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Autore: Ashbear    19/04/2015    0 recensioni
Era in battaglia perpetua, una guerra senza fine, contro un nemico che respirava dannazione eterna - peccato eterno.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy X e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro. Nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

Premessa dell'autrice: ho trovato questa storia pulendo vecchi file. È l'unica cosa che ho mai cercato di scrivere su FFX, e presto saprete perché. ;)

IMMOVABLE
scritta da Ashbear, tradotta da Alessia Heartilly

Il loro squadrone era diretto al Monte Gagazet. La guarnigione marciò lungo il terreno accidentato, irregolare e distrutto. Cercò di avere un equilibrio più stabile mentre la terra gli si sbriciolava sotto i piedi. La guerra non veniva mai combattuta intorno alle comodità. Le razioni si stavano esaurendo, e le provviste erano state risucchiate dalla distruzione di Kilika. Metà degli uomini soffriva severamente di malnutrizione - l'altra metà era stanca e spezzata. Era una battaglia perpetua, una guerra senza fine, contro un nemico che respirava eterna dannazione - eterno Sin.

Per i peccati di chi stava combattendo?

Lui non faceva parte di questa guerra - questa guerra era loro, non sua. Era stato arruolato come Cavaliere comunque. Ora era diventato il suo dovere. Un dovere che avrebbe volentieri messo da parte per rivedere la sua famiglia. Ora se ne erano andati, e il dovere era tutto ciò che gli rimaneva.

Era avanzati nelle ultime notti, tenendo un basso profilo di giorno, usando la cautela del buio come copertura. Ora era in piedi alla riva del fiume. Era freddo e coperto di ghiaccio, ma con determinazione strisciante, si faceva strada lungo il fianco della montagna.

Non gli piaceva l'acqua; ne aveva paura sin dall'infanzia. La corrente una volta lo aveva trascinato via. Suo fratello e sua sorella non ne sapevano molto; nessuno dei due capiva i pericoli dell'acqua. Era solo una bellissima entità che si muoveva, per loro. Ma sua madre era lì a guardarli. Aveva visto tutto con i propri occhi, dall'argine. Lo aveva salvato, allora, ma chi lo avrebbe salvato adesso?

Mentre i piedi affondavano nel pantano, la sua mente poteva sentire la corrente al di sotto trascinarla via. Poteva sentire l'acqua artica corrergli contro il corpo. Poteva sentirsi boccheggiare per quell'ultimo respiro mentre il liquido amaro gli pungeva i polmoni. Per un momento, pensò che le sue gambe stessero per cedere. Era un incubo che non poteva rivivere.

Non lo avrebbe fatto; non avrebbe attraversato quel dannato fiume.

Il Capitano si stava avvicinando, e lui capì le conseguenze del disobbedire agli ordini. L'uomo gridò, ma il Cavaliere non si smosse dalle sue ragioni. Anche il dovere aveva i suoi limiti, o forse lui non era il Cavaliere che loro avevano voluto credere che fosse.

Era solo un altro soldato anonimo per il suo superiore. Ma andava bene così, il Capitano era un altro soldato anonimo per il Cavaliere. Sapeva cosa sarebbe successo, ma non si sarebbe dato per vinto.

Non avrebbe attraversato quel dannato fiume.

La lama della spada luccicò luminosa al sole. Ci volle solo un secondo, ma alla fine, avrebbe aiutato il suo plotone, in un modo o nell'altro.

"Dannato uccello," disse il Capitano senza rimorso guardando l'uccello caduto. "Stasera si mangia Chocobo."

*****
Nota della traduttrice: come sempre, ogni commento sarà tradotto e inviato all'autrice, così come ogni sua eventuale risposta sarà riportata come risposta alla recensione (nei siti che lo permettono) o comunque sul mio blog.
Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! Alessia Heartilly

   
 
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