Bella stava ascoltando il suono della pioggia...
Da quando si era trasferita continuava a fare da sottofondo alle sue riflessioni.
E purtroppo di riflessioni ce n'erano parecchie. Soprattutto da quando Edward Cullen le aveva miracolosamente salvato la vita, per quanto lui si ostinasse a definirlo frutto dell'adrenalina...
Si lasciò cadere a peso morto sul letto.
Non voleva dargliela vinta, ci doveva essere una spiegazione perlomeno più credibile, capace di evitarle quell'ansia torturante! Ansia per cosa poi?
Ansia per il presentimento che un pezzo del puzzle non fosse al suo posto.
Ma non un pezzo qualunque... un pezzo acceso di una luce irreale, nascosto da qualche parte in una camera semi-buia: abbastanza scura per confonderti, abbastanza illuminata per distrarti con gli oggetti di vita quotidiana, tra cui quel maledetto ultimo frammento non voleva mostrarsi.
Alla fine optò per una tregua e scese in cucina.
Charlie era a lavoro, i compiti erano stranamente facili e l'unica distrazione che le rimaneva era il cibo, perciò si buttò su un barattolo di marmellata come una vecchia zitella in piena delusione amorosa.
Purtroppo il suono metallico del cucchiaino sul vetro l’avvertì troppo presto del dissotterramento dell’ascia di guerra e la battaglia tra i pensieri ricominciò.
Punto di partenza.
Probabilmente gli unici cambiamenti sarebbero stati qualche chilo in più e la necessità di un viaggio al supermercato vicino prima della mattina successiva.
Ritornò rassegnata sul letto.
Una voce nella sua mente le suggerì che la cosa migliore fosse dormirci su e chissà perché Bella accolse il consiglio.
Chiuse gli occhi.
“E la cena? Charlie dovrebbe tornare tra due ore e mezzo e se mi addormento è possibile che non io mi svegli fino a domani mattina.”pensò.
“Charlie capirà… dopotutto dopo l’incidente di oggi dovrei essere sconvolta, no?” si convinse a mezza voce.
“Sì…”
Aprì gli occhi.
Forse quel maledetto pezzo introvabile aveva fatto una mossa falsa.