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Autore: Degonia    23/04/2015    0 recensioni
[Terra Formars]
Marte. Il quarto pianeta del sistema solare. In modo da rendere questo pianeta glaciale abitabile per gli esseri umani, durante la metà del 21° secolo, il genere umano ha inviato due tipi di organismi... 500 anni dopo, per contrastare il nemico, l'astronave Annex I parte dal pianeta Terra!
Genere: Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4: Stay with Me


Li vedevo alzarsi da quei lettini e venire verso di me, mi guardai dietro e le scale erano sparite; indietreggiai ma un muro bloccò la mia fuga. Erano in tanti, troppi per potercela fare da sola, provai a urlare ma le parole non uscivano dalla mia bocca, chiamai aiuto e quando uno di loro mi afferrò per i polsi cominciai a dimenarmi sempre di più. Non lo sopportavo, il loro odore, il loro aspetto, chiusi gli occhi forte e sentii che scivolavo via.. quando li riaprii nella realtà, le mie orecchie furono invase dalle mie urla, mentre davanti a me il capitano mi teneva le braccia ferme cercando un modo per farmi calmare.
Sgranai gli occhi: era stato tutto un sogno!? Mi sedetti sul letto respirando affannosamente, il capitano fece lo stesso: -Hai avuto un incubo?- chiese.
Lo guardai frastornata quando sentii l’orrendo odore del giorno prima! Mi sdraiai di lato tenendomi il naso con le mani e chiusi gli occhi cercando di ritrovare la serenità; ma non c’era verso.. in un modo o nell’altro quel fetore era tornato!
-Lo sento ancora- mormorai.
-Dannazione! Eppure ieri sera stavi bene- notò lui.
Il capitano si alzò andando alla porta e guardò fuori, poi rientrò, prese la sedia e la portò vicino al mio letto sedendocisi: -Cerca di stare calma, va bene? Concentrati come hai fatto ieri e vedrai che andrà via- mi disse accarezzandomi una spalla.
-Se vuoi andare in bagno ti accompagno-
-No, non voglio alzarmi, mi sentirei peggio- gli risposi, mentre lui poggiò un gomito sul cuscino e si avvicinò di più a me.
Passò qualche minuto e a poco a poco ero quasi riuscita a liberarmi di quel fardello, quando il capitano si alzò dalla sedia e si stava dirigendo verso la porta, avevo sperato che rimanesse con me per tutta la notte, ma ora ricordavo che lui aveva ancora il turno di guardia, cos’era più importante? Dovevo decidermi in fretta perché stava quasi per lasciare la stanza, così lo chiamai: -Capitano?- dissi ponendo il braccio destro verso di lui per poi ritirarlo subito dopo -Potete.. potete restare qui?- poi aggiunsi -Solo finché non mi addormento?-
Si fermò vicino alla porta che aveva aperto a metà e si voltò. Aprì la bocca per parlare, ma fu interrotto dalla voce di qualcun altro:-Quindi vorresti lasciare da sola una fanciulla che ha appena avuto un incubo?- entrambi ci voltammo sorpresi verso la porta e trovammo Adolf sull’uscio con le braccia incrociate sul petto e la sua solita aria seria. Komachi fece per parlare ma Adolf ancora una volta lo interruppe: -Continuo io il turno, ero già sveglio- dichiarò, poi voltò lo sguardo verso di me e di nuovo lo diresse sul capitano: -Buonanotte- disse chiudendo la porta alle sue spalle. Eravamo rimasti senza parole, ci guardammo e ridacchiammo un po’; aveva fatto tutto lui senza che noi avessimo il tempo di proferire parola.
-Da quando è diventato così autoritario?- spettegolò il capitano con un bel sorriso stampato sul volto, non gli dispiaceva affatto che il comandante tedesco fosse così risoluto: -Vuol dire che ne approfitterò- disse.
Si voltò verso di me, ma in quel momento abbassai la testa: avevo appena realizzato che avrebbe passato la notte nella mia stessa stanza! Cosa avevo in mente quando gli ho chiesto di restare!? Sì, non mi sentivo molto bene e non volevo restare da sola ma… ma… sentii il cuore che accelerava il suo battito e cominciai a avvertire calore. Nella stanza, rischiarata solo da un flebile bagliore che proveniva da fuori la finestra, scrutai la sua buia figura che camminava a passi lenti verso di me. Strinsi le coperte e le tirai inconsciamente, avrei voluto dire qualcosa ma in quel momento la mia mente era da tutt’altra parte.
