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Autore: blackings    20/04/2015    0 recensioni
Quinto capitolo della serie "Salvare se stessi o salvare quello che sembriamo?"
Erano ore che si concentravano solo su quell’incantesimo, e il giovane si chiedeva ancora come mai Piton (o chi per lui) fosse così ostinato a farlo concentrare tanto su di esso: i Malfoy erano una famiglia di legilimens, si sapeva, era un dono innato che non aveva bisogno di un grande allenamento per diventare invincibile. E allora, perché spingere il suo ai limiti dell’impossibile? Perché costringerlo a superare se stesso? Cosa stava macchinando la mente contorta di Voldemort, come muoveva i fili di Piton?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Salvare se stessi o salvare quello che sembriamo?'
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“Su, forza, sfaticato, mettici un briciolo d’impegno! Vuoi passare la notte sulla torre?”
“Vi prego, basta, professore.. Non ce la faccio più”
“E invece ce la farai, Draco, ce la farai per non essere distrutto! Di nuovo! Legilimens!”
Draco chiuse la sua mente a quella del professore, ma la sua magia era troppo forte, non poteva essere contrastata o per lo meno non a lungo, le sue barriere avrebbero ceduto se non avesse fatto qualcosa.
Erano ore che si concentravano solo su quell’incantesimo, e il giovane si chiedeva ancora come mai Piton (o chi per lui) fosse così ostinato a farlo concentrare tanto su di esso: i Malfoy erano una famiglia di legilimens, si sapeva, era un dono innato che non aveva bisogno di un grande allenamento per diventare invincibile. E allora, perché spingere il suo ai limiti dell’impossibile? Perché costringerlo a superare se stesso? Cosa stava macchinando la mente contorta di Voldemort, come muoveva i fili di Piton?
La mente di Draco venne violata dopo dieci minuti di strenua resistenza: il ragazzo esplose in un urlo di dolore, e lo stesso Piton venne atterrato dalla forza del suo figlioccio. Nonostante la spossatezza iniziale, il professore cominciò a scandagliare l’anima del giovane, violando porte rimaste chiuse per anni anche ai suoi stessi genitori, che pur l’avevano forzato più volte. Dopo anni di invasioni illegittime, la mente di Draco si mostrava come violentata, stuprata, privata delle gioie infantili. L’unica stanza appena più luminosa era vuota, e ospitava una rosa rossa, da poco appassita, ma ancora splendente di una fulgida bellezza antica. Ancora pochi attimi, e il contatto si interruppe.
“Basta, vi prego” supplicò ancora una volta Draco, accasciato sfinito su una poltrona.
“Facciamo una pausa” acconsentì Piton, appoggiandosi allo schienale della seduta.
“Era Hermione?” gli sussurrò a un orecchio.
“Era Hermione.”
 
“Scusate, sapete dove posso trovare una passaporta?”
“Le hanno chiuse tutte, non ne è rimasta nemmeno una in tutta l’Inghilterra”
“Sapete dove posso trovare una scopa, allora?”
“Ah, carina, quelle le vendo io, ma non penso tu abbia i soldi per pagarla”
“Vi prego, ve la restituirò in pochi giorni! Ho un tremendo bisogno di arrivare a Hogwarts!”
“Niente da fare, tesoro, l’unica cosa che posso offrirti come mezzo è un pugno di Metropolvere dal mio caminetto”
“Non li controllano tutti?”
“Hai qualcosa da nascondere?”
“No… no, niente”
Non aveva niente da nascondere, era solo la migliore amica di Harry Potter, che poteva succederle? Diamine, Hermione, smettila di scherzare: ti farai venire in mente un piano se necessario. Affronta i problemi quando si presentano!
“Accetto, grazie”
 
“Che diamine è successo, Lucius?”
“Il Lord ha affidato Draco a Severus”
“Cheeeee?”
“Credo che sospetti qualcosa, Cissy”
“Da chi dovrebbe sospettare? Da me? Sei tu che mostri i tuoi sentimenti ostili verso il ragazzo da diciassette anni, Lucius! Diciassette lunghissimi anni!”
“Lo so, ok? Non tutti abbiamo un cuore di ghiaccio come te!”
“Per fortuna il mio cuore di ghiaccio mi permette di rimanere lucida e di non vaneggiare come fai tu! Andrò io, da Draco: tu non farti trovare. Se il Signore Oscuro ti vedesse ancora in giro, prenderebbe seri provvedimenti.”
La porta della stanza di Draco si aprì lasciando libero accesso a un timido soffio d’aria ambasciatore del profumo della madre. Narcissa Malfoy apparve sulla soglia in tutta la sua gelida bellezza, i capelli chiarissimi ordinatamente raccolti dietro la nuca.
“Madre…” sussurrò Draco quando la vide entrare e farsi largo nella penombra.
“Draco, figliolo”
“Cosa fate? Non dovreste stare qui: se il Signore Oscuro vi vedesse…”
“Il Signor Oscuro ha bandito tuo padre, ma non può allontanare una madre da suo figlio”
La donna si sedette sul bordo del letto stringendo il ragazzo al seno come faceva quand’era bambino e accarezzandogli la chioma bionda. Un gemito del ragazzo la costrinse a farlo sollevare, e fu allora che notò le ferite causate dalla maledizione cruciatus sul suo petto.
“Oh, Draco!” esclamò apprensiva.
“Non è niente, state tranquilla” rispose il giovane tirando il lenzuolo nero fin su le fasciature, in un ingiustificato slancio di pudore nei confronti della madre.
“Ah, lascia fare a me” si prodigò Narcissa estraendo una fiala da sotto il mantello e cominciando a sbendare il petto del figlio. Quando le piaghe furono scoperte, cominciò a ungerle col liquido verdastro secreto dalla boccetta, che esalò un forte profumo di menta e eucalipto. Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo e per la prima volta dopo giorni rilassò l’addome, che era sempre rimasto contratto per il dolore. Appoggiò la testa al cuscino, sorridendo debolmente per la prima volta dopo mesi.
“Grazie, madre”
“Questo e altro per mio figlio. Ma dimmi di te: che stai facendo con Severus?”
“Mi ha fatto esercitare con il legilimens”
“Riesci a contrastarlo?”
“Finora fino a dieci minuti”
“Devi migliorare, Draco: il legilimens è un dono di famiglia, non vorrai essere l’unico a non saperlo sfruttare”
“S-sì, madre, vi prometto che porterò alto questo dono della famiglia Malfoy” disse Draco sottomesso, rabbuiendo lo sguardo “Non vi deluderò”
“Oh, caro, lo so che non lo farai”
La donna si alzò e gli baciò la fronte, poi uscì dalla stanza lasciandosi dietro un profumo di eucalipto, menta e veleno. 
   
 
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