancora attaccata alla felpa di Jackson, Cora che pianta le unghie nel petto di Isaac e lo prega di dirgli che suo fratello entrerà da quella porta tra poco, Scott che guarda fuori dalla finestra, Peter con il telefono in mano e Melissa seduta sul tappeto, al centro della sala.
 

 
 
Stiles arriva il giorno dopo, con un borsone in mano e la faccia incazzata di chi vuole prendere a pugni il mondo.

Quando apre il loft lo trova vuoto, desolato e il tappeto è pieno di piume, pezzi di vetro e alcuni frammenti sono sporchi di sangue.

“Derek..?”

Il vuoto pervade l’ambiente e i suoi passi sono l’unica cosa che risuona tra quelle mura.

Quando entra nella camera da letto nota che è l’unica che si è salvata dalla furia omicida di qualcuno, non sa ancora ben definire chi.

Su un comodino trova l’ultima cosa che pensava di vedere lì dentro.

Mesi prima che partisse per l’MTI erano andati a fare una gita e avevano fatto una foto, con il sole  negli occhi e le spalle attaccate mentre si sorridono e si guardavano, ignorando la telecamera.

Gli si stringe il cuore e impreca mentalmente perché quello stupido tiene una foto di loro sul comodino e l’unica cosa che vuole fare ora è trovarlo e riempirlo di baci.

Sobbalza appena quando qualcuno gli tocca la spalla.

“Ehi, alla fine sei arrivato”

Lydia ha le occhiaie talmente profonde e sembra aver perso dieci anni di vita eppure l’ha vista tre giorni prima su Skype mentre discutevano del più e del meno, di come andavano i corsi e di come stesse andando con Jackson.

“Mi dispiace” e poi lo stringe a se.

Non sa bene quando inizia a piangere perché ha capito cos’è successo ma nessuno glielo ha ancora detto in modo chiaro e questo lo fa restare attaccato all’illusione ancora per un po’.

Alla fine rimane lì, da solo, tra le coperte che sanno di Derek e la loro foto appoggiata sul comodino.
 
 
Il funerale si tiene due giorni dopo, Stiles ha passato le ultime ventiquattro ore a piangere e non ha voluto vedere nessuno.

Non ha parlato con nessuno se non tramite i postit che lascia attaccati per tutto il loft, a volte sono semplice parole, altre discorsi che occupano una marea di spazio e sembrano un promemoria per quando Derek tornerà e dovrà recuperare tutto quello che si è perso.

La frase più ricorrente è una variante di ti amo, mi manchi, torna.
 
Il primo a prendere parola, durante la cerimonia, è Peter che racconta aneddoti buffi di uno cosetto con in capelli sempre spettinati e un’adorabile broncio, poi parla di un ragazzo che ha perso tutto e di uomo che ha cercato di tenere qualcosa insieme.

Nessuno da peso al fatto che non abbia staccato gli occhi da Stiles nel momento in cui ha iniziato a parlare di quello che Derek è stato negli ultimi anni.

Poi parla Cora, Stiles nemmeno l’ascolta perché sta cercando di non piangere o pensare che tra un po’ sarà il suo turno e gli toccherà dire cose che non vorrebbe.

Si fa avanti , traballa e inciampa nei suoi stessi piedi, le lacrime che rigano il viso e Stiles lo può immaginare, Derek, appoggiato ad un albero che scuote la testa e lo guarda con quel mezzo sorriso accennato come dirgli che ce la può fare, che è forte abbastanza per parlare e mostrare cosa pensa, che lui conta e che gli dispiace ma doveva andare così.

“Ciao Derek, probabilmente dovrei tenere questo discorso alle persone che si trovano davanti a me. Ma sai che ho questa strana cosa di non fissare mai l’interlocutore finchè non sono sicuro di quello che dico e, al momento, l’unica persona con cui vorrei parlare non è qui quindi.. continuo a guardare da un’altra parte.

Sei uno stronzo. Avevi promesso che mi saresti venuto a trovare all’MIT appena avessi finito la sessione autunnale di esami e mi avresti fatto
conoscere il branco della decima strada e poi avremo fatto qualcosa.

Ora tutto quello che farò appena finiti gli esami sarà salire sul primo aereo e sedermi davanti alla tua tomba per parlare di qualcosa, qualsiasi cosa, e sarai costretto ad ascoltarmi, bastardo.

Non dovevi lasciarmi, lasciarci.. non ne hai mai avuto il diritto.

Ma noi.. noi.. dio Derek, ti ho amato per talmente tanto che mi sembrava superfluo dirtelo perché ho sempre dato per scontato che lo sapessi già e anche se non ci baciavamo e non avevamo quei momenti da coppietta sei stato il miglior qualcosa che mai avrò.

E poco importa se il tempo non ci ha lasciato sperimentare. Da qualche parte siamo invecchiati insieme, da qualche parte continuiamo ad amarci e a
ridere
.”


 
 
 Ed è buffo, cazzo, Derek sta ridendo mentre sfiora con le nocche il volto di Stiles e gli sussurra che lo ama.
Lo fa perché è giusto che abbia un ultimo saluto che sappia che lo aspetta e lo farà sempre.

Poi gli volta le spalle, prende per mano Claudia, quella che sarebbe stata la loro bambina se avessero avuto abbastanza tempo, e si incammina verso la luce.

“Papà arriverà presto, amore” le sussurra mentre la prende in braccio e lascia dietro di se tutto quello che a vissuto ma non Stiles, Stiles lo porterà sempre con se.
 

 









Angolo autrice.
Uhm, sono due mesi che non pubblico. Wow.
A dire la verità tra una cosa e l'altra, scuola, voti, stage, vacanze non previste, maratone, cibo, mi è tutto scivolato un pò di mano e dopo aver scartato sette plot, qualcosa come venti pagine di storie che aspettano di essere finite, in sei fandom differenti, stamattina è arrivata l'illuminazione.
Da non ricordo nemmeno quale canzone, sto invecchiando,
quindi, ora mi ritiro a piangere perchè marito era nella mascotte a vedere l'altro giorcare, Larry mi uccidete, e torno anche da quegli sciagurati dei Wincest.
Adiu. 
 
 
 
 
  
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