What is love?
Gabriella
fissò lo schermo del suo computer, su cui spiccava una pagina bianca tranne che
per il titolo del compito che doveva svolgere per la sua professoressa
d’Inglese.
Tamburellò
con le dita contro la sua guancia, pensando furiosamente a cosa scrivere.
-Cos’è l’amore,- rilesse mentalmente per l’ennesima volta –Scrivi un tema su cosa è per te l’amore. Facile a dirsi. Che provi
a scriverlo lei!-
Sbuffò e
si mise le mani tra i capelli. Aveva sempre pensato che fosse la Darbus quella strana. Ora invece aveva la conferma che
anche la Swinton lo era.
Si alzò ed
accese lo stereo, magari la musica l’avrebbe aiutata a buttare giù quella
misera scaletta.
Purtroppo,
la sua stazione preferita stava trasmettendo un pezzo rap,
e lei la spense con rabbia.
Era
incredibile. Gabriella Montez non aveva mai problemi
con i compiti!
Disperata,
si distese sul letto, prendendo il cellulare e premendo il tasto di chiamata
rapida uno.
Attese ad
occhi chiusi, uno, due, tre, quattro squilli, finchè finalmente al quinto la chiamata fu accettata: “Pronto?”
Lei
sospirò: “Ciao. Ti disturbo?”
“No, affatto. Sono appena tornato
dagli allenamenti. Tutto a posto, piccola?”
“Sì. Cioè,
no.”
La voce di
Troy Bolton, capitano della
squadra di basket nonché suo ragazzo da ben tre mesi, si fece preoccupata: “Gabby, non capisco. Stai male, è successo
qualcosa?”
Gabriella
si mise a sedere sul letto: “No, no, io sto benissimo. È solo… ho problema di
scuola.”
Ci fu
silenzio per qualche istante: “Tu? Cioè,
voglio dire, vai benissimo in qualsiasi materia, com’è possibile che tu abbia
un problema?”
La ragazza
si mise a ricalcare i disegni della sua coperta con un dito, imbarazzata: “Hai
presente il compito della Swinton? Ecco, non riesco a
farlo. Non so cosa scrivere, cavolo!”
Troy
ridacchiò: “Ti farebbe sentire meglio
sapere che io l’ho già fatto?”
La mora
sgranò gli occhi: “Davvero? Cos’hai scritto?”
“Lo saprai domani, piccola. Mistero. Ora vado
a farmi una doccia. Ti chiamo dopo, okay?”
E prima
che lei potesse ribattere, chiuse la comunicazione.
Lei si
accigliò. Cosa diavolo aveva scritto Troy in quel
compito da non poterglielo nemmeno dire?
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Troy
sorrise, appoggiando il cellulare sul lavandino. Era strano sentire Gabriella
parlare di difficoltà con la scuola. Soprattutto quando lui era riuscito a
terminare il compito in meno di mezz’ora.
Si tolse
la maglietta dei Wildcats e la gettò nel cesto della
roba sporca, aprì poi il getto d’acqua fece per entrare, quando il telefono
vibrò.
Sul
display lampeggiava la scritta nuovo
messaggio ricevuto.
Lo aprì e
rise di nuovo: Ti prego ti prego dimmi
cos’hai scritto, sono in panico! xoxo
Subito
digitò la risposta: Coraggio, Gab, non è così difficile, se ci pensi. A dopo xoxo
Ripose il
cellulare e s’infilò sotto la doccia, sospirando rinfrancato.
Ma il
pensiero della sua povera ragazza che non riusciva a finire un compito
sull’amore lo fece scoppiare a ridere di nuovo.
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“Bene,
ragazzi, prendete posto alla svelta.”
La voce
squillante della professoressa Swinton riempì tutta
l’aula di Inglese.
Gabriella
sospirò pesantemente, sedendosi al suo banco sulla destra. Era rimasta sveglia
tutta notte, e ciò che aveva concluso era stato… niente.
“Per oggi,
dovevate scrivere un tema su cosa è per voi l’amore,”
riepilogò la professoressa “E ora vorrei che qualcuno di voi venisse qui e
leggesse ad alta voce il suo compito.”
Gli
studenti tacquero improvvisamente.
La
professoressa scannerizzò la classe, finchè i suoi occhi non si posarono su un ragazzo dagli
occhi blu in terza fila: “Signor Bolton, lei che ne
dice?”
Troy
sospirò e rise insieme ai suoi compagni di squadra: “Se proprio insiste, prof…”
“Insisto,
insisto,” gli fece cenno con la mano di raggiungerla
“Forza, venga qui e ci faccia sognare.”
Tutti
ridacchiarono e il capitano dei Wildcats si mise in
piedi davanti alla cattedra e si schiarì la voce: “Cos’è l’amore,” lesse “Un tema del vostro
amato Troy Bolton.” e giù altre risatine.
Tossicchiò
di nuovo, ed incominciò seriamente: “Alcuni dicono che l’amore è il sentimento
più bello del mondo. Altri, che l’amore ti fa soffrire. Qualcuno, ha detto che l'amore è una nebbia fatta d'un vapore di
sospiri: disciolta. E' un fuoco che sfavilla nelle pupille degli innamorati.
