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Autore: VirgyIzzy93    22/04/2015    0 recensioni
Phoebe, ragazza intelligente e dai mille talenti ma inesperta in amore. E' molto bella e talentuosa, ma con i ragazzi, non ci sa proprio fare. Forse però dipende dal fatto che non ha mai conosciuto il ragazzo giusto. Quando il destino però ti apre le porte per condurti verso una nuova e spettacolare vita, non puoi rifiutare l'offerta. E Phoebe appena ha l'occasione della sua vita davanti agli occhi, si lancia in direzione di essa senza esitazione, scalando con alcune difficolta tutti i gradini che le permetteranno di realizzare i suoi sogni. Tra amicizie bellissime, amori passionali e passioni che vengono dal cuore, l'intensa vita di Phoebe McNeil vi emozionerà.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Phoebe quella mattina si svegliò con la netta sensazione di sprecare i suoi talenti. Era vero? Insomma lei era una ragazza piena di talenti e di qualità, aveva il sogno di diventare una cantante e ci sarebbe riuscita, anche facendo crollare il mondo, non le importavano i sacrifici, gli sforzi e le porte in faccia. A lei importava solo incorniciare il suo sogno. E si impegnava tanto per realizzarlo. Aveva già fatto e vinto parecchi concorsi, anche molto importanti, regionali, cittadini, statali, internazionali. Era davvero impegnata in questa sua strada tortuosa che tanto voleva percorrere e amava cantare più di quanto potesse immaginare. Aveva tutte le qualità per realizzarsi: una gran voce, un bellissimo timbro, una grande voglia di trasmettere emozioni e di stare su un palco. Sapeva intrattenere il suo pubblico, lo scaldava, lo rendeva partecipe, anche se non era una star. Non ancora.
 
Appena trovò il coraggio di mettersi seduta sul letto, le venne d’istinto girarsi a guardare i suoi innumerevoli premi, vinti ai concorsi. Uno in particolare la rendeva orgogliosa, una coppa non tanto grossa e dorata, stava sopra alla mensola e per lei questa coppa, rappresentava il suo primo concorso in cui era arrivata prima. Un sorriso le venne spontaneo abbandonandosi al ricordo di quella vincita inaspettata. Lei era sotto al palco, in preda ad una crisi di nervi per essersi erroneamente convinta di non poter mai vincere un concorso quando il presentatore della serata annunciò la vincitrice: lei. Proprio Phoebe. Che non credendo alle parole appena pronunciate salì sul palco trascinata dalla sua insegnante di canto.
 
“No, non sto sprecando la mia vita, un giorno so che io riuscirò realizzare il mio sogno, so che ce la potrò fare, perché sono brava” pensò.
Si fiondò in bagno, si fece la doccia e mentre stirava la sua lunga chioma biondo cenere si truccò lievemente quei candidi occhi color verde menta. Il suo viso era bello e tondo come la luna e dello stesso candore. Era piuttosto bassa per la sua età, aveva vent’anni ed era alta un metro e sessanta. Ma aveva un fisico molto sportivo, faceva danza moderna da quindici anni. Ed era molto brava anche in questa sua passione. Infatti il suo vero sogno, in realtà era quello di diventare una cantante – ballerina. Un po’ come il suo mito numero uno, Christina Aguilera. Lei era la sua più grande passione, era colei che l’aveva spinta a cantare e ballare, era colei che le aveva insegnato chi era Etta James, altra sua cantante prediletta, colei che le aveva fatto amare il Burlesque. Il Burlesque era per Phoebe l’arte della seduzione per eccellenza. Niente riusciva ad incantarla come un balletto in perfetto stile Burlesque. Odiava quando le ballerine cadevano nel volgare. Quel ballo, era e doveva essere la seduzione per antonomasia, così pieno di tatto e purezza femminile. L’arte della seduzione femminile in un solo semplice ballo elegante e molto sensuale. Una sensualità pulita, cortese e per niente sporcata dalla volgarità.
 
