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Autore: Lady Atena    23/04/2015    1 recensioni
Quelli che per noi sono stati anni, all'interno del mondo Marvel non sono stati altro che mesi terribili che si sono velocemente succeduti.
Un breve riepilogo di come le cose si sono accavallate l'una alle altre, lasciando gli Avengers divisi.
LIEVI SPOILER DI AGE OF ULTRON
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Frammenti d'Avengers.'
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Circa cinque anni prima della battaglia di New York.

Fury scese dall'aereo, si voltò verso Clint e avanzò.
“Spero tu non mi abbia fatto venire nel bel mezzo del nulla solo per rifiutare”.
Clint si portò una mano al viso osservando l'aereo sollevarsi e allontanarsi, abbassò il capo.
“Accetto”, disse, “ma ad una condizione”.
Fury inarcò un sopracciglio, lo seguì all'interno della casa. Clint indicò una donna che teneva in braccio una bambina e per mano un bambino, strinse le labbra.
“Voglio che di mia moglie e i miei figli non rimanga traccia”.
Fury guardò la donna, Laura strinse maggiormente la bambina contro il seno che nascose il capo biondo contro la madre. Fury si chinò, guardò il bambino e quello alzò il capo restituendogli lo sguardo. Fury sogghignò, voltò la testa.
“Perché, Barton? Sei sposato?” chiese.
La donna sospirò di sollievo, Clint sorrise. Si avvicinò a lei, le cinse le spalle con un braccio.
“Certo che no, signore”.

Giorno dopo la battaglia di New York.

Natasha bussò ripetutamente alla porta di casa Barton, strinse Clint con un braccio. Laura aprì, sgranò gli occhi e si voltò.
“Tornate in stanza, bambini” ordinò.
“È papà?” chiese la più piccola.
Laura la prese in braccio, si fece indietro dando la mano al figlio maggiore. Natasha entrò, fece sedere Clint sul divano e sorrise.
“Ciao”.
Il ragazzino osservò il padre, guardò la donna e la madre. Laura poggiò in terra la figlia.
“Ora andate in camera, poi la mamma e zia Nat vengono a giocare con voi”.
Il ragazzino annuì, prese la mano della sorella. La bambina salutò agitando la mano e i due uscirono. Laura si chinò accanto a Clint, gli tastò la fronte sentendola calda e Clint mugolò. Natasha si rizzò, prese un cuscino e lo mise dietro Clint.
“Non è ferito. È stato posseduto” spiegò Natasha.
Laura si alzò, andò in cucina e aprì il rubinetto dell'acqua.
“Posseduto? Da chi?” domandò.
Afferrò un bicchiere, vi mise l'acqua e lo portò a Clint. Natasha prese il bicchiere, lo avvicinò alle labbra di Clint facendolo bere e sospirò.
“Loki. Era in TV. Clint è riuscito a combattere, ma poi ha avuto una ricaduta. Ho pensato di portarlo a casa”.
Laura annuì, prese una coperta dal bracciolo del divano e la stese sulle gambe di Clint.
“Ce la caveremo” assicurò.
Natasha le sorrise, annuì.
“Vi darò una mano”.

Quattro mesi dopo l'attacco di New York.

Natasha sporse il capo osservando Clint pettinare i capelli della figlia, strinse il cellulare all'orecchio.
“Devi rientrare”, disse Steve, “ordini di Fury”.
Natasha camminò fino all'esterno della casa, alzò il capo.
“Che succede?” domandò.
“Stark ha avuto un problema verso Natale. Il vice presidente collaborava con un terrorista ed è stato arrestato. C'è del panico nelle alte sfere e Fury vuole che il Governo sia tranquillo che lo SHIELD continua a lavorare anche mentre Iron Man è sotto i ferri e la sua fidanzata sparisce”.
Natasha sorrise, ticchettò sul cellulare.
“Ma guarda, ti ha lasciato proprio a Natale, eh?” chiese.
Sentì Steve grugnire.
“Non scherzare. Alcuni militari hanno avvistato Thor che portava via Jane Foster. Forse ci sono guai ad Asgard. Devi rientrare”.
Natasha sospirò, osservò dalla finestra Laura baciare Clint e strinse le labbra.
“Dammi quarantotto ore e sarò al QG”.

Sette mesi dopo la battaglia di New York.

Natasha bussò alla porta, Clint aprì e batté le palpebre. Natasha accennò un sorriso, deglutì.
“Non sapevo dove altro andare”.
Clint si spostò, la fece entrare e la accompagnò fino al divano. Laura la vide, Clint le indicò i bambini sulla porta. Laura di portò una mano al ventre leggermente rigonfio, annuì e portò i bambini fuori dalla casa, chiudendo la porta. Clint si sedette sul divano.
“Pensavamo di chiamarla Natasha, se è femmina” disse.
Natasha sorrise, abbassò il capo stringendo le mani tra loro.
“Lo SHIELD è crollato”.
Clint sgranò gli occhi, deglutì e le mise una mano sulla gamba.
“Avrei potuto ...”.
Natasha scosse la testa, alzò il capo stringendo le iridi verde acqua.
“L'HYDRA. L'HYDRA era nello SHIELD. Steve”, si leccò le labbra, “un suo vecchio amico è sotto il loro controllo. Ho dovuto cercare delle cose per lui, prima di andarmene”.
Abbassò il capo portandosi le mani tra i capelli, Clint se la portò contro la spalla e Natasha espirò.
“C'è stato un processo. Sapevano tutto. Stark mi ha dato qualche dritta per telefono, ma sono dovuta andare via comunque”.
Clint le sollevò il volto, si piegò in avanti.
“Cos'è successo agli altri?”.
Natasha si leccò le labbra, si tolse i capelli dal viso.
“Steve ha chiesto aiuto ad un ragazzo dell'esercito, Sam, per cercare il suo amico. Stark ha parlato di prendersi del tempo, riparare la sua ragazza e rimanere a riposo finché Banner non gli da il via libera. Bruce ha detto che in realtà sta costruendo una Iron Legion, per sostituirlo”, sorrise, “tipico di Stark. Thor è stato a Greenwitch, ma dopo aver finito di ripulire lì lo abbiamo perso”.
Clint le strinse la spalla.
“Ok”, disse, “tranquilla. Puoi stare qui”.

Otto mesi dopo la battaglia di New York.

Clint strinse il cellulare contro la spalla, premendo il martello contro il chiodo.
“Parla Barton”.
“Agente Barton?”, chiese Steve, “è il numero di Natasha”.
Clint ticchettò contro il chiodo, mugugnò.
“Al momento è occupata. Mi dica, riferirò”.
Steve sospirò.
“Non importa. Servono tutti gli Avengers. Thor è tornato da poco da Asgard, e vuole lo scettro di suo fratello”.
Clint osservò il chiodo affondato per metà, lo estrasse e ne afferrò un secondo.
“È in mano a quel che resta dello SHIELD, no?”.
“Magari”, disse Steve, “È in mano all'HYDRA. Mi serve tutta la squadra”.

  
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