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Autore: _Takkun_    22/04/2015    6 recensioni
«Rei-chan a Otoyan, mi senti? Passo.»
«Roger! Rei-chan, ti sento forte e chiaro! Passo.»
«Otoyan, questa missione è di vitale importanza, lo sai, vero? Passo.»
«Certo che sì! Spero solo che Tokiya non ci scopra come l’ultima volta. Passo.»
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Otoya Ittoki, Reiji Kotobuki, Tokiya Ichinose
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Manuka honey and maybe a little bit of jealousy?
 




«Rei-chan a Otoyan, mi senti? Passo.» il senpai accese il proprio Walkie-Talkie, comunicando con il kohai che praticamente si trovava dall’altra parte della stanza, e poteva sentirlo chiaramente anche senza quei giocattoli. Ma in fondo che importanza aveva? Sarebbe stato troppo divertente utilizzarli!
«Roger! Rei-chan, ti sento forte e chiaro! Passo.» sghignazzò il rosso, dando le spalle al maggiore per rendere il tutto più realistico. Quando era in compagnia di Reiji era impossibile non divertirsi, e visti i caratteri simili, la complicità che molto spesso veniva a crearsi tra loro li rendeva quasi come dei veri fratelli. E questo piaceva da matti ad Otoya: aveva sempre desiderato un fratello maggiore, una figura di cui potesse seguire l’esempio ed ammirare.  
«Otoyan, questa missione è di vitale importanza, lo sai, vero? Passo.»
«Certo che sì! Spero solo che Tokiya non ci scopra come l’ultima volta. Passo.»
«Nah! Sono sicuro che questa volta riusciremo a trovare il fantomatico tesoro di Tokki~. Non vedo l’ora di godermi la dolcezza di quel miele. Passo~.»  Alle parole di Reiji, Otoya cominciò già ad avvertire l’acquolina in bocca. «Sarà meglio metterci a cercarlo prima che torni. Passo e chiudo.»
«Giusto, Otoyan! Che la caccia al tesoro abbia inizio! Passo e chiudo.»
E, dopo essersi scambiati uno sguardo d’intesa, si misero a frugare per tutta la stanza nella speranza di trovare il delizioso e, a loro proibito, miele Manuka.
 
 