A volte a casa si divertiva a fare coreografie di suo estro, o a rifare quelle del film Burlesque, o si azzardava anche di riproporre al vasto pubblico della sua stanza, ovvero i suoi idoli appesi nei poster i balletti della più grande ballerina di Burlesque che lei conoscesse e amasse: Dita Von Teese. Dita Von Teese era il tipo di donna che Phoebe, avrebbe voluto essere fisicamente. Fisico da Pin-up anni ’50. Un po’ come Gina Lollobrigida o Marilyn Monroe. E, fortunatamente per lei, aveva un fisico da Pin-up. Amava lo stile anni ’50. E qualunque cosa fosse vintage. A casa aveva infiniti vinili, un giradischi nuovo di zecca Rega RP1 Union Jack in quanto aveva la bandiera inglese e uno vecchio degli anni ’50 appartenuto a suo nonno, un jukebox e moltissimi altri oggettini vintage.
 
Camera sua era molto personale. Si capivano le passioni e i gusti della ventenne. Aveva le pareti rosa antico, un letto a due piazze con lenzuola di seta bianche, con i cuscini bianchi con intorno una riga nera e un fiocco fucsia al centro. Sotto la finestra c’era una splendida scrivania stile barocca laccata di fucsia lucido, un comò color lavanda opaco e un armadione gigantesco che occupava tutta una parete con dentro fiumi di vestiti anni ’50, ’60 e qualcosa di ’70 e ’80, tante scarpe, soprattutto All Star e scarpe col tacco. Tantissime ed infinite borse, borsette e pochette e portafogli. Insomma, la nostra Phoebe era proprio una vera amante della moda. Non sapeva resistere ad un vestitino, ad un paio di scarpe o un qualsiasi indumento (perfino un paio di calzini) che vedeva in vetrina e di cui si innamorava follemente. Ma Phoebe aveva una particolarità, non c’era un indumento che non avesse mai indossato, lei in un modo o nell’altro, prima o poi, metteva tutto.
 
La sua personalità spiccata da artista, l’aveva spinta ad inventarsi uno stile che chiamava 5070, perché era un mix tra i due decenni che più amava, i mitici ’50 e i mitici ’70.
Quel pomeriggio lì, Phoebe aveva una miriade di cose da fare, alle tre aveva lezione di chitarra fino alle quattro, alle quattro e mezza aveva lezione di canto fino alle cinque e mezza e poi doveva fiondarsi ad un concorso internazionale. Era arrivata in semifinale e con lei, dieci altri ragazzi un po’ di tutto il mondo.
Ad un trattò squillò il telefono:- Pronto? – rispose.
-Ciao Phoebe, a che ora devo essere al concorso oggi? – era Lexi, la sua migliore amica. Loro due si conoscevano fin da bambine, le legava un’amicizia indissolubile.
-Sei la solita – rise Phoebe affettuosamente – ti dimentichi tutto. Dunque il concorso inizia alle sette. Quindi se anche arrivi alle sei e mezza che almeno parliamo un po’ anche prima della mia esibizione, schifo non mi farebbe –
-Perfetto. A oggi allora –
Phoebe sorrise buttando giù. Scese per fare colazione e trovò il suo fratellino sul divano a guardare i cartoni.
 
-Josh cosa fai da solo? – gli chiese. Josh aveva due anni e mezzo.
-Mamma e papà sciono annati a complale – rispose il piccolo scrollando il biberon e spruzzando latte su tutto il divano.
-E perché, razza di un birbantello non mi sei venuto a svegliare? – gli chiese facendogli il solletico e scattando in cucina per prendere uno straccetto da pulire il danno del fratellino a cui lei era tanto legata..
-Pecché volevo vedele i cattoni a tv – rispose lui ridendo.
-D’accordo piccola pulce, vuoi la colazione? –
Fece uova strapazzate, con bacon e salsiccia per lei, con un bel bicchiere d’aranciata, mentre per il piccolo Josh il solito latte e cacao. Quando rientrarono i suoi, lei schizzò via. Aveva appuntamento con alcuni amici per pranzo. Lei viveva a Ovada in provincia di Alessandria, ma era di origine inglese e per questa sua origine i suoi amici la chiamavano Jackie, da Union Jack, la bandiera inglese.
-Ecco Jackie – disse un ragazzo salutandola.  E insieme ad altre quattro persone le si avvicinarono.
 