-Rimpiango i letti scomodi della Annex- disse il capitano mentre si accomodava sulla sedia. Eh!? Sono così stupida da aver pensato davvero che lui avrebbe diviso il letto con me? Il capitano è un uomo di sani principi e con una retta morale. Ma mi andava davvero bene così?
-Siete sicuro di voler dormire sulla sedia, capitano?- chiesi.
Non avrei voluto chiederglielo direttamente, ma ero sicura che un’occasione così non mi sarebbe mai più ricapitata e volevo solo dei bei ricordi, nulla di sconveniente.
-Beh, sempre meglio del pavimento- rispose lui -non è poi così pulito come potrebbe sembrare e neanche così comodo-.
-Beh sì, ma… io non intendevo il pavimento- balbettai con il cuore in gola.
Inspirò: -Sheila, non dovresti essere così… intraprendente- disse mentre tirò dietro la testa appoggiandosi allo schienale della sedia.
-Eh? No, io… intendevo…- mi morsi un’unghia, non sapevo cosa rispondergli per non peggiorare la situazione.
-Forse il termine che ho usato non era molto esatto- sembrava volesse scusarsi -ma comunque non dovresti lasciare entrare un uomo nel tuo letto-.
Mi affrettai a rispondere: -Siamo su Marte e questo non è il mio letto!- ma mi pentii subito, stavo aggravando la situazione e non riuscivo a spiegarmi, ma dopotutto volevo davvero che lui dormisse con me, però forse quello che lui intendeva non era quello che intendevo io. Mi stavo agitando troppo e non riuscivo a dirne una giusta.
Silenzioso si alzò e si avvicinò, si sporse in avanti verso di me poggiando le mani sul letto: -Quindi va bene proprio perché nessuno lo scoprirebbe?-
Il cuore mi batteva sempre più forte, che cosa stava dicendo? Era serio o si prendeva gioco di me? Aveva capito che mi stavo agitando e lo stava facendo apposta? Non riuscii a ribattere subito; nel silenzio della stanza, il suo respiro era l’unico suono che percepivo e questo non aiutava il mio cervello ad elaborare una contromossa.
Rimasi in silenzio e vidi che si sedeva sul letto: -Oh, che sorpresa, è abbastanza morbido- osservò, poi continuò: -Sicura di non avere problemi a condividerlo!?-
-Ah, ehm sì, certo!- farfugliai.
-Ehi? Va tutto bene?- disse voltandosi verso di me: -Volevo prenderti un po’ in giro, scusa se sono stato indelicato-.
-Ah, no, non lo siete stato. Va.. va tutto bene-
-Sicura che posso restare qui?-
-Ce… certo, la sedia è scomoda e anche voi avete bisogno di riposare per bene-
-Sì, ma sono pur sempre un uomo.. non va bene dormire accanto a qualcuno che non sia il proprio partner, no?-
-Beh, se è per questo voi non siete un uomo- dissi, stavo ritrovando la calma.
-Ehhhh? Quindi non sarei un uomo!? Sei sicura di vederci bene?-
-Assolutamente- sorrisi -voi siete un calabrone!-
-Oh- ridacchiò -hai ragione!- si guardò le spalle -però mi mancano le ali-.
Ridemmo un po’, sapeva sempre come far sorridere gli altri, era una persona leale e onesta, un essere umano corretto e sincero, un uomo di cui potevi sempre fidarti e sul quale fare affidamento, la persona di cui mi ero innamorata agiva sempre nel giusto e sapeva come farti sentire bene.
Si sdraiò dandomi le spalle, feci lo stesso, mi voltai contro il muro al quale il letto era accostato e tirai un po’ verso di me le coperte. Chiusi gli occhi, seppur il capitano mi aveva fatto pensare ad altro, sentivo sempre quell’odore insopportabile nell’aria.