E qualcun altro mi ripete che l’amore non è altro che un battere del cuore, un
arrossire di guance e uno sfiorare di labbra.
Ma in
realtà, per me, l’amore è spiccare il volo. Correre su un campo da golf
innaffiati dagli idranti, e nuotare in una piscina dopo l’orario. È segnare un
canestro da tre punti dedicandolo solo a quella
persona in mezzo alla folla agitata. È arrampicarsi a qualunque ora sopra un
albero per raggiungere un balcone sempre aperto. È nascondersi dietro un
carrello con delle scope ed osservare di nascosto i provini di uno spettacolo.
È cantare in quello spettacolo.
È vedere
il suo sorriso brillare tra gli altri, stringerla tra le braccia ed essere
ricambiato, non volerla mai vedere piangere e sperare che sia sempre felice.
Amore è sapere
che ci sarà sempre e per sempre, amore è una cosa che per quanto tu lo voglia non puoi combattere.
Io credo
di essere stato così fortunato di averlo trovato già adesso. Ed è una
sensazione tanto meravigliosa che non ho intenzione di lasciarla andare via
tanto facilmente. Perché l’amore, per me, è quella ragazza che nella mia classe
di Inglese siede nella seconda fila a destra. L’amore, per me, è Gabriella Montez.” e
terminò, guardando negli occhi la ragazza.
La classe
rimase silenziosa, le ragazze con un sorriso sognante, i ragazzi con una
smorfia tra il divertito e l’ammirevole.
Gabriella,
invece, sentì gli occhi riempirsi di lacrime, incredula.
Poi si accasciò sul banco ed iniziò a piangere come una fontana, coprendo il
viso con i capelli neri.
Troy
si accigliò, preoccupato. Va bene le lacrime, ma non di quella portata.
Corse ad
inginocchiarsi di fianco a lei, accarezzandole la schiena: “Gabby,
che c’è che non va? Non ti è piaciuto?”
Lei scosse
la testa, mugolando qualcosa, ma non smise di piangere.
Il ragazzo
le scostò i capelli dal viso, cercando di farle alzare la testa: “Allora perché
piangi?”
La mora si
limitò a gettargli le braccia al collo, facendogli perdere l’equilibrio,
cosicché il capitano dei Wildcats si dovette sedere
per terra con lei in braccio.
Lanciò
un’occhiata preoccupata a Taylor, dall’altro lato
della classe, ma lei scosse la testa per indicargli che non sapeva niente.
“Gabriella,
calmati, ci stai facendo preoccupare,” esclamò “Mi
vuoi spiegare?”
Finalmente
Gabriella lo guardò, gli occhi e le guance arrossate: “P…pe…pe…” singhiozzò e prese un respiro “Perché io non me lo
merito!”
Troy
rise, sistemandole una ciocca corvina dietro l’orecchio: “Perché non dovresti
meritarlo?”
“P-perché io non sono nemmeno riuscita a-a farlo, quel
cavolo di tema, mentre il tuo è così
bello, così dolce, e-e io n-non sono all’alte…altezza
di una cosa del genere!”
“Ooh, Gabby,”
il castano prese a cullarla, sorridendo “Se te l’ho scritto, vuol dire che lo
meriti, no?”
“Davvero?”
pigolò lei dall’incavo del suo collo.
Il
capitano annuì: “Giuro.”
“Signorina
Montez, ci siamo calmati?” la professoressa Swinton infine intervenne.
Gabriella
si asciugò il viso con le mani e si alzò in piedi, aiutando poi il suo ragazzo:
“Sì, mi scusi, professoressa.”
“Bel
compito, Bolton, ci ha impressionato,” tutta la classe, compresi Troy
e Gabriella, ridacchiò “Ora, se non le dispiace, vorrei sentire la sua
risposta, Montez.”
La ragazza
arrossì: “Ehm… in realtà non sono riuscita a fare il compito.”
La Swinton sorrise: “Bene, credo che dopo aver
sentito la dichiarazione del suo ragazzo, lei può anche svolgerlo qui, a voce
alta. Coraggio.”
La mora
sospirò e pensò un attimo a cosa poter dire. Poi, all’improvviso, un sorriso
illuminò il suo volto.
Si girò
verso Troy e gli saltò in braccio, regalandogli il
bacio più appassionato che entrambi avessero mai ricevuto.
“Ragazzi,
vi prego!” sbottò subito Chad, coprendosi gli occhi e
scatenando risate da tutti i loro compagni.
Gabriella
si staccò e poi, sempre sorridendo, si rivolse all’insegnante: “Ecco,
professoressa. Questo è amore.”
Fine
Okay,
questa era veramente una fic mielosa, una fluffy come
dicono in America XD Non so nemmeno da dove mi sia uscita.
È
la prima di una serie di 22 one-shot ispirate da 22
domande che ho letto su una maglietta. Come vedete, ogni fiction è incentrata
su una di queste domande. E non ci sono collegamenti tra le varie fic, è una raccolta XD
Spero
che questa idea vi piaccia!
Un
bacione a tutte e buone feste!!
Hypnotic Poison