Entrarono nel loro solito bar, dove lavorava l’eterna cotta di Phoebe. Un ragazzo biondo, occhi azzurri, con un filo di barba e un fisico scolpito. Si chiamava Andrea. A lei in genere non piacevano i biondi ma lui era un richiamo a cui non sapeva resistere. Forse perché era il primo ragazzo su cui avesse mai posato il suo sguardo, o forse semplicemente perché era straordinariamente bello.
Tra loro c’era un rapporto strano e insolito. Lei fin dall’età di undici anni era cotta di lui, ma lui, più grande di lei di quattro anni, non la degnava nemmeno di uno sguardo. Era fidanzato con una ragazza che sembrava un’attrice di Bay Watch. Poi lei l’aveva lasciato e lui disperato non sapeva come riconquistarla, ma notando che Phoebe gli ronzava sempre intorno aveva avuto la bella pensata di chiederle di uscire per far ingelosire la sua ex. Ma ottenne che la ragazza anziché ingelosirsi si allontanò ancora di più e per di più, lui si prese una cotta per la piccola Phoebe. E da lì un rapporto strano e frastagliato era cominciato.
 
Lui era dolce con lei e lei era dolce con lui, ogni tanto arrivavano a filo per mettersi insieme ma poi succedeva qualcosa che li allontanava. E così uno dei due si fidanzava con il malcapitato o malcapitata di turno che veniva lasciato poco dopo per i continui litigi tra Phoebe e Andrea che punti sul vivo dalla gelosia facevano di tutto per far lasciare l’altro col povero partner.
-Cosa vi porto? – disse il bel giovane, rivolto ai ragazzi.
Tutti ordinarono i loro panini e toast, poi per ultima:-Phoebe tu cosa vuoi? –
Non l’aveva mai chiamata per nome, sempre Jackie, mai Phoebe. Qualunque altra ragazza sarebbe arrossita per il cambiamento o avrebbe fatto qualche brutta figura per l’imbarazzo. Ma lei no.
-Io un panino speck e brie e una birra fruttata.. Ah Andre, vedi di esserci stasera, perché sennò non vengo più qui a mangiare, chiaro? – gli sorrise maliziosa, come solo lei sapeva essere.
-Perfetto – le sorrise lui.
 
Alle due partì per essere a Genova in tempo per la sua lezione di chitarra, che filò liscia come sempre. Era bravissima anche in quello. Delle volte i suoi amici la prendevano in giro dicendo che era aliena. Ma ovviamente anche lei aveva i suoi bei difetti.
-Perfetto bravissima, ora fila a cantare streghetta –
-Ciao lupo cattivo, alla prossima – l’insegnante di chitarra era suo cugino Jack, il fratello del ragazzo di Lexi, la sua migliore amica.
La lezione di canto e il concorso andarono benissimo, era in finale!
Il giorno dopo si svegliò felice e presto per andare in facoltà. Frequentava l’università di Psicologia a Genova.
 
Ad un tratto mentre camminava per la scuola sbatté contro qualcuno:-Scusa, ero concentrata su sti fogli e..- ma quando alzò lo sguardo vide il più bel ragazzo che avesse mai visto fino a quel momento. Capelli castano scuro, due occhi verde smeraldo, di carnagione scura e alto. Da quel che vedeva, pure ben messo fisicamente.
-Tranquilla ero distratto anche io. A proposito, sai mica dirmi dov’è l’aula di psicologia criminale? – le chiese lui con un sorriso.
-Certo, ci sto andando anche io. Ma sei nel mio corso? Non ti ho mai visto lì – chiese lei disinvolta.
-Già, perché inizio oggi. Frequentavo sempre psicologia ma a Milano. Ma ora sono venuto a vivere qua, anzi, tornato – spiegò.
Parlarono per tutto il tragitto e anche qualche parola durante la lezione. Lui era simpaticissimo ed era anche molto intelligente. Suonava il basso e.. a lei piacevano i ragazzi musicisti. Non fosse stato per Andrea che continuava a ronzargli nella testa.
 
