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Autore: Hypnotic Poison    26/12/2008    9 recensioni
Raccolta di 22 one-shot ispirate da altrettante domande che ho letto su una maglietta. Pairing vario. Le fic non hanno collegamenti tra di loro.
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Chad Danforth/Taylor McKessie, Gabriella Montez/Troy Bolton
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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What is love

What is love?

 

 

 

Gabriella fissò lo schermo del suo computer, su cui spiccava una pagina bianca tranne che per il titolo del compito che doveva svolgere per la sua professoressa d’Inglese.

 

Tamburellò con le dita contro la sua guancia, pensando furiosamente a cosa scrivere.

 

-Cos’è l’amore,- rilesse mentalmente per l’ennesima volta –Scrivi un tema su cosa è per te l’amore. Facile a dirsi. Che provi a scriverlo lei!-

 

Sbuffò e si mise le mani tra i capelli. Aveva sempre pensato che fosse la Darbus quella strana. Ora invece aveva la conferma che anche la Swinton lo era.

 

Si alzò ed accese lo stereo, magari la musica l’avrebbe aiutata a buttare giù quella misera scaletta.

 

Purtroppo, la sua stazione preferita stava trasmettendo un pezzo rap, e lei la spense con rabbia.

 

Era incredibile. Gabriella Montez non aveva mai problemi con i compiti!

 

Disperata, si distese sul letto, prendendo il cellulare e premendo il tasto di chiamata rapida uno.

 

Attese ad occhi chiusi, uno, due, tre, quattro squilli, finchè finalmente al quinto la chiamata fu accettata: “Pronto?

 

Lei sospirò: “Ciao. Ti disturbo?”

 

“No, affatto. Sono appena tornato dagli allenamenti. Tutto a posto, piccola?”

 

“Sì. Cioè, no.”

 

La voce di Troy Bolton, capitano della squadra di basket nonché suo ragazzo da ben tre mesi, si fece preoccupata: “Gabby, non capisco. Stai male, è successo qualcosa?”

 

Gabriella si mise a sedere sul letto: “No, no, io sto benissimo. È solo… ho problema di scuola.

 

Ci fu silenzio per qualche istante: “Tu? Cioè, voglio dire, vai benissimo in qualsiasi materia, com’è possibile che tu abbia un problema?”

 

La ragazza si mise a ricalcare i disegni della sua coperta con un dito, imbarazzata: “Hai presente il compito della Swinton? Ecco, non riesco a farlo. Non so cosa scrivere, cavolo!”

 

Troy ridacchiò: “Ti farebbe sentire meglio sapere che io l’ho già fatto?”

 

La mora sgranò gli occhi: “Davvero? Cos’hai scritto?”

 

Lo saprai domani, piccola. Mistero. Ora vado a farmi una doccia. Ti chiamo dopo, okay?”

 

E prima che lei potesse ribattere, chiuse la comunicazione.

 

Lei si accigliò. Cosa diavolo aveva scritto Troy in quel compito da non poterglielo nemmeno dire?

 

 

###

 

 

Troy sorrise, appoggiando il cellulare sul lavandino. Era strano sentire Gabriella parlare di difficoltà con la scuola. Soprattutto quando lui era riuscito a terminare il compito in meno di mezz’ora.

 

Si tolse la maglietta dei Wildcats e la gettò nel cesto della roba sporca, aprì poi il getto d’acqua  fece per entrare, quando il telefono vibrò.

 

Sul display lampeggiava la scritta nuovo messaggio ricevuto.

 

Lo aprì e rise di nuovo: Ti prego ti prego dimmi cos’hai scritto, sono in panico! xoxo

 

Subito digitò la risposta: Coraggio, Gab, non è così difficile, se ci pensi. A dopo xoxo

 

Ripose il cellulare e s’infilò sotto la doccia, sospirando rinfrancato.

 

Ma il pensiero della sua povera ragazza che non riusciva a finire un compito sull’amore lo fece scoppiare a ridere di nuovo.

 

 

###

 

 

“Bene, ragazzi, prendete posto alla svelta.

 

La voce squillante della professoressa Swinton riempì tutta l’aula di Inglese.

 

Gabriella sospirò pesantemente, sedendosi al suo banco sulla destra. Era rimasta sveglia tutta notte, e ciò che aveva concluso era stato… niente.

 

“Per oggi, dovevate scrivere un tema su cosa è per voi l’amore,” riepilogò la professoressa “E ora vorrei che qualcuno di voi venisse qui e leggesse ad alta voce il suo compito.”

 

Gli studenti tacquero improvvisamente.

 

La professoressa scannerizzò la classe, finchè i suoi occhi non si posarono su un ragazzo dagli occhi blu in terza fila: “Signor Bolton, lei che ne dice?”

 

Troy sospirò e rise insieme ai suoi compagni di squadra: “Se proprio insiste, prof…”

 

“Insisto, insisto,” gli fece cenno con la mano di raggiungerla “Forza, venga qui e ci faccia sognare.”

 

Tutti ridacchiarono e il capitano dei Wildcats si mise in piedi davanti alla cattedra e si schiarì la voce: “Cos’è l’amore,” lesse “Un tema del vostro amato Troy Bolton.” e giù altre risatine.