Inutile dire che fallirono miseramente.
«Ci dispiace davvero tanto, non lo faremo più.»
Inginocchiati a terra con le mani chiuse a pugno sulle gambe e la testa china, Reiji e Otoya se ne stavano davanti a un Tokiya dall’aria non proprio amichevole.
Seduto sopra al proprio letto con le braccia incrociate al petto, severo, si lasciò andare ad un sospiro esasperato.
«Quante volte vi ho detto l’importanza che ha questo miele per la mia voce?» domandò, mostrando in una mano il famoso barattolo.
«Tante.» ripeterono all’unisono i due, sinceramente dispiaciuti.
Tokiya sospirò ancora. Era così assurda quella situazione.
Il rosso alzò di poco lo sguardo, osservando l’amico.
«Ne, Tokiya, non sei troppo arrabbiato, vero?» chiese, notando le sue sopracciglia corrugate. Il blu era già di per sé un tipo serio che raramente si lasciava andare a qualche sorriso, e vederlo così corrucciato a causa sua non lo faceva di certo stare meglio.
Ma prima che Tokiya potesse aprire bocca, Reiji lo precedette. Il castano scompigliò i capelli rossi del minore e dedicò un sorriso raggiante all’altro kohai, cercando così di alleggerire un po’ quell’atmosfera.
«Andiamo, Tokki, abbiamo detto che ci dispiace! Promettiamo che non proveremo più a mangiare il miele Manuka! Vero, Otoyan?» gli fece un occhiolino, regalandogli così un sorriso.
«Sì, promettiamo! Ci perdoni, vero, Tokiya?»
Ma l’interpellato non rispose subito, troppo impegnato a fulminare con lo sguardo la mano ancora posata sul capo di Otoya. Era sempre così con quei due, avevano fin troppi contatti fisici l’uno con l’altro.
E non è che la cosa gli desse proprio così fastidio, pensava soltanto che tra Otoya e il senpai Kotobuki non dovesse esserci quel rapporto così informale, ma bensì qualcosa di più serio e consono.  
«Il punto è, Kotobuki-senpai, che finite sempre per ripetere la stessa cosa, ma alla fine ci ritroviamo al punto di partenza. Non voglio trattarvi come-» ma si fermò, avvertendo un tic nervoso impossessarsi del suo sopracciglio destro nel vedere Reiji completamente disattento al suo discorso, impegnato a guardare il soffitto.
«Non conosco nessun Kotobuki-senpai, qui, Tokki~» fischiettò il castano, cominciando a dondolarsi avanti e indietro, in attesa che Tokiya si correggesse.
«Ehi, credo che tu debba chiamarlo Rei-chan, altrimenti non ti darà ascolto.» consigliò in un bisbiglio Otoya, serissimo.
Tokiya chiuse gli occhi e trasse un profondo respiro.
Oh, quei due lo avrebbero mandato al manicomio per certo.
«Non abbandonerò la buona educazione nei confronti di una persona più grande di me, Otoya. Per me sarà sempre il senpai Kotobuki.» chiarì, sfidando con lo sguardo il maturo  e responsabile senpai, che ricambiò, ghignando.
«Ahhh.» sospirò, avvolgendo un braccio attorno alle spalle del rosso per avvicinarlo a sé il più possibile. «Magari Tokki fosse come te, Otoyan. Adorabile e simpatico~ Probabilmente la vita del povero Rei-chan sarebbe più facile.»
E a quell’ennesimo gesto eccessivamente confidenziale, Tokiya non seppe bene cosa scattò in lui, ma si ritrovò a dire la prima cosa che gli era passata per il cervello pur di allontanare Reiji dal rosso.
«Kotobuki-senpai, un’ora fa il senpai Kurosaki la stava cercando. Aveva detto che se non lo avesse trovato prima dell’inizio delle prove, avrebbe distrutto le sue maracas senza alcuna pietà. Mi dispiace non essermene ricordato prima.» probabilmente in quel momento Tokiya si sentì profondamente un idiota per aver inventato una simile idiozia, e forse era caduto nella loro stessa immaturità, ma gli era stato impossibile trattenersi.
Alle sue parole Reiji scattò in piedi e, voltandosi meccanicamente in direzione della porta, si mise a correre più veloce della luce, sperando con tutto il cuore di non arrivare troppo tardi.
«Ran-Ran, non fare pazzie, ti prego!» urlò con tutto il fiato in suo possesso, sparendo dalla loro visuale.
Otoya rimase a fissare a bocca aperta, incredulo, la velocità con la quale Reiji si dileguò dalla stanza: il suo senpai non smetteva mai di stupirlo. Poi il suo sguardo si spostò sul letto del castano e sbatté più volte le palpebre nel vedere le maracas - che secondo quanto aveva detto l’altro essere tra le mani di Ranmaru - sul letto di Reiji.