Mentre aspettava che il treno partisse per la volta di casa, pensò molto a questo ragazzo, non sapeva bene se conoscerlo meglio o restare in rapporti amichevoli, in fondo a lei piaceva già Andrea e non voleva ripetere la solita solfa: fidanzarsi, litigare con Andrea per via delle sue scenate e lasciare a bocca asciutta il ragazzo di turno che giustamente sentendosi usato, non le rivolgeva più la parola.
E poi c’era da dire che Andrea era davvero un ragazzo eccezionale. Proprio mentre pensava questo, un ragazzo si sedette davanti a lei:-Ma che ci fai qui? – le chiese il ragazzo ridendo stupito.
-Oh no, caso mai che ci fai tu, qui – disse lei ridendo – mi stai seguendo? –
-No, ti giuro – rise Luca. Il ragazzo nuovo del suo corso.
-Che ci fai su questo treno? – gli chiese curiosa lei.
-Bah, devo andare ad Ovada, non so se hai presente, da mio cugino. Mangio da lui sta sera che mi ha detto che ci vanno delle sue amiche e che mi avrebbe presentato qualcuna se lo aiuto con quella che gli piace –
Phoebe rise.
-Perché ridi? – domandò lui divertito.
-Perché non riesco a credere che tu abbia un cugino dove vivo io, tutto qua –
 
Durante il viaggio parlarono molto e si stuzzicarono. Lui la prendeva in giro e lei lo provocava in ogni maniera che le fosse possibile. Si conoscevano da pochissimo ma sembrava fossero amici da secoli. Lei non era molto timida e per di più non era mai stata innamorata, manco di Andrea poteva definirsi innamorata, cotta sì e molto. E nonostante questa sua cotta praticamente eterna, lei vedeva in Luca qualcosa di speciale. O forse era solo molto bello e questo la attraeva.
Arrivati ad Ovada lei scese e andò in macchina con suo padre.
-Un tuo compagno di scuola? –
-Sì, nuovo – rispose lei salutandolo dal finestrino e sorridendo.
Appena tornò a casa mangiò, poi studiò e infine si preparò per andare a casa di Andre che aveva organizzato una festicciola tra amici a casa sua.
Entrata da Andre, vide Lexi e le andò incontro. Mentre parlava con lei, una voce le disse alle spalle:-Lei è in arresto!-
-Non ci credo. Anche qui? Vuoi dirmi che Andrea è tuo cugino? – disse lei voltandosi.
-Già. Stai benissimo vestita così – le annunciò lui, perdendosi nei suoi occhi. Il ragazzo era proprio preso, anche se la conosceva solo dalla mattina, ma d'altronde una forza di energia come Phoebe e una così bella ragazza, non poteva non fare effetto calamita e attrarre un po’ tutti i ragazzi che le stavano attorno.
 
Ad un tratto Andrea arrivò tra loro mentre suo cugino parlava con Phoebe e Lexi.
-Ciao a tutti, ciao Phoebe, ti posso parlare? – e mentre si allontanavano strizzò l’occhio al cugino che quando capì che la ragazza che gli interessava era Phoebe, ci rimase di stucco: il povero Luca ci aveva sperato da tutto il giorno. Ma se a suo cugino piaceva, non aveva speranza. Così si sedette sulla panchina nel giardino della casa e Lexi, che aveva capito il dramma del ragazzo gli disse:-Quei due si piacciono da anni e ancora non hanno concluso nulla, io vorrei che sta sera fosse diverso. Lo voglio per lei perché è la mia migliore amica, non perché ti abbia preso in antipatia, anzi –
E mentre i due ragazzi parlavano di Phoebe e Andrea, gli interessati erano dentro casa che parlavano.
-Senti Jackie, tu mi sei sempre piaciuta, io per te sono venuto in capo al mondo a vederti cantare. E lo farei mille volte ancora, però voglio che tra noi ci sia qualcosa più di un’amicizia. Sei d’accordo? –
-Andre, credo che tu lo sappia che io ti sono sempre stata dietro, non credo che te lo debba dire io. Quindi sì, mi sta bene – rispose lei entusiasta.
 
