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Autore: Lady Stark    20/04/2015    1 recensioni
[Maestro e Margherita]
Le sue labbra sfiorarono la pelle morbida della giovane che, in risposta, appoggiò il mento contro la spalla dell'uomo.
«Ci sono sentimenti a cui neanche un poeta è in grado di dare spiegazione.»
«Fammi indovinare, Maestro. Il nostro amore è tra di queste misteriose emozioni?»
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentimenti di carta. 


La tempesta di neve infuriava su Mosca; il vento gelido sferzava con ruggente determinazione i palazzi del quartiere. La neve si accumulava lungo il sinuoso corso della strada, vestendo la città di un candido, magico velo. Il buio inghiottì in un battito di ciglia gli slavati raggi del tramonto che, mediocremente, scivolò dietro il profilo delle case senza che nessuno se ne accorgesse. Le luci si accesero, diffondendo nella notte un alone soffuso e giallastro che solo per poco avrebbe contrastato l'avanzata delle tenebre.

Il cherosene era un bene prezioso che pochi cittadini potevano davvero permettersi di sprecare.

Gli ululati spaventosi del vento sferzavano il paesaggio, costringendo gli anziani alberi ad inchinarsi di fronte alla sua potenza.

Lo scricchiolio del legno e lo stormire caotico delle foglie non raggiunse però la piccola bolla di intimità creatasi segretamente nelle due stanze del seminterrato che il Maestro aveva affittato.

L'uomo era curvo sul tavolino quadrato posto dinnanzi alla stufa, il calore gli accarezzava le gambe fasciate dai semplici pantaloni di lana.

La penna cantava tra le sue dita, vergando con nere parole i tanti fogli disordinati che l'artista aveva precedentemente impilato per non spezzare il filo sottile della sua ispirazione poetica.

Il profumo della cultura e dell'immaginazione saturava la piccola stanza in cui l'uomo stava così febbrilmente lavorando, ignorando la sinuosa figura accucciata sul divano.

La donna sorrise, appoggiando il mento contro il palmo della mano.

I riccioli neri le sfiorarono le gote quando, chinando appena il capo, cercò di ammirare da una differente prospettiva il Maestro che continuava a scrivere, immerso nel suo mondo di fantasia.

Un ingenuo spettatore avrebbe probabilmente abbandonato la sala dopo pochi minuti, sbattendo infastidito la porta d'ingresso nella speranza d'attirare almeno un briciolo dell'attenzione del poeta.

La donna, ovviamente, non faceva parte della categoria sopracitata.

Le sue iridi riuscivano a cogliere nella concentrazione del Maestro un fascino inenarrabile; il movimento delle sue dita affusolate sembrava aver gettato sul cuore della donna una rete magica che la teneva irrimediabilmente incollata al divano.

Aveva più e più volte provato a distogliere lo sguardo da quei tratti severi, senza alcun risultato.

Neanche il silenzio riusciva ad infastidirla.
Il più piccolo rumore avrebbe potuto causare l'irrimediabile rottura dell'equilibrio creatosi tra lo scrittore e quella donna che, in via del tutto eccezionale, aveva avuto la possibilità di entrare nel misterioso ed intimo mondo dell'artista.

Alla fine, la penna cadde sfinita sul tavolo di legno, incrinando la perfezione della quiete.

La magia si dissipò e la vita sembrò tornare a scorrere normalmente di fronte agli occhi appannati dell'uomo e della sua silenziosa compagna.
Lo scoppiettio della stufa riempì le orecchie del Maestro, trascinandolo verso quello che era il mondo reale.

«Margherita.»

Quella fu la prima parola che sbocciò, dolce come il miele, tra le sue labbra sigillate.

La donna sentì un brivido di piacere correrle lungo la schiena; adorava il modo in cui lui pronunciava il suo nome.

«Sono qui.»

«Pensavo te ne fossi andata.» constatò l'uomo, passandosi una mano sul viso per scacciare via i recessi dell'immaginazione, ancora attaccati alla sua mente.

La compagna si alzò senza far rumore, e dirigendosi a passo cadenzato verso l'uomo, gli sfiorò delicatamente una spalla.

«Non me ne sarei andata per nessuna ragione! Vederti lavorare è così affascinante.» cinguettò, afferrando il bollitore dimenticato in un angolo.

L'uomo ridacchiò, accarezzando con dita incerte i vari fogli dispersi sul piano di legno.

L'aroma dell'inchiostro ancora fresco avvolse il Maestro in un abbraccio; il suo cuore si riempì di fierezza e soddisfazione nel leggere il rincorrersi febbrile delle parole.

«Non capisco davvero cosa ti tenga ancora vicino a me, Margherita.»

La donna abbandonò il bollitore, avvicinandosi piano alle spalle dell'uomo che misteriosamente aveva stregato il suo cuore.

Con un sorriso intenerito, si chinò fino a circondargli da dietro il collo con le braccia magre.

Dolcemente, Margherita appoggiò la propria guancia contro i capelli dell'uomo, ispirandone l'inconfondibile aroma di carta.

Sembrava quasi che lo squisito dono della scrittura non l'abbandonasse mai.

«Perché..?»

«Sì, dimmelo. Ti prego.»

«Secondo te esiste davvero una spiegazione a tutte le cose che accadono nel mondo?»

L'uomo sorrise, stringendo tra le dita quella mano delicata che per sempre avrebbe voluto tenere vicino al cuore.

«Oh no, mia cara.»

Le sue labbra sfiorarono la pelle morbida della giovane che, in risposta, appoggiò il mento contro la spalla dell'uomo.

«Ci sono sentimenti a cui neanche un poeta è in grado di dare spiegazione.»

«Fammi indovinare, Maestro. Il nostro amore è tra di queste misteriose emozioni?»

Lui scoppiò a ridere, beandosi della presenza di quella donna.

Malgrado fossero passati mesi dalla prima volta che si erano incontrati, l'uomo non riusciva a smettere di stupirsi di fronte alla casualità del loro incontro.

Lei, come un fiore fuori stagione, aveva deciso di sbocciare nella sua monotona esistenza.

Era solo grazie a lei se il suo cuore aveva davvero ripreso a battere.

«Sì, Margherita. Il nostro è un amore proibito, bello come il più squisito dei peccati.»

   
 
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