«Ma Tokiya, guarda che sono lì.» le indicò, assumendo un’espressione perplessa.
«Lo so.» si limitò a rispondere, infilando il barattolo di miele all’interno del cassetto del comodino e tirando fuori un libro che aveva iniziato a leggere tempo fa ma che, a causa di un impegno o per un altro, non era più riuscito a continuare. Accavallò una gamba e, con nonchalance, riprese da dove aveva lasciato il segnalibro l’ultima volta. Nel frattempo avrebbe anche pensato ad un nuovo nascondiglio per il suo Manuka. Magari avrebbe potuto chiedere a Ren e Masato di conservarlo per lui.
Otoya, intanto, continuava a non capire il perché di quella bugia.
«Tokiya, sei ancora arrabbiato, vero? Scusaci davvero davvero tanto. So quanto è importante per te, quel miele, ma quando Rei-chan ha proposto di utilizzare quei nuovi Walkie-Talkie per comunicare e cercarlo insieme non ho resistito... Questo non significa però che sia tutta colpa sua! Ti assicuro che una volta trovato ne avremmo preso giusto un cucchiaino piccolo piccolo e te l’avremmo detto…  O forse no per evitare di farti arrabbiare, cioè- Ahhhh!» si scompigliò con foga i capelli, non sapendo più che dire. Doveva smetterla di parlare a vanvera, finiva sempre col parlare a sproposito e, a volte, capitava anche che si mordesse la lingua.
«Insomma-» provò a riprendere il discorso, tentando di ricavarci qualcosa di buono e che magari avesse un senso. Ma il leggero sbuffo che uscì dalle labbra di Tokiya lo interruppe e i suoi occhi vermigli si illuminarono: il blu aveva piegato gli angoli della bocca in un lievissimo sorriso e lo stava guardando intenerito, trovando tutto quel suo fiume in piena di parole piuttosto buffo.
«Non sono arrabbiato, non preoccuparti.» richiuse il libro, premurandosi di mantenere il segno con il pollice. «Non con te, almeno.»
Otoya inclinò il capo di lato. «Che vuoi dire?»
Tokiya scosse la testa, facendo segno al rosso di sedersi al suo fianco, e quest’ultimo non si fece attendere un solo istante. «Nulla di importante, lascia perdere.» fece, accarezzando la copertina in pelle con lo sguardo assente e pensieroso.
Ancora non sapeva darsi una spiegazione al suo precedente comportamento, o meglio, una mezza idea ce l’aveva, ma ammettere che fosse stato geloso di Reiji sarebbe stato troppo.
Insomma, non ne aveva motivo, ed era un sentimento che non gli si addiceva per niente.
Infatti la frase che disse successivamente a quel pensiero non era dovuto alla gelosia, nient’affatto.
«Senti, Otoya, se vuoi, quando i nostri impegni ce lo permettono, naturalmente, posso anche provare a giocare con te con i Walkie-Talkie o, non so, a fare qualsiasi altra cosa. Certo, a meno che tu non preferisca la compagnia di Kotobuki-senpai...» riaprì il libro, sfogliando distrattamente una pagina, aspettando una risposta da parte del rosso.
Otoya lo guardò prima sorpreso, poi intenerì a poco a poco il suo sguardo, mettendo la propria mano sopra a quella libera di Tokiya.
«Ne sarei felicissimo.» assicurò e, avvicinandosi a lui, gli afferrò il viso tra le mani, donandogli un casto bacio. «E non preoccuparti per il miele,  ho trovato qualcosa di più buono e dolce.» si passò la lingua sul labbro superiore, sorridendo di cuore, felice come non mai.
Tokiya gli accarezzò una guancia, entrambe erano accaldate e imporporate di un adorabile rosso, e posò la propria fronte contro la sua.
«Perfetto, allora.»
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:

Feels da OTP parte 2~ **
Ve l’ho detto che avrei rotto, no? XD
E questa volta con una fluffuosa Tokiya/Otoya, li altri miei due amori **
Mi dispiace un po’ per Reiji (povero il mio tesoro, tranquillo che le tue maracas stanno benissimo XD), ma almeno spero di aver tirato fuori qualcosa di decente e, soprattutto, di non averli mandati OOC.
Che dire? Ringrazio immensamente le fantastiche ragazze che hanno recensito la mia prima storia e per il loro caloroso benvenuto. Spero di essere all’altezza di questi personaggi con le mie umili storie XD
Un grossissimo bacione e a presto! :33
 
P.s: un ringraziamento alla canzone di Kamiyan e OnoD “The story that belongs to us only” che mi ha accompagnata nella stesura della fic shippo schifosamente quei due **
 
 
 

 
  
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