Lui la baciò e fu un bacio molto appassionato. Infine andarono in camera da letto e presi dall’impeto lui le sbottono la camicetta e le tolse la gonna. Lei lo buttò sul letto e mentre lo baciava gli sbottonò la camicia, godendoselo bottone per bottone. Poi dopo dieci minuti di baci appassionati, iniziarono a fare l’amore. Uscirono dalla camera dopo svariati minuti e si risistemarono per bene per uscire ed andare dagli altri.
-Eccoli finalmente, ma dov’eravate? Jackie non sarai incinta ora, vero? – scherzò su Roby, un loro amico.
-Quanto sei scemo Bob – rise lei tirandogli un coppino.
-No, ma ora stiamo ufficialmente insieme! – annunciò Andrea sorridendo e tenendo stretta la sua nuova ragazza. Luca passò davanti a lei con un sorriso un po’ debole ma sincero. Lei ricambiò imbarazzata.
Quando tornò a casa in macchina assieme a Lexi, quest’ultima le chiese:-Ehi ma avete solo parlato, con Andre? –
-Sì, certo. Io per parlare e dire “Sì, mettiamoci insieme” ci ho messo un’ora e mezza. Contaci bambola! – rispose Phoebe maliziosa.
-Brava la mia minizoccoletta – rise Lexi.
 
Lexi quella sera avrebbe dormito dall’amica.
-E quindi ora siamo tutte e due fidanzate e vedremo Andre molto, molto più spesso, eh? Ottima scelta chicca, è un ragazzo straordinario e gli piaci seriamente – disse felicemente Lexi, che aveva parteggiato da sempre per quella coppia.
Phoebe prima di rispondere sorrise un po’ debolmente e disse:-Avrò scelto giusto davvero? –
-Temi che possa tradirti? – chiese Lexi stupita.
-Ma no, che vai a capire, no – la tranquillizzò Jackie – solo che mi sto chiedendo se ho scelto il cugino giusto-
-Luca? Secondo te poteva essere meglio Luca? Lo conosci appena. Sì, è un gran bel ragazzo, ok, nessuno lo discute ma stiamo parlando di Andrea. Quanti anni è che mi stressi con Andre? Sarà una vita. Che io abbia memoria ti è sempre piaciuto. E come mi ricordo la prima volta che ti ha chiesto di uscire, o come c’eri rimasta male che te l’avesse chiesto solo per far ingelosite la sua ex. E ora spunti su col cugino misterioso? No, no, no e ancora no. Tu ora ti godi la storia con Andre. Poi si vedrà! –
 
I discorsi da dittatore di Lexi la facevano sempre ridere:-Scusa sai, ma devo decidere io con chi stare –
-Su questo non c’è dubbio. Ma solo dopo che io li ho approvati. Sono la tua protettrice – sorrise Lexi.
-Ma non me li deve approvare mio padre figuriamoci te – rispose Jackie tirandole una mini gomitata. E ridendo.
-Beh ma tu mi hai detto che chiunque mi fosse piaciuto avrebbe dovuto avere il tuo ok. Quindi anche per te vale lo stesso –
-Oddio, non ricordavo di avertelo detto. Ok. Proteggiamoci a vicenda Lexina – Lexina era troppo, scoppiarono a ridere entrambe e una volta cominciato a ridere di nulla, fu difficile smettere.
Insieme quelle due erano un vulcano di pazzia. Si divertivano con nulla e dicevano stronzate a raffica.
   
 
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