 
Svegliata da un piacevole odore, mi raggomitolai di più senza aprire gli occhi, ma a quel punto la mia schiena toccò il muro freddo, mi ritrassi, poi annusai intorno: quell’orribile odore di putrefazione era stato sostituito da una fragranza completamente opposta. Inspirai concentrandomi su quel nuovo profumo: aveva l’odore della terra e dei campi, mi ricordava le bellissime giornate di sole della mia infanzia, i fiori nei prati, l’unione dei boccioli e delle corolle colorate, il così forte odore del miele, il suo calore… aprii lentamente gli occhi, pericolosamente vicino al mio volto, c’era quello del capitano.
La lieve penombra ne definiva i contorni, un braccio piegato sotto la testa, le labbra socchiuse. Mi avvicinai di pochi centimetri inspirando silenziosamente la sua essenza.
-Non riesci a dormire?- sussurrò una voce nella stanza.
Trasalii sbattendo la schiena contro il muro.
-Ehi, stai attenta!- disse sollevandosi un po’, distendendo il braccio sinistro verso la mia schiena.
-Sto bene- mi affrettai a dire -mi avete solo spaventato, pensavo dormiste-.
-Ho il sonno leggero- rispose -e… immagino che agli uomini non piaccia essere annusati-
-Ah..- mi tirai il lenzuolo sopra la testa -scusate capitano, mi dispiace, non accadrà più- dissi agitata.
Mise una mano sulla mia testa scompigliandomi un po’ i capelli: -Immagino che il mio odore copra quello dei terraformars, giusto?- sorrise quando scostai un po’ le lenzuola -Non è un fastidio se ti fa stare meglio- continuò.
-Scusate-
-Ehi, va tutto bene- mi rassicurò rimettendosi sdraiato -cerca di stare calma ok? Non devi aver paura, non sei da sola- sorrise.
Restammo qualche minuto in silenzio, lo spazio che ci separava era davvero piccolo.
-Sai- pronunciò -per far passare la paura bisogna parlare di qualcos’altro che non c’entri con il luogo in cui si è- continuò -come parlare di cibo, o di moda-.
-Quindi capitano volete parlare di moda su Marte?-
-Mh.. però non mi pare di esserne molto ferrato!- sghignazzò.
-Beh, l’U-NASA non se ne intende molto- dissi indicando i nostri abiti.
-Eh no- rispose -mh..- sembrava ci stesse pensando davvero ad un argomento -ho trovato! Questo dovrebbe essere un buon argomento- disse fiero -C’è qualcuno che ti piace!?-
Avvampai a quelle parole… l’unico difetto del capitano era la sua lentezza nel capire “certe cose”. Come poteva chiederlo? Davvero non aveva capito!?
-Ma.. capitano- farfugliai -non sono cose che si chiedono queste!-
-Ahah- rise lui -hai ragione, ma fidati, so mantenere i segreti-.
Come se fosse quello il problema maggiore, pensai.
-Sono sicuro che ci sia qualcuno di speciale, una bella ragazza come te non può non averne!- continuò poco dopo -Immagino che gli amici d’infanzia abbiano una marcia in più, Marcos è davvero un bravo ragazzo, non è vero?-
-Solo perché è un bravo ragazzo non vuol dire che mi piaccia- risposi un po’ indispettita.
-Ahh.. quindi qualcuno che ti piace c’è!- ridacchiò.
-Eh? Io non l’ho detto…-
-No? Io credo proprio di si-
-Se proprio vi interessa allora posso dire che non guardo Marcos in quel modo-
-Mh.. forse tu no, ma lui sì- affermò.
-Cosa? Non credo proprio capitano, a lui piacciono quelle prosperose!-
-Ahah, fidati della mia esperienza Sheila, solo perché gli uomini sono attratti da quel tipo di corpo, non vuol dire che lo preferiscano, l’attrazione non sta solo nell’aspetto-
-Belle parole capitano, ma non tutti la pensano in questo modo-
-Quindi preferisci Alex?-
-Eh?! Perché dovrebbe piacermi Alex?-
-E’ un bel ragazzo- disse convinto.
-Sì, lo è, ma lui è peggio di Marcos!-
-Davvero!? Sembra così tranquillo e composto-
-Ahah, fidatevi, con Akari formano davvero una bella coppia!-
-Beh, anche Akari è un bel ragazzo- asserì.