 

Tossicchiò di nuovo, ed incominciò seriamente: “Alcuni dicono che l’amore è il sentimento più bello del mondo. Altri, che l’amore ti fa soffrire. Qualcuno, ha detto che l'amore è una nebbia fatta d'un vapore di sospiri: disciolta. E' un fuoco che sfavilla nelle pupille degli innamorati. E qualcun altro mi ripete che l’amore non è altro che un battere del cuore, un arrossire di guance e uno sfiorare di labbra.

Ma in realtà, per me, l’amore è spiccare il volo. Correre su un campo da golf innaffiati dagli idranti, e nuotare in una piscina dopo l’orario. È segnare un canestro da tre punti dedicandolo solo a quella persona in mezzo alla folla agitata. È arrampicarsi a qualunque ora sopra un albero per raggiungere un balcone sempre aperto. È nascondersi dietro un carrello con delle scope ed osservare di nascosto i provini di uno spettacolo. È cantare in quello spettacolo.

È vedere il suo sorriso brillare tra gli altri, stringerla tra le braccia ed essere ricambiato, non volerla mai vedere piangere e sperare che sia sempre felice.

Amore è sapere che ci sarà sempre e per sempre, amore è una cosa che per quanto tu lo voglia non puoi combattere.

Io credo di essere stato così fortunato di averlo trovato già adesso. Ed è una sensazione tanto meravigliosa che non ho intenzione di lasciarla andare via tanto facilmente. Perché l’amore, per me, è quella ragazza che nella mia classe di Inglese siede nella seconda fila a destra. L’amore, per me, è Gabriella Montez. e terminò, guardando negli occhi la ragazza.

 

La classe rimase silenziosa, le ragazze con un sorriso sognante, i ragazzi con una smorfia tra il divertito e l’ammirevole.

 

Gabriella, invece, sentì gli occhi riempirsi di lacrime, incredula. Poi si accasciò sul banco ed iniziò a piangere come una fontana, coprendo il viso con i capelli neri.

 

Troy si accigliò, preoccupato. Va bene le lacrime, ma non di quella portata.

 

Corse ad inginocchiarsi di fianco a lei, accarezzandole la schiena: “Gabby, che c’è che non va? Non ti è piaciuto?”

 

Lei scosse la testa, mugolando qualcosa, ma non smise di piangere.

 

Il ragazzo le scostò i capelli dal viso, cercando di farle alzare la testa: “Allora perché piangi?”

 

La mora si limitò a gettargli le braccia al collo, facendogli perdere l’equilibrio, cosicché il capitano dei Wildcats si dovette sedere per terra con lei in braccio.

 

Lanciò un’occhiata preoccupata a Taylor, dall’altro lato della classe, ma lei scosse la testa per indicargli che non sapeva niente.

 

“Gabriella, calmati, ci stai facendo preoccupare,” esclamò “Mi vuoi spiegare?”

 

Finalmente Gabriella lo guardò, gli occhi e le guance arrossate: “P…pepe…” singhiozzò e prese un respiro “Perché io non me lo merito!”

 

Troy rise, sistemandole una ciocca corvina dietro l’orecchio: “Perché non dovresti meritarlo?”

 

P-perché io non sono nemmeno riuscita a-a farlo, quel cavolo di tema, mentre il tuo è così bello, così dolce, e-e io n-non sono all’alte…altezza di una cosa del genere!”

 

Ooh, Gabby,” il castano prese a cullarla, sorridendo “Se te l’ho scritto, vuol dire che lo meriti, no?”

 

“Davvero?” pigolò lei dall’incavo del suo collo.

 

Il capitano annuì: “Giuro.”

 

“Signorina Montez, ci siamo calmati?” la professoressa Swinton infine intervenne.

 

Gabriella si asciugò il viso con le mani e si alzò in piedi, aiutando poi il suo ragazzo: “Sì, mi scusi, professoressa.

 

“Bel compito, Bolton, ci ha impressionato,” tutta la classe, compresi Troy e Gabriella, ridacchiò “Ora, se non le dispiace, vorrei sentire la sua risposta, Montez.”

 

La ragazza arrossì: “Ehm… in realtà non sono riuscita a fare il compito.

 

La Swinton sorrise: “Bene, credo che dopo aver sentito la dichiarazione del suo ragazzo, lei può anche svolgerlo qui, a voce alta. Coraggio.”

 

La mora sospirò e pensò un attimo a cosa poter dire. Poi, all’improvviso, un sorriso illuminò il suo volto.

 

Si girò verso Troy e gli saltò in braccio, regalandogli il bacio più appassionato che entrambi avessero mai ricevuto.

 

“Ragazzi, vi prego!” sbottò subito Chad, coprendosi gli occhi e scatenando risate da tutti i loro compagni.

 

Gabriella si staccò e poi, sempre sorridendo, si rivolse all’insegnante: “Ecco, professoressa. Questo è amore.

 

 

 

Fine

 

 

Okay, questa era veramente una fic mielosa, una fluffy come dicono in America XD Non so nemmeno da dove mi sia uscita.

 

È la prima di una serie di 22 one-shot ispirate da 22 domande che ho letto su una maglietta. Come vedete, ogni fiction è incentrata su una di queste domande. E non ci sono collegamenti tra le varie fic, è una raccolta XD

 

Spero che questa idea vi piaccia!  

 

Un bacione a tutte e buone feste!!

 

Hypnotic Poison

   
 
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