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Autore: Cai7lyn_ef    19/04/2015    5 recensioni
[Storia scritta per la Notte Bianca #5 della FB page No ma Free lo guardo per la trama, eh]
Dal testo:
"Nagisa gli aveva insegnato a guardare il mondo da un’altra prospettiva, ad essere felice di ogni attimo di luce e ad apprezzare tutte le sensazioni che la realtà aveva da offrire"
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Storia scritta per la Notte Bianca #5 della pagina Facebook No ma Free lo guardo per la trama, eh. Il Prompt scelto è questo: Rei diventa gradualmente cieco. Nagisa gli rimane accanto.]



Stava accadendo tutto troppo in fretta.
Il tempo di catalogare i visi, i colori, le forme gli mancava e le mille sfumature del mondo gli sfuggivano tra le dita senza che lui potesse fermarle.
Quando il medico aveva pronunciato la diagnosi il meccanismo perfetto che era la mente di Ryugazaki Rei si era arrestato…

Black out totale.

Tutti quei paroloni tecnici snocciolati in seguito, con fredda professionalità, erano arrivati alle sue orecchie come una litania senza senso.
Aveva un’unica certezza: qualche mese e avrebbe smesso di vedere.

Da quel momento si era chiuso a riccio, non voleva che gli altri soffrissero a causa sua. Aveva saltato un’intera settimana di scuola, cosa veramente insolita per uno studente diligente come lui, ed era rimasto a casa, immobile per ore sul proprio letto, lo sguardo fisso al soffitto a riflettere: come l’avrebbe spiegato ai compagni del club di nuoto? Agli amici della Samezuka? A Nagisa-kun?

Semplicemente non l’avrebbe fatto. Non poteva. Non ci riusciva.

Non erano trascorsi nemmeno un paio di giorni che era iniziato l’assalto: i primi a presentarsi erano stati i ragazzi dell’Iwatobi, preoccupati, ma in qualche modo sua madre era riuscita a rassicurarli e a mandarli a casa.

Rei non aveva ancora la forza di raccontar loro la verità…

Il secondo ad arrivare era stato Rin: Makoto gli aveva raccontato che Rei non stava bene da un po’ e per questo aveva deciso di andarlo a trovare. Ancora una bugia per farlo stare tranquillo.

… ma non sarebbe stato in grado di nasconderla a lungo.

Quando si presentarono tutti assieme, Rei non era riuscito più a resistere: era sceso a salutarli, aveva sorriso, e con una tranquillità che non provava aveva vuotato il sacco.
E i suoi amici l’avevano abbracciato, con una semplicità disarmante; aveva pianto Rei per la prima volta da quel maledetto giorno in cui il suo destino era stato deciso.
I suoi compagni lo sostenevano, e per un attimo gli sembrò che con il loro aiuto avrebbe potuto superare anche la difficoltà di quella maledetta malattia.

Era ripiombato nell’abisso quando la vista aveva incominciato seriamente a calare. Li aveva allontanati di nuovo. Haruka e Makoto avevano deciso di lasciargli il tempo per metabolizzare la cosa, Rin si era presentato sotto la sua finestra urlandogli che non poteva arrendersi così, proseguendo con una serie di imprecazioni. Solo Nagisa non si era arreso.

Un pomeriggio si era presentato a casa sua. Era salito su per le scale e aveva bussato leggermente alla sua porta, entrando senza aspettare la risposta di Rei. Si era seduto sul letto e l’aveva guardato fisso negli occhi.
“Ciao Rei-chan, guarda cosa ti ho portato?”
Tirò fuori dalla borsetta che aveva al suo fianco la scatola di una pasticceria e l’aprì mostrando trionfante due enormi fette di una torta con le fragole.
“Hai visto che belle fragole? Uh, ti ho anche portato gli appunti di oggi. Dovevi andare dall’oculista per un controllo no? Che ti ha detto? Uhm…  questa torta ha un aspetto troppo delizioso, che ne dici di mangiarla subito assieme? Eh, Rei-chan?”
L’esuberanza di quel ragazzo riusciva a spiazzarlo ogni volta e Rei sorrise.
“Certo Nagisa-kun, la torta è magnifica. Direi che è ora di mangiarla!”
E in quel momento il suo mondo aveva ripreso a girare.