-Capitano!? Non ditemi che vi piacciono i ragazzi-
-Ahah, chissà!-
-Beh, non ci sarebbe nulla di male-
-Già, però fidati, non mi piacciono, almeno non in quel modo. Forse però potrei piacere a loro- rise -però sai, quando hai la mia età cominci ad apprezzare di più i giovani e le loro capacità-
-Parlate come se voi foste già vecchio-
-Ahah, perché non lo sono forse!?-
-Non mi pare-
-Mh.. diciamo che mi mantengo in forze-
-La smetta capitano-
-Comunque tu ancora non mi hai detto chi ti piace-
-Eh!? Ancora con questa storia, non c’è nessuno.-
-Quindi forse non lo conosco, mh.. potrebbe essere qualcuno dei ragazzi della Federazione Romana? Non li conosco molto bene- continuò -Oppure il comandante Newton, è un ottimo partito, te lo consiglio!-
-Il comandante Newton? Ma se a malapena ne conosco il volto!-
-Ci sarà tempo per conoscersi-
-Capitano, sta per ricevere un pugno se non la smette!-
-Che!? Io cercavo di trovarti un buon partner… comunque davvero, perché non guardi Marcos in quel modo?-
-Eh? Ancora con Marcos? Non mi piacciono i ragazzini!-
-Che donna crudele, lo farai piangere!- mi canzonò.
-Ehh? Non credo che pianga per così poco…-
-Probabilmente piange per molto meno. Quindi ti piacciono gli uomini maturi? Mh.. credo che Crab sia già sposato però-
-Crab? Chi sarebbe Crab?-
-Ah, ehm, intendevo dire l’ufficiale Asimov-
-Quello della divisione russa?-
-Si si, lui!-
-Capitano.. sta per arrivargli un altro pugno!-
-Che? Non è così burbero come appare-
-Senza dubbio lo è! Ma non è quello il problema!!-
-Ahh, tu sei troppo difficile Sheila- si lamentò.
-No capitano, siete voi troppo licenzioso- risposi.
-Allora dimmi chi è-
-Ma perché è così interessato a questa cosa?- sbottai.
Continuava su questo argomento già da troppo tempo.
-Se me lo dici potrei aiutarti a conquistarlo, solo questo-
-Ahh.. non ne ho bisogno capitano-
-Non ti facevo così sicura di te-
-Non è per questo, semplicemente lui non mi vede come un partner-
-Eh!? Allora c’è veramente qualcuno! Io scherzavo…-
-Cosa? La.. la smetta! E’ da mezz’ora che insiste! Non può uscirsene ora con ‘scherzavo’-
-Ahah, quindi qualcuno c’è.. ma perché dici così?-
-Ve l’ho detto, lui non è una persona che può innamorarsi così facilmente di me-
-Ah, e questo te l’ha detto lui stesso?-
-Oh no no, si vede dal modo in cui si comporta, dal suo atteggiamento-
-Mh.. ma questa persona è qui su Marte con noi?-
-Chissà…-
-Quindi è un’affermazione giusto?-
-E’ possibile- confermai.
-Dovresti dichiararti, non puoi sapere cosa lui pensa di te finché non gli parli dei tuoi sentimenti-
-Capitano, fidatevi, non servirebbe a nulla-
-Che persona insensibile questo ragazzo-
-No, non è insensibile. Al contrario, è molto leale e gentile, ed è proprio questa sua gentilezza a fare più male-
-Cioè?-
-Se io mi dichiarassi, lui rifiuterebbe i miei sentimenti, ma lo farebbe in modo gentile e cortese, e questo farebbe più male, perché non riuscirei ad odiarlo-
-Ma Sheila, non puoi saperlo finché non ci provi, magari anche a lui interessi-
-Non credo proprio.. lui ama un’altra donna, capitano-
-Quindi è già impegnato!?-
-Oh no, non cercherei mai di rubare il fidanzato di qualcun’altra!-
-Quindi in pratica a lui piace un’altra ragazza giusto? Che triangolo amoroso!-
-Non è proprio un triangolo…-
-Ah.. continuo a capirci sempre meno, ma se tu mi dicessi il suo nome forse…-
-Non vi dirò il suo nome- sussurrai.
