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Autore: Mirella__    22/04/2015    3 recensioni
Matt, Near e Misa si ritrovano in una circostanza abbastanza singolare.
Light è ammanettato a chi non si sarebbe mai aspettato.
Soichiro diventa improvvisamente concorde con Misa sulla vera natura di maniaco di L.
Ovviamente Mello, Beyond Birthday, Matsuda e Aizawa non c'entrano nulla in tutto ciò, o forse sì?
Raccolta/Long di massimo cinque capitoli.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E se nella realtà

ci fosse davvero chi è peggio di Giufà?

 

Aizawa e Matsuda si annoiavano: una volta lanciavano aeroplanini di carta, un'altra volta strappavano i block notes con gli appunti sul caso Kira e giocavano a fare canestro nel cestino dell'immondizia: per chissà quale motivo vinceva sempre Matsuda, forse Aizawa aveva qualche problema di convergenza, mentre la mira di Matsuda era... niente male, il poliziotto doveva ammetterlo. Ma simili passatempi non erano abbastanza per uomini d'azione come loro, di conseguenza si ritrovarono a stancarsi in fretta e già cercavano altro da fare.

Lavorare? Ma per favore, quello era troppo mainstream e se poi avessero optato per una simile iniziativa non sarebbe successo il fatterello seguente.

“Aizawa, tu credi che L ce l'abbia una ragazza?” Se ne era partito un giorno così, Matsuda, senza buttarci poi tanto peso. Quella voleva essere solo una domanda così, una sciocchezzuola detta per fare conversazione. L'altro agente di polizia però ci mise un po' più del solito per rispondere e questo lasciò perplesso Matsuda. “Aizawa, ci sei?”

“Certo che ce l'ha la ragazza!” Affermò l'altro sbattendo i pugni sul tavolo mentre il labbro superiore accennava un lieve tic. Matsuda non capì quel movimento, sembrava essere l'inizio di una risata, eppure il poliziotto aveva un'espressione seria, più o meno. “Ricordati Matsuda, una manetta è per sempre”.

Matsuda ci mise un po' a capire, poi infine si mise le mani sulla pancia e le risate inondarono la stanza. “Oh mio Dio, Aizawa!” Adesso quasi si soffocava dal ridere. “Chissà cosa accade quando quei due si smanettano”. Una nuova ondata di risate, stavolta di Aizawa, inondò la stanza.

“Credo proprio che questo dipenda dal senso in cui vuoi mettere la situazione!” Adesso i due si stavano letteralmente sbellicando.

“Noto che vi divertite molto voi due”.
La voce di L fu come un fulmine a ciel sereno. Uno squillo di tromba nel cuore della notte e quello era il paragone più azzeccato anche perché i due dovevano ammettere di essere letteralmente fott...

“Per rispondere alla vostra domanda, se questo può in qualche modo farvi tornare a lavorare, no, L non ha una ragazza. I legami affettivi non devono ostacolarlo nel suo lavoro”.

Matsuda e Aizawa si rialzarono e si rimisero alle loro postazioni.

Da quanto tempo era lì?
Non osarono chiederselo. In quel momento dovevano solo ritornare a lavorare.

 

Era sera tardi quando entrambi finirono.

“Aizawa.” Disse Matsuda. “Non trovi triste la vita di L?”

L'altro annuì. “E che ci vuoi fare, certi mestieri sono solitari”.

“Eh già.” Dissero all'unisono e sempre assieme incrociarono i loro sguardi. “E se gli trovassimo la fidanzata?”

 

Fu così che il profilo di Ryuga Hideki fece la sua comparsa su Facetter, un famosissimo luogo virtuale di incontri che andava molto di moda in Giappone. Non appena la sua foto e il suo nome fecero la loro comparsa, Aizawa e Matsuda si ritrovarono bombardati da mille richieste di incontri.

“La vorrei io una ragazza così.” Disse Matsuda facendo scorrere la rotellina del mouse e guardando i volti che gli sfilavano davanti con aria sempre più depressa.

“Non distrarti dal nostro obiettivo, Matsuda”. Cercò di consolarlo il poliziotto, facendo un'attenta selezione delle pretendenti e optando alla fine per una ragazza giapponese di ventitré anni. Non c'erano molte foto di lei, ma da quel che si vedeva sembrava proprio quello che ci voleva per Ryuzaki, una bella botta di vita insomma.

Peccato che i due non fossero poi tanto bravi con l'informatica e che non si accorsero proprio di aver fatto un piccolissimo errore...

 

Essere un padre assente

non significa

essere un padre menefreghista

 

Soichiro stava facendo il suo consueto giro di ronda in casa Yagami quella sera: ogni membro della famiglia doveva essere al sicuro. Controllò che ogni imposta fosse ben serrata, che le chiavi fossero tutte a posto e che il gas fosse chiuso; diede un'altra occhiata alle strade deserte e illuminate dai lampioni e poi tirò la tenda. I pericoli fisici erano passati, ma adesso doveva prendersi cura della psiche della sua prole. Prese il computer e si connesse facilmente a quello della figlia, gli occhiali sinistramente illuminati dalla luce dello schermo. Controllò ogni sito frequentato dalla ragazzina e poi i suoi account instheart e tumblit, lì era tutto ok, adesso doveva solo controllare Facetter.

Una richiesta di incontro? Ryuga Hideki.

Soichiro sbuffò poiché il caricamento del pc era lento e l'immagine di profilo tardava a caricare, ma più tempo i pixel ci mettevano a tornare a posto, più Soichiro diventava sospettoso, tanto che arrivò a pensare che l'immagine non ci fosse affatto.

Un maniaco! Non poteva trattarsi di altro, ma gliel'avrebbe fatta pagare a quel tizio, eccome se lo avrebbe fatto!

Bloccò l'accesso su quell'account alla figlia, il suo piano non doveva essere compromesso.

La pistola premeva contro il suo petto e l'avrebbe usata, se fosse stato necessario.

Poi iniziò a messaggiare.

 

Appuntamento al buio,

grazie a Dio!

O forse... no?

 

Le onde del mare si infrangevano contro la scogliera, la brezza della sera sollevava per un istante i passanti dal tormento di quel caldo torrido, assieme all'uomo dei gelati che vicino alla lunga passeggiata vendeva dei coni niente male.

Quello era il luogo dell'incontro, Aizawa e Matsuda si erano predisposti affinché tutto andasse bene, e cosa che loro non sapevano, anche L aveva fatto in modo che niente potesse disturbare la sua uscita notturna, affidando Light alle cure di un paio di amabili gentiluomini, almeno così il detective aveva detto loro.

Ryuzaki adesso si trovava lì, con un lungo cappotto grigio e un cappello che celava quasi interamente la sua figura a occhi troppo curiosi. Doveva ammettere che quel vestiario, che gli era stato consigliato da Aizawa e Matsuda, faceva il suo dovere.

I due poliziotti si erano volatilizzati subito dopo avergli detto il luogo in cui c'era quell'uomo dei gelati, probabilmente L avrebbe dovuto chiedere al negoziante la licenza, ma si era limitato a mostrargli il distintivo e a farsi dare un gelato gratis; adesso lo leccava innocentemente, appoggiato sulla ringhiera a godersi il fruscio delle onde.

Chiuse gli occhi per un attimo, non aveva visto né tantomeno sentito nessuno di sospetto attorno a lui, c'era una calma che L stesso avrebbe definito placida, e per una volta in vita sua stava trovando un'uscita piacevole.

Uno scatto metallico, vicinissimo al suo orecchio: era una pistola. Kira? Che avesse trovato il modo di rintracciarlo? Che Aizawa o Matsuda fossero Kira e lo avessero attirato in una trappola?

La bocca gli si piegò all'insù in un sorriso macabro, ma che lui trovava divertente.

Gli zuccheri dovevano avergli dato alla testa: Aizawa poteva anche lontanamente starci, ma pruff... Matsuda. Rise più forte e aprì gli occhi, dando un'occhiata da sotto il cappello all'uomo che gli puntava contro la pistola.

Da quella posizione, poteva vedere dell'altro solo due grandi baffi.

“Sono la tua DolceCaramellina”.

E Matsuda in quel momento voleva mettersi a ridere così forte che l'altro dovette gettarglisi addosso e tappargli la bocca per non farli uscire dal loro nascondiglio: un cespuglio.

Aizawa era sconvolto, perché il rispettabilissimo Soichiro Yagami aveva un account facetter con il nome di DolceCaramellina? Perché? Chi era in realtà quell'uomo che stimava da una vita?

Ryuzaki in tutto questo non aveva detto una parola, si era limitato a osservare i due grandi baffoni, ad ascoltare la voce dell'uomo, e aveva capito immediatamente la sua identità, ma ora doveva capire il perché del comportamento del rispettabilissimo sovrintendente Yagami.

E se si fosse sbagliato? Se Light non fosse stato Kira, ma lo fosse stato suo padre? Se si fosse fatto venire un mezzo infarto cardiaco per deviare l'indagine su suo figlio? Kira era un essere spregevole, senza cuore, doveva essere rinchiuso dentro quanto prima.

Buttò il gelato.

No, sul serio, quella delizia non gli stava permettendo di ragionare come avrebbe dovuto.

“DolceCaramellina”. Ripeté, camuffando la voce contro la sciarpa rossa che portava al collo. “Ah, sì, mi ricordo, anzi no, se devo essere sincero non mi dice niente questo nome”.

“Pervertito!” Continuò l'altro senza farlo finire di parlare e L fece una smorfia e pensò che lui non si riconosceva completamente in quell'aggettivo, in parte... forse.

“Deve esserci stato un errore, signor...”
“No, nessun errore. Adesso mostra il tuo volto e metti le mani bene in vista prima che ti faccia saltare in aria il cervello”.

Ok, probabilmente quello non era Kira.

L si tolse il cappello e guardò il signor Yagami dritto negli occhi. Ci fu un lungo minuto di silenzio.

“Ho bisogno di sedermi”. Sussurrò l'adulto piegandosi sulle ginocchia e sedendosi su una panchina lì vicino. “Mia figlia è una sospettata?” Era quella la conclusione più ovvia, altrimenti perché L avrebbe dovuto darsi appuntamento con la piccola di casa Yagami?

In effetti potrebb.... devo smetterla.

Pensò L seriamente, non poteva continuare a pensare che ogni individuo attorno a lui fosse Kira. Aveva un solo sospettato e due dei suoi successori lo stavano controllando. Non sarebbe stato saggio rivelare loro che era solo per quello che li aveva chiamati.

“Credo di poterle spiegare la situazione con due parole, signor Yagami, ma prima di tutto, lo vuole un gelato?”.

“E quali sarebbero?” Chiese di scatto Soichiro, ignorando completamente la domanda, poiché aveva iniziato a pensare che L Lawliet avesse una strana ossessione per i membri della sua famiglia.

“Aizawa e Matsuda”. Disse l'altro, già con altri due gelati in mano. Uno per sé e uno per lui.

E in quel momento i due poliziotti lì vicino pensarono di darsi malati per almeno un mese.

 

 

Angolo dell'autrice

Con questo posso dire d'aver sciolto ogni intreccio.

O almeno spero!

Ci saranno altri due capitoli dopo questo aggiornamento, tuttavia credo d'aver snodato la trama principale.

Ringrazio Synapsis per le recensioni che mi ha lasciato e ringrazio anche coloro che hanno messo la storia tra le seguite e ricordate.

Alla prossima!

  
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