I mesi passavano, le lenti degli occhiali erano sempre più spesse, la sua vista ogni momento più debole. Il giorno del proprio compleanno si era fatto convincere dalle continue preghiere di Nagisa ad andare al mare.
Avevano passeggiato a braccetto lungo il bagnasciuga e nonostante il freddo avevano steso una coperta sulla sabbia, godendosi l’aria pregna di salsedine che sferzava loro il viso.
“Guarda Rei-chan, una barca a vela!”
L’amico aveva indicato un punto al largo, ma Rei non riusciva a metterlo a fuoco. Stringeva gli occhi inutilmente, ma l’imbarcazione non si faceva vedere e la sua pazienza stava raggiungendo il limite. Sentì la mano di Nagisa stringersi con gentilezza attorno alla sua e quelle dita piccole riuscirono a calmarlo in pochi istanti.
“Facciamo quel gioco Rei?”
Sapeva bene di cosa parlava il biondino perciò chiuse gli occhi.
“Cosa senti?”
Rei inspirò a fondo.
“Sale. Quello è l’odore predominante. Però c’è anche una nota dolce, direi… Cioccolato… dovrebbe venire dal chioschetto qui dietro.”
“Waaaaaaaa… Rei-chan, sei fantastico!!! Direi che ora potremmo andare a berci una cioccolata, ti va?”
Rei annuì con un mezzo sorriso. In tutto quel tempo Nagisa gli aveva insegnato a guardare il mondo da un’altra prospettiva, ad essere felice di ogni attimo di luce e ad apprezzare tutte le sensazioni che la realtà aveva da offrire. Si alzarono dirigendosi al chioschetto.
 
Alla fine il buio che lo terrorizzava l’aveva raggiunto. Rei se lo aspettava, ma non era ugualmente pronto. Sdraiato a pancia in su guardava la mano che, la percepiva, era stesa davanti ai suoi occhi senza che lui potesse vederla. Sentì Nagisa entrare nella stanza, aveva imparato a riconoscere il suo passo, e gli disse semplicemente due parole:
“È arrivato”
Il biondo si avvicinò a Rei e si stese al suo fianco posando la mano su quella dell’altro. Aveva capito.
“Lo sapevamo Rei-chan, eravamo pronti”
Rei intrecciò le proprie dita con quelle calde di Nagisa; quel calore, quella voce, erano diventati i perni della sua nuova vita.
Nagisa si girò verso di lui, abbracciandolo da dietro:
“Senti Rei-chan, gli altri sono qui sotto. Non ne possono più. Vogliono vederti, sapere come va… so che hai paura, ma sono nostri amici e ti vogliono bene. Ti va di incontrarli?”
Il ragazzo ruotò tra le braccia dell’altro così da averlo di fronte. Sapeva bene come voleva ricominciare a vivere; posò un bacio leggerissimo sulle labbra di Nagisa.
“Andiamo, Nagisa-kun. Se sei con me, l’oscurità fa meno paura”.
 

L'angolino di Caitlyn_
Buonasera a tutti :) Dopo ben una settimana da quando l'ho scritta mi sono convinta a pubblicare questa piccola ff. Ringrazio ancora chi ha proposto il promp: nonostante sia un tema che mi fa sprofondare nelle mie solite valli di tristezza ho amato scrivere di Rei e Nagisa che, personalmente, adoro.
Spero che questa storia vi possa piacere e ringrazio in anticipo chi la leggerà e magari recensirà per farmi sapere cosa ne pensa :D
Con ciò vi saluto e abbraccio <3
Caitlyn_
 
   
 
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