-Va bene, va bene, ho capito- fece silenzio -Sheila, però vorrei darti un consiglio, posso?-
-Sì, certo-
All’improvviso divenne serio: -Non importa se lui non ti ama, non importa cosa accadrà dopo che tu ti sarai confessata, ma per favore digli ciò che provi, digli che lo ami, digli che pensi a lui. Sheila, siamo su un pianeta sconosciuto, siamo in lotta contro un’entità che in pochissimi anni ha superato la razza umana e potrebbe sopraffarci da un momento all’altro. Io farò di tutto affinché voi ragazzi restiate in vita e ritorniate sulla Terra, ma potrei commettere un errore, potrei non farcela, loro potrebbero essere molti di più e molto più forti. Non voglio scegliere per te, ma ascolta il mio consiglio, diglielo e, se dovessi morire, o se lui dovesse morire, non avresti rimpianti. E’ sempre meglio morire soddisfatti no? E’ sempre meglio vivere sapendo che si è fatto di tutto per far avverare i propri desideri, no?- finì con una voce affievolita.
-Capitano…- pronunciai debolmente.
Il suo discorso mi aveva messo addosso un’angoscia e sapevo bene a cosa si riferiva, la sua orribile esperienza… era qualcosa che io non potevo capire.
-Quindi, per favore, la prossima volta che lo vedi, fatti forza e diglielo, e se sarà un rifiuto, beh, peggio per lui- volse la testa dal lato opposto al mio e restò in silenzio.
-Cercherò di seguire il suo consiglio, capitano- dissi, mentre rigettavo giù le lacrime che stavano per sgorgare. D’istinto, afferrai una parte della sua giacca tirandola un po’; si voltò verso di me e mi abbracciò. Come potevo confessargli che è proprio lui la persona che mi piace? Come posso farlo!? Perché dev’essere così gentile il suo abbraccio? Affondai il viso nel suo petto e abbandonai le lacrime che cominciarono a fuoriuscire.
-Sheila dai, scusa, è colpa mia, sono stato troppo serio prima, non devi temere se ci sono io, va bene?-.
Mi strinsi ancora di più a lui, piangendo come una bambina.
-Dai, per farmi perdonare puoi.. mh.. puoi chiamarmi “Komachi”, o “Sokichi” se vuoi. ‘Capitano’ non mi piace molto, è troppo informale e non mi sento molto un capitano-.
Mi distaccai un po’: -Penso che voi siate il miglior capitano che potessimo chiedere-.
-Così esageri però- sembrava un po’ imbarazzato e cambiò subito argomento: -Che ne dici se adesso proviamo a dormire?-
-Lei, sulla Terra, non resta fino a tardi sveglio, capitano?-
-Solo se ho con me del buon sakè- ironizzò.
-Capisco capisco- dissi sarcastica.
Avrei dovuto allontanarmi da lui, ma il capitano non cambiò posizione e mentre continuava a stringermi col braccio sinistro, mi rannicchiai più vicino a lui, godendo di quel momentaneo tepore; ma non riuscii ad addormentarmi subito, a differenza sua che pareva riposare tranquillo. Inspirai il suo buon odore più volte, dopotutto aveva detto che potevo farlo; avrei voluto che questo momento non passasse, stavo così bene tra le sue braccia che mi sarebbe bastato per sempre.
Al che ricordai una cosa, nei giorni trascorsi sulla Annex I, avevo chiesto ad Akari di insegnarmi il giapponese, lui mi aveva presa in giro dicendo che lo facevo solo per un motivo, ma alla fine mi aveva gentilmente spiegato cosa dire con una buona pronuncia. Certo, non è che mi fidassi molto di quel maniaco di Akari, ma l’avevo comunque imparata. Indubbiamente però non sarei mai riuscita a dirgli una cosa così “immorale”, ma in quel momento stava dormendo.. non l’avrebbe mai saputo.
Così sussurrai delicatamente: -Hajimete wa senpai tte kimetemasu(*)- sperando di averlo pronunciato per bene, non che servisse a molto visto che lui riposava, ma in cuor mio mi sentii sollevata, in un modo o nell’altro, quel giorno avevo fatto un piccolo passo verso di lui.








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(*)voglio che tu sia la mia prima volta